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Autore: Rowan936    10/11/2013    5 recensioni
Raccolta di cinquanta frasi varie sulla coppia Vegeta/Gohan nel post Majin-Bu.
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29. Alcool
« Vegeta, hai bevuto per caso? » domandò Gohan, incredulo, ricevendo un’implicita risposta affermativa alla sua domanda quando il principe gli crollò addosso gorgogliando qualcosa di terribilmente somigliante a: « Squadra Vegeta, in azione! »
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46. Mezzanotte
Gohan fissò la sveglia elettrica posta accanto al comodino, osservando pazientemente lo scorrere dei minuti; quando sul piccolo schermo si delineò l’orario 00:00, il ragazzo si voltò subito verso Vegeta e, saltandogli letteralmente addosso, gli depositò un bacio stampo sulle labbra: « Buon compleanno, Vegeta! »
***
[Fa parte della serie "The prince and his brat"]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gohan, Vegeta
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The prince and his brat'
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Angolo Autrice
Ebbene sì, ancora io.
Ebbene sì, ancora Vegeta/Gohan *ama*
Ebbene sì, ancora una raccolta.
Solo che, questa volta, si tratta di una raccolta di frasi! *”ooooh” di meraviglia registrato*
Mamma mia, non sembra ma scrivere cinquanta frasi è una faticaccia D: Ho preso i prompt un po’ qua e là in QUESTO ELENCO, se v’interessa u.u
Coooomunque, questa è una raccolta di frasi. *”L’hai già detto -.-“ ndGohan “Zitto tu!” ndRowan* La mia prima raccolta di frasi, per la precisione. Insomma, traducendo: è la prima volta che scrivo una raccolta di questo tipo, si tratta di un esperimento e non garantisco che sia decente.
In questa raccolta ci sono frasi sceme, frasi serie, frasi lievemente sconce *ce ne sono? O.o* e alcune parecchio sceme. Aspettatevi di tutto, insomma. Alcune mi sembrano uscite discretamente bene, altre mi fanno altamente schifo, ma vabbUò.
Niente, ultimamente ho davvero troppa voglia di scrivere su ‘sti due, davvero. Li amo troppo e mi ispirano un casino. Penso proprio che chiederò a mia sorella di dirmi una parola a caso, poi proverò a usarla come prompt, sì u.u
Mmh, cosa devo dire ancora? *riflette* Ah, sì, l’immagine usata nel banner (presa da internet, giusto per la cronaca) non ha niente a che fare con nessuna delle frasi, quindi chi si aspettasse di vedere Vegeta vestito da Great Saiyamen rimarrà deluso, mi spiace :’) Ma un giorno scriverò qualcosa del genere, lo so *viene disintegrata da un Big Bang Attack* Inoltre, il titolo è spudoratamente rubato all’omonima canzone, come mi pare ovvio :’)
Approfitto di questo angoletto per ringraziare per l’ennesima volta chi ha recensito “Apologize” e le miei due raccolte: mi fate molto felice, davvero. *distribuisce margherite, per poi rendersi effettivamente conto di quello che stia facendo e arrossire*
Niente, spero che questo esperimento vi piaccia, ringrazio in anticipo chiunque leggerà!
PS: Avvisatemi nel caso ci fossero errori o i personaggi vi sembrassero OOC, mi raccomando ;)




 
 
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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01. Gelosia
Vegeta non era per nulla una persona gelosa: lui era il Principe dei Saiyan, era indipendente, non gl’importava nulla di quel moccioso; infatti, quando quel ragazzo aveva languidamente cinto le spalle del suo moccioso con un braccio, lo aveva fatto saltare in aria solo per puro divertimento, non certo per futile gelosia.
 
02. Freddo
Gohan amava Vegeta, davvero, era felicissimo di poter condividere lo stesso letto con lui, ma detestava quando il principe si arrotolava nelle coperte a mo’ salame, lasciandolo scoperto e tremante dal freddo.
 
