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Autore: DarkChary98    10/11/2013    1 recensioni
Mi guardava negli occhi come se fossi un diamante e mi faceva sentire amato. Anche io l'amavo tanto, più della mia vita. Quegli occhi erano unici al mondo, non li avevo mai visti da nessuna parte.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come ogni sera ero pronto per uscire con la mia ragazza, io mi chiamo Blond e la mia ragazza si chiamava Angel. Erano ormai due anni che stavamo insieme e stavamo seriamente pensando di sposarci quando saremo stati grandi. Eravamo degli adolescenti, non sapevamo cosa la vita ci avrebbe riservato, ma speravamo tanti bei momenti. Era Dicembre; nel nostro piccolo paesino nevicava e c'era già un'atmosfera natalizia, perfetta per una serata romantica insieme. Erano iniziate le vacanze scolastiche; ogni vacanza per noi era una gioia perché significava tanto tempo in più per stare insieme. Ero andato a prenderla sotto casa sua. Mentre l'aspettavo, osservavo le vetrine dei negozi, illuminate da mille luci colorate, e la neve, che candida, si posava sulle scalinate dei condomini e sui davanzali. Quella neve mi faceva pensare a lei, lei era così bianca di carnagione, ma anche così dolce che il bianco era un colore che le stava benissimo. Ad un tratto sentii chiamarmi dalla finestra; era lei che stava scendendo. Era bellissima quella sera. La vidi scendere pian piano le scale innevate del condominio; era dolce in ogni cosa che faceva, quando camminava, quando si vestiva e quando mi parlava. Quella sera, i suoi capelli lisci, biondi e lunghi, erano lucentissimi; il suo viso, senza neanche un filo si trucco, era semplicemente splendido. In testa aveva un capello di lana con un fiocchetto e al collo una sciarpa con il coniglietto, le stavano benissimo. Addosso aveva un maglione di lana rosa e sotto, jeans e stivaletti; era semplicemente stupenda. Le presi delicatamente la mano e la invitai a percorrere un tratto di strada con me. Ci incamminammo verso la pasticceria; pensai che un cornetto caldo con quel freddo, le avrebbe fatto piacere. La pasticceria si trovava al centro della piazza, che anche quest'anno, come tutti gli altri anni, avevano decorato con un immenso albero di natale. I bambini lo chiamavano l'albero dei desideri e ogni anno ci appendevano i loro pensieri più belli e qualche desiderio a loro molto caro. Entrammo nella pasticceria. La feci sedere al tavolo e andai a fare le ordinazioni, poi tonai al tavolo e ci sedemmo l'uno di fronte all'altro. Era così bella quella sera; non finirò mai di ripeterlo perché non l'avevo mai vista così tanto bella in vita mia. Mi guardava negli occhi come se fossi un diamante e mi faceva sentire amato. Anche io l'amavo tanto, più della mia vita. Quegli occhi erano unici al mondo, non li avevo mai visti da nessuna parte. Usciti dalla pasticceria, ci dirigemmo al lago. Lì c'era un posto bellissimo, circondato da panchine. Ci volevamo sedere ma le panchine erano tutte bagnate, così prima la presi in braccio e poi mi sedetti io. I momenti come quello erano magici, perché non solo ero con la persona più importante della mia vita, ma ero anche felice e soprattutto mi sentivo libero. Ad un tratto mi diede un tenerissimo bacio; se io fossi stato quella neve, mi sarei sciolto tutto ad un fiato. Ad un certo punto mi ricordai di una cosa. Estrassi dalla tasca un cofanetto. Glielo porsi; conteneva un anello. Già, io ero intenzionato veramente a sposarla e quella sera volevo farle questa promessa. Lei prese l'anello e me lo porse; io glielo misi su quel fragile ditino e le diedi un tenero bacio. Purtroppo però quel bacio fu l'ultimo; la mia felicità quella sera, era destinata a finire. Quella sera capii perché la vedevo più bella, perché quei momenti erano più magici. Eravamo sulla via per tornare a casa, quando arrivò una macchina, a tutta velocità. Verso di noi. In quell'istante vidi tutta la mia vita passata con lei scorrermi davanti, vidi qualcosa che non avrei mai voluto vedere; la morte. La macchina continuava ad accelerare ma io feci appena in tempo a coprire la mia ragazza. Feci in tempo a guardare un'ultima volta la piazza, la neve, ma soprattutto il suo viso, il suo sguardo. Feci in tempo a pensare un'ultima volta a lei prima di abbracciare la morte. Piccola mia, se puoi sentirmi, vai all'albero dei desideri e appendi il nostro sogno; perché ti prometto che un giorno ci rivedremo, qui, in cielo, perché devo ancora mantenere la promessa che ti ho fatto.
  
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