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Autore: picchia    23/04/2008    3 recensioni
Eccovi il sequel di "Roma by night - You have a new message".
La storia continua:il tempo passa e i ragazzi crescono, ma neanche troppo. Le loro strade si incrocieranno di nuovo, anche perchè ci sono ancora tante cose da chiarire!
Vivranno un pò di alti e bassi..più o meno passionali!Insomma, la confusione avrà la meglio...
Genere: Generale, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19

 

Capitolo 21 – ci sono molti modi

 

La mora rimase stesa sul telo, portandosi però sui gomiti per alzare il busto e poter parlare in faccia al suo interlocutore, lo stesso che ora la fissava interessato, attendendo silenzioso una minima risposta degna della proposta appena lanciata.

-La fai troppo facile! Non  è detto che agli altri vada bene la tua decisione..- Lalu provò a controbattere pacata, forse fiaccata dal perenne entusiasmo del rasta, forse troppo in avanti nel suo pessimismo.

-Non credo ci saranno problemi, alla fine faresti il tuo lavoro! E poi sono d’accordo con me. Già lo so- ribatté l’altro istantaneo, pronto come se si fosse aspettato quell’obiezione.

-E David? Sicuramente ti farà problemi perché stiamo insieme..- insistette nei sui dubbi e remore.

-No, lui è il primo che preferisce prendere gente fidata come tecnici per il tour. Così evita di non avere altri problemi oltre quelli in campo lavorativo. E poi non sei un’incapace raccomandata, al contrario! Sei una professionista, come tutti quelli che ci seguono in tour...perfettamente idonea,quindi non potrebbe che acconsentire.-

-Hai calcolato tutto, eh?- si lasciò sfuggire una risata cristallina, intenerita dalla caparbietà del biondo… solo per lei, poi!

Tom annuì fiero.

-Però non posso lasciare tutto così, su due piedi. Non posso abbandonare tutta la mia vita senza avere neanche il tempo di ragionarci su! Hai calcolato tutto, ma non il tempo…- asserì seria.

-Su cosa devi ragionare?! Non venirmi a dire che non vorresti fare il fonico. È o non è quello per cui hai studiato e lavorato tanto? …o..- abbassò lo sguardo, timoroso dell’alternativa -..forse il problema è un altro. Non ti va di stare con me?- chiese sconsolato, portando lo sguardo altrove, fintamente preso dallo scrosciare delle onde infrante sul bagnasciuga.

Rimase perplessa a fissare la testa voltata del ragazzo che svincolava i suoi occhi, troppo insicuro e mesto per sostenerli.

-Ma come ti viene questa?? Tu saresti il mio ultimo problema se mai decidessi di accettare..-

-SE… quindi vuol dire che non lo farai?- sottolineò con voce atona, secca e stridente.

-No, Tom, non posso! Voi partirete praticamente domani e io non posso sbrigare tutte le mie faccende in un solo giorno! È tecnicamente impossibile!! Ho la casa da chiudere, lo stage da concludere, avvertire i miei e litigarci di seguito perché sono sempre stati contrari a tutte le mie idee poco convenzionali…se anche non ci fossero problemi con la band e i vostri manager, e non credo sia così semplice come tu dici, io devo sistemare molte cose qui prima di partire! La proposta è allettante, lo so, ma non posso. Mi dispiace!- distaccata come se stesse declinando la sola proposta di lavoro. Come se quello fosse la conclusione di un colloquio andato male e non vi fosse alcun rapporto fra lei e il suo datore di lavoro. Un datore dai lunghi rasta biondo cenere e dai grandi occhi marroni e terribilmente magnetici.

-Si, come no.. hai elencato una lunga serie di motivazioni per fuggire ancora!- sibillò deluso. Non alzò lo sguardo nel rivolgersi a lei e, anzi, si alzò senza aggiungere altro allontanandosi da solo con passo pesante lungo la spiaggia, lontano dal fuoco, distante da lei. Per pensare.

 

 

Camminò per diversi metri, con i piedi bagnati dal moto continuo delle onde, perdendosi nelle sue riflessioni.

