Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Hirriel    13/11/2013    4 recensioni
They say hope begins in the dark, but most just flail around in the blackness, searching for their destiny.
The darkness, for me, is where I shine.
(Richard B. Riddick)

Judal non si aspettava niente da quel viaggio nel sud d’occidente; Kougyoku si doveva sposare e lui la doveva accompagnare, punto. Non sarebbe dovuto succedere proprio nulla di anormale a parte gli occasionali bisticci e il fastidio arrecato dall’insopportabile caldo del territorio. Senonché gli rotolò davanti una piccola ragazzina con le guance paffute e gli occhi torbidi.
Il suo nome? Lilith.
E la quantità di problemi che portò fu indirettamente proporzionale alla sua altezza.
INTERROTTA
Genere: Dark, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judal, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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2. Stupidamente coraggiosa... o forse no

Lilith sbatté le palpebre; superata la sorpresa iniziale, stava iniziando a metabolizzare le parole del giovane che aveva davanti. Si stava prendendo gioco di lei, come si permetteva? Oh, quando avrebbe voluto rispondergli a tono e cancellare il sorrisetto sardonico da quel bel faccino.
Le cominciarono a prudere le mani dalla voglia di colpirlo. Quel tizio le stava antipatico a pelle. Provava una sorta di repellenza e disgusto nei suoi confronti, il che era strano, non le capitava spesso di provare sentimenti così chiari e netti, giudicare qualcun altro solo da un'occhiata era raro persino per lei che si affidava molto al proprio istinto.
Probabilmente la minaccia che rappresentava quel ragazzo era così grande che l'aveva addirittura avvertita.


“Devo andarmene da qui.”

Cercò di mantenere la calma: si pulì le mani sopra i pantaloni malconci e sollevò di nuovo lo sguardo, puntandolo quello del giovane «Io… sono inciampat-»

«Lo vedo che sei inciampata, anche se probabilmente sei l’unico essere umano che riesce a cadere quando c’è una folla così compatta.» la interruppe lui con voce sarcastica «Ora levati, devo passare.»

Lilith dovette conficcarsi le unghie nel palmo della mano per evitare di rispondergli a tono "Passare? Passare?! C'è un chilometro di spazio, di sicuro non sono un ostacolo così insormontabile!" Fece un grosso respiro e si voltò verso il lato opposto della strada, a quel punto tanto valeva attraversarla.
Nonostante stesse cercando di mantenere un certo autocontrollo, non riuscì non alzare gli occhi al cielo e per sua sfortuna il Magi la notò.

«Sai chi sono?» la sua voce la costrinse a fermarsi e a guardarlo di nuovo.

«...Sì, sei il sacerdote dell’impero Kou. Il Magi.» rispose con un tono leggermente sarcastico. Probabilmente la situazione in cui si trovava, più tutte le persone che la stavano guardando la rendevano più sfacciata del solito.

Lui incrociò le braccia al petto scrutandola attentamente, del sorrisetto di prima non c’era più neanche l’ombra «E… non ti interessa?»

«Beh…» ci pensò un attimo, poi si ricordò del puzzle «Ah! Se riesci a risolvermi questo, sì.» sollevò la tavoletta di legno mostrandogliela.

Vide con soddisfazione lo sconcerto negli occhi del moro e accennò un sorrisetto «Niente eh? Vabbè, non ti preoccupare, non ci riesco neanche io. Sarà per un’altra volta.» non aspettò una sua risposta, gli diede le spalle e se ne andò spintonando tra la folla che la guardava esterrefatta. 
Al contrario del cuore che le palpitava veloce nel petto, camminò lentamente con fare quasi annoiato. Avrebbe pagato oro per voltarsi e vedere che espressione avesse il Magi in quel momento ma si trattenne, conscia che non era il caso esporsi più di quanto non aveva già fatto.

Comunque, appena svoltò l’angolo si mise a correre velocissima, non riuscendo più a contenere un sorrisone vittorioso. Se avesse potuto si sarebbe baciata da sola, meritava un applauso, un corteo, una statua!! Gliel’aveva fatta vedere a quelle pecore che stavano ferme e buone con lo sguardo basso, piegandosi impaurite davanti ai potenti! Gliel’aveva fatta vedere anche al Magi e i suoi scagnozzi con il velo. Si sentiva… invincibile!
 


Arrivò al piccolo negozio a cui era diretta ed entrò senza neanche bussare, lanciandosi tra le braccia di una piccola e anziana signora che stava rimettendo a posto alcuni oggettini su un bancone, inevitabilmente quelli caddero a terra, provocando un gran rumore.

