Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |       
Autore: Obsessed    11/11/2013    8 recensioni
Thadastian Week.
Di nuovo Thad e Sebastian. Pezzi delle loro vite. Pezzi del loro amore.
"Avevano iniziato una vita che sarebbe sembrata nuova se loro non fossero rimasti esattamente gli stessi."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Trent Nixon | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

 

 

 

In my life
She has burst like the music of angels
The light of the sun
And my life seems to stop
As if something is over
And something has scarcely begun.

(Les Miserables – In My Life)

 

 

 

 

 

 

 

 

Day 1: Clichè

 

 

 

 

Thad sospirò pesantemente contro il bordo della tazza di cioccolata.

Aveva spento il telefono da un ora, per evitare di farsi bombardare di chiamate di Nick e Jeff.

Soprattutto Jeff.

Dubitava che lui potesse anche solo disturbarsi a chiamare.

Provò ad assaggiare un po’ del liquido scuro e lo ingoiò, bruciandosi la lingua.

Il bruciore gli fece stringere i denti per qualche minuto.

Una cameriera, decisamente troppo bionda e decisamente troppo tinta, urtò leggermente il suo tavolino e con un accento forte – forse tedesco o ucraino – gli chiese scusa.

Lui a stento la notò.

Probabilmente da fuori doveva sembrare un barbone, stretto nelle spalle per il troppo freddo e con occhiaie da far invidia ad un panda.

Dormiva male da un po’, forse sarebbe stato meglio dire che non dormiva affatto. Oramai era anche diventato inutile specificare di chi era la colpa.

Tutti sapevano.

 

 

Si strofinò la tazza ormai vuota tra le dita, cercando di trasferire calore alle mani gelide.

La sua attenzione si soffermò, inevitabilmente, sulla sua mano sinistra, dove una sottile fascia d’argento riposava sul suo indice, perché aveva le mani piccole e all’anulare scivolava.

 

 

Forse avrebbe dovuto toglierlo. Forse lui avrebbe voluto che lo togliesse.

 

 

Glie l’aveva regalato per San Valentino, quando si aspettava tutto tranne che un regalo, quando era stato tanto felice da scoppiare a piangere.

Scosse la testa per scacciare via quei pensieri.

Si frugò nelle tasche sentendo la chiave della camera alla Dalton urtare contro lo schermo del suo telefonino. Affondò ancora la mano fino a trovare quello che gli serviva.

Lasciò alcune monete sul tavolino e si alzò.

La cameriera dalla nazionalità da definire gli sorrise mentre raccoglieva il denaro.

Thad gli fece un cenno con il capo prima di venire investito dall’aria fredda di quel pomeriggio di Novembre.

Poteva sentire il gelo infiltrarsi fin dentro le ossa mentre ripercorreva la strada di ritorno per la Dalton.

I nuvoloni neri che adornavano il cielo sembravano minacciare pioggia, ed infatti, dopo altri dieci minuti di cammino cominciò l’acquazzone.

 

-Meraviglioso- sibilò Thad mentre affrettava il passo e la pioggia lo rendeva dannatamente simile a un pulcino bagnato.

“Ovviamente ho scelto il giorno adatto per non portare l’ombrello”

Quando riuscì a vedere da lontano la propria scuola, aveva ormai le scarpe piene d’acqua. La vista era annebbiata a causa delle gocce che gli finivano negli occhi.

 

-Tu!-

 

Sobbalzò appena mentre la figura alta di Sebastian si avvicinava da dietro.

 

-Ti ho cercato ovunque, stupido!-

 

Sebastian alzò la mano come se volesse colpirlo, ma, appena vide Thad chiudere gli occhi, la abbassò, mordendosi le labbra.

 

-Ti sembra il caso di sparire in questo modo?-

 

Thad alzò le spalle.

Rimasero immobili l’uno dinanzi all’altro.

 

-Ti ho chiamato-

 

-Il telefono era spento- Thad prese fiato – Non avrei risposto in ogni caso-

 

Gli diede le spalle e continuò a camminare.