I dreadlocks sciolti sulla schiena e con addosso solo un semplice costume rosso, a coprirgli fino alle ginocchia.

Poteva sentire il vento brioso, accenno dell’arrivo di un’estate prossima, entrargli dentro, giungergli diretto sul petto nudo e inserirsi fino a gelargli le ossa.

Si sentiva vuoto e privo di forze.

Ci aveva sperato, si era impegnato molto, aveva convinto tutti e aveva unito tutti i pezzi del puzzle per farli combaciare affinché lei potesse lavorare con lui. Semplice!

Già, forse anche troppo..

Lalu aveva ragione: non aveva calcolato il tempo, ma soprattutto la cocciutaggine della persona interessata.

Era ovvio che avesse trovato delle scappatoie. Era ovvio che dirglielo solo con un giorno d’azione non si era dimostrata una mossa vincente.

Si era fatto prendere troppo dalla mano. Si era entusiasmato da quel mese in cui ogni cosa era filata per il verso giusto, nonostante il ritmo serrato di prove per il cd e il poco tempo libero. Aveva sentito il cuore riempirsi di gioia quando la sua ragazza lo aveva “perdonato” e, ancor di più, quando aveva cominciato a collaborare con il gruppo per la registrazione dei pezzi.

Da lì gli era nata l’idea: Lalu poteva fare il fonico per i tokio!

Si diede dello stupido a non averci pensato prima, entrò in fermento a fantasticare su un futuro possibile, con una soluzione così evidente quanto perfetta per risolvere ogni paura della ragazza.

La distanza fra loro sarebbe stata nulla. Avrebbe seguito città dopo città il suo tour, per intero!

Il timore di stare con un musicista in giro per il mondo le sarebbe sparito perché gli sarebbe stata vicino e avrebbe visto quanto per davvero lui fosse cambiato e rinsavito per lei.

Non avrebbero più dovuto aspettare mesi e mesi prima di rivedersi e sentirsi uniti...sarebbe bastato che di notte, quando il concerto fosse terminato e il bus parcheggiato davanti l’hotel di turno, uno di loro fosse sgattaiolato nella stanza dell’altra e così, senza nessun ostacolo, avrebbero potuto passare notti su notti nel calore delle lenzuola di un letto ardente di passione.

E ora?

Lei aveva detto di no.

 

E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai
a mentire alle mani, al cuore, ai reni

 

Se era come aveva detto, che lui sarebbe stato il suo ultimo problema, perché ancora rifuggiva da lui?

Lo amava. Glielo aveva detto centinaia di volte da che si erano  messi di nuovo insieme! E non fingeva, era sincera tutte le volte! Lo poteva capire dalla gioia che le si leggeva negli occhi ogni volta che dalla sue labbra uscivano quelle due tenere parole. Ti amo.

Perché ora metteva così tanti e infiniti pali di fronte alla loro felicità?

 

via dal cuore su in testa, sopprimerli

 

Lo allontanava in tutti i modi.

Lo feriva amaramente, con ogni singola parola.

Per incoscienza, ma lo faceva tutte le volte che tentava di fuggire, ancora e ancora.


non sai  che l'amore è una patologia
saprò come estirparla via

 

Si arrestò.

Si voltò per vedere dove era arrivato e si accorse di essere così distante da vedere il falò come una piccola scintilla fiammeggiante e fumante verso il cielo.

Sbuffò rassegnato e, appesantito dai pensieri, si buttò a terra.

Seduto con le gambe al petto, la testa poggiata debole sulle ginocchia e le mani a fondo nella sabbia fredda in superficie e calda all’interno.

Come LEI.

A volte era veramente ingovernabile e dura come il ghiaccio.

Era dura confrontarsi con lei quando faceva così.

 

torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere

 

Ma lui l’avrebbe avuta vinta!

Avrebbe risolto ogni dubbio che lei avesse posto fra di loro, dissolto ogni remora, concluso ogni problema, curato ogni ferita, asciugato ogni lacrima e calmato ogni crisi.

