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Autore: _onedirectionhugme_    09/11/2013    1 recensioni
Ero seduta su una panchina della mia città quandoun ragazzo biondo e dagli occhi azzuri si avvicinò a me dicendomi:”Ehi ciao!".
Bastarono quelle due parole per cambiarmi la vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai in quella classe, quella solita classe con quelle solite mura per trascorrere una delle monotone giornate scolastiche.
Quella classe era una classe di matti, ma io non ero la solita ragazza silenziosa , anche io ci mettevo la mia parte in quell’enorme baccano.
Si sentivano risate, pettegolezzi, di tutto e di più..

Entrò la professoressa di lettere e iniziò a chiamare l’appello poi a spiegare e a interrogare, ma quel giorno non avevo proprio vena di seguire la lezione anche se ero una delle più intelligenti della classe.
La mia testa era tra le nuvole, pensavo e ripensavo al ragazzo che mi piaceva, ma purtroppo era uno di quei tipi belli e impossibili e anche se questo genere non mi piaceva con lui provavo una specie di attrazione, che non sapevo nemmeno spiegarmi.
La professoressa mi richiamava svariate volte per la mia distrazione ma io accennando un sorriso e dicendole che aveva ragione facevo finta di essere interessata anche se la mia testa pensava a tutt’altro.
Era un tipetto moro, si di quella classica bellezza da bello e impossibile, quel ragazzo che si dava tante arie eppure ne ero innamorata cotta.
Dopo le tre pesanti ore di lettere, arrivò la professoressa di matematica e ci fece esercitare su cose studiate il giorno precedente.
Alcune volte penso che la scuola sia così monotona, che la mia vita sia così monotona: alzarsi al mattino, scuola, casa, compiti e dopo a dormire per poi risvegliarsi e ricominciare la solita routine.
Ormai dai tanti compiti assegnati non riesco neanche ad uscire il pomeriggio.
Ma inoltre mi piace studiare anche se molte volte lo trovo noioso ma voglio essere una di quelle ragazze intelligenti non una di quelle oche che pensano solo al trucco e ai vestiti.

La campanella suonò così violentemente che interruppe i miei pensieri e i miei filmini mentali.
Sono una che sogna molto, alcune volte troppo, e mi illudo spesso.
Beh, a me piace sognare perché lì è tutto come voglio io, ed è stupendo.
Mi alzai dalla sieda, infilai i libri nello zaino e mi avvia verso l’uscita per tornare a casa.
Ma i miei occhi videro una cosa che non sopportai che non potevo mai immaginare e questo mi spezzò il cuore.
Un bacio, ma non un bacio qualunque, un bacio che riuscì a rovinarmi del tutto la giornata.
Si, il tipo che mi piaceva tanto, il tipo che sognavo in continuazione, il tipo di cui mi ero follemente innamorata stava baciando un’altra ragazza che probabilmente era la sua nuova fidanzata.

Io lo sapevo, io sogno troppo e mi illudo troppo spesso.
Cercai di trattenermi per non scoppiare a piangere davanti a tutti, così camminai a passo veloce fino a raggiungere una panchina del parco della mia città.
Quella era la “mia” panchina, lì ci andavo spesso, per leggere, per scherzare, per rilassarmi e prendere un po’ d’aria fresca e naturale e per riflettere su molte cose.
Stavo per scoppiare a piangere, avevo gli occhi lucidi, io non potevo aver visto questo, non volevo averlo visto.
Aprii violentemente lo zaino e strappai violentemente tutte le pagine dove avevo disegnato il suo nome mentre strizzavo gl'occhi per non far cadere le lacrime.
Odio questo di me, troppe illusioni e troppe delusioni.
Mi racchiusi tra le mie mani a piangere col cuore spezzato.

Non sapevo se la mia era rabbia, delusione, tristezza o era un mix di tutti questi.
Poca gente passava da quella panchina anzi poca gente sapeva dell’esistenza di quella panchina perché era proprio posizionata alla fine del parco dietro una grande quercia.

Stavo tremando, tremavo per tutto il corpo e le lacrime scendevano sul mio viso, non poteva vedermi nessuno li, ma senza che io me ne accorgessi passò un ragazzo biondo da lì…
Si avvicinò a me vedendomi piangere e si sedette alla mia stessa panchina e mi disse con tono un po’ dispiaciuto cercando di sorridere:”Ehi Ciao!”.
Rimasi bloccata per un paio di secondi, nessuno doveva vedermi piangere, io ero la ragazza forte.
Alzai il viso e mi ritrovai due occhi azzurri che mi fissavano attentamente e dispiaciuti.
Il ragazzo dagli occhi azzurri mi disse:”Ehi, non piangere, cos’è successo di così grave per vedere una principessa piangere?”
Ancora rimasi bloccata a quelle parole, questo ragazzo era dolcissimo e non mi conosceva e non mi aveva mai visto.
Mi asciugai le lacrime che mi scendevano per il viso con le dita e gli dissi con voce tremolante:”Io, non ho niente, sto bene, non preoccuparti continua la tua passeggiata nel parco.”
Lui mi continuava a guardare e mi disse:” Non potrei mai lasciare sola una ragazza che piange specialmente una come te, hai tutti gli occhi rossi, dai su non fare così, non pingere!”
Lo guardai stranita come poteva uno sconosciuto essere così dolce con me? E allora gli dissi:”Lo so sono orribile, sono un mostro incompreso dagli occhi rossi e gonfi e mi dispiace dirti che non è così facile smetterla, non ce la posso fare, non ci riesco, il mio cuore è a pezzi, mi succedono sempre cose che non merito…Ho detto gia troppo!”
Mi alzai per andarmene so che era maleducazione ma non volevo parlare dei miei problemi che a tutti sembravano così sciocchi e inutili ma lui mi fermò dal polso dicendomi:” No, adesso continui,devi sfogarti , non puoi tenerti tutto dentro fa malissimo!” e io gli risposi: “Ma io non ti conosco, non ti ho mai visto e poi non credo che tu vorrai ascoltare le mie lagne!”
Lui ancora tenendomi dal polso mi fece sedere sulla panchina e mi disse sempre con un tono tranquillo:” Si, non mi conosci, ma fai finta che io sia il tuo migliore amico, sia qualcuno di cui ti fidi tanto, devi sfogarti, ne hai bisogno, spiegami tutto.”

