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Autore: __21century    12/11/2013    1 recensioni
Ambientata nel 2014, Dean e Castiel discutono. Spesso. Troppo.
E c'è una missione da portare a termine.
Songfic ispirata a This is War-30 Seconds To Mars
Genere: Azione, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Desclaimer: I personaggi e la canzone non mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro. Buona lettura.





 
A warning to the people 
The good and the evil 
To the soldier, the civilian 
The martyr, the victim 
This is war




 
«Dean, non farmelo ripetere un’altra volta! Non ho intenzione di far morire tutti i nostri uomini in una missione suicida!» ripeteva per la millesima volta Castiel, seguendo Dean per tutto il campo. Sapeva di non avere nessuna forza di coercizione sul loro leader. Avrebbe voluto credere che se Dean gli avesse chiesto di buttarsi in un pozzo per recuperare un centesimo non l’avrebbe fatto, ma sapeva bene che non ci avrebbe pensato nemmeno un secondo.
Dean lo stava ignorando. Castiel poteva intuire che stesse alzando gli occhi al cielo.
«So che mi senti! Non fingere che non te ne freghi nulla di tutta questa gente. Si può sapere quando sei diventato così?» esclamò, più forte di prima, e si fermò ad osservare Dean che continuò a camminare finché non elaborò quelle parole. Dava ancora la schiena a Castiel.
«Forse sono sempre stato così.» disse, senza mai girarsi.
«Non ci credi nemmeno tu.» ribattè Castiel, sospirando. Se solo Dean si fosse reso conto di quanto fosse importante per quella gente, per lui, e avesse rinunciato ad essere quel pallone gonfiato che era negli ultimi mesi, le cose sarebbero andate meglio. Se solo Dean non fosse stato ossessionato da quella guerra masochista contro il Male.
«É una guerra, Castiel. Non c’è tempo per pensare a cos’è giusto e cos’è sbagliato!» esclamò voltandosi e ritrovandosi ad affrontare gli occhi tristi di quello che una volta era un angelo, un guerriero di Dio, mentre ora assomigliava al relitto di un uomo la cui speranza era morta.
«Questa gente crede in te.» ritentò Castiel, facendo finta di non aver notato come in quel tempo lui e Dean avevano perso il loro legame.
«Questa gente crede a chiunque si professi un soldato, a chiunque dice che porterà in salvo il loro stupido culo!» il tono di voce di Dean era alto e molta della gente che viveva al campo li stava sentendo. Non era certo una novità sentirli litigare. Erano tutti abituati ai loro vivaci scambi di opinioni.
«Va bene.» furono le uniche parole ad uscire dalle labbra di Castiel, prima di tornare nella sua piccola casa di legno.
Nel frattempo Chuck si era avvicinato a Dean per chiedergli se andava tutto bene.
«Sono stanco delle sue idee, della sua convinzione che nel mondo ci sia ancora del buono, del suo voler fare il martire, quando invece è solo una vittima come tutte le altre.» fu la secca risposta.





 
It's the moment of truth and the moment to lie. 



 

Passarono un paio di giorni, Dean e Castiel non parlarono e non si scambiarono sguardi. Si evitano a vicenda, sperando che le cose si sistemassero magicamente. Il giorno della missione era però arrivato e Dean aveva bisogno di lui.
Bussò con energia alla porta della sua casa e aspettò di sentire Castiel urlare il solito “Avanti!” mentre si avvicinava all’uscio. Entrò senza farsi scrupoli e se lo ritrovò davanti, fin troppo vicino.
«Beh, buongiorno Mister Winchester.» disse, con un sorrisino. Dean sapeva che era ancora arrabbiato e che si sarebbe divertito a punzecchiarlo.
«Non chiamarmi così.» rispose, sedendosi al piccolo tavolino, anch’esso di legno.
«Oh, pensavo ti piacesse.» l’espressione di Castiel era allusiva, ma in quel momento Dean non aveva la benché minima intenzione di cadere nei suoi trucchetti.
Aspettò che si sedette al tavolino insieme a lui, per cominciare la sua opera di convinzione.
«Il momento della verità è arrivato. Lucifero è nel centro della città, secondo le nostre fonti. I nostri uomini hanno bisogno di te.» spiegò, guardando Castiel negli occhi. Non poté fare a meno di provare compassione per lui, incolpando sé stesso per quello che il suo amico era diventato. Amico. Era più facile definire Castiel un amico, in quel momento, e rinnegare tutte le verità che nascondeva dentro di sé.
«E dire che un tempo eri tu ad aver bisogno di me.» rise Castiel. La sua risata era amara, non più cristallina. Per un momento Dean si chiese se fosse sotto droghe, come al solito, ma poi si rese conto di non volerlo sapere.
«Beh, ho ancora bisogno di te.» gli costava ammetterlo, ma era sempre stato così. Senza Castiel sarebbe stato un uomo perso. «Vieni.»
«Cos’hai detto agli altri?» chiese Castiel, cominciando a preparare la sua roba, riponendolo in uno zainetto color cachi.
«Non importa cos’ho detto agli altri.» mormorò Dean. Sapeva che Castiel non avrebbe approvato.
«Non importa?» Castiel alzò lo sguardo dalla pistola che aveva momentaneamente in mano e Dean poté percepire la rabbia crescergli dentro. «Per te è sempre il momento di mentire, vero?» disse, per poi ridere tristemente. Aveva perso le speranze con Dean.
«Verrai oppure no?» chiese Dean, avvicinandosi a Castiel e puntando gli occhi nei suoi.
«Ricordati che non lo faccio per te.» rispose, senza interrompere il contatto visivo.
«Non ci credi nemmeno tu.»

 
  
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