«Lilith!» la richiamò la vecchia signora, sorridendo di fronte all’impeto e l’innaturale affetto che mostrava la ragazza.

La giovane si mise a saltellare per la stanza, non riuscendo quasi a respirare per la corsa che aveva fatto «Vecchia non sai cos’è successo!!» senza darle il tempo di parlare, Lilith la prese per un braccio e la portò nel retrobottega, lì si spaparanzò su un divano malconcio e poggiò i piedi su un tavolino «Oggi bisogna festeggiare!»

«Le buone maniere, ragazzina!» la sgridò benevolmente la signora, mettendosi le mani sui fianchi e guardandola con curiosità «Che tu sia così felice è una novità, dov’è il solito muso lungo? Che guai hai combinato?»

Lilith ridacchiò e le fece cenno di aspettare, si alzò e riempì due bicchieri d’acqua porgendone uno alla vecchia e scolandosi l’altro. Si sedette di nuovo sul divano e accavallò le gambe, dandosi aria d'importanza. «Oggi ho sconfitto le autorità!» annunciò tutta impettita.

«Ma non mi dire!» commentò la signora, facendole il verso.

«No Halima, non hai capito! Oggi ho fatto davvero rimanere a bocca aperta l’intera città!» cominciò a raccontare, senza risparmiarsi neanche un dettaglio e aggiungendo cose qua e là, cercando di rendere tutto più fantastico di quello che effettivamente era stato.
Ma notò come lentamente le labbra di Halima, dapprima piegate in un dolce sorriso, si fossero lentamente  incurvate all’ingiù. Gli occhi marroni dell’anziana signora, un po’ acquosi e arrossati per la vecchiaia, le rivolsero uno sguardo severo; non c’era più traccia del divertimento di prima. Quando faceva quella faccia sembrava ancora più vecchia, i capelli bianchi con qualche ciuffo ancora castano le davano un’aria austera e seria, le rughe del viso si accentuavano.
Lilith conosceva bene quello sguardo e sentì la rabbia montarle dentro. Perché non era contenta anche lei? Perché non era mai fiera di quello che faceva?
Terminò il racconto e ammutolì, guardando la vecchia in cerca di risposte.

Halima si sedette sullo sgabello di fronte a lei, massaggiandosi le tempie «Certe volte mi chiedo cosa ti passi per la testa.»

Lilith diventò paonazza «Che cos’ho fatto?! -sbottò- Dovresti ringraziare che non gli abbia detto altro, non sgridarmi! Non sei contenta che abbia risposto per le rime a quel Magi?! Io n-»

«Non è questione di rispondere per le rime! Che faresti se venissero a cercarti e ti volessero fare del male? Ti difenderesti ancora con quella tua lingua lunga?» la interruppe alzando la voce Halima.

«Oh non fare la melodrammatica, vecchia!» sbottò Lilith, alzandosi dal divano «Pensi sul serio che mi verrebbero a cercare solo perché ho fatto vedere al Magi quel tuo ridicolo puzzle? Ma che stai scherzando?»

«Dovresti essere grata che non ti abbiano punito lì seduta stante, magari per dimostrare ai cittadini come comportarsi! Pensavo che fossi cresciuta, ti ho anche dato quel puzzle come segno della mia fiducia, ma a quanto pare sei solo una bambina!»

Lilith la guardò e per la prima volta le salì un amaro disgusto per quella donna. Fece cadere le braccia lungo i fianchi e abbassò le spalle «Se ti fidassi davvero di me, mi avresti lasciata andare via da qui senza dover risolvere uno stupido rompicapo.» sussurrò con voce abbattuta, gli occhi improvvisamente vuoti e freddi «Infondo sei uguale a tutti gli altri, debole, impaurita, semplicemente interessata a te stessa. Non vi annoiate della vostra vita insulsa? Perché non capite?»

Anche Halima le rivolse uno sguardo triste e severo «Ora resterai qui, non posso lasciarti andare in giro da sola. Dormirai da me per due notti, se poi vedremo che andrà tutto bene, potrai andare.»

«Mi rifiuto.» rispose con fermezza la giovane «Non resterò qui un momento di più, tienitelo il tuo puzzle, me ne vado.»

«No! Tu ora res-» non poterono dire altro perché dall’altra stanza si sentì un forte rumore di vetri rotti e delle risate maschili proruppero crudeli.

Dopo un attimo di sorpresa, Lilith si lanciò veloce verso la porta che dava sul negozio, facendo cenno alla vecchia di rimanere dov’era.
Vide tre uomini che stavano rovistando e distruggendo la merce; dalla porta spalancata, si poteva dire che erano entrati dopo averla sfondata e probabilmente i rumori di prima erano dovuti ai vetri delle piccole finestre che venivano mandati in frantumi dalle pietre che uno di loro si stava rigirando tra le mani.