Mi tranquillizzai a quelle parole, la sua voce era così bella e rassicurante e così iniziai a dirgli la lunga storia della mia delusione e pian piano mentre raccontavo tutto ciò la mia testa si appoggiò automaticamente sulla sua spalla.

Finii di raccontare tutto e lui mi disse:” Sai, tutti sognamo, non devi smetterla solo perché hai avuto questa delusione. Ti immagini una vita senza sognare, che senso avrebbe? Nessuno. E per lui non preoccuparti, non ti merita a quanto ho capito sei una ragazza meravigliosa e non ti meriti tutto ciò e specialmente lui non merita te.”
Le sue parole mi diedero sicurezza e quando stavo per iniziare a parlare notai la mia testa appoggiata sulla sua spalla e imbarazzata mi alzai e feci finta di nulla.
Iniziai a dirgli:” Mi hai detto delle parole che mi hanno fatto riflettere molto ma ancora non so come ti chiami!” gli dissi incominciando a sorridere.
“Luke, piacere!” mi disse sorridendo, il  suo sorriso era fantastico.
“Io, Antonia, il piacere e tutto mio” gli dissi sorridendo anche io.

Non so perché ma mentre mi guardava avevo le farfalle allo stomaco, sentivo una sensazione al cuore così strana…

“Ehi, che ne dici se qualche giorno usciamo insieme, per conoscerci meglio?” disse Luke.
Io sembravo un po’ imbarazzata, in effetti lo ero davvero ma dentro ero così agitata ed eccitata, il mio cuore era in festa e così gli dissi entusiasmata:” Si, sarebbe bellissimo!”

Luke, notò le pagine strappate dal mio diario e le prese e mostrandomele mi disse scherzando:” E quindi questo sarebbe il nome di quell’idiota!?”
Di solito me la prendevo quando lo insultavano ma adesso no, e poi ero incantata da lui, sembrava un angelo, e incomincia a ridere dicendo un netto “Si!”

Lui si alzò dalla panchina e stiracchiandosi un po’ prese le pagine, le strappò e le lanciò al vento come dei coriandoli.
Incominciai a ridere e poi mi butto a dosso anche un altro po’ di pezzi di pagina strappati, così ci incominciammo a ricorrere ridendo.

La mia tristezza era svanita tutto grazie a lui, tutto grazie a quest’angelo biondo dagli occhi azzurri.
Si fermò esausto e disse:”Ok, hai vinto tu!Basta non ce la faccio più a correre!”
Lo guardai e gli dissi sfacciatamente:”Beh mi dispiace, ma dovrai camminare per un altro po’!”
“Perché?” lui disse.
“Devi accompagnarmi a casa, si sta per fare buio e ho un po’ di paura a ritornare a casa a questo orario.”
“Ma certo signorina!” disse sorridendomi e prendendomi “a braccetto”.
Il cuore mi andava a mille, perché avevo tutta questa successione di emozioni?
Mi accompagnò fino alla porta di casa e per il percorso parlammo un po’ dei nostri gusti, insomma di noi in generale.

“Siamo arrivati?” disse Luke.
“Si, io abito a questa villetta!”
“Carina!”
“Forse hai ragione!” dissi sorridendo.
“Ah, Antonia, questo è il mio numero…”
“Aspetta che pendo il telefono e lo segno” gli dissi.
Segnai il numero di telefono di Luke e lui segnò il mio e infine salutandomi mi disse:” Ehi, mi raccomando fatti sentire!”
“Certo, lo farò” gli dissi salutandolo con un sorrisone.
Aprii la porta di casa, i miei erano ancora a lavorare, entrai in casa e mi appoggiai alla porta.

Luke era quel genere di ragazzo che avevo sempre sognato, quel ragazzo che mi aveva fatto ritornare il sorriso, quel ragazzo che mi aveva fatto dimenticare di tutto in un attimo, quel ragazzo che ci teneva veramente a me, quel ragazzo che per la prima volta mi aveva fatto venire le farfalle allo stomaco..
Provavo sensazioni inspiegabili quando stavo con lui, il cuore mi batteva a mille quasi come stesse festeggiando il Capodanno, iniziavo a tremare e a sorridere sempre e quando scherzavamo mi sentivo la persona più felice del mondo.

Anche se lo conoscevo da poco mi ero affezionata tantissimo a lui, non volevo perderlo da adesso era importantissimo e indispensabile per me.
Ma non è che forse me ne ero innamorata?
  
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