È strano per un ragazzo tenere un diario eppure mi piace scrivere. Il fatto eccezionale è che io mi ritrova a mettere nero su bianco i miei stati d'animo, i miei pensieri.

Questo quaderno dalla copertina quadrettata, tuttavia, potrebbe diventare il mio più grande amico. Perché io un vero amico non ce l'ho.

Già, che paradosso! Julian Ross, il famoso capitano della Mambo, quello idolatrato dalle ragazzine, in verità si sente terribilmente solo.

No, caro diario, non fraintendermi: sono ben grato di ciò che ho eppure, a volte, vorrei essere meno assennato e giudizioso e comportarmi di conseguenza, senza pensare.

Io sono quello disciplinato. Quello che deve richiamare all'ordine i compagni. Quello che non prende mai note.

Sono forse troppo noioso? È per questo che i miei compagni di squadra non si lasciano mai andare con me e quasi mi temono?

Amo essere il capitano della squadra ma non mi piace dare ordini o comportarmi da leader...Ho sempre paura di diventare pedante e antipatico.

Mi piace giocare a calcio, forse da quando ancora ero nella pancia della mamma.

"Un giorno, sarà stato il quinto mese di gravidanza, scalciasti. Il dottore mi disse: signora, sicuramente suo figlio farà il calciatore!"

A mamma piace ripetermi spesso questo aneddoto, quasi come una profezia che si è avverata.

In realtà io e la mamma non abbiamo più il rapporto di un tempo. Lei è insegnate di storia al liceo e tiene anche lezioni all'università di Tokyo.

Quando non è nelle aule, è davanti al pc a preparare la lezione per il giorno dopo. Una volta ero il suo "tesoro", ora le interessa solo che io vada bene a scuola e che mi diverta.

In genere mi fa fare ciò che voglio e anche se, all'inizio, non le piaceva il calcio, ha finito per interessarsene per amor mio.

Papà, al contrario, viene, di tanto in tanto, a guardare le partite della Mambo: è così buffo quando arriva al campetto, dove ragazzini insozzati rincorrono la palla, in giacca e cravatta con il cellulare all'orecchio e si sistema in un posticino appartato sugli spalti quasi fosse lui la nota di disordine in tutta quella baraonda!

Sono così orgoglioso quando lo vedo applaudirmi dopo aver gonfiato la rete!

Papà è il dirigente di un importante multinazionale ed è rispettato da mezza Tokyo. Tutta questa sua notorietà, in città, una volta mi imbarazzava.

"Devi farci l'abitudine. Un giorno diventerai molto più famoso di me!"

Mi dice lui strizzandomi l'occhio. È convinto che ce la farò: diventerò un bravo calciatore un giorno.

Giocherò per la nazionale. Papà ne è sicuro.

Per me, ora, è solo un sogno da ragazzino.