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Autore: Queenofsockpuppets    11/11/2013    0 recensioni
A volte ci manca il coraggio di fare cio che vorremmo fare realmente...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Scese le scale. 

Le otto di sera.

Era partita per Milano il giorno prima alle sei di sera,eppure le sembrava che fosse almeno una settimana prima.

Ricordava tutto perfettamente,l'ansia che aveva provato scendendo dal treno,la gioia nel vederlo che la aspettava alla stazione della metro,i suoi baci,il suo profumo,i suoi abbracci,le loro mani intrecciate mentre la riaccompagnava a quel maledetto treno che l'avrebbe riportata a casa,che si sarebbe mangiato chilometro dopo chilometro la loro distanza,allontanandoli di nuovo.

Fino a chissà quando.

Si sedette ad aspettare il treno,il suo treno,quello che l'avrebbe riportata a casa,dai suoi amici,dal suo fidanzato,dalla sua scuola,dal suo lavoro,dalla sua vita.

Tranquilla,ordinaria,monotona,programmata,piena di doveri e di responsabilità.

"Non voglio crescere",lo ripeteva da quando aveva sette anni.

Ma lo stava facendo,stava succedendo,si voltò indietro,guardando dietro i suoi diciannove anni.

"Come diavolo sono già arrivata fino a qui?" Si chiese,disperata.

Il tempo era come un treno,che non si fermava: si mangiava anni al posto di chilometri,non faceva fermate intermedie.

Le venne improvvisamente proiettata davanti l'immagine della sua statua preferita del cimitero della sua citta',l'ineluttabile,un uomo colto nel vano sforzo disperato di frenare un cavallo in corsa.

L'uomo che cerca di fermare il tempo.

Una voce all'altoparlante disse: "treno da Torino stura diretto a milano centrale in arrivo al binario tre.allontanarsi dalla linea gialla. Ferma a..."

Non poteva farcela:quell'annuncio le riporto' alla mente la sua partenza nervosa del giorno prima,il suo viaggio pieno di pensieri,il suo arrivo,le riporto' alla mente Lui.

Alla radio della stazione Mark Knopfler cantava:"sei così lontano da me...così lontano che non riesco a vederti..."

Strinse fra le mani il suo biglietto per la normalità: un quadratino di carta in grado di condannarla per sempre,la catena del suo collare,la sua palla al piede.

Lo strinse nervosamente,guardando prima il binario tre,poi il suo binario.

Eccolo li che arrivava,il treno per Milano:lo stesso che aveva preso il giorno prima,lo stesso con cui era arrivata.

Le porte si aprirono:viaggiatori stanchi scesero carichi di valigie e borse,le facce tristi,gli occhi spenti.

"Loro hanno scelto" le disse una voce in fondo alla testa.

"Loro hanno tenuto il loro biglietto,loro  hanno preso quel treno che li riportava alle loro vite di sempre.".

Guardo ancora il suo biglietto. 

Pareva dirle:"non lo farai. io lo so che non lo farai,tu non sei così,torna a casa. cosa puoi fare da sola? dove vuoi andare? La tua piccola città è sicura. La tua piccola vita è sicura.".

Solo certezze,nessun dubbio,tutto andrà come deve andare:quello le prometteva quel pezzettino di carta colorata.

Lo appallottolo' con rabbia.

Lo gettò nel cestino.

Corse,corse come non aveva mai fatto in vita sua,corse fino al binario tre,salto' sul treno per Milano,si sedette nel primo posto libero che trovò,mandò un messaggio a Lui dicendogli di aspettarla in stazione,e dopo due ore di viaggio si precipitò giù da quel treno,gli corse incontro,non gli diede neanche il tempo di chiederle cosa stesse facendo,gli si gettò al collo,gli si aggrappo' disperatamente e gli disse all'orecchio:"io ti amo,fanculo la scuola,fanculo il lavoro,fanculo la mia vecchia vita,io ti amo,cazzo,voglio stare con te,alle tue condizioni,sono disposta ad annullarmi per te,e se tu non lo vuoi dimmelo adesso,porca puttana,dimmelo in faccia,perche allora io risaliro su quel cazzo di treno e me ne tornerò alla mia vita di merda,ma non la smetterò di amarti. Non smetterò mai.".

Si cercò un lavoro,affittò un appartamento,inizio li una nuova vita.





Non prese quel treno.

Dopo un'ora,scese nella piccola stazioncina del suo paesello. 

Camminava lungo le solite stradine,piccoli edifici con piccoli negozi,piccoli bar,un piccolo cinema,piccole persone.

Alzo gli occhi al cielo:una luna bianchissima,non piccola,ma grande,le ammicco' lassù nel buio.

Si accese una sigaretta alla menta,a Lui piacevano tanto.

Aspettare,avrebbe dovuto aspettare ancora.

Chissà quanto,ma non le importava: alcune cose sono preziose perché non durano.

Sapeva che un giorno l'avrebbe perso,per sempre,ma preferiva non pensarci.

Quando quel giorno sarebbe arrivato,l'avrebbe fatto.

Avrebbe fatto quello che non aveva avuto il coraggio di fare quella sera.


Avrebbe preso quel treno.




   
 
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