 

perchè quando il dolore è più grande
poi non senti più

 

Qualsiasi cosa fosse la causa di quel comportamento astruso, lui l’avrebbe sconfitta.

Ormai era forte e sicuro abbastanza per affrontare di tutto.

Tutto,         sopra        tutto,                  per lei.


vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via
torneremo a scorrere

 

 

Non permetterò che vada tutto all’aria, pensò risoluto.

 

Guarire un po'
Sognare un po'
Amare un po'
Fallire un po'
Far male un po'
Mentirsi e poi
Tornare a sfamarsi un po'

………………………………………………………………………..

 

 

 

 

 

Tornò dopo quasi un’ora, a detta degli altri che ne frattempo erano usciti dal mare e si erano messi a scherzare intorno al falò tracannando lattine su lattine di birra.

Individuò subito il suo punto focale e non distolse da lei lo sguardo mentre lentamente circumnavigava la fossa del fuoco e la raggiungeva.

Lalu appena lo vide riavvicinarsi, non gli staccò gli occhi di dosso, fissa su di lui anche nel buio e attraverso la luce fiammeggiante che li divideva. Voleva capire come mai si fosse allontanato per così tanto tempo e come mai non avesse insistito oltre, dopo la sua risposta sbrigativa.. cercava di leggergli l’espressioni del volto e, con il suo avvicinarsi, provava a capire le sue sensazioni leggendogli gli occhi.

Si ritrovarono vicini.

Tom l’aveva raggiunta e le si era accovacciato accanto, distogliendo lo sguardo e portando indifferente il volto verso il calore e lo scoppiettio delle fiamme, in attesa di qualcosa.

La mora rimase seduta affianco a lui, con le braccia intorno alle ginocchia e con i piedi nascosti dalla sabbia. Lasciò che i suoi occhi tentassero di catturare i pensieri nascosti in quei tratti così familiari e stranamente imbronciati.

Lui manteneva il suo silenzio da quando era tornato, facendo finta di non sentire il vociare del resto della combriccola. Respirava calmo e quieto, mentre mentalmente riprendeva per inerzia gli stessi ragionamenti che lo avevano spronato a far ritorno dagli altri.

La ragazza, ormai persa ogni speranza di leggere miracolosamente nella mente del biondo, tentennò a far partire un qualsiasi dialogo.

-Tutto ok?- chiese impacciata e vergognosa per aver disturbato il flusso di pensieri del rasta.

-No- secco, senza voltarsi, ma allungando le braccia all’indietro e buttandosi di peso su di esse, sbuffando sonoramente.

La mora rimase un po’ perplessa.

Spaesata da una risposta così fuori dal comune per un logorroico come il fanciullo che le stava vicino.

Questione genetica, aveva sempre pensato ironica, alludendo anche all’altro gemello.

Non seppe come ribattere, cosa dire o aggiungere.

Si zittì semplicemente, pensando che quello fosse il modo migliore per non creare altri danni in una situazione già delicata di suo.

A quel punto il rasta riprese il discorso, stavolta cercando lo sguardo di lei, serio come non mai. –Non credere che sia finita qui!- esordì deciso –Ora che ti ho ritrovata, non ti lascerò scappare via!- sibilando parola per parola a denti stretti, tanto quanto i suoi occhi chiusi a fessure e puntati su di lei minacciosi -….. Non ti lascerò che tu soffra!....e non permetterò che IO soffra!- concluse schietto.

Alla fine si accasciò del tutto sulla sabbia, portandosi le braccia dietro la testa e puntando il naso verso le stelle. Tranquillo e sereno come se ciò che aveva appena detto fosse di poca rilevanza.

 

 

 

Il giorno dopo i Tokio hotel partirono diretti per Amburgo e per la masterizzazione del loro nuovo cd.

Copiosi pianti e stretti abbracci furono la sostanza della loro imminente partenza.

I quattro salutarono i vari amici con pacche e promesse di rivedersi al più presto e di rimanere comunque in contatto.

