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Autore: stellinabg    13/11/2013    2 recensioni
Il corpo di Senri Shiki è stato posseduto dall'anima del padre, Rido Kuran.
Questa breve one shot prende ispirazione dall'anime e si concentra sui pensieri dell'anima del giovane vampiro, smarrito e confuso, fino al momento in cui riesce a "risvegliarsi" e a prendere di nuovo controllo del proprio corpo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rima Toya, Senri Shiki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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INSIDE ME
 
He lives like a cloud, just drifting along...
but during the battle, a staunch "self" awakens...
in his innocent spirit.

[Matsuri Hino, Vampire Knight Official Fanbook, Page 95]
 

"Dove mi trovo? È tutto buio qui…
Cosa è successo?"

Shiki, seduto nel nulla, si porta le mani alla testa e cerca di ricordare come sia finito lì, ma senza grande successo.
 
"Mio padre…sì, mi sembra di averlo visto…
Ma come è possibile? Era morto…"

Nella mente di Shiki appaiono improvvisamente dei flash disordinati degli ultimi avvenimenti: lo scantinato in cui è stato condotto dallo zio, il padre che esce dalla bara…
Il ragazzo, confuso e disorientato, continua a tenere le mani sulla testa e inizia a scuoterla.
 
"No, non può essere successo veramente…
Ora mi sveglierò urlando e troverò Rima a prendermi in giro! Sì, è così…"
 
Il ragazzo si rannicchia, con le braccia a tenere le gambe, e dopo aver appoggiato la testa sulle ginocchia, chiude gli occhi e si addormenta.
Nella sua testa, tornano a farsi vedere i ricordi di ciò che è accaduto nello scantinato, ma questa volta con maggiore chiarezza. Alza di colpo il capo, con gli occhi spalancati, per poi riabbassarlo con aria accigliata.
 
"No, non si tratta di un sogno…
Il mio istinto di vampiro sa che non è così.

E’ come se la mia anima fosse stata relegata in una specie di limbo, come qualcosa di inutile, di troppo…
Ricordo il viso di mio padre davanti a me…e la sua voce. Trasparivano odio e sete di vendetta.
Che si sia impossessato del mio corpo, non essendo il suo ancora guarito del tutto, proprio per regolare dei vecchi conti in sospeso?
Già, probabilmente è così."
 
Shiki, sempre accovacciato nell’oscurità, ha gli occhi che iniziano ad inumidirsi e si trova a dover combattere contro le proprie emozioni che lo porterebbero a piangere.
 
"Ancora una volta, sono stato chiamato a casa solo per venire usato…
Mia madre, mio zio, mio padre…Sono tutti uguali.
Valgo davvero così poco da non meritare il loro affetto?
E valgo così poco da venire cercato sempre con un secondo fine?
"
 
A quelle domande, gli appare nella mente uno dei tanti momenti in cui Rima rivolge verso lui un tenero sorriso.
 
"Forse sarei dovuto andare in vacanza con lei e gli altri…
Però…
Però non potevo disobbedire: in fondo, sono la mia famiglia…
E anche ora non posso fare nulla per cambiare ciò che è successo. Posso solo aspettare…"
 
Privo di forze e rassegnato al suo destino, si sdraia nel buio e chiude gli occhi, restando così per un tempo indefinito, finché improvvisamente il silenzio di quel luogo viene rotto da una voce a lui famigliare.
- SHIKI, IDIOTA! -
 
"Rima?"

Apre gli occhi e davanti a lui vede delle sagome sfuocate: una più alta che sembra sorreggere quella più bassa.
- Gli lasci fare quello che vuole? -
La voce della ragazza sembra sofferente e Shiki, inizia a preoccuparsi per la sua salute, percependo con il suo olfatto da vampiro, l’odore del sangue dell’amica farsi sempre più forte.
 
"Rima? Cosa è successo? Possibile che mio padre abbia usato le mie mani per fare del male alla persona a cui tengo di più al mondo?"
 
- Cerca di reagire! Abbi un più di rispetto per te stesso! -
Di nuovo le parole di Rima lasciano trapelare la sua sofferenza, ma allo stesso tempo sente la determinazione della ragazza nel tono della sua voce. L’amica era l’unica a credere in Shiki e a nutrire un affetto profondo per lui: questo Shiki lo sapeva bene e quelle parole glielo ricordarono. Poteva non valere niente per i suoi genitori e per suo zio, ma sapeva invece di essere importante per Rima. Teneva così tanto a lui che era certo che, testarda com’era, aveva osato affrontare suo padre, un sanguepuro molto più potente di lei, pur di riportarlo indietro, senza preoccuparsi che sarebbe potuta andare incontro alla morte.
 
"PADRE, NON POSSO PERMETTERTI DI FARLE DEL MALE!"
 
Pensando ciò, i sentimenti forti che lo legano all’amica gli fanno finalmente prendere il controllo del proprio corpo, ma il potere del padre è ancora troppo forte per riuscire a contrastarlo del tutto, così cade a terra, privo di forze.
   
 
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