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Autore: survival    13/11/2013    1 recensioni
Era una di quelle notte che non erano fatte per dormire. Erano per essere divorate dai tuoi demoni interiori, quello che ti uccidono da te stesso, quelli più pericolosi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The monster


E salvami da me stesso e da tutto questo conflitto
Perchè le cose che amo mi stanno uccidendo e non riesco a sconfiggerle
Il mio disturbo ossessivo complusivo sta facendo rumore nella mia testa
Continua a bussare, non c'è nessuno a casa, sono un sonnambulo
Sto solo inoltrando ciò che dice la voce nella mia testa

[Eminem - the monster]

 

Era una di quelle notte che non erano fatte per dormire. Erano per essere divorate dai tuoi demoni interiori, quello che ti uccidono da te stesso, quelli più pericolosi. Alec era un degno combattente, pronto a dare la sua vita per salvare sua sorella, il suo parabatai Jace o chiunque per lui fosse importante. E’ un po’ strano a dire il vero, lui darebbe la sua vita anche se non conoscesse una determinata persona. Alec era fatto così. Si faceva uccidere, torturare per chiunque senza mettere un po’ della sua felicità e necessità per primo.

Non riusciva chiudere occhio quindi si alzò per dirigersi in cucina. I lunghi corridoio dell’istituto erano vuoti e silenziosi. Non si chiedeva che ore fossero, poteva immaginarlo, le tre, le quattro; questo erano gli orari che si svegliava di continuo senza chiudere più occhio e lasciandosi mangiare dalla sua mente. Stupido, debole. Questo erano le tipiche frasi di una lunga lista a tormentarlo. Il suo volto era segnato da occhiaie tremende, il suo viso già pallido era diventato di un bianco cadaverico. Non voleva far preoccupare nessuno di lui o almeno ci provava. Nessuno ci faceva tanto caso, soprattutto in quel periodo; dalla … morte di M- lui. Non riusciva più a dare un nome a quell’episodio.  Lui era colpevole della sua morte, non sarebbe dovuto andare via, avrebbe dovuto difenderlo. Questo facevano i fratelli maggiori. Tecnicamente doveva darsi una ripassata di cose che deve o non deve fare.Per sua fortuna nei corridoio non incontrò nessuno.

Oppure troppo stanchi per stare dietro a un tipo come te. Un assassino.
No, lui non era un assassino. E’ questo che si ripeteva fino alla nausea. Era stato Jonathan/ Sebastian o qualsiasi fosse il suo nome.

 

Arrivato in cucina si prese un bicchiere d’acqua. Non si accorse che con sé aveva il suo cellulare. Quando si sedette su una sedia intorno al tavolo era indeciso o no di mandare un messaggio a Magnus. Erano le tre non l’avrebbe risposto, sicuramente, ma questo non gli impedì di mandarglielo lo stesso. Un semplice hey!, eppure bastava a fargli capire che in quel momento aveva bisogno di lui, unicamente di lui.

Credeva che non l’avrebbe risposto per l’ora e non per altro, ma si dovette ricredere. Magnus lo aveva risposto con complimento in omaggio. Arrossì.

Magnus, 3.15

Non dormi fiorellino? Oppure la piccola Giulietta ha bisogno del suo Romeo? X

Certe volte Alec non riusciva mai a capire i paragoni del suo ragazzo. Non è che gli dessero fastidio ovvio, ma non gli trovava un senso.

Alec, 3.16
Neanche tu se mi hai risposto, fiorellino.

Alec non sapeva che , ogni volta che richiamava Magnus con uno dei suoi sopranomi, lo faceva sorridere. Alec è un tipo timido, chiuso nel suo mondo, creandosi intorno a sé un muro da non far scavalcare a nessuno. Era un tipo che gli piaceva stare in disparte con i suoi problemi ma da quando nella sua vita è entrato un mago dai capelli brillantinati tutto è cambiato.  Quest’ultimo  nel primo periodo del loro fidanzamento non si fidava completamente dello stregone, così decideva di tenere le sue preoccupazione, i suo pensieri, tutto quello che gli frullava per la mente per sé. Eppure, dopo un litigio sono riusciti a capirsi. 
Perché si sa, la solitudine è una forma di autolesionismo verso se stessi.

Magnus, 3.18
Sono appena tornato da una commissione di lavoro. Mi sono dimenticato quando i vampiri possono essere così odiosi. E’ successo qualcosa amore? Stai bene? X

Alec per un mezzo secondo si diede dello stupido. Avrebbe dovuto intuirlo, il suo ragazzo era il Sommo di Brooklyn, era normale che lavorasse fino a tardi.

Alec, 3.20
Si, insomma, bene. Mancanza di sonno.

Un’altra bugia Alec. Quante altre dovrai dirne?

Magnus, 3.21
Alec, tesoro, puoi parlare con me ricordi?

Le sue mani sudavano. Lui poteva, anzi doveva fidarsi di Magnus. Non doveva entrare nel panico, doveva abbattere il suo muro di insicurezze. Non poteva comportarsi sempre in questo modo, non poteva tirare la corda per poi lasciarla. No, doveva continuare.

« Per l’Angelo, non essere un bambino.»  mormorò a se stesso.

Non so quale Angelo lo aiutò ma in quel messaggio scrisse tutte le sue insicurezze, le sue paure, il dolore. Per un momento credette di piangere, ma non lo fece. Si era imposto da molto tempo di non farlo più, di essere forte e di tenere tutto dentro di sé. In quel momento, nel preciso istante che inviò il messaggio si pentì di quella regole che si era imposta. Voleva piangere, sfogarsi con Magnus. Tutto pur di essere per la prima volta essere capito, preso per mano e fargli staccare la spina sulle sue responsabilità, su tutto. Oh si, in quel momento avrebbe tanto voluto andarsene via, con Magnus. Già, se in quel preciso istante gli chiedesse di scappare, di lasciare tutto, sua sorella, i suoi genitori, Jace, i demoni, i problemi di un cacciatore,Max; lui l’avrebbe fatto, sarebbe scappato via.

Mai nei suoi diciotto anni di vita avrebbe pensato che un messaggio lo avrebbe fatto piangere. Non poteva crederci eppure ora teneva una mano per tapparsi i singhiozzi. Magnus era tutto quello che teneva, tutto quello che lo aiutava a staccare la spina. Non voleva ammetterlo ma Alec dipendeva da lui. Dipendeva da lui come un drogato dipende dalla droga per poi cadere in astinenza se non ha avuto la sua dose per un giorno , proprio come lui con Magnus. 
Le lacrime continuavano a rigare il suo volto. Non l’avrebbe fermate questa volta, non di nuovo.

Magnus, 3.25
Che ne dici se io e te andiamo via ora, in questo momento, lontano da tutti i problemi. Andiamo su un isola, andiamo in Italia o in Francia. Ovunque, pur che stiamo solo io e te.


Salve a tutti! Questa è la mia prima storia che pubblico nel fandom di Shadowhunter. –ovviamente non sarà l’ultima ohoh-
Spero che vi sia piaciuta questa breve one-short su questa bellissima coppia.
Spero di leggere delle recensioni. Alla prossima <3

  
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