In
my life
She has burst like the music of angels
The light of the sun
And my life seems to stop
As if something is over
And something has scarcely begun.
(Les Miserables – In My Life)
Day
1: Clichè
Thad
sospirò pesantemente contro il bordo della tazza di cioccolata.
Aveva
spento il telefono da un ora, per evitare di farsi bombardare di chiamate di
Nick e Jeff.
Soprattutto
Jeff.
Dubitava
che lui potesse anche solo
disturbarsi a chiamare.
Provò
ad assaggiare un po’ del liquido scuro e lo ingoiò, bruciandosi la lingua.
Il
bruciore gli fece stringere i denti per qualche minuto.
Una
cameriera, decisamente troppo bionda e decisamente troppo tinta, urtò
leggermente il suo tavolino e con un accento forte – forse tedesco o ucraino –
gli chiese scusa.
Lui
a stento la notò.
Probabilmente
da fuori doveva sembrare un barbone, stretto nelle spalle per il troppo freddo
e con occhiaie da far invidia ad un panda.
Dormiva
male da un po’, forse sarebbe stato meglio dire che non dormiva affatto. Oramai
era anche diventato inutile specificare di chi era la colpa.
Tutti sapevano.
Si
strofinò la tazza ormai vuota tra le dita, cercando di trasferire calore alle
mani gelide.
La
sua attenzione si soffermò, inevitabilmente, sulla sua mano sinistra, dove una
sottile fascia d’argento riposava sul suo indice, perché aveva le mani piccole e all’anulare scivolava.
Forse avrebbe
dovuto toglierlo. Forse lui avrebbe voluto che lo togliesse.
Glie
l’aveva regalato per San Valentino, quando si aspettava tutto tranne che un
regalo, quando era stato tanto felice da scoppiare a piangere.
Scosse
la testa per scacciare via quei pensieri.
Si
frugò nelle tasche sentendo la chiave della camera alla Dalton urtare contro lo
schermo del suo telefonino. Affondò ancora la mano fino a trovare quello che
gli serviva.
Lasciò
alcune monete sul tavolino e si alzò.
La
cameriera dalla nazionalità da definire gli sorrise mentre raccoglieva il
denaro.
Thad
gli fece un cenno con il capo prima di venire investito dall’aria fredda di
quel pomeriggio di Novembre.
Poteva
sentire il gelo infiltrarsi fin dentro le ossa mentre ripercorreva la strada di
ritorno per la Dalton.
I
nuvoloni neri che adornavano il cielo sembravano minacciare pioggia, ed
infatti, dopo altri dieci minuti di cammino cominciò l’acquazzone.
-Meraviglioso- sibilò Thad mentre
affrettava il passo e la pioggia lo rendeva dannatamente simile a un pulcino bagnato.
“Ovviamente ho
scelto il giorno adatto per non portare l’ombrello”
Quando
riuscì a vedere da lontano la propria scuola, aveva ormai le scarpe piene
d’acqua. La vista era annebbiata a causa delle gocce che gli finivano negli
occhi.
-Tu!-
Sobbalzò
appena mentre la figura alta di Sebastian si avvicinava da dietro.
-Ti
ho cercato ovunque, stupido!-
Sebastian
alzò la mano come se volesse colpirlo, ma, appena vide Thad chiudere gli occhi,
la abbassò, mordendosi le labbra.
-Ti
sembra il caso di sparire in questo modo?-
Thad
alzò le spalle.
Rimasero
immobili l’uno dinanzi all’altro.
-Ti
ho chiamato-
-Il
telefono era spento- Thad prese fiato –
Non avrei risposto in ogni caso-
Gli
diede le spalle e continuò a camminare.
Aveva
freddo e la pioggia non smetteva di scendere. Voleva un camino e possibilmente
una coperta, poi, forse, avrebbe
affrontato Sebastian.
Sentì
i passi affrettarsi dietro di lui e si sentì tirare il braccio.
-Dobbiamo parlare.-
A
Thad venne da ridere.
Sguaiatamente.
Come una pescivendola dei bassi fondi.
-Di cosa, esattamente?-
-Di
quello che è successo.-
Thad
avrebbe pagato per sentirlo chiedere scusa. Non sarebbe mai successo, però. Ne
era fin troppo consapevole.
-E
cos’è successo, esattamente? Perché sai, io non l’ho capito! Ci sei solo tu che
, di nuovo, metti in discussione i
miei sentimenti per te! Sono stanco di lasciartelo fare!-
-Non metto in discussione nulla- quasi
ringhiò Sebastian – Sei sparito per tutta la settimana che sei stato dai tuoi.
Non mi hai chiamato, né mandato messaggi-
La
pioggia continuava a scendere. Inesorabile,
come a creare un muro tra di loro. Un muro che li proteggesse, da loro
stessi e da loro.
- Mio nonno era in
ospedale. Scusami se non sei stato nei miei pensieri ogni fottutissimo minuto!
E se proprio vogliamo parlare di gente che sparisce…- Thad prese di nuovo fiato e fece un passo indietro – Dove sta
scritto, Sebastian, che tu non puoi farti sentire? Mi hai ignorato anche tu. Siamo entrambi colpevoli in questo, ma,
osare dire che io non ti amo e che sono solo belle parole; questo, non puoi farlo. Non
dopo tutto quelle che essere “noi” ha significato-
Thad
ignorò quel groppo in gola, come se ci fossero troppe cose ancora da
aggiungere. Se ne stavano lì in piedi, sotto la pioggia, a rinfacciarsi cose
che entrambi sapevano non sarebbero cambiate. Nessuno dei due era perfetto e
Thad, questa volta, sentiva di non dover chiedere scusa per Sebastian. Non
c’era niente da chiarire perché al prossimo litigio si sarebbero urlati le
stesse cose orribili. Non c’era niente da promettere se non il perdono, i baci,
le carezze, ancora una vita insieme.
Entrambi
sapevano che sarebbero rimasti lì, immobili per altri due minuti, che poi Thad
si sarebbe avvicinato, abbattendo il muro di pioggia che si era creato tra
loro.
Le cose non
dette sarebbero rimaste non dette.
Entrambi
sapevano che si sarebbero guardati negli occhi a dispetto delle gocce che li
mostravano sfocati, che Sebastian l’avrebbe preso tra le braccia e la sua mano
sarebbe andata, istintivamente, a
toccare la mano sinistra di Thad, dove
c’era l’anello, per controllare che fosse ancora lì.
Le parole
sarebbero state dimenticate, gli atteggiamenti perdonati.
Entrambi
sapevano che si sarebbero fatti l’unica promessa che valeva la pena farsi,
l’unica che sarebbero stati in grado di mantenere.
Un bacio.
Passionale,
stucchevole, indifeso, fragile, imperfetto.
E
la pioggia continuava a scendere, inesorabile.
-Ci
prenderemo una bronchite- sussurrò Sebastian, direttamente sulle sue labbra.
Thad rise.
Note
E’ iniziata :D Questo è forse, dei tre
prompt che ho scritto, quello che mi è piaciuto di più. Penso che sia, tra le
storie che ho scritto, quella che rappresenta la storia d’amore, realmente e
senza fronzoli. Ho cercato di scrivere di Sebastian e Thad più umani e meno
stereotipati. Spero di esserci riuscita.
Il clichè che ho scelto è “Bacio sotto
la pioggia”.
Volevo fare un ringraziamento speciale
alla mia beta, Sam e Melipedia che, generosamente, mi ha fornito il banner.
Spero abbiate gradito la lettura.
Un bacione e alla prossima :D <3