-"Ma dai, no! Io non posso volare, è scientificamente impossibile!"-
-"Che dici, Cato? Tu sei perfetto, saprai sicuramente volare!"-
Il ragazzo guardò negli occhi la piccola, che lo osservava attentamente con gliocchietti marroni spalancati dall'ammirazionema con un'espressione arrabbiata sul viso.
-"Per l'ennesima volta, Clove, nessuno può volare, ok? Ne io, ne nessun altro, semplicemente perchè non è possibile!"- ribattè il ragazzo, con -palesemente finta- esasperazione.
La piccola abbassò gli occhi e prese un'espressione intelligente, di chi ha già vinto in partenza, e poi sorrise.
Il ragazzino la osservò, confuso, quando lei indicò un Pacificatore che spiccava il volo con un paracadute dalla cima di quella montagna semi-artificiale.
-"Vuoi farmi credere che un Pacificatore qualunque può volare e tu, re dei re, futuro vincitore degli Hunger Games e mio migliore amico (e si, è un grande onore!) non può fare nemmeno un saltino da quest'altezza?"-
Cato lanciò una veloce occhiata in basso, constatando che il 'saltino' che avrebbe dovuto fare sarebbe stato l'ultimo.
-"Facciamo così, Clove: io ti prometto che mi vedrai volare, d'accordo?"- la dolcezza che il decenne utilizzò spinse ad accettare l'offerta del ragazzo.
Si sedettero sul prato a bere succo di frutta e mangiare panini, quando, dopo pochi secondi di silenzio, Cato parlò. -"Hey, Clove... Tu mi prometti che ti vedrò volare?"