03. Caffé
A Vegeta piaceva il caffè, a patto che fosse Gohan a prepararlo: non che lui fosse pigro, semplicemente, anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, quando il ragazzo si voltava per preparargli la colazione gli forniva una perfetta visuale di una cosa che non si sarebbe mai sognato di farsi beccare a fissare.
 
04. Interrogatorio
Gohan indietreggiò, spaventato, mentre sua madre inveiva contro di lui; deglutì, sommerso dall’interrogatorio alla quale la donna lo stava sottoponendo: « Allora?! Rispondimi, Gohan! Esigo di sapere cosa facciate tu e quello scimmione la sera di tanto importante da non poter nemmeno rispondere al telefono! Forza, spiega! » No, non poteva certo rivelarle che cosa esattamente stessero facendo la sera prima, o le sarebbe venuto un infarto.
 
05. Occhiali
Gohan guardò sconsolato i propri occhiali: era l’ennesimo paio che rompeva, accidenti; solitamente era molto attento a quel genere di cose, ma quando Vegeta si avvicinava a petto nudo e con un sorriso storto sul volto, semplicemente si dimenticava di fare attenzione a non romperli, troppo concentrato a tentare di non distruggere la casa con la sua aura.
 
06. Silenzi
Per convivere con Vegeta, era di fondamentale importanza saper leggere i suoi silenzi: c’era il silenzio “Non mi rompere le scatole”, il silenzio imbarazzato, il silenzio di rimprovero e tanti altri; all’inizio era stato difficile comprenderli, ma alla fine Gohan li apprezzava: non era certo da tutti dire molto senza parlare, come faceva il suo principe.
 
07. Pazzia
Vegeta osservò sbalordito il ragazzo seduto di fronte a lui: con le mani tra i capelli e lo sguardo fisso sul foglio, emetteva di tanto in tanto qualche gemito disperato, parlottando tra sé e sé; il principe, senza più riuscire a trattenersi, esclamò: « Ragazzo, sei impazzito? » « Domani ho un compito in classe, Vegeta. » « Ah »
 
08. Pallido
« Vegeta, mi sembri un po’ pallido. È tutto a posto? » domandò Gohan, guardando con preoccupazione il proprio fidanzato che, rigido come un pezzo di legno, stringeva convulsamente i bordi della giostra; il ragazzo non riusciva a capire cosa ci fosse così terribile nel Bruco Mela su cui avevano portato la piccola Marron.
 
09. Amici
Vegeta era perfettamente consapevole che Gohan fosse ancora un ragazzo e che, pertanto, avesse i suoi amici con cui uscire e divertirsi; era inoltre altrettanto consapevole che ciò comportasse il fatto che il moccioso stesse alla larga da lui per intere ore, senza che sapesse nulla di quello che faceva; ovviamente, la cosa non gli creava nessun problema e se in quel momento lo stava seguendo con l’aura azzerata e l’aria circospetta propria di un ladro, era solo perché non amava perdere di vista le sue cose.
 
10. Amanti
Gohan non aveva idea di come fossero arrivati a quel punto: ricordava ancora con chiarezza quanto quel Saiyan un tempo lo spaventasse, mentre ora erano diventati amanti; come si poteva passare da un sentimento molto vicino all’odio all’amore più puro?
 
11. Famiglia
Vegeta non aveva molta dimestichezza con il concetto di famiglia come la intendevano i terrestri: non aveva mai capito del tutto cosa essi volessero rappresentare con questo vocabolo; tuttavia, mentre Gohan studiava tranquillamente con la testa appoggiata al suo petto, il principe credette di essere molto vicino alla comprensione.
 
12. Estranei
Vegeta non amava girare in mezzo a degli estranei terrestri, che non facevano che guardarli male per la loro ripugnante vicinanza l’uno all’altro; era raro che il principe accettasse di mostrarsi in pubblico, ma quando lo faceva, solitamente, qualche terrestre finiva per prendersi lo spavento più grosso della sua vita a causa del rischio di morire prematuramente; niente da fare: odiava essere giudicato, soprattutto da degli estranei.
 
