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Autore: Earth    10/11/2013    3 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Una bugia


 

La Fata si era rifatta viva solo nel pomeriggio inoltrato.
Aveva recuperato gli stivali e la tracolla che, solo diverse ore più tardi, avrebbe lasciato sotto la finestra della camera di Tom.
Era tonata tutta allegra e sorridente, aveva riso vedendo il Dottore cercare di spiegare la teoria del viaggio del tempo ad uno sempre più sconcertato David. Era stata una risata serena e squillante, priva della più piccola traccia di quello strano intreccio di malinconia e mistero che Clara le aveva visto addosso quella mattina.
« Quindi se usciamo da questa bolla ci dimenticheremo tutto? » chiese Tom dondolandosi sull'altalena.
« Credo che dipenda tutto da come ce ne andiamo » cominciò il Dottore, lui e Clara se ne stavano seduti su di una panchina poco più indietro della giostra, così che Tom per poterli guardare si mise in piedi sull'altalena e poi si lasciò cadere seduto dall'altro lato.
« Se lasciassimo passare questo giorno oppure superassimo la linea di confine attraversandola probabilmente si, ci dimenticheremo di questa intricata giornata. »
« Ma io non voglio scordarmi tutto! » protestò il bambino fissandosi i piedi che andavano sue e giù nell'aria fredda dell'inverno.
« Io credo di sapere come fare per evitare l'amnesia » disse la Fata ad un tratto dondolandosi pigramente sull'altra altalena.
A quelle parole il viso di Tom si illumino, stava per dire qualcosa, ma il fratello lo precedette.
« E come sarebbe mai possibile? Servirebbe solo un teletrasporto! »
« Si, un teletrasporto o qualcosa del genere » disse la Fata sorridendo al ragazzo « credi che una macchina in grado di viaggiare nel tempo e nello spazio possa andare bene lo stesso? »
David osservò prima la Fata, poi il Dottore e Clara e poi di nuovo la Fata.
« Potresti portarci a domani con il tuo TARDIS? »
« Si, a domani. O in qualunque altro luogo vogliate. »
Tom saltò giù dall'altalena « aspetta! » esclamò « stai dicendo che potremmo venire con te? »
Eccolo lì, quel sorriso furbetto di chi ha lanciato un penny in aria facendolo roteare su se stesso più volte e ora aspetta solo che cada a terra, si fece strada strada sul volto dell'aliena.
« Credi che possiamo? » chiese David più a se stesso che alla ragazza.
« Certo. » rispose la Fata.
« Oh si ti prego David non fare storie come al solito! » Tom aveva cominciato a saltellare sul posto per l'emozione « i pirati! Si, mi piacciono i pirati! Possiamo andare a vedere i pirati? E le sirene! Dai sarebbe una forza! E i dinosauri e... »
« Ma tu non eri terrorizzato dai dinosauri? » esclamò divertito David, ma l'unica risposta che ricevette fu uno sguardo fulminante da parte del fratello.
« Dinosauri, pirati e sirene... » disse la Fata pensierosa « Potremmo provare con l'isola che non c'è. »
« Esiste veramente? » disse Tom sgranando gli occhi dallo stupore.
« Non lo so, ma potremmo cercarla. Certo, le indicazioni non sono molto chiare, secondo voi a quale campanile si riferiscono? »
Clara sorrise. Guardò il Dottore seduto accanto a lei e pensò che la proposta che la Fata stava facendo ai due ragazzini era la stessa che le aveva fatto lui il giorno in cui si erano incontrati: partire, scappare via, far finta per un po' che tutto fosse possibile. In fondo i due alieni non erano poi così diversi, entrambi cercavano qualcuno con cui condividere quella non ancora ben definita infinità.
« Allora noi ce ne andiamo, ciao ragazzi! » disse la Fata a Clara e al Dottore mentre si incamminava con i due fratelli, che continuavano a battibeccare, verso una vecchia auto verde parcheggiata all'ingresso del parco.
« Ciao e a presto! » gridarono David e Tom salutandoli energicamente con la mano.
« Buon viaggio! » risposero loro imitandoli.
Li videro allontanarsi e salire sul TARDIS della Fata, che a differenza della cabina blu si confondeva perfettamente tra le altre automobili del luogo.
Anche Clara e il Dottore si alzarono dalla panchina e raggiunsero il vialetto.
« Non vai a salutare tua cugina prima che sparisca? » chiese lei.
« Lei non è... » stava per replicare il Dottore, ma la ragazza lo interruppe:
« Si, si lo so, non è tua cugina » disse Clara ironica « Ma sbrigati vai a salutarla prima che sparisca, se no poi chi sa quando la rincontrerai. »
Lui per un attimo sembrò sorpreso da quelle parole, poi le sorrise e si avviò a passo svelto verso il TARDIS della Fata.

