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Autore: Don_tWorryBeHappy    10/11/2013    14 recensioni
JUSTIN BIEBER. KAYLEE RUSSEL.
Tutta la storia gira intorno ad un argomento: la psicologia.
Due futuri psicologi, con pensieri fuori dal normale -calcolando la loro età- che si incontreranno, si piaceranno e si innamoreranno.
La vita sembra perfetta, ma questa è un'illusione della triste realtà.
Pensate che tutto possa andare sempre per il verso giusto?
I due si aiuteranno e supereranno tutto, quasi tutto.
(La storia non contiene atti di violenza e i personaggi sono del tutto tranquilli)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Signorina, signorina..-  Sentì il mio nome urlare mentre mi dirigevo fuori dal caldo locale, per poi uscire al freddo inverno NewYorkese.

-Si-  Mi girai rivolgendo l’attenzione alla persona che ripetutamente mi chiamava.

-Torni un attimo indietro le vorrei parlare e fare alcune domande.-  Mi chiese indicandomi la porta rossa aperta che lasciava intravedere la stanza dietro.

Così annuendo cominciai ad avviarmi verso la porta sapendo già quello che mi avrebbe chiesto. Entro seguita dalla signora sulla cinquantina che mi aveva richiamato sedendomi su una delle tante sedie.

-Signorina..-  la signora non finì la frase aspettandosi che io gli dica il mio nome.

- Russel, Kaylee Russel-  Mi affrettai a rispondere sistemandomi meglio sulla sedia.

- Bene signorina Russel, prima non le ho fatto questa domanda essendoci anche altre persone e non volendo insistere, però mi chiedevo perché quando le ho chiesto qual era il suo problema non ha voluto semplicemente e tranquillamente parlarne come il resto del gruppo? Siamo qui per confidarci e aprirci con gli altri, per cercare di trovare un dialogo, siamo qui per sfogarci e per non aver paura di essere giudicati. Lei è venuta qui perché ha un problema, giusto? Bene, ora lei non deve aver paura di rivelare quella che è la sua realtà, deve solamente aprirsi e parlarne tranquillamente.-  la signora mi parlava molto tranquillamente, penso per farmi sentire a mio agio. Nei suoi occhi si vedeva che voleva aiutarmi, ma il fatto è che io non avevo bisogno di aiuto.

In realtà io non avevo problemi, non avevo bisogno di un centro d’aiuto. Studiavo per diventare psicologa ed è per questo che avevo deciso per venire in uno di questi centri dove trovi di tutto. Non sono centri specializzati in un certo problema, tu puoi venire qui e anche semplicemente sfogarti. Era perfetto per il mio progetto. Avrei potuto studiare più di un soggetto anche se non direttamente.

Il problema è che non potevo far sapere che io stavo conducendo questo studio, non mi avrebbero dato il consenso. Per questo tenevo nascosto un registratore, lo so era illegale e questa cosa non lo sapeva neanche il mio professore, ma non avevo trovato nessuno disposto a farsi “studiare”, “aiutare” da me, una futura strizzacervelli, come tutti ci chiamano. Chi è che vuole parlare dei propri problemi con una completa sconosciuta, con poca esperienza? Anch’io non lo farei.

-Ehm.. io oggi sono venuta.. per.. vedere di cos..sa si trat..ta.-  Risposi cercando di non destare sospetti.
-Ok, lo capisco. E’ difficile aprirsi con persone sconosciute. La prossima volta però vorrei che ti aprissi con noi.- Mi fece un sorriso rassicurante.

-Certo. Alla prossima volta- Mi affrettai a salutare la gentile signora e uscì finalmente dal locale.

Siamo a metà novembre e camminare nelle strade di New York è come stare dentro al congelatore per me che sono molto freddolosa. Avvolta nel mio caldo piumino e la mia enorme sciarpa mi addentrai nell’entrata della metropolitana, scesi le scale e per un pelo presi la metro. Dentro c’erano solamente un ragazzo che ascoltava la musica con delle enormi cuffie e una mamma con una bambina.

Quando vai in giro a New York di mattina se non ci sei abituato diventi pazzo. Persone che camminano guardando dritto avanti a se perse nei loro pensieri e pensando alla nuova frustante giornata di lavoro che dovranno affrontare, il rumore del traffico e le luci dei grandi schermi. Invece quando cammini per le strade di New York la sera esse sono quasi deserte. E’ così strano, perché sembra completamente un’altra città.
 
Persa nei miei pensieri mi accorsi comunque che ero arrivata alla mia fermata. Lasciai la metro uscendo di nuovo in superficie e ricominciando a camminare sui marciapiedi quasi vuoti. Finalmente arrivai davanti al mio palazzo, entrai nel grande portone e presi l’ascensore che mi avrebbe portata al sedicesimo piano.
Una volta arrivata al mio piano uscii dall’ascensore e dalla porta della casa accanto alla mia uscì la signora Miller. Donna sulla cinquantina penso, tacchi alti e vestitini super stretti. Botulino a go-go e amanti una sera si e l’altra pure.

-Buonasera signora Miller- la salutai educatamente.

-Ciao- Mi rivolse un sorriso falso. Stronza. Mi ha sempre guardato dall’alto al basso, ma io me ne fregai altamente, avrei continuato  a salutarla perché IO SONO EDUCATA e non come lei che è una COMPLETA TROIA MALEDUCATA. Gli lanciai delle occhiate fulminanti mentre entrava nell’ascensore avvolta nella sua grossa pelliccia quasi sperando che sentisse i miei pensieri.

Subito dopo lasciai stare la signora Miller e cominciai a frugare nella mia borsa alla ricerca delle chiavi di casa. Quando le trovai le infilai nella serratura e aprì la porta. Entrata trovai i miei genitori seduti sul divano mentre guardavano la tv.

-Ciao mamma, ciao papà- Mi avvicinai a loro lasciandogli un dolce bacio sulla guancia.

-Ciao tesoro, come è andata?- Mi chiede gentilmente mamma un po’ assonnata.

-Molte persone hanno raccontato dei loro problemi, ma ho bisogno di altro materiale. Mercoledì ci ritornerò.- Spiegai prendendo una caramella dal vassoio sul tavolinetto davanti al divano.

-Kaylee lo sai che non dovresti..- Mia mamma cercò per la milionesima volta di convincermi a non andarci.
-Lo so, non dovrei farlo. Ma sono in ritardo, ho bisogno di un bel voto e l’unico modo per trovare qualcuno che dica la verità aprendosi completamente è questo.- risposi innervosita.

-Va bene- Rispose lei sconfitta dando di nuovo l’attenzione alla televisione.

-Buonanotte- Dissi ribaciandoli entrambi andando nella mia stanza.

Mi chiusi la porta dietro liberandomi dal mio piumino. Mi spogliai mettendomi il mio caldo pigiama e infilandomi sotto le coperte. Appoggiai la mia testa sul cuscino guardando fuori dalla finestra le luci della grande mela pensando a quello in cui mi sto infilando. Sono sia preoccupata che eccitata all’idea di questo progetto.






CIAO RAGAZZUELE! ✌

Cosa ne pensate di questa nuova fan fiction?

Era da un pò di tempo che mi frullava in testa e finalmente mi sono decisa a scriverla.

Per adesso è apparsa solo la protagonista e di lei ne sapete poco e niente, ma voglio che impariate a conoscere i due peronaggi molto lentamente. ♡

Mi piacerebbe se lasciaste qualche recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
 
Al prossimo capitolo.




 KAYLEE RUSSEL




                                                                             
  
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