Quella di Halima era una bottega d’antiquariato, vendeva ogni sorta di decorazione e oggetti antichi (Lilith li chiamava cianfrusaglie), lì si potevano trovare dalle cose più comuni ai pezzi unici. Era una stanza piccola ed insulsa, ma se si aveva pazienza e si rovistava tra la moltitudine di oggettini, si potevano trovare cose belle e interessanti. Lilith non l’avrebbe mai ammesso ma quei mobili ricolmi di roba, quei tavoli pieni di bilance, diari antichi, clessidre e statuette erano ormai diventati la sua seconda casa. Le davano sicurezza e tranquillità, come un rifugio magico dove poteva andare quando succedevano cose brutte.

A vedere quegli uomini che distruggevano le cose di Halima, le montò una furia cieca molto più forte, si accorse, della rabbia provocata dalla litigata di un attimo prima.

«Pezzi di merda! Che state facendo?!» non pensò molto al fatto che rivelarsi ai quei banditi era un'azione abbastanza stupida.
Si accorse che i bastardi erano due ragazzi qualche anno più grandi di lei e un uomo sulla quarantina, che teneva appeso al fianco un pugnale. Probabilmente erano dei ladri, di sicuro una ragazza e una vecchia non avrebbero potuto in alcun modo difendersi. Cominciò a sudare freddo.

«Uh?» l’uomo si girò e Lilith lo riconobbe: era quello che le aveva pestato il piede tra la folla. «Ecco la nostra piccola star! Ti se divertita lì in strada?» le si avvicinò e le afferrò un braccio torcendolo «A me però non sei piaciuta molto, cos’è che mi avevi detto? Mi volevi… strumare, eh? Beh, ti ho fatta seguire da questi miei due ragazzi, vediamo quanto coraggio hai ora!» ridacchiò sputacchiando e Lilith dovette fare uno sforzo per non arricciare il naso con disgusto.

«Allora, prima di tutto ho detto ‘sdrumare’, perché oggi correggo tutti voi stupidi analfabeti? E poi lasciami, o ti giuro che te lo calcio così forte che te lo faccio cascare!»

L’uomo le torse ancora di più il braccio, facendola gemere di dolore «Allora ragazzina vuoi giocare? Bene! Distruggeremo questo posto e giocheremo un po’ con te, chissà, magari se il Magi lo venisse a sapere ci premierebbe! Dovevi vedere che faccia che ha fatto quando te ne sei andata! Fossi in te ringrazierei che ti abbiamo trovato prima noi di lui.» sghignazzò contento e la lanciò addosso a uno dei due ragazzi.

«Allora…» canticchiò li giovane «La faccia non è niente di che, ma il corpo può andare... magari potremo anche venderti come schiava.» una mano le andò ad accarezzare la coscia e Lilith dovette mordersi il labbro a sangue per non urlare.

Gli altri due tizi risero ancora di più e ruppero altri quadri, specchi e cassetti, facendo battutine sconce e volgari.

Alla ragazza girava la testa. L'ondata di rabbia era passata e finalmente si rendeva conto della situazione in cui si trovava. Avvertendo la mano del ragazzo risalire lentamente lungo i pantaloni laceri e cercare di infilarsi sotto l'elastico che li teneva legati alla sua vita, si sentì mancare, il cuore cominciò a battere sempre più veloce.
"Nononononono!! Cazzo no!"
A volte si era figurata in situazioni del genere e, in un modo o nell'altro, era sicura che ne sarebbe sempre uscita sana e salva; ma lì era diverso, non era una sua fantasia dove metteva al tappeto tutte le persone che le volevano fare del male. Lì davvero, davvero stavano per-

Un forte colpo vibrò nell’aria e il ragazzo si accasciò a terra. Lilith appena sentì la stretta allentarsi schizzò verso la porta, pronta a scappare.
Ma un pensiero quasi doloroso la costrinse a fermarsi “Halima!” si girò e vide la donna tenere un grosso bastone tra le mani, probabilmente con quello aveva tramortito il ragazzo. Le dava le spalle, come per difenderla dagli altri due aggressori che ora le si stavano avvicinando «Vecchia, che cosa hai fatto?!» sputò l’altro ragazzo «Stai al tuo posto o ti uccidiamo!» l’uomo le si avventò contro, evitando il bastone e conficcandole il coltello in una mano. L’urlo di dolore di Halima fece quasi sanguinare le orecchie di Lilith che stava immobile sulla soglia, senza riuscire a muovere un muscolo.