 

Tom e David, nonostante sapessero già come funzionasse la questine, rimasero a bocca aperta entrando nel suo TARDIS. Le pareti colorate, la consolle in perenne disordine, le centinaia di stanze e tutti quei corridoi... prima o poi si sarebbe persa perfino lei ne era certa.
Prima o poi... forse era meglio prima visto che di poi per perdersi ormai non ne rimaneva molto...
« Sistematevi dove meglio credete, fate un giro di esplorazione se vi va! Io torno subito » la Fata sorrise ai due fratelli ancora increduli di quello che stava per accadere. Poi si voltò, si diresse verso la porta del suo TARDIS ed uscì.
Nel momento in cui aprì la portiera della macchina si ritrovò davanti il Dottore.
« Emm... stavo per bussare » farfugliò il Signore del Tempo cercando di sbirciare all'interno dell'auto. La Fata sorrise anche a lui e uscendo dalla macchina richiuse velocemente la portiera alle proprie spalle.
Poi prese il Dottore per mano e si spostò qualche metro più in là, all'ombra di un albero. Nonostante l'aria gelida di fine febbraio il sole era alto nel cielo sgombro di nuvole e i suoi raggi coloravano tutto ciò che toccavano. Un leggero venticello muoveva le poche foglie ingiallite rimaste attaccate su gli alberi spogli e le accarezzava i capelli.
«... forse ci potremmo rincontrare! Non so, magari in un futuro non tanto lontano...» stava dicendo il Dottore gesticolando.
La Fata chiuse gli occhi per un secondo, fece un respiro profondo e poi guardando il Signore del Tempo davanti a lei disse tutto d'un fiato:
« Dottore io ti ho mentito. »
Lui si fermò, smise di parlare e la guardò confuso.
La Fata aveva detto quelle parole velocemente, per impedirsi di ripensarci, di continuare con quella farsa.
Non poteva andarsene lasciandogli una bugia, una speranza.
Adesso doveva dirgli la verità, non poteva tirarsi indietro, non più ormai.
« Io... » continuò la Fata « ho infranto leggi e regole. Ho viaggiati in tutto il tempo » il Dottore stava per controbattere, ma lei gli impedì di parlare « ho voluto conoscere anche il più piccolo spoiler, ho viaggiato in tutto il mio tempo. Ho trovato le risposte a domande che non avevo ancora posto. Sono stata ingorda. “Sono una Signora del Tempo! Tutti vorrebbero sapere cosa li aspetta in futuro perché sprecare questa possibilità!” Era quello che pensavo all'inizio. Volevo saper tutto, scoprire ogni cosa, ma poi... ho visto la mia fine e sono venuta a conoscenza di te. »
La Fata sentì la propria voce tremare, il Dottore davanti a lei la osservava con la fronte corrucciata. Gli occhi del Signore del Tempo si muovevano veloci, scrutavano i suoi come a cercare qualcosa che non avrebbero mai trovato.
La Fata continuò:
« Ho cercato di capire chi eri, o forse per è meglio dire “chi saresti stato”. Mi dispiace, scusami tanto. Ti ho mentito sin dal primo istante, ma volevo attirare la tua attenzione, volevo creare questo paradosso, volevo vendicarmi. »
In quel momento le tornò alla mente quella amara sensazione che aveva provato tanto tempo prima, quando aveva scoperto la sua fine, la loro fine. Lo aveva odiato, si era messa a cercare un modo per fare giustizia. Ma solo alla fine aveva capito di essersi sbagliata.
« Scusami. Io non sono l'ultima Signora del tempo. Noi... noi non siamo sullo stesso fuso orario. »
La Fata si sentì vuota, piccola e insignificante mentre una morsa le stringeva lo stomaco. Cosa le importava? Quella non era la sua vita, era il futuro di qualcun' altro in cui si era forzatamente intromessa, ma poi vide qualcosa sparire dagli occhi del Dottore. Ogni scintilla, ogni brandello di speranza si perse. Vide la delusione e la rassegnazione prenderne il posto e si sentì a pezzi.
« Ricordi che dissi che non avresti potuto darmi un passaggio? Pochi giorni fa mi è arrivato un messaggio » continuò ancora passandosi nervosamente una mano tra i capelli « un messaggio da Gallifrey. Stanno per intraprendere una guerra, l'ultima grande guerra del tempo sta per iniziare e... non cercarmi, non cercare nessuno, va avanti e continua a correre per me e per tutti loro. »
Abbozzò un sorriso, che cosa sciocca sorridere, specialmente in un momento come quello, ma era l'unica cosa che sentiva di riuscire a fare. *

 