Il distacco con le ragazze, invece, fu più arduo del solito.

Georg tenne abbracciata Ver per tutto il tragitto in macchina. La stringeva al suo petto e la coccolava premuroso, accarezzandole i capelli e riempiendola di mille piccoli soffici baci sull’intero viso. Alla fine i due si salutarono con un lungo e sentito bacio, davanti al check in dell’aeroporto.

Allo stesso modo di Bill e Serena.

Quest’ultimi si erano accordati di rivedersi la settimana successiva, data la possibilità della ragazza di poter raggiungere il moro per un paio di giorno di stacco di studio. Dopo una serie infinita di teneri baci, la coppia si divise lentamente lasciandosi con un “mi mancherai” sussurrato a fior di labbra da parte di entrambi, come erano soliti dirsi in occasioni del genere.

Infine, un po’ più appartati dal gruppo di amici, c’erano Tom e Lalu.

Lei, in conclusione, aveva deciso che sarebbe rimasta a Roma e che avrebbe provato a seguire l’esempio di Ver e Serena, ovvero di cercare di raggiungerlo appena possibile con il primo volo diretto segnato sul tabellone di Fiumicino. Lui aveva acconsentito impotente e sopraffatto dall’evidenza delle situazioni.

Ora stavano uno di fronte all’altra cercando di trovare le parole più adatte al momento..

-Dai, non fare il broncio!- Lalu ruppe il silenzio fra loro, avvicinandosi al biondo e cingendogli le braccia al collo con l’intenzione di consolarlo fra baci e carezze.

-Non faccio il broncio..- rimbeccò lui, arricciando le labbra con aria offesa.

-E allora fammi un sorriso dei tuoi!- insistette lei nel tentativo di fargli tornare il sorriso. Uno di quelli che tanto facilmente la incantava e ammaliava, uno di quelli che facevano le ribollire il sangue nelle vene.

-Così potrai sognarmi stanotte in scene lussuriose?- disse prendendo la palla al balzo con fare spaccone e pieno di sé.

-Che scemo!!- esclamò divertita la mora. Entrambi si sciolsero in una lieve risata per poi stringersi in un abbraccio da togliere il fiato.

Rimasero per un po’ così, fusi uno nell’altra, fino a che non arrivò l’ultima chiamata per Amburgo.

Lalu alzò la testa dal petto del ragazzo, su cui era poggiata durante il loro abbraccio, e avvicinò le proprie labbra a quelle dell’altro.

Si scambiarono un bacio intenso, dolce e viscerale.

Non volevano separarsi e ogni particella del loro corpo emetteva questo segnale, ma il tempo tiranno li sottrasse al tepore dei loro corpi vicini e li costrinse a un ultimo definitivo saluto.

-Mi dispiace!- un sussurro.

-Anche a me!...Fai il bravo!- un altro sussurro.

Il ragazzo annuì convinto e poi si portò la mano sopra le labbra, e dopo aver schioccato le labbra in un affettuoso bacio, la posò sul petto, all’altezza del cuore con gli occhi ben fissi in quelli di lei.

-Ti amo!-

La mora ripeté le stesse identiche mosse e le stesse parole.

Un ultimo bacio a stampo e i due si separarono.

Lui raggiunse i tre compagni oltre il check e lei il gruppo di amici che non smetteva di salutare calorosamente la band..

 

 

 

 

 

Perdono per l’ennesimo ritardo, ma sono stata parecchio impegnata!!

Questo era il penultimo capitolo. Col prossimo questa storia finirà….

{La canzone citata fra le righe della storia è CI SONO MOLTI MODI degli Afterhours}

 

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto, che mi hanno messo nei preferiti e grazie a kit2007, GEMELLINA89, Frehieit489 (mi sono rotolata dal ridere quando ho letto la tua recensione!^^), tesorinely, RubyChubb, elisuccia22. Grazie per l’appoggio, il sostegno, i complimenti e i pixel anneriti per sprecare poche righe di commento!!!

 

Kisses

 

 

 

 

 

  
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