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Autore: SmartieMiz    11/11/2013    7 recensioni
Un aspirante giovane cuoco, un misterioso e affascinante attore francese alle prime armi, amici buoni quanto rompiscatole, cliché a non finire, la bella Parigi come sfondo della vicenda e il tutto accompagnato da un caffè amaro, molto amaro. Questi sono gli ingredienti della storia che sto per raccontarvi.
Minilong per la Thadastian Week 2013 di novembre! :)
1. Cliché
2. Paris
3. In another life
4. Boring lessons
5. Cooking
6. Birthday's Present
7. Daddies
8. The day of firsts (extra)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La Vie En Rose
Rating: giallo
Genere: commedia/romantico
Day: Cliché

Minilong per la Thadastian Week 2013 di novembre! :)

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 


La Vie En Rose
 

 
Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas,
Je vois la vie en rose.

("La Vie En Rose", Edith Piaf)


 
I

Un café et un cliché


«Aspettate, sentite se lo pronuncio bene: boulangerie!».
«Puoi fare di meglio!».
«Baguette».
«Non ci siamo ancora, Jeff».
«Escargot».
«Non si pronuncia la T finale».
«Paris!».
«E nemmeno la S!».
Le voci di Nick e Jeff erano quasi un fastidioso ronzio in quella giornata che si prospettava grandiosa per Thad Harwood.
Thad ancora non ci credeva: erano a Parigi, la città dei suoi sogni. Con tanto impegno e ambizione, erano riusciti a vincere quello stage estivo in Francia. Per la precisione, avevano ottenuto l’esenzione totale per un master di cucina diretto da un celebre chef francese, e i ragazzi non stavano più nella pelle. Per una settimana avrebbero vissuto in un appartamento nei dintorni di una prestigiosa accademia.
E parlato francese fluentemente, o almeno questo era ciò che si sperava.
«Sono bravo nello scritto, conosco tutte le regole grammaticali e so anche applicarle, ma la pronuncia e la comprensione orale non sono mai state il mio forte», si giustificò Jeff.
«Anche quello è importante! Come capirai le lezioni dello chef se non capisci la gente quando parla in francese?!», lo rimbeccò Nick.
«Non è che non la capisco, ma ho difficoltà! Parlano troppo veloce per i miei gusti! Spero di non avere molti problemi, ma ne dubito…».
«Io spero soltanto che ci capiscano», fece Nick, poi guardò Thad e, divertito, disse: «Thad deve ancora dire qualcosa!».
Fu allora che Thad ritornò per un momento alla realtà, come se si fosse svegliato da un sonno profondo. «C’est merveilleux», disse, semplicemente.
«Ma che pronuncia impeccabile, Thad! Hai da ridire?», fece Jeff, rivolgendosi a Nick con un sorrisetto.
«Sì, in prat…».
«Ma dai, piantala! Ferme ta bouche», lo zittì Jeff, poi si voltò verso Thad: «Allora, che facciamo? Non ci crederete ma non vedo l’ora di iniziare le lezioni!».
«Anch’io», rispose Thad, poi disse con occhi sognanti: «Imparare i segreti più nascosti dell’arte culinaria… a Parigi… è tutto così… così fantastique!».
Nick ridacchiò. Jeff sorrise. «Ragazzi, non so voi ma mi scoccio di disfare le valigie, lo farò stasera dopo cena se non domattina, come mio solito. Che ne dite di fare colazione in un bel café parigino?», propose Jeff.
«Ottima idea! E questa volta l’hai detto anche bene!», asserì Nick.
 
