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Autore: gaia1986    12/11/2013    2 recensioni
Rivisitazione della storia del Port-to-Port killer.
Tony viene rapito dal killer che lo vuole trasformare in un suo adepto in quanto lo ritiene un suo fratello. Leon Vance, Ray Cruz e Philip Davenport saranno nel mirino dei due.
Gibbs, Ziva e il resto del team, nel frattempo, cercheranno di fermarli e farenno di tutto per riuscire a riportare Tony a casa, ma lui non sarà più lo stesso. Questa situazione avrà ripercussioni su tutto il team e sul rapporto tra Tony e Ziva, ma anche con Gibbs. Cosa succederà tra i Tiva? E con Gibbs? Riusciranno a tornare alla normalità? Sta a voi scoprirlo leggendo.
Nella storia compariranno anche la dottoressa Rachel Cranston, EJ e il suo team, Fornell e Sacks.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Gibbs portò con delicatezza Tony fuori dalla casa fino alla sua Dodge Charger. Da un SUV rubato, Cobb osservò tutto l’accaduto. Il suo piano era fallito. A quanto pareva ci voleva davvero quel mese in più dopotutto.
Gentilmente, Gibbs guidò Tony fino al retro della vettura. Un ammaccato McGee che si strofinava il petto, EJ che si strofinava la mascella e Ziva uscirono dalla casa con Vance. Osservarono Gibbs che si prendeva cura di Tony. Vance gli si avvicinò.
«Cosa farai con lui?» gli domandò Vance.
«Lo porterò in ospedale per un controllo e poi lo terrò a casa mia» rispose Gibbs.
«Avrà bisogno di aiuto, di aiuto psicologico» osservò Vance.
«Rachel Cranston» disse Gibbs.
«La chiamerò e la informerò di quanto successo» asserì Vance.
«Non poteva ucciderti, Leon. Non è un assassino. Cobb ha fatto del suo meglio, ma non è bastato per farlo diventare un assassino» disse Gibbs.
«Dovresti essere orgoglioso di lui, Gibbs» suggerì Vance.
Gibbs guardò Vance negli occhi «Io sono orgoglioso di lui, Leon, sono molto orgoglioso di lui»
«Fammi sapere cosa posso fare per lui e lo farò» disse Vance.
«Potrei aver bisogno di una pausa e Cobb potrebbe volerlo indietro o morto» affermò Gibbs.
«Prenditi tutto il tempo che ti occorre e la tua squadra sarà sui casi irrisolti quando non si occuperà della sicurezza di DiNozzo» decise Vance.
«Grazie, Leon» lo ringraziò Gibbs.
Quindi salì in macchina e si allontanò. Cobb osservò tutta la scena. DiNozzo gli apparteneva. Dopo essersi occupato del SecNav e di Ray Cruz, sarebbe tornato a recuperare DiNozzo. Ci aveva speso troppo tempo e troppa fatica per lasciarlo andare.
 
OSPEDALE
Tony era seduto sul suo letto in ospedale. Gli era stata fatta tutta una serie di test e di esami. Il dottore, in quel momento, era accanto al suo letto a controllare la sua cartella clinica. Poi la posò ai piedi del letto. Tony distolse lo sguardo da lui. Nell’angolo della stanza c’era Gibbs, seduto tranquillamente a fissare Tony.
«Ha subito una grande quantità di abusi fisici. Presenta alcuni segni di malnutrizione e poi c’è il danno psicologico» disse il medico.
«Quando potrò portarlo a casa?» chiese Gibbs.
«Credevo l’avreste spedito dritto in prigione» rispose il dottore.
«Prigione?» ringhiò Gibbs «Lui non andrà in prigione»
«Oh. Pensavo di si, invece» replicò il dottore.
Proprio in quel momento, Fornell entrò nella camera ospedaliera. Guardò DiNozzo, che stava fissando il pavimento. Tony era un uomo distrutto.
«Gibbs, possiamo parlare?» domandò Fornell.
Gibbs si alzò e lo seguì fuori dalla stanza, fino al corridoio «Che c’è Tobias?» chiese Gibbs.
