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Autore: IrethTulcakelume    10/11/2013    2 recensioni
Di fronte a me avevo Murtagh, sul suo drago, Castigo. La spada del padre, Morzan, stretta in pugno. Lo sguardo malvagio e vagamente sarcastico del suo padrone: Galbatorix.
Il ragazzo cominciò a parlare con una voce che avevo già sentito e odiato.
- Oromis! Da quanto tempo … Ti ricordi di me? -
- Sì. Ti ricordo e ti odio profondamente per ciò che hai fatto. Ora è il momento che paghi per tutto il male che hai causato! –
- Ricordi la promessa che ti feci al margine della foresta? Ho tutta l’intenzione di mantenerla!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICORDI D’ODIO
 
{flashback}
 
Finalmente un po’ da soli, eh Glaedr?
Già, finalmente, ma non distraiamoci. Ci hanno mandati in ricognizione, te ne sei dimenticato?
No, tranquillo, amico mio.
Dovevamo controllare la zona nord della Grande Dorsale. Appena ci fossimo accertati che in quel posto fosse tutto tranquillo, saremmo stati liberi. E avrei potuto passare del tempo con Alyca. Avrei voluto essere con lei in quel momento, e in ogni altro della mia vita…non dovevo pensarci.
Forza, Glaedr!
Va bene, Oromis. Cerca di essere più paziente. Dobbiamo controllare tutto scrupolosamente. Conosci gli ordini. Galbatorix è bravo a celarsi alla vista di chi non è desiderato.
Certo…Galbatorix. Che tu sia maledetto per il resto dei tuoi giorni. E’ solo colpa tua, se non possiamo più vivere tranquilli. E come se non bastasse, nessuno crede che tu possa essere realmente una minaccia. Ma io so … io ho visto … io ho sentito …
Oromis! Guarda!
Abbassai lo sguardo verso le montagne sottostanti. Nulla di strano.
Cosa stai dicendo … Oh no.
Glaedr non intendeva le montagne, ma il confine con la foresta. Fuoco. Era ancora piccolo, ma presto sarebbe diventato …
Presto! Vola Glaedr, vola!
Più veloci del vento, arrivammo ai margini della foresta, e vedemmo lui …
No!
Galbatorix. Non era solo. Dietro di lui, una grande ombra nera, che la teneva tra gli artigli … Non ne aveva il diritto. No. Non doveva toccarla. Non glielo avrei permesso.
- Liberala subito, farabutto! – gridai. Si girò, e mi guardò con aria divertita.
- Oromis, sei arrivato! Mi chiedevo quanto tempo ci avresti messo ad accorgerti di un piccolo stupido fuoco … Vero Shruikan? Brisingr! – E il fuoco si spense.
- Che cosa vuoi? Maledetto!
- Oh, non ti è chiaro? Ti ricordavo più intelligente, amico mio. – e rise. Rise con quel ghigno malvagio di chi sa che sta facendo qualcosa di orribile, e ne prova gusto.
- Io. Non. Sono. Tuo. Amico. E ora libera Alyca. Subito!
- Ah già, si chiama così. L’avevo vista altre volte nei tuoi ricordi, ma mi dimenticavo sempre il suo nome. Grazie per avermi rinfrescato la memoria.
- Ti ho detto di liberala!
- Lo so. Ma dimmi, Oromis: chi sei tu per darmi ordini? Non hai abbastanza fegato per uccidermi. Sai che il mio Shruikan ne morirebbe non è vero? Che disgrazia sarebbe …
Il drago nero emise un ringhio.
- Sai perfettamente che non è tuo. – Scesi a terra con Glaedr, la spada sguainata. – E adesso è tempo che tu mi ridia quel che è mio!
- Oh … che paura. Non vorrai che succeda qualcosa alla tua bella.
Detto questo andò verso di lei e le puntò l’arma alla gola.