13. Fragile
Gohan sapeva perfettamente che al suo fidanzato potessero essere attribuiti tanti aggettivi, la maggior parte non troppo positivi, eppure, mentre lo guardava sonnecchiare tranquillamente sul divano dopo uno dei suoi soliti allenamenti, gli pareva solo fragile e indifeso, come un bambino.
 
14. Morte
Morto: il cinico Principe dei Saiyan era morto e sepolto; questa consapevolezza invase l’animo di Vegeta solo quando si ritrovò ad accompagnare il suo entusiasta fidanzato in giro per librerie e scoprì che non gli dispiacesse affatto sottostare a quel supplizio, pur di vederlo sorridere.
 
15. Alba
All’alba, tutti i giorni, Vegeta si alzava per cominciare la sua sezione mattutina di allenamenti; prima di dirigersi nella Gravity Room, però, il principe lanciava un’occhiata al ragazzo addormentato nel letto e, disgraziatamente, non poteva impedirsi di sorridere.
 
16. Sesto senso
Vegeta, appoggiato allo stipite della porta, osservava Gohan camminare avanti e indietro nel suo studio, parlottando a bassa voce con aria concentrata; « Fammi indovinare, » gli disse « domani hai un compito in classe. » « E tu come lo sai? » « Sesto senso, moccioso. Sesto senso. »
 
17. Tocco
Il tocco di Vegeta a volte era talmente delicato da risultare irreale: più le dita del suo fidanzato lo sfioravano, più Gohan stentava a credere che quelle mani avessero seriamente stroncato centinaia di vite, nonostante le avesse viste all’opera.
 
18. Gusti
Gohan amava il gelato alla fragola, sin da quando era bambino; Vegeta aveva provato per la prima volta il gelato a quarant’anni suonati, ma aveva subito apprezzato il cioccolato fondente, quello amaro, che al ragazzo, invece, non era mai piaciuto; « I gusti sono gusti » commentò Gohan.
 
19. Vuoto
Le urla belluine di Vegeta si udirono probabilmente fino in Tibet, quindi, ovviamente, anche Gohan le sentì perfettamente; il ragazzo sospirò, decidendo di andare subito al supermercato: quando trovava il frigo vuoto, il principe diventava intrattabile.
 
20. Luna
Una volta, la luna era simbolo di potenza, per Vegeta, sapeva che sotto i suoi raggi sarebbe divenuto un mostro capace di distruggere una montagna con la potenza di un solo pugno; com’era possibile che adesso la luce di quello stesso satellite fosse divenuto un pretesto per trascorrere serate schifosamente romantiche con Gohan?
 
21. Spazio
Vegeta, alle parole del suo fidanzato, alzò lo sguardo e cercò quello spazio vuoto nel cielo, quel buco tra due stelle, dove era evidente che mancasse qualcosa; quando lo individuò, lo indicò a Gohan: « Vegeta-sei era lì. »
 
22. Cuore
Gohan si accoccolò contro il petto di Vegeta, tacendo, così da poter ascoltare tranquillamente i battiti di quel cuore che gli pulsava nel petto: quando lo faceva, gli piaceva avere la presunzione di pensare che quell’organo battesse per lui.
 
23. Ossidiana
Vegeta inarcò le sopracciglia in una muta domanda, mentre il ragazzo lo osservava con interesse scientifico; erano diversi minuti che Gohan lo esaminava attentamente, con aria pensierosa, e il principe gli avrebbe chiesto cortesemente spiegazioni, se il ragazzo non lo avesse anticipato: « Ossidiana. I tuoi occhi sembrano di ossidiana. »
 
24. Spirito
Capitava spesso che Gohan si perdesse nelle sue stesse riflessioni, arrovellandosi il cervello fino all’inverosimile pur di arrivare a una conclusione; quel giorno, il ragazzo era preoccupato, pensava all’aldilà, o meglio, a dove sarebbe finito lo spirito di Vegeta una volta giunto lì; sorrise leggermente, mentre sentiva il principe imprecare sonoramente contro la lavatrice: era quasi certo che fosse cambiato abbastanza da meritarsi il Paradiso.
 