Clara vide la Fata e il Dottore spostarsi all'ombra di un grande albero spoglio.
Il Dottore le dava le spalle e la Fata aveva pensato bene di nascondersi davanti a lui così che Clara non potesse guardare in faccia nessuno di due.
Li vide parlare per un po', o meglio vide il Dottore smettere di gesticolare e rimanere fermo ad ascoltare qualcosa che la Fata gli stava dicendo, ma che lei non riuscì a sentire.
Passarono alcuni minuti in cui Clara fu assalita da in insolita e decisamente assurda curiosità. Erano li, a pochi passi, ma proprio quando si era decisa ad avvicinarsi, vide la Fata andare via.
La osservò allontanarsi, raggiungere l'automobile verde ed aprire la portiera. Esitò un attimo prima di entrare, Clara si aspettò che in quell'esitazione la Fata si voltasse, lanciando loro un ultimo sorridente "ciao", ma quel saluto non arrivò mai perché la Signora del Tempo non si voltò, entrò nell'auto e richiuse la portiera alle sue spalle.
Il Dottore era rimasto un attimo fermo mentre la Fata si allontanava, poi si era voltato e adesso camminava lento, come a soppesare ogni passo, verso Clara.
La ragazza osservò l'espressione pensierosa del Signore del Tempo, la fronte corrucciata e la mente occupata in qualche riflessione lontana. Le ricordava un bambino davanti ad un problema di matematica troppo difficile.
« Ohi! » gli disse quando la raggiunse « va tutto bene? »
Certo che andava tutto bene! pensò, cosa poteva mai essere cambiato in quei 5 minuti e quelle 4 parole.
« Fantasmi » disse il Dottore pensieroso.
« Cosa? » quella non era certo la risposta che Clara si aspettava. A pensarci bene non era proprio una risposta. Era una parola quasi sussurrata, una parola sfuggita dal silenzioso fiume dei pensieri.
Il Dottore si voltò verso Clara e le sorrise.
« Fantasmi! » ripeté allegro « poveri fantasmi! Sono sottovalutati! » continuò mentre si incamminavano verso l'uscita del parco « non trovi che la vita di un ectoplasma sia curiosa? A dire il vero non sono mai veri ectoplasmi, di solito quelli che voi chiamate fantasmi sono proiezioni di momentanee fratture nel tessuto di atomi che vagano nella linea del reale. Chi sa magari riusciamo ad incontrarne uno se ci sbrighiamo! Non ti piacerebbe conoscere un fantasma? »
Clara rise. Si, andava tutto bene.
Così mentre alle loro spalle una vecchia auto verde spariva silenziosa alla ricerca di una stella e un campanile, Clara e il Dottore si incamminarono verso la loro nuova avventura, ma forse nessuno dei due si accorse che sotto le foglie ingiallite che tappezzavano il vialetto sotto i loro piedi correva una curiosa linea bianca, come se un bambino si fosse divertito a fare un disegno con dei gessetti.

 

...Fine

 

 

DUE PAROLE:

Qui finisce questa storia è vero, ma aspettate un attimo!!! Perché questo che avete appena finito di leggere NON è l'ultimo capitolo, c'è ancora qualcuno che deve dire la sua!
Spero non sia venuto tanto male, essendo un capitolo praticamente conclusivo ho cercato di spiegare tutto.
Fatemi sapere, recensioni belle o brutte sono sempre ben accette (purché siano costruttive, mi pare ovvio).
Un bacione a tutti ^.^

* Ecco visto che nelle recensioni mi è stato fatto notare che forse il discorso della Fata non è tanto chiaro mi sento in dovere di spiegarlo un attimo... allora, diciamo che la mia idea era questa: la Fata viene da un punto della storia in cui la Guerra del Tempo sta per iniziare, ma essendo una Time Lady a cui non interessa molto delle leggi ha deciso di andare a guardare il proprio futuro (non la sua morte sia chiaro, ma il suo futuro in generale) così da poter poi "correggere" le cose che non le fossero piaciute (è un po' come se noi andassimo a sbirciare le domande che usciranno al compito in classe della settimana prossima così da poter rispondere correttamente ecco!). Però chi tira troppo la corda nulla stringe e quindi la nostra ragazza è finita con l'imbattersi nella fine della Guerra e scoprire che il Dottore ha distrutto Gallifrey ( considerate che la storia è stata scritta prima del cinquantenario quindi ne io, ne lei, ne il Dottore, sapeva che il pianeta non era andato distrutto... e cmq anche se considerassimo che Gallirey fosse solo "sparito" la Fata, avendo visto la cosa da fuori, non poteva saperlo). Quindi la nostra Sinora del Tempo, in seguito di queste sue scoperte, voleva vendicarsi con il Dottore per ciò che aveva fatto, ma poi capisce che Gallifrey era stato distrutto per salvare il resto dell'universo e bla bla... e rinuncia al suo scopo. Questo è quanto, spero sia un po' più chiaro (in caso contrario scs ma io ci ho provato -.-'' ).

   
 
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