- Se cerchi di uccidermi, prima di morire potrei vibrare un colpo e … zac!
Dovevo pensare in fretta. Cosa potevo fare …
- Forza Oromis! Fallo. Se lo uccidi ora, libererai la nostra terra. Presto! – La sua voce risuonò cristallina.
- Zitta! E’ sua la decisione. Non lo forzare. – Disse sarcastico.
Che cosa faccio? Chiesi a Glaedr. Era l’unico a cui potevo chiedere aiuto in quel frangente.
Segui il tuo cuore. Sai già cosa devi fare. Sta abbassando la guardia. Crede che tu non sia capace di ucciderlo.
E ha ragione. Non posso permettergli di ucciderla.
La spada mi cadde dalla mano. Crollai in ginocchio.
- Perché? – Perché proprio a me? Cos’ho fatto di male per meritare tutto questo?
- Semplice, mio carissimo amico. Sospetti troppo. Sai troppo. Non mi piaceva l’idea di ucciderti nel sonno. Io sono un uomo d’onore. Preferisco i duelli leali. – E nel dirlo guardò con la coda dell’occhio Alyca. – Voglio darti una possibilità. Combatti.
Questa è la volta buona. Oggi arriva la mia ora. Ripresi la mia arma e mi sollevai. Intanto lei mi stava guardando con i suoi imploranti occhi verdi. Dovevo salvarla.
Glaedr, al mio via, prendi Alyca e vola lontano da qui. Portala al sicuro.
Va bene. Poi torno a prenderti.
Grazie, amico mio. Tre. Due. Uno. Ora!
Bastò un movimento impercettibile di Glaedr. Galbatorix corse verso Alyca.
- No no no. Non si fa così. – La sua spada calò.
- NO! – Balzai su Galbatorix. Calde lacrime cominciarono a scendere sul mio viso. Combattemmo per un tempo indefinito. Glaedr era in difficoltà. Io avevo quasi sopraffatto il mio nemico, quando sentii il mio drago ruggire di dolore. Ebbi solo pochi attimi per vedere una sua zampa cadere con un tonfo per terra, poi Galbatorix tornò all’attacco, ed io combattei ancor più ferocemente.
- Tu. Hai appena distrutto la mia vita. Il “tuo” drago ha ferito il mio. Meriti la morte più di chiunque altro! – Menai un fendente, ma lui lo parò. Per qualche secondo rimanemmo così, a fissarci. Poi io mi staccai, feci una finta e gli colpii la testa. Uno squarcio si aprì sulla sua pelle dall’occhio alla bocca.
Si allontanò portandosi una mano alla faccia insanguinata. Corse verso Shruikan e salì in sella.
- Oromis! Ricorda che non finisce qui. Mi vendicherò, e la prossima volta sarò io a vincere!
 
{fine flashback}
 
Non avevo più tempo per i ricordi. Di fronte a me avevo Murtagh, sul suo drago, Castigo. La spada del padre, Morzan, stretta in pugno. Lo sguardo malvagio e vagamente sarcastico del suo padrone: Galbatorix.
Il ragazzo cominciò a parlare con una voce che avevo già sentito e odiato.
- Oromis! Da quanto tempo … Ti ricordi di me? -
- Sì. Ti ricordo e ti odio profondamente per ciò che hai fatto. Ora è il momento che paghi per tutto il male che hai causato! –
- Ricordi la promessa che ti feci al margine della foresta? Ho tutta l’intenzione di mantenerla!
Usando il corpo del ragazzo, si fece avanti.
Di nuovo combattemmo fino allo sfinimento, ma questa volta ero vecchio. Segnato dall’inesorabile scorrere del tempo.
Fu così che Galbatorix mantenne la sua promessa. Senza mostrarsi a me. Ricorrendo ad un mezzo disonesto.
Tu. Tu sei solo un farabutto. Ma non vincerai. Io muoio, ma la speranza rivivrà in Eragon. Non puoi ritardare all’infinito l’ora della tua sconfitta.
 
  
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