25. Eternità
Vegeta sbuffò sonoramente, allontanando Gohan con una lieve spinta; « Non starmi sempre appiccicato, moccioso: abbiamo tutta l’eternità davanti e io non ti sopporto già più! »
 
26. Tuono
Gohan non aveva mai avuto paura dei tuoni, nemmeno da bambino, tuttavia, pur di avere una scusa per stringersi a Vegeta, continuava a fingere che lo terrorizzassero; e la parte migliore era che il principe facesse spudoratamente finta di credergli.
 
27. Preoccupazione
Gohan aveva una spalla rotta, quindi Vegeta si sentì autorizzato a prenderlo in braccio come una donnetta e presentarsi al Palazzo del Supremo, pretendendo che Dende lo curasse entro tre secondi; e no, la sua non era preoccupazione.
 
28. Natale
Vegeta non capiva l’utilità del Natale, come non capiva l’utilità di tante altre invenzioni Terrestri, tuttavia, senza sapere come, ogni anno si ritrovava a rispondere al “Buon Natale” di Gohan con un grugnito e un voglioso bacio; insomma, ognuno può fare gli auguri a modo suo.
 
29. Favola
Gohan non era mai stato un grande amante delle favole, ma, in quel momento, mentre baciava teneramente Vegeta – che, ovviamente, fingeva di protestare – riuscì a leggere chiaramente le parole “E vissero per sempre felici e contenti” negli occhi del suo fidanzato.
 
30. Sogno
Sognò di abbracciarlo, mormorando dolcemente il suo nome; sognò di baciarlo, intrecciando le mani dietro la sua nuca; sognò averlo tutto per sé, in quel momento d’intimità che nessuno poteva togliere loro; quando aprì gli occhi e si accorse che non fosse solo un sogno, Gohan sorrise.
 
31. Nuvola
« Ehi, Vegeta, quella nuvola somiglia ai tuoi capelli » sorrise Gohan, ricevendo una prevedibile gomitata nello stomaco in risposta; il principe dovette tuttavia ammettere, tra sé e sé, che quella nuvola somigliasse davvero alla sua testa.
 
32. Alcool
« Vegeta, hai bevuto per caso? » domandò Gohan, incredulo, ricevendo un’implicita risposta affermativa alla sua domanda quando il principe gli crollò addosso gorgogliando qualcosa di terribilmente somigliante a: « Squadra Vegeta, in azione! »
 
33. Zucchero
Gohan aggiunse tre cucchiaini di zucchero al proprio caffè, sotto lo sguardo attento di Vegeta; « Cosa c’è? » « Troppo zucchero, moccioso. Persino nel caffè. »
 
34. Ordine
Gohan era un ragazzo terribilmente ordinato: aveva il vizio di sistemare i propri nella libreria in ordine alfabetico e se qualcuno avesse osato spostarne anche solo uno sarebbe diventato una specie di belva, orribilmente simile a sua madre; Vegeta fece quell’errore solo una volta.
 
35. Fame
Vegeta tamburellò velocemente le dita sul tavolo, mentre sentiva Gohan armeggiare con i fornelli, alle sue spalle; che il principe non fosse un tipo paziente era cosa nota a mezza galassia – pianeta più, pianeta meno – ma c’era da dire che il ragazzo efossera piuttosto lento a cucinare; « Moccioso, muoviti a preparare quella cena, ho fame! »
 
36. Incubo
Vegeta si svegliò di soprassalto, sudato e con il respiro affannoso; aveva avuto un incubo che lo aveva obbligato a rivivere la conquista di un pianeta di cui non ricordava nemmeno il nome e a ricompiere una delle tanti stragi che appartenevano al suo passato; strinse le dita attorno alle lenzuola, cercando di tranquillizzarsi, poi il suo sguardo cadde su Gohan, addormentato di fianco a lui: non era solo, non era più un assassino senza scrupoli, era cambiato; stava bene.
 