Si poteva sentire l'odore dei caldi croissant appena sfornati senza nemmeno entrare in caffetteria.
Thad aveva l’acquolina in bocca. Jeff stava divorando i dolci esposti con gli occhi nel senso più letterale del termine.
Nick si rivolse al barista con un caloroso e gentile bonjour.
«Bonjour! Qu’est-ce vous désirez?».
«Je voudrais trois cafés et trois croissants, merci».
Nella mente di Jeff riecheggiava ancora la voce dolce e cortese di Nick che parlava in francese; Thad, invece, osservò gli interni del locale con occhi pieni di luce ed entusiasmo. Poteva vedere persone con giacca e cravatta e la valigetta ventiquattrore e studenti e studentesse universitari.
«Et voila!».
«Merci! Combien ça coute?».
Nick – che era quello più pratico tra i tre – porse la banconota. I ragazzi presero le proprie ordinazioni e si misero alla ricerca di un tavolo.
«Prendiamo quello!», insisteva Jeff, indicando un tavolino appartato e con una bella vista.
Thad, ammutolito, stava ancora viaggiando con la mente quando sentì una voce imprecare che fece voltare tutti.
«Merde!».
Il momento idilliaco si interruppe bruscamente.
Il sogno finì e Thad tornò in se stesso: era appena inciampato e aveva rovesciato il suo caffè sulla camicia di un ragazzo.
«Mon Dieu! Je regrette, je ne…».
«Cette chemise est très chère! Je l’ai payée beaucoup!».
Thad aveva provato a scusarsi, invano. Il ragazzo era visibilmente irritato.
Il francese alzò il capo, guardando per la prima volta il suo interlocutore.
Non l’avesse mai fatto.
«Je suis désolé…», mormorò Thad, pieno di imbarazzo e visibilmente mortificato: «Je peux t’acheter une nouvelle chemise…».
«Non sei di qui, vero? Viaggio molto e parlo fluentemente l’inglese, se questo può aiutarti», rispose il ragazzo. Immediatamente la rabbia iniziale si era attenuata e il suo tono di voce si era quasi ammorbidito.
E che voce.
Thad arrossì di vergogna. «Scusami, mi dispiace tanto! Davvero, posso comprarti una nuova camicia, ricomprarti questa, darti i soldi, pagare la lavanderia… qualsiasi cosa!».
«Sono incidenti di percorso, sarebbe potuto capitare anche a me, anche se quando cammino guardo a terra e non in alto, a differenza tua», rispose il francese quasi divertito, con una punta di sarcasmo nella sua voce.
«Scusami ancora. Quanto ti devo?».
«Non voglio soldi, tranquillo».
«Permettimi almeno di offrirti il caffè. Per come sono fatto io, avrò il rimorso per i prossimi giorni!».
Il ragazzo quasi sorrise. «E va bene, hai vinto. Mi chiamo Sebastian, se ti può interessare».
«Thad. Piacere di conoscerti! E scusami ancora!».
«Quante altre volte me lo vorrai ripetere?».
Nel frattempo, Nick e Jeff avevano preso posto e, sghignazzando, avevano assistito alla scena e avevano aperto le prime scommesse.




Angolo Autrice

Buon pomeriggio a tutti! :)
Che dire? Mi si struggeva il cuore a non poter partecipare a questa Thadastian Week, e quindi... e quindi ho deciso di parteciparvi lo stesso, anche se il mio tempo disponibile è pari a zero in questi giorni xD L'ho plottata tutta, il problema è trovare il tempo per scrivere, ma ci tengo tanto e quindi non volevo lasciarmi sfuggire quest'occasione <3
Che dire? Iniziamo con una cosa trooooppo cliché xD Questo primo prompt - nonché primo capitolo della minilong - è piuttosto breve, ma i prossimi capitoli saranno più lunghi e ricchi di particolari :)
Ah, questa minilong è anche molto AU: abbiamo un Thad, un Nick e un Jeff che hanno terminato i loro studi alla Dalton e che stanno svolgendo un master di CUCINA in Francia, precisamente a Parigi. Non so dove mia sia venuta l'idea di quei tre adorabili ciccini versioni cuochi, ma datemela per buona xDD
E datemi per buono anche il titolo - su cui sono molto insicura - e quel Rose scritto in rosso anziché in rosa. Mi piace di più xD :P
Ah, non ho riportato la traduzione delle frasi in francese perché a mio parere sono piuttosto semplici, ma se volete posso riportarvi la traduzione! Spero siano corrette, se ci sono errori non esitate a farmelo notare! ^^
Ringrazio le ragazze del gruppo della Thadastian Week per tutto! ♥
Spero vi sia piaciuto quest'inizio! :D ;)
   
 
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