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Autore: Hikari_Eien    14/11/2013    5 recensioni
Autunno.
Una ragazza. Un bosco dove vivono solo animali, a suo giudizio o forse no? cos'è quel fruscio che ha sentito? cos'è il rosso che crede di aver scorto?
se volete scoprirlo leggete...
Genere: Fantasy, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Buon pomeriggio a tutti quelli che hanno deciso di leggere questa storia dal genere un po' triste.
Prima di leggere vi chiederei se gentilment, durante la lettura, potreste ascoltare la canzone su cui è basata la storia? Grazie mille per chi lo farà.
Buona lettura a tutti.
Miyu-chan 

canzone: http://www.youtube.com/watch?v=qzskLJn20rg



CIOCCOLATO: MIELE O SCARLATTO?


Le foglie dell'autunno scricchiolano mentre cammino su di esse, lungo un sentiero che non esiste.

Le fronde degli alberi coprono tutto lasciando trapelare poca luce, che illumina il bosco qua e là.

Cammino lentamente, mentre accarezzo le cortecce degli alberi a cui passo accanto.

Sono ruvide, solide contro la mie dita delicate.

Un passo dopo l'altro, cercando di non fare rumore, un ombra… una nuvola di capelli rossi.

Per un secondo credo di averla vista. Mi giro su me stessa cercandola, ma non trovo altro che alberi e foglie che ricoprono la terra; un uccelli emette il proprio canto alla ricerca di compagni sperduti.

Riprendo il cammino verso una direzione di cui non so la fine.

Un passo, un altro: qualcuno mi segue.

Prendo a correre, e lui corre con me seguendomi come un ombra… la mia ombra.

Una luce.

Arriviamo in una radura. L'oro prevale donando lucentezza a quel luogo; al centro uno specchio d'acqua che brilla sotto i raggi dell'amato fratello.

Mi giro sperando di scoprire l'identità della mia ombra: un ragazzo.

Uno spirito dagli scarlatti capelli, con svariate sfumature dal rosso al giallo. Mi chiedo se abbia chiesto al fuco di regalargli un po' del suo potere per la vivacità dei suoi colori e la scompigliatezza dei suoi ciuffi.

I suoi occhi verdi come foglie in primavera mi scrutano curioso, analizzandomi con minuzia. Dal cespuglio cremisi spuntano le orecchie lunghe e appuntite, come gli Elfi. Indossa un panciotto color corteccia con maniche color smeraldo, come anche i pantaloni che porta fin sopra il ginocchio.

Cammina scalzo, come me, rimanendo a contatto con la natura.

Con cautela si avvicina. I nostri respiri intrecciano, da quanto siamo vicini.

Alza una mano e lentamente mi accarezza una guancia mentre smetto di respirare.

I miei occhi color cioccolato si perdono in quei profondi smeraldi.

Immersi l'uno nell'altro. La sua mano scende a cingermi il fianco mentre con l'altra mi prende la mano stringendola e mi tira a sé, iniziando a ballare.

Lo seguo senza un motivo preciso, mi faccio trasportare da questo spirito, bagnata dalla luce del sole.

Mentre danziamo il vento, gentile volendoci fare compagnia, spira nella radura facendo volare tutte le foglie che fluttuano in una spirale, circondandoci mentre altrettante volano annoiate qua e là.

L'acqua comincia a cadere dando il tempo a questa melodia naturale che ci accompagna.

Di colpo ci ritroviamo a fluttuare, continuando il nostro valzer senza tempo. La paura non turba il mio animo, è tutto così sereno.

Continuiamo a ballare e poco a poco, con l'arrivo del tramonto tutto si acquieta, e torniamo a terra.

Vorrei dire qualcosa ma sarebbe così inutile pronunciare anche una sola parola, distruggendo la tranquillità di questo luogo.

Lentamente di piega su di me andando ad unire, in un modo così casto le nostre labbra, in una promessa, un segreto che rimarrà solo nostro.

Troppo presto toglie il contatto, poi si avvia verso il bosco e senza mai staccare lo smeraldo dal cioccolato e sparire nell'oscurità ormai giunta.

 

 

La tenebra mi abbraccia facendomi sentire la sua freddezza e la sua solitudine che fin troppo ben conosco.

È così difficile distogliere lo sguardo dal punto in cui è scomparso lo spirito.

Ma dopo altri passi attirano la mia attenzione, mi volto sperando di scorgerlo ma dall'oscurità esce un altro ragazzo .

Un demone, che illuminato dalla luce della bianca sorella, si avventura nella radura avvicinandosi a me, che ne sono al centro.

Capelli ordinati, color onice come una notte senza stelle, con morbide sfumature blu mare. Occhi indagatori, ambrati come il miele ma freddi come ghiaccio.

Avvolto in una camicia e in lunghi pantaloni neri si inchina dinnanzi a me, allungando una mano come a invitarmi a ballare.

Poggio una mano sopra la sua che stringo subito e alzandosi mi attira a sé, stringendomi e inizia a volteggiare.

La sua pelle bianca e fredda contro la mia rosea e calda.

Balliamo intorno allo specchio d'acqua, e cautamente prendiamo a ballare sul pelo dell'acqua, che ad ogni nostro passo si congela.

I suoi occhi sono un labirinto da cui non so uscire, da cui non voglio uscire.

Di colpo fa spuntare le ali e spalanca: sono enormi nero come la pece e forti.

Mi stringe ancora di più, prima di flettere le gambe e saltare nella notte. Lentamente muove le ali demoniache, che ci fanno girare su noi stessi mentre siamo sospesi nella notte, con solo la luna testimone di questi avvenimenti. Sussurra, con voce profonda e sensuale al mio mio orecchio parole incomprensibili, poi lascia baci freddi lungo il mio collo. Poggia il suo sguardo sul mio cercando irrequietezza nel mio animo, ma sono tranquilla.

Miele e cioccolato sono uniti come magneti, mentre poggia le carnose labbra sulle mie in un casto bacio che, poco dopo, lascia spazio a una passione infinita.

 

Poco prima dell'alba torniamo a terra.

Mi adagia sullo specchio ghiacciato, confusa lo guardo mentre appoggiandosi a terra ritira le ali.

Dal bosco scuro esce lo spirito dai capelli scarlatti. Distanti qualche metro mi fissano e aspettano.

Una scelta.

Mi stanno chiedendo di scegliere l'uno o l'altro.

Da una parte il rosso, il calore, l'amore: il Bene.

Dall'altra il nero, l'oscurità, la freddezza: il Male.

Sono facce di una stessa medaglia.

Entrambi tendono una mano verso di me, e io li guardo indecisa.

Sento il ghiaccio iniziare a scricchiolare sotto di me, il tempo stringe e la decisione è difficile. Guardo il cielo, e l'alba sta arrivando; riporto gli occhi su di loro e poi mi guardo le mani.

Che fare?

Chi scegliere?

Ma certo, è una risposta così semplice…

Li guardo mentre alzo le braccia in entrambe le direzioni e faccio un paio di passi avanti, il ghiaccio si spezza e io sprofondo nell'acqua.

Le piante acquatiche mi avvolgono le gambe trascinandomi sul fondo, impedendomi di risalire; ma la mia scelta rimane tale.

Dalla profondità li guardo e tendo le mani verso di loro mentre il respiro si fa meno.

Male e Bene.

Uniti e separati.

Per sempre.

   
 
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