37. Fusione
Vegeta digrignò i denti per dimostrare quanto fosse assolutamente contrario a quell’idea: non aveva nessuna intenzione di destreggiarsi nelle movenze della Fusione, piuttosto avrebbe lasciato che quel mostro con manie di grandezza distruggesse la Terra; tuttavia, quando Gohan se ne uscì con “Ma Vegeta, preferisci farlo con me ora o aspettare che io venga eliminato così che tu debba fonderti con papà?” non poté far altro che cedere; in fondo, unirsi al suo moccioso non poteva essere tanto male.
 
38. Bambini
« Vegeta… Perché tu e Gohan non avete dei bambini? » domandò innocentemente Goten che, all’età di circa nove anni, ragionava ancora come un bambino di sette; inutile dire che il principe fosse sbiancato e si fosse improvvisamente ricordato di avere un impegno urgente molto lontano dal figlio di Kakaroth.
 
39. Scivolare
Era risaputo che i Saiyan fossero ottimi combattenti, con ottimi riflessi, una forza strepitosa e la straordinaria capacità di oltrepassare i propri limiti; era inoltre stato appurato che i mezzosangue fossero ancora più forti dei Saiyan puri; perciò, Vegeta non riusciva seriamente a spiegarsi come diavolo avesse fatto Gohan a scivolare sul pavimento asciutto della cucina, finendo dritto addosso a lui – non che gli dispiacesse, comunque.
 
40. Estate
Gohan non aveva una stagione preferita, amava ogni periodo dell’anno per i suoi lati positivi e lo disprezzava per quelli negativi: l’estate gli risultava fastidiosa per il caldo opprimente, che faceva sì che si stufasse facilmente di studiare, ma amava molto il sole che illuminava la Terra in giornate come quella; se poi, come quella mattina, riusciva a convincere Vegeta ad andare con lui su una qualche spiaggia deserta, poteva dirsi davvero soddisfatto.
 
41. Livido
« Come te lo sei procurato? Andiamo, amico, a me puoi dirlo! » Gohan era piuttosto imbarazzato dall’apprensione di Crilin e non sapeva bene come rispondere: non era certo facile riuscire a dire senza vergogna che Vegeta si fosse un pochino lasciato andare alla passione, la sera precedente.
 
42. Alieni
Vegeta guardava con aria accigliata un film di fantascienza, affiancato da Gohan che però sembrava più interessato alla sua reazione che al film stesso; « È così che i terrestri immaginano gli alieni? Tsk. » sputò fuori il principe, a un certo punto, osservando uno strano essere con una luce su un dito « Patetico. »
 
43. Mosca
Vegeta grugnì, infastidito, mentre quell’essere orribilmente molesto continuava a ronzare intorno alla sua regale testa; mosse le mani alla cieca, nel buio, nel tentativo di allontanare quel fastidioso insetto da sé, ma il ronzio dell’ignara mosca persisteva; il principe rimase immobile, finché, nella stanza illuminata dalla luna, non vide l’insetto posarsi sulla spalla di Gohan, addormentato; ghignò e, senza pensarci troppo, pose fine all’esistenza di quell’essere irritante con un poderoso ceffone; inutile sottolineare lo spavento che si prese quel povero ragazzo.
 
