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Autore: Rouge9    08/11/2013    1 recensioni
Flashfic improvvista in 5 minuti dopo aver visto l'ultimo episodio (1x04 Hearts and Minds) di Reign!
Coppia assolutamente folle e che probabilmente ''shipperò'' solo io, ma mentre guardavo questa puntata mi sembravano troppo... assurdi e fantastici (?) insieme!
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mary Stuart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Rosa Rossa

Quella notte non riuscivo a chiudere occhio.

Erano successe troppe cose da quando ero tornata in Francia. La mia vita, fino al giorno del mio arrivo, era sempre stata tranquilla, fra quelle che erano le mura del monastero. Il solo pensiero di Tomas mi faceva vomitare. Come potevo aver creduto che un uomo simile, un principe illegittimo, potesse salvare il mio paese, la Scozia? Come potevo essere stata così limitata da non poter capire che lui guardava solo ai suoi interessi? Eppure la furbizia era sempre stata una mia spiccante caratteristica. 
Decisi di alzarmi dal letto, che in quel momento, nonostante fosse il più comodo e sontuoso su cui il mio corpo si fosse mai adagiato, mi sembrava un covo di spine. Rimurginavo sul bacio di Francis, come fosse stato passionale, come in quei pochi attimi mi avesse fatto girare la testa, come il solo tocco delle sue labbra mi avesse fatto perdere un battito. Eppure, c'era qualcosa che non andava. Non era quel bacio, non era Tomas, non erano gli intrighi a cui avevo assistito per quelle settimane in cui ero rimasta a corte. Era qualcos'altro che mi teneva sveglia fino a quell'ora, fino a tarda notte. Camminai per la stanza più e più volte avanti e dietro, riflettendo e cercando di capirmi. Se qualcuno fosse entrato in quel momento mi avrebbe preso per pazza, anche il viso svelava le angosce che mi tormentavano: incontrai il mio volto nello specchio, e non potei fare a meno di notare come le occhiaie si facevano spazio sotto gli occhi, fra la pelle diafana che al chiaro di luna risultava perfetta, forse ancora di più di quella che doveva essere durante il giorno. Uscii dalla stanza senza fare troppo rumore, stranamente non c'erano nemmeno le guardie a fare da sentinelle davanti alla porta. Percorsi il lungo corridoio che portava fino alle scalinate e mi sedetti sul primo gradino: era una pratica rilassante, mi ricordava le corse e i giochi con Francis, il tempo in cui tutti questi doveri da futura Regina non mi preoccupavano. Restai lì, in attesa che il sonno si facesse sentire fin quando non udì un rumore di passi. Chi poteva essere in quel momento? Bash? Kenna che tornava dalle sue fughe notturne con il Re? No. Era una sagoma maschile, alta e piuttosto robusta, che si avvicinava sempre più al luogo dove mi trovavo. Presi una candela ancora accesa su un tavolo poco distante e scesi a piccoli passi, quasi senza pensare che a chi stavo andando incontro, potesse essere un cospiratore o comunque qualcuno che mi avrebbe potuto far del male. Ero a pochi metri da lui e qualcosa dentro me ardeva e mi spingeva verso esso, fermo e immobile all'inizio della gradinata. I pochi centimetri che ormai ci dividevano mi facevano sentire sempre più ansiosa di scoprire chi fosse. Avevo il capo abbassato, riuscivo a vedere con chiarezza i suoi piedi: pian piano lo risalì, passando prima dai pantaloni ben attilati sulle cosce e poi per il petto, su quella camicia sormontata da un grosso medaglione. Una rosa rossa. Tremai. Alzai finalmente lo sguardo, scrutandolo in pieno volto. Era lui, era Simon Westbrook. 

''Buonasera''
La sua voce era calma e suadente, chiusi gli occhi per non guardare la sua bocca muoversi. In un attimo capì cosa mi stava succedendo.

''Perchè è qui?'' chiesi fra lo stupito e l'imbarazzato. La sua presenza mi inquietava e affascinava allo stesso tempo.

''Non le importa saperlo''
''Questo è il mio palazzo, è mio diritto sapere perchè lei è qui''
 
Non mi resi conto che stavo alzando la voce, diedi due colpi di tosse e mi zittii aspettando una sua risposta. Invano. Ricevetti solo i suoi occhi fissi sulla mia persona e mi accontentai. Era il suo sguardo che mi stava tormentando, che mi aveva lanciato prima della sua mancata esecuzione, quello sguardo che si face sempre più vicino fino a quando lui mi travolse con un unico e semplice bacio.

''La odio Mary Stuart, odio lei e il suo Paese''
  
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