Aveva freddo e la pioggia non smetteva di scendere. Voleva un camino e possibilmente una coperta, poi, forse, avrebbe affrontato Sebastian.

Sentì i passi affrettarsi dietro di lui e si sentì tirare il braccio.

 

-Dobbiamo parlare.-

 

A Thad venne da ridere.

Sguaiatamente. Come una pescivendola dei bassi fondi.

 

-Di cosa, esattamente?-

 

-Di quello che è successo.-

 

Thad avrebbe pagato per sentirlo chiedere scusa. Non sarebbe mai successo, però. Ne era fin troppo consapevole.

 

-E cos’è successo, esattamente? Perché sai, io non l’ho capito! Ci sei solo tu che , di nuovo, metti in discussione i miei sentimenti per te! Sono stanco di lasciartelo fare!-

 

-Non metto in discussione nulla- quasi ringhiò Sebastian – Sei sparito per tutta la settimana che sei stato dai tuoi. Non mi hai chiamato, né mandato messaggi-

 

La pioggia continuava a scendere. Inesorabile, come a creare un muro tra di loro. Un muro che li proteggesse, da loro stessi e da loro.

 

- Mio nonno era in ospedale. Scusami se non sei stato nei miei pensieri ogni fottutissimo minuto! E se proprio vogliamo parlare di gente che sparisce…- Thad prese di nuovo fiato e fece un passo indietro – Dove sta scritto, Sebastian, che tu non puoi farti sentire? Mi hai ignorato anche tu. Siamo entrambi colpevoli in questo, ma, osare dire che io non ti amo e che sono solo belle parole; questo, non puoi farlo. Non dopo tutto quelle che essere “noi” ha significato-

 

Thad ignorò quel groppo in gola, come se ci fossero troppe cose ancora da aggiungere. Se ne stavano lì in piedi, sotto la pioggia, a rinfacciarsi cose che entrambi sapevano non sarebbero cambiate. Nessuno dei due era perfetto e Thad, questa volta, sentiva di non dover chiedere scusa per Sebastian. Non c’era niente da chiarire perché al prossimo litigio si sarebbero urlati le stesse cose orribili. Non c’era niente da promettere se non il perdono, i baci, le carezze, ancora una vita insieme.

Entrambi sapevano che sarebbero rimasti lì, immobili per altri due minuti, che poi Thad si sarebbe avvicinato, abbattendo il muro di pioggia che si era creato tra loro.

Le cose non dette sarebbero rimaste non dette.

Entrambi sapevano che si sarebbero guardati negli occhi a dispetto delle gocce che li mostravano sfocati, che Sebastian l’avrebbe preso tra le braccia e la sua mano sarebbe andata, istintivamente, a toccare la mano sinistra di Thad, dove c’era l’anello, per controllare che fosse ancora lì.

Le parole sarebbero state dimenticate, gli atteggiamenti perdonati.

Entrambi sapevano che si sarebbero fatti l’unica promessa che valeva la pena farsi, l’unica che sarebbero stati in grado di mantenere.

Un bacio.

Passionale, stucchevole, indifeso, fragile, imperfetto.

 

E la pioggia continuava a scendere, inesorabile.

 

-Ci prenderemo una bronchite- sussurrò Sebastian, direttamente sulle sue labbra.

 

Thad rise.

 

 

 

 

 

Note

 

E’ iniziata :D Questo è forse, dei tre prompt che ho scritto, quello che mi è piaciuto di più. Penso che sia, tra le storie che ho scritto, quella che rappresenta la storia d’amore, realmente e senza fronzoli. Ho cercato di scrivere di Sebastian e Thad più umani e meno stereotipati. Spero di esserci riuscita.

Il clichè che ho scelto è “Bacio sotto la pioggia”.

Volevo fare un ringraziamento speciale alla mia beta, Sam e Melipedia che, generosamente, mi ha fornito il banner.

Spero abbiate gradito la lettura.

Un bacione e alla prossima :D <3

 

 

 

 

 

 




   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Obsessed