«Non dovrebbe essere in una sala interrogatori per essere interrogato?» domandò Fornell.
«Non ha sparato a Vance. Non poteva» replicò Gibbs.
«Ma ha delle informazioni su Cobb» ribatté Fornell.
«Starà da me. Scoprirò cosa sa su Cobb» disse Gibbs.
«Ok, tienimi informato. Capisco tu voglia proteggerlo» disse Fornell «Sembra distrutto»
«Nulla che non possa essere sistemato» replicò Gibbs.
«Lo spero, Jethro» rispose Fornell.
«Fidati Tobias, guarirà» ribadì Gibbs.
«Dov’è il tuo team?» domandò allora l’uomo.
«Mi sta aspettando a casa» rispose Gibbs.
 
CASA DI GIBBS
Ziva camminava su e giù per il soggiorno mentre Abby si era presentata con tutti gli ingredienti per la zuppa di pollo ed era in cucina a prepararla. McGee, EJ, Ducky e Palmer erano seduti sul divano e sulle poltrone in attesa dell’arrivo di Tony.
«Ziva, ragazza mia, fai un favore ad un uomo anziano con il cuore malandato e siediti» disse Ducky «Mi stai innervosendo»
«Mi spiace Ducky» rispose Ziva «Ho bisogno di fare qualcosa. Credo che aiuterò Abby»
Ziva uscì dalla stanza e si diresse in cucina passando attraverso la sala da pranzo. In cucina trovò Abby intenta a tagliare cipolla e sedano.
«Faccio io» disse Ziva «Sono più brava io con i coltelli»
Abby sorrise e guardò Ziva roteare il coltello prima di iniziare a tagliare a tocchetti cipolla e sedano. Si avvicinò alla pentola dove stava bollendo il pollo.
«Mi occorrono anche la carote tagliate» disse Abby.
«Peccato non avere qualche Matzah, se no avrei potuto fare la zuppa di Matzah» disse Ziva.
«Io e te cucineremo un sacco nelle prossime settimane» disse Abby «Fosse per Gibbs, gli farebbe mangiare solo bistecche e patate»
«A Tony mancherà la pizza probabilmente» disse Ziva con un sorriso.
«È bello averlo di nuovo con noi, non è vero Zivy?» chiese Abby.
«È a casa ma non è ancora tornato. Quando arriva cerca di non abbracciarlo. Sarà spaventato. Lui è... vedrai. Non è esattamente “Tony” in questo momento» disse Ziva.
«Ho letto molte cose sul lavaggio del cervello, sulla programmazione e sulle de-programmazione» disse Abby «So che ci vorrà un po’ prima che torni ad essere il nostro Tony»
«Dobbiamo stargli vicino. Dobbiamo essere forti per lui» rispose Ziva. Poi si tagliò mentre affettava velocemente le verdure. Fece cadere il coltello e fissò il dito che aveva iniziato a sanguinare.
«Ziva» esclamò Abby. Le andò a fianco poi la portò al lavandino e aprì l’acqua. Prendendo il suo dito sanguinante, Abby lo mise sotto l’acqua.
«Ti fa male, vero Zivy?» chiese Abby.
«L’acqua fa male? Sono stata goffa!» disse lei.
«No, Tony» rispose Abby «Stai male per lui, non è vero?»
«Abby, lui è... è il mio partner» replicò Ziva.
«Lui è più di questo. Tutti lo sanno. Persino Gibbs lo sa, anche se non vuole ammetterlo perché gli incasinerebbe le sue regole» affermò Abby.
«Sembra così distrutto, Abby. Anche più di me dopo la Somalia. Devo riuscire ad aiutarlo in qualche modo» disse Ziva.
Abby le asciugò la mano e poi le avvolse il dito in uno strofinaccio. Guardò in tutti gli armadietti finché non trovò delle bende. Dopo aver pulito e asciugato il suo dito lo bendò.
«No preoccuparti, Zivy! Sarai in grado di aiutarlo» disse Abby.
