Quanto tempo era passato?
Non ricordava.
Socchiuse appena gli occhi,Orihime,poi li chiuse del tutto,solo qualche secondo.
Era solo la vaga speranza di aprirli e trovarsi a casa.
A casa,con Tatsuki.
A casa,con i suoi compagni di scuola.
A casa,con gli altri shinigami e Kuchiki..
A casa...da Ichigo.
Aveva perso un altro battito.
Sempre che il suo cuore,battesse ancora.
Si alzò,Orihime,facendo forza sulle braccia.
Alzò la testa dal divano,bianco.
Era tutto neutro in quella stanza.
Niente attirava la sua attenzione ormai.
Vide i suoi capelli scivolargli sul viso mentre si portava a sedere.
''Kurosaki -kun...''
Lei,bambina,guardava tutto,era attirata da tutto e sognava ad occhi aperti.
Le avevano strappato la sua libertà e i suoi sogni.
Strinse la stoffa,bianca,che le copriva le gambe.
Lo stava facendo per loro.
Per il sorriso di Tatsuki,per gli altri ragazzi,per gli altri shinigami,per Kurosaki...
Perchè non aveva potuto fare nulla.
Quando era partita per la Soul Society,non aveva potuto aiutarli a salvare Kuchiki.
E Urahara aveva centrato il punto.
Ma questa volta,li avrebbe aiutati.
Avrebbe dimostrato a Kurosaki che lei c'era.
Voleva essere utile a tutti loro.
Non era Kuchiki e non aveva il potere di cambiare la vita di Ichigo.
Questo lo sapeva.
Ma poteva provare a difenderla.
Si sentiva vuota.
Non bastava più oramai,quel pensiero,per farla sopravvivere.
Kurosaki-kun era lontano.
Si strinse le mani al petto.
E singhiozzò.
E pianse.
Voleva uscire.
Tatsuki le aveva sempre detto di non piangere.
Singhiozzò ancora più forte.
Sentiva le lacrime rigarle il viso.
Aveva imparato a sorridere sempre.
Vide tante macchie bagnate sulle sue ginocchia.
Le lacrime somigliavano alla pioggia.
Ma lei non riusciva ad unire due cose divise in eterno come il cielo e la terra come riusciva a fare la pioggia.
Aveva pianto allo stesso modo,a casa sua.
E Rangiku l'aveva consolata.
A suo modo...le ricordava tanto lei.
Sapeva che aveva sofferto e che l'uomo che amava era là a Las Noches.
L'aveva incotrato quando era arrivata,a fianco di Azien.
L'aveva riconosciuto.
Il Capitano della terza Divisione.
Ichimaru Gin.
Non l'aveva mai vista piangere.
Era una donna bellissima,Matsumoto.
Ed era forte.
Sorrideve sempre,era sempre allegra...ed era l'opposto di Toushiro.
Sorrise trà i singhiozzi.
Chissà che cosa facevano a casa senza di lei.
Probabilmente era già stata demolita.
Cercò si asciugarsi una lacrima,strofinandosi l'occhio.
Era una delusione.
Si fece forza.
Sospirò guardando in alto.
Allora dilatò le narici e tirò sù il labbro inferiore in una smorfia da bambina arrabbiata.
Si mise le mani in grebo,prima di rilassare il volto in un sorriso.
Forse avrebbe resistito ancora un pò.