44. Quaderno
Vegeta stava sudando freddo, osservando con orrore i resti carbonizzati di quello che era stato il quaderno di Gohan; era morto, morto stecchito: poco importava che fosse il magnifico, potente, attraente […] Principe dei Saiyan, dal momento che quel quaderno conteneva tutti gli appunti che il suo ragazzo avrebbe dovuto studiare per il giorno dopo e che quest’ultimo si era raccomandato di non toccare; deglutì, decidendo di affrontare il problema di petto, come conveniva a un vero Saiyan, nonostante la tentazione di fuggire a gambe levate fosse forte, nell’immaginare il moccioso in versione “Chichi furiosa”.
 
45. Inferno
« Mmh, Vegeta? Com’è l’Inferno? » domandò Gohan, con interesse scientifico; il principe non rispose subito, prendendosi qualche momento per cercare le parole giuste, poi replicò, semplicemente: « Tsk, uno schifo. Ecco perché non ho intenzione di tornarci. »
 
46. Password
Gohan sospirò, lo sguardo fisso sullo schermo del proprio portatile: doveva scegliere una password per il suo account, ma non riusciva a trovare nulla di adatto; la sua data di nascita era troppo banale, così come quella delle persone a lui care, non poteva inserire il suo nome o quello di Vegeta o Goten e non aveva soprannomi; a quel pensiero, una lampadina si accese nel suo cervello e, con un lieve sorriso, digitò “StupidoMocciosoSentimentale”; nessuno avrebbe mai indovinato.
 
47. Patto
« Allora siamo d’accordo: io domani mi alleno tutto il pomeriggio con te e tu vieni alla festa sta sera. » puntualizzò Gohan, le braccia sui fianchi e un’espressione risoluta sul volto; Vegeta sbuffò in risposta, annuendo, non notando il sorriso trionfante del ragazzo: Gohan, infatti, sapeva benissimo come sarebbe andato a finire l’allenamento del giorno dopo ed era più che certo che avrebbero combattuto molto poco.
 
48. Farfalle
Quando Gohan aveva sussurrato a Vegeta che averlo vicino gli facesse venire le farfalle nello stomaco, tutto si era aspettato meno che il principe lo guardasse con aria stranita, per poi afferrare l’insetticida e porgerglielo con espressione scocciata.
 
49. Mezzanotte
Gohan fissò la sveglia elettrica posta accanto al comodino, osservando pazientemente lo scorrere dei minuti; quando sul piccolo schermo si delineò l’orario 00:00, il ragazzo si voltò subito verso Vegeta e, saltandogli letteralmente addosso, gli depositò un bacio stampo sulle labbra: « Buon compleanno, Vegeta! »
 
50. Scacchi
« Ho vinto, scacco matto. » annunciò Gohan, colpendo il re nero con il proprio cavallo « Adesso possiamo smettere, Vegeta? » Il principe digrignò i denti, ringhiando qualche parola incomprensibile a mezza voce, poi sbottò: « No, voglio la rivincita! Prima o poi ti batterò, moccioso! » Gohan alzò gli occhi al cielo: era la settima volta che gli chiedeva la rivincita.
 
51. Padre
« Vegeta, pensi che tuo padre sarebbe stato contento di sapere che noi stiamo insieme? » domandò Gohan, alzando lo sguardo dalla propria cena per piantarlo sul volto del compagno; il principe tacque qualche istante, non capendo il perché di quella curiosità, poi, con un velo di nostalgico rispetto sugli occhi, rispose: « Credo di sì. Sei potente, penso che avrebbe approvato. »
 
52. Tenere per mano
Gohan strinse la mano di Vegeta, che arrossì, ma non la ritrasse; il ragazzo sorrise, sentendosi tremendamente fortunato a poter dire di tenere la mano a una delle persone più scorbutiche dell’Universo senza venire polverizzato da un Big Bang Attack.
 
53. Ti amo
« Mi dici un “ti amo”? »
« NO. »
« Dai. » insistette Gohan, depositandogli un lieve bacio sulla guancia; Vegeta arrossì, sbuffò sonoramente come per sottolineare il proprio disappunto, poi farfugliò: « Mpf… Tiamostupidomoccioso. »
« Anche io. »
 

  
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