«Lo spero proprio» rispose Ziva.
 
La Charger si fermò davanti alla casa di Gibbs. Tony era rimasto seduto in silenzio sul sedile del passeggero per tutto il tragitto. I dottori avrebbero voluto trattenerlo e mandarlo al reparto psichiatrico per iniziare la terapia. Gibbs si era opposto e aveva firmato le dimissioni come parente più prossimo. Sapeva cos’era meglio per Tony e avrebbe fatto in modo di fargli avere tutte le cure necessarie in maniera efficace.
«DiNozzo» disse mentre erano ancora seduti in macchina.
«Si» rispose a bassa voce per poi fissare i tuoi piedi.
«Persone che ti vogliono bene ti stanno aspettando dentro. Vogliono assicurarsi che tu stia bene. Hai capito?» chiese Gibbs.
«Non mi piacciono molto le folle, in questo momento» borbottò.
«Lo so, Tony» sospirò Gibbs «Lascia solo che ti vedano poi ti porterò di sopra, dovrei potrai stare tranquillo. Hai fame?»
«Un po’» rispose lui.
«Ti porterò su anche qualcosa da mangiare. D’accordo?» disse Gibbs.
«Si, signore» rispose Tony. Sentire DiNozzo chiamarlo signore fu un colpo al cuore per Gibbs. L’uomo sembrava distrutto, solo e spaventato. Aveva bisogno di convincerlo che non era solo e non c’era bisogno di essere spaventati.
«DiNozzo, guardami» disse Gibbs. Con riluttanza, Tony lo guardò. I suoi occhi verde mare erano pieni di paura e tristezza. Per la prima volta dopo molto tempo, si ricordò di quanto fosse brava Shannon con le persone. Poteva davvero usarla in quel momento. Lei avrebbe voluto bene a Tony. «Sono qui per te» disse Gibbs «Non mi importa cosa accadrà o quanto tempo ci vorrà. Io sarò qui per te. Tu e io affronteremo il tuo recupero insieme, ok?»
«Si, signore» disse Tony dolcemente. Poi un’espressione di dolore gli contorse la faccia «Come puoi fidarti di me?»
«Perché tu sei parte della mia famiglia, DiNozzo!» sorrise Gibbs «Ora andiamo dentro»
Con apprensione, Tony scese dall’auto. Il suo primo istinto era stato quello di correre. Cobb gli aveva detto dove andare – Cascate del Niagara. Cobb lo voleva là dopo aver ucciso Vance, ma lui non l’aveva fatto. Non aveva potuto uccidere Vance, il che significava che probabilmente Cobb non lo voleva più. Cobb probabilmente lo voleva morto. morto sarebbe stato meglio che sentirsi così, però. Non voleva sentirsi così impaurito e solo. Non importava cosa avesse detto Gibbs, e lui ricordava il volto di Gibbs, ma quello che sentiva verso di lui era smorzato, si sentiva tutto solo.
Tony si fermò ai piedi delle scale della veranda. La paura lo sopraffece. Gibbs, che portava la sua sacca con i vestiti, gli mise la mano libera sulla spalla. «Sono qui, DiNozzo. Qualunque cosa ti serva, basta che tu me lo dica» gli disse.
«Ok, posso farcela» rispose Tony.
«Lo so che puoi farcela, figliolo» disse Gibbs.
Per qualche ragione essere chiamato figliolo da Gibbs fece sentire Tony protetto, al sicuro. Salì il primo gradino del portico e in poco tempo si trovò in piedi davanti alla porta. Gibbs l’aprì e lo fece entrare in casa dove tutti lo stavano aspettando.
In una silenziosa situazione di stallo, Tony guardò i suoi amici e loro guardarono lui. Ad ognuno di loro era stato detto di stare attenti con lui, così nessuno aveva ancora parlato. Ducky ruppe il silenzio. «Anthony, è un piacere rivederti» esclamò Ducky.
