L’incontro di freddo e oscurità

Avevo deciso.
Era ormai fatta, non era previsto nei piani, ma l'idea aveva preso forma nella mia testa lentamente, salendo come una fastidiosa ninna nanna che sentivo di solito accucciato sotto i letti, nella mia amata oscurità, per anni. Sarebbe cambiato tutto.
Jack Frost non sarebbe mai stato uno di loro, i guardiani erano superbi e altezzosi, dovevano governare loro i bambini sotto la scusa di proteggerli da me, ma era una bugia. Nessuno sfugge alla paura, nemmeno Frost. Avevo agito su quella e ora i guardiani lo avevano isolato, cacciato, umiliato. Come me. Eravamo uguali.
Lo trovai nel suo regno, il freddo glaciale dell'Antartide e per un attimo sperai che si voltasse e fosse felice di vedermi. Gli dissi che capivo, che desideravo anche io non essere solo. Mi attaccò, ma lessi oltre la paura di rimanere solo la speranza. Eravamo entrambi uguali e sembrava che la mia idea di un mondo nostro lo tentasse. Sentii una sensazione nuova farsi strada tra il sapore velenoso della rabbia che covavo nel mio cuore. Per un attimo sperai che accettasse, che finalmente avessi trovato un compagno nel vuoto dei miei giorni e nel buio della mia vita, in cui i miei unici compagni erano i respiri dei bambini che dovevo spezzare per nutrire la mia anima.
Invece Jack rifiutò e si allontanò cacciandomi. Qualcosa si spezzò in me e odiai la paura che serpeggiò nel mio cuore come spire di un boa. Avevo paura che anche lui, che condivideva la mia vita di solitudine e invisibilità mi cacciasse. Si era avverata e provai un vuoto nella mia mente. Lo guardai allontanarsi e di nuovo la rabbia e il rancore si fecero spazio in me. Piccolo borioso! Si credeva anche lui superiore a me da snobbarmi? Benissimo, non avevo bisogno di lui. Appena avrei conquistato il mondo anche i guardiani avrebbero ammesso di essere stati crudeli con me, superiori come Jack nei miei confronti e allora la pietà che un tempo anelavo segretamente di leggere nei loro occhi sarebbe diventata paura...la mia dolce paura. Solo con quella si otteneva quello che si voleva, avrei dovuto ammetterlo subito. Puntai lo sguardo sulla schiena di Frost e macchie nere mi oscurarono la vista. Gonfiai la rabbia dentro di me avvolgendomi in essa e ne godetti l'amaro sapore, fedele compagna. Lui sarebbe stato il primo a cadere, come voleva. Afferrai il mio asso nella manica e attirai l'attenzione di Jack Frost godendone la paura mentre stringevo in una mano una delle piccole fatine di quella stupida fata raccogli denti. Mi nutrii della loro paura, la bevvi assetato raccogliendola dai loro occhi fissi nei miei e la usai per piegarlo al mio volere. Lo sciocco cedette alla mia forza e mi diede il bastone per la vita di quella fatina così fragile nella mia mano. Mossa sbagliata!
Con uno schiocco spezzai il bastone rinfacciandoli il suo desiderio di stare solo, adesso si sarebbe avverato e avrebbe provato quello che provavo io. Privato del suo potere scatenai la mia rabbia per il suo rifiuto e lo scagliai in un crepaccio. La rabbia nel mio cuore si placò soddisfatta. Adesso non era più così borioso solo e sconfitto. Non era nemmeno stato accettato dai guardiani, avrebbe dovuto accettare la mia offerta prima. Di nuovo una parte di me si spezzò..ero di nuovo solo. La annegai sotto la soddisfazione e l'odio. Non avevo bisogno di nessuno e poi presto sarei stato il signore del mondo e Frost mi avrebbe pregato di essere mio alleato. Allora le parti sarebbero state invertire. Mi allontanai solo, ma vincitore.