L’anziana signora si voltò verso di lei e la guardò con lo stesso sguardo severo di poco prima, quando avevano litigato «Lilith, vai a cercare aiuto e se non lo trovi non tornare!» Lilith la fissò, gli occhi dilatati dalla paura «ORA!» urlò Halima. La ragazza quasi non si accorse di come il suo corpo si mosse, uscì dal negozio e corse come poche volte in vita sua, senza neanche sapere dove andava. Volò tra i vicoli più stretti, oltrepassò porte che davano sui cortili, superò discariche di cibo e quasi travolse un tizio che rovistava lì in mezzo.

Il sole era ancora alto nel cielo.

“Che sto facendo?” si chiese “Non ero io quella che non aveva paura? Non ero io che volevo combattere contro i cattivi? Perché sto scappando? Io… dove devo andare?” nonostante tutto, continuò a correre, cercando istintivamente di mettere più distanza che poteva tra lei e quegli uomini. Si accorse con crudele ironia che la donna a cui poco fa aveva dato della codarda si era dimostrata cento volte più coraggiosa di lei. L’aveva difesa, probabilmente ora la stavano picchiando o magari era già morta e Lilith non riusciva a far altro che correre.

Si bloccò, il cuore che le rimbombava nelle orecchie, la milza che le doleva. Si guardò i piedi “Muovetevi!” ordinò mentalmente “Muovetevi, devo tornare da Halima devo… salvarla…” niente, il corpo non le voleva dare ascolto.

«Allora, non scappi?» chiese una qualcuno dietro di lei.

Lilith si paralizzò. Conosceva quella voce un po’ roca e strascicata, anzi, l’aveva conosciuta giusto un paio d'ore prima.

Si voltò lentamente, l’adrenalina le faceva tremare le mani e le gambe.
Il Magi le stava di fronte, un ghigno stampato sul bel viso, le braccia conserte «Anzi, forse dovrei dire che finalmente ti sei fermata! Sei abbastanza veloce, ti sto seguendo da un po’ e mi chiedevo quando avresti ceduto.» le si avvicinò con passo lento e si chinò, guardandola dritta negli occhi «Ma non facciamo troppi convenevoli, ti voglio chiedere: non scappi più? Come mai? Sensi di colpa?»

Lilith era completamente sotto shock «D-da quanto mi stai seguendo?»

Lui scoppiò a ridere «E no piccola! Mi aspettavo una domanda più intelligente da te! Comunque, ho sentito le urla di quella vecchia e poi ti ho vista schizzare fuori da quel negozio come un fulmine e ti ho seguita, ma questo non è importante.» scosse il capo, ancora sghignazzando «La cosa importante è il perché tu ti sia fermata o perché sia scappata, non mi eri sembrata così vigliacca in strada... beh anche io posso sbagliarmi.»

«I-io…» Lilith abbassò la testa, non riuscendo neanche a sostenere lo sguardo del moro.

«T-tu?» la scimmiottò lui «Devi decidere, piccola, o scappi o torni. Sei in tempo per entrambe le cose in realtà, non credo che quei tizi volessero ammazzare qualcuno, potresti ancora essere in tempo per salvarla.»


Cosa faccio?” pensò Lilith “Cosa devo fare? Halima è ancora viva... posso anco-”

«O forse è morta.» le sussurrò lui all’orecchio «Quello che ti ho detto potrebbe essere tutto una bugia e in realtà quella è già passata all’altro mondo.»

Lilith gemette e si passò una mano sul viso. Stava impazzendo, non riusciva a pensare lucidamente, aveva i polmoni in fiamme e il cuore non accennava a calmarsi. Era un incubo, un terribile incubo. Solo che non si sarebbe mai svegliata, non avrebbe mai provato quel senso di sollievo che per un attimo appanna i pensieri e rilassa i muscoli, quando si realizza di essere appena riemersi dal pozzo senza fondo che è la propria mente.

Il Magi la squadrò di nuovo, poi le intrappolò il viso tra il pollice e l’indice e la costrinse a guardarlo negli occhi «Posso aiutarti.» sussurrò dolcemente.

Si liberò dalla stretta del Magi e fece un passo indietro «Cosa?» 

