Era seduta vicino alla finestra ad osservare quelle piccole goccioline che bagnavano il vetro lentamente. Socchiusi gli occhi a vederla in quello stato. Ero colpevole di quello che le stava accadendo, l’avevo lasciata sola. All’inizio i miei occhi erano posati su quei bellissimi capelli lunghi che ero solito accarezzarle ma dopo un impercettibile secondo si posarono su quell’oggetto che stringeva tra le mani. Per qualche istante pensai che fosse impossibile ma il suo polso ne confermò l’ipotesi. Una lametta, una dannata lametta, stava rientrando nella sua carne non più rosea.
Qualche secondo dopo ero già a fermarla poco prima che potesse risuccedere.
“Justin…” sospirò come se non avesse forze
“Jennifer…”
“Mi ha violentata un’altra volta. Perché mi hai lasciata sola? So di non essere abbastanza per nessuno ma pensavo che tu mi amassi. Pensavo…”
Dai suoi occhi si vedeva come fosse sola e questo per colpa mia. Non riuscii a trattenermi e i miei occhi si riempirono di lacrime.
“Tu sì che sei abbastanza è tutta colpa m..”
Mi girai di scatto. Lei era per terra. Senza sensi.
La presi in braccio piangendo e la portai in macchina. Dopo venti minuti eravamo arrivati in ospedale.
“Ragazza senza sensi. Molto drogata. Possibilità coma”
Il dottore urlava queste parole agli infermieri che nel frattempo le facevano un’iniezione.
Mi accasciai su quella poltrona vicino alla stanza dove l’avevano portata e mi ricordai tutto.
#FLASHBACK
“Justin smettila hahahahahaaahah non ce la faccio. Sai quanto soffro il solletico hahahahhaahahahha”
“Nono finché non mi dici che mi ami alla follia e che sarai sempre mia non smetto”
“Va bene va bene. Ti amo Bieber! Hahahahahaah ti amo hahahaahhaahah ti amo”
Poggiai le mie labbra sulle sue e poco dopo la misi sul letto.
“Ti amo davvero Bieber” mi sussurro all’orecchio
“Anche io”
Poco dopo mi diede il permesso di entrare.
#FINE FLASHBACK
“Lei è un parente? Posso parlare con lei?
“Si si parli pure con me dottore”
“La ragazza è stata violentata e drogata e purtroppo ne sta subendo le conseguenze. Ha terribili ematomi su tutto il corpo. Poteva rischiare di morire”
Dopo quella frase non ci vidi più. L’aveva violentata chissà quante volte da quando me ne ero andato.
Entrai in macchina stringendo il volante fino a farmi diventare le nocche bianche. Sarei stato capace di ucciderlo.
Fermai la macchina davanti a quella maledetta casa. Mi tremavano le gambe. Sinceramente non sapevo perché ma probabilmente per la rabbia che mi stava facendo stringere i pugni.
Suonai alla porta più volte. Mi aprii la madre, mi pare si chiamasse Janette, davvero una brava donna. Il figlio si credeva avesse ripreso dal padre che ora era in prigione.
“‘Oh Justin! Quando sei tornato caro?”
“Mi faccia salire per favore”
Cercò di chiudermi la porta ma misi un piede in mezzo in modo tale di avere la meglio e correre di sopra.
Vidi la sua porta dove dormiva quel verme. Lo riconoscerei tra mille.
La aprii con forza dandogli un forte calcio. Era lì con una birra in mano e quando si girò riuscii a incrociare quei suoi occhi traditori.
#FLASHBACK
Stava toccando la mia ragazza che si dimenava. Con delle spinte veloci entrò dentro di lei che piangeva.
“J-J-Josh che stai facendo?”
Ero fermo con le lacrime agli occhi.
“Non vedi sto scopando la tua ragazza. Ho sempre avuto una grande attrazione per lei.”
In quel momento i miei occhi si appannarono. Corsi verso di lui e gli diedi un pugno fino a buttarlo per terra. Il suo naso sanguinava senza fermarsi. Se devo essere sincero ci provai gusto a vederlo soffrire come lui aveva fatto soffrire Jennifer.
“E tu saresti il mio fottuto migliore amico? Sei solo uno stronzo e un traditore”
Jennifer era sola su quel letto tremando come una foglia.
#FINEFLASHBACK
“Vedo che sei tornato. Quanto tempo.”
Non risposi.
“So perché sei qui. Hai visto come ho ridotto Jennifer eh? Dai non mi puoi dire che non te l’aspettavi. Te ne sei andato Bieber, per un lungo anno. Hai lasciato la tua ragazza completamente sola. Da un giorno all’altro sei sparito senza dire una parola. Hai avuto paura Bieber”
“Io…io”
Riuscii solamente a balbettare. Aveva ragione, tutte le ragioni del mondo. Ora ero io quello debole. Me ne andai con le lacrime agli occhi. Aveva vinto, un’altra volta.