Istintivamente, Tony sentì di potersi fidare di quell’uomo, gli piaceva. Lo stesso valse per Jimmy. McGee lo preoccupava un po’, mentre Abby lo intimidiva. Ziva, però, era un problema per lui. Aveva paura di lei ed era attratto da lei allo stesso tempo. Mentre lei se ne stava lì con i suoi capelli ricci lasciati sciolti e lo fissava con i suoi occhi color cioccolato, sentì un’enorme paura per lei, ma allo stesso tempo avrebbe voluto abbracciarla e stare con lei. La sua mente gli disse che era pericolosa e che lei era qualcosa di più di un’amica.
«Hey Tony, come stai?» chiese McGee.
«Io... ehm... veramente vorrei stare da solo. Mi sento meglio da solo» rispose.
«Che ne dici se ti accompagno di sopra e ti aiuto a cambiarti? Ho sentito dire che hai alcune contusioni e ferite di cui posso occuparmi io, così puoi metterti a letto, mentre Gibbs ti prende un piatto di minestra. Che te ne pare?» propose Ducky.
«Non mi dispiacerebbe» rispose Tony.
Ducky prese la borsa da Gibbs e scortò Tony su per le scale fino alla camera da letto principale, dove sarebbe stato. In un giorno o due, Gibbs contava che McGee sarebbe riuscito a installare in camera un televisore con un lettore Blu – Ray  e avrebbe potuto portare lì alcuni film di Tony per lui. Gibbs era sicuro che gli sarebbe piaciuto vedere James Bond e qualcun altro dei suoi classici.
Una volta che Tony fu al piano di sopra, tutti guardarono Gibbs. Lui chiuse gli occhi un secondo, poi iniziò a riprendere il controllo. «La dott. Cranston verrà domani per iniziare la terapia» disse «Quell’uomo è distrutto e noi lo dobbiamo rimettere insieme. Appena ha smesso di seguire la programmazione, è crollato. È il guscio dell’uomo che era. Dobbiamo proteggere quel guscio e ricordargli l’uomo che era»
«Riguardo Cobb?» domandò Ziva.
«Lui è un problema» rispose Gibbs «anche lui lo vorrà indietro o lo ucciderà»
«Dovrà passare sul mio cadavere, Gibbs» dichiarò Ziva «Io resto qui»
Gibbs la guardò e vide la determinazione nei suoi occhi. Non c’era modo di tenerla lontana. «Vai a casa a prendere dei vestiti. Puoi restare nella camera degli ospiti e occuparti della sicurezza» disse Gibbs «Io prendo il divano»
«Io mi prendo il divano» ribatté lei.
«Ziver, dormo sul divano quasi tutte le sere in ogni caso» sospirò «Io starò sul divano. Il resto di voi potrà essere d’aiuto. La doc. Cranston probabilmente vorrà parlare con ognuno di voi riguardo il proprio rapporto con Tony, quindi partiremo da lì»
«Faremo tutto ciò che occorre, Gibbs» disse EJ.
«Si, Boss» rispose McGee.
«Ho la zuppa di pollo per lui» disse Abby.
Ducky l’aveva sentita mentre scendeva le scale. «Ne avrà bisogno. Ha qualche segno di malnutrizione» disse il dottore.
«Come sta, Duck?» chiese Gibbs.
«Il suo corpo e pieno di lividi e piccole ferite. Credo che Cobb non sia riuscito a completare la programmazione. Penso che l’abbiamo trovato un mese prima del suo completamento» affermò Ducky.
«Grazie a Dio» esclamò Abby sollevata.
«Si beh, ora è nostro compito rimettere insieme quell’uomo distrutto» disse Ducky «Portagli la zuppa Jethro e resta con lui finché non si addormenta. I medici gli hanno prescritto degli antidolorifici, assicurati che li prenda. Lo aiuteranno a dormire»
«Ducky, ma starà bene?» chiese Abby apprensiva.
«Col tempo e con il nostro aiuto, starà meglio Abigail. Col tempo e con il nostro aiuto» affermò Ducky.
 

N.d.A:
Scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma è un periodo davvero incasinato tra università e lavoro....
A presto,
Gaia

  
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