Lui le rivolse uno dei sorrisi più belli e luminosi che avesse mai visto «Posso, ma non lo farò.» e rise con quella voce dannatamente crudele «Scusami piccola, sto facendo il bastardo. Solo dai capiscimi, dopo quello che hai detto in strada dovevo vendicarmi in qualche modo. Mi annoio molto facilmente e così ho detto a quelli di Al Sarmen che mi volevo occupare io di te, pensavo saresti stata un piacevole passatempo. Per un po’ avevo in mente di ucciderti.» scosse di nuovo la testa «Ma ho deciso che sarà molto meglio farti vivere nella vergogna e nel rimorso. In fondo sei uguale a tutti gli altri, debole, impaurita, solo interessata a te stessa. Non ti annoi della tua vita insulsa?»

«In fondo sei uguale a tutti gli altri, debole, impaurita, semplicemente interessata a te stessa. Non vi annoiate della vostra vita insulsa? Perché non capite?»

«Mmh…» il moro la fissò ancora, pensieroso. Poi batté le mani contento «Ecco! Sai cosa potremo fare? Implorami.»

Lilith quasi non credeva alle proprie orecchie. Lo fissò con uno sguardo vacuo, semplicemente spiazzata.

«Implorami e prometto che ti aiuterò.» le ripeté lui lentamente «Solo questo, non è tanto difficile. Se vuoi posso anche giurare sulla mia vita.» si mise una mano sul cuore e assunse una posizione più solenne, quasi a ribadire il concetto che aveva espresso. Eppure la piega della bocca mostrava quanto le sue parole fossero irridenti, prive di qualsiasi buona intenzione.

Ma la bruna quasi non registrò quell'atteggiamento, si era fermata a ciò che aveva detto e... semplicemente non provava niente. O forse provava così tanto che tutto si era ammassato, divorato e annullato dentro di lei.

Implorami implorami implorami implorami implorami implorami.

Era strano, quella semplice parola aveva reso tutto più quieto e lontano. Non vedeva più neanche il viso del ragazzo, sentiva solo la sua voce che lentamente cambiava e si distorceva, trasformandosi in un tono completamente diverso.

Abbassò il viso, nascondendo gli occhi. Le spalle cominciarono a essere scosse dai singulti.

«Eeeh?» chiese lui deluso «Ora ti metti a piangere? E dai sei così noiosa! Credevo davvero potessi almeno farmi passare dei buoni cinque minuti…» ma non poté continuare perché la risata di Lilith lo interruppe, diventando sempre più forte; la bruna spalancò la bocca, sfoggiando un gran sorriso. Traspariva un'ilarità innaturale da quella smorfia, come se stesse sul punto di rompersi e diventare qualcos'altro, qualcosa di più profondo, a Judal pareva già di intravederlo: la mascella di Lilith si era irrigidita, l'ombra costantemente presente nel suo sguardo sembrava essersi ingigantita e teneva denti stretti, come se non volesse far uscire qualsiasi cosa si stesse agitando dentro di lei.

Ma prima che Judal potesse capire cosa fosse, la ragazzina piegò la testa in avanti e tossicchiò come se qualcosa le fosse andato di traverso. Sospirò pesantemente, buttando un po' giù le spalle
«...La sai una cosa? Ho implorato solo una volta nella mia vita. E ti giuro, preferisco morire che rifarlo. Ma mi è servito, grazie davvero! Almeno le tue parole mi hanno fatto capire cosa mi serve contro quei tizi.» alzò di nuovo il viso e lo fissò, gli occhi spalancati e un sorriso inquietante le deformavano il volto «Un odio puro e razionale.»

Il Magi sbatté gli occhi sorpreso, si era aspettato di tutto ma non una reazione del genere. Non parlò, quasi avesse paura di infrangere quel momento con il suono della sua voce; si limitò a sollevare gli angoli della bocca, ricambiando quasi inconsapevolmente il sorriso che gli era stato rivolto.


“Ha gli occhi grigi, non me ne ero accorto.” erano belli, sembravano rilucere e illuminare la nuova espressione che avevano assunto i suoi tratti.

Forse, quella ragazzina lo avrebbe intrattenuto per più tempo di quello che credeva.


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Ebbene, sono viva! Lo so avevate perso le speranze, ma non demordo! Sono rinata come la fenice di Albus Silente dalle strazianti fiamme di quello che scioccamente chiamano studio! *risata da pazza isterica*

Scrivevo a pezzi, appena avevo tempo ma il risultato è sempre stato insoddisfacente e solo oggi sono riuscita a concludere il capitolo in una maniera che più o meno mi piace.

Non so, fatemi sapere voi: sto facendo accadere le cose troppo precipitosamente, lo stile di scrittura, Judal, Lilith... tutto.

Spero vi sia piaciuto questo secondo round e se recensite mi fate tanto contenta ^^
Alla prossima!
  
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