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Autore: Water_wolf    14/11/2013    7 recensioni
«Vuoi paragonare una vita con un oggetto inanimato?» non lasciò tempo a suo fratello di replicare, si alzò in piedi, senza scomporsi, e continuò: «Hai strappato ai miei figli un genitore, una madre, che li amava.»
«Ade» disse Zeus, quasi fosse un adulto che spiega a un bambino che Babbo Natale non esiste, «i nostri figli crescono
sempre senza un genitore.»
.:: Sano sarcasmo, idee da difendere e due dèi un po' incazzati. Ade/Maria di Angelo ::.
«Ade!» strillò la voce di una dea ben conosciuta. Il signore dei morti roteò gli occhi. «Fanculo, Persefone!»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone, Zeus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Giocattoli Rotti
 
Ade incenerì un cespuglio di mirtilli alla sua destra, facendo strillare una driade legata a una piantina lì accanto. L’avrebbe mandata al Tartaro, ma questo significava ritrovarsela tra i piedi, il che non era esattamente il suo piano.
Camminava con furia, con una falcata lunga e furiosa, che avrebbe anche potuto crepare il pavimento. Ma c’era già qualcosa di rotto in quel luogo, e Ade non aveva voglia di ricomporre i pezzi di qualcos’altro. Spezzò il braccio di una statua di Dionisio, la quale non intralciava minimamente il suo cammino, però il dio non era riuscito a trattenere la sua rabbia.
I suoi occhi scuri erano illuminati dal fuoco della vendetta, che bruciava più delle fiamme delle fucine di Efesto e che avrebbero cotto qualsiasi ciclope. Un gruppetto di divinità minori fuggì impaurita al suo passaggio. Ade passò oltre, finché non s’imbatté in un fauno dalla pancia sporgente; lo afferrò per la collottola, portandolo alla sua altezza, e ruggì: «Zeus è qui?»
La creatura agitò gli zoccoli, cercò di nascondersi dietro le corna con scarsi risultati e alla fine sussurrò: «P-p-enso di sì, signor-re.»
«Bene» ringhiò Ade. «Puoi andare, stupida capra.»
E lasciò di colpo la presa sulla collottola del fauno, che cadde sui glutei pelosi. Mentre l’imponente edificio dove si trovavano i troni si avvicinava, le spalle di Ade si allargarono e si alzò di un paio di metri, assumendo una sua altra forma. Oltrepassò le colonne massicce, come una macchia d’inchiostro su un foglio di carta bianco, sporco di quel sentimento così maledettamente umano.
Si fermò al centro dell’enorme salone, si schiarì la voce e chiamò a pieni polmoni: «Vieni fuori, bastardo!»
Si udì un tuono, prima che Zeus comparisse in una nuvoletta di fumo, la folgore alla mano e la statura di circa tre metri. «Come osi» esordì, fremente, puntando l’indice contro il fratello, «richiedere la mia presenza in questo modo?»
Sul viso di Ade si dipinse un sorrisetto astuto e malizioso. «Sei tu che hai risposto all’appello di “bastardo”, potevi anche non venire se non sentivi tua questa definizione. Ma, a quanto pare, riconosci di esserlo.» Si gustò l’espressione crucciata del dio dei cieli passare allo stadio “preparati a essere terminato”, prima di continuare: «Be’, dicono sempre che l’accettazione è il primo passo per diventare persone migliori. Complimenti.»
Batté brevemente le mani, facendo risuonare l’applauso di scherno per tutto l’ambiente. Zeus strinse così forte la folgore che gli sbiancarono le nocche, serrò le labbra fino a farle scomparire e si sentì quasi lo scricchiolare della mascella.
«Ti sei già preso la libertà di venire sull’Olimpo senza invito e distruggere beni culturali di alto valore, oltre che terrorizzare metà degli abitanti. Direi che puoi farti beffe di me un altro giorno» dichiarò, asciutto.
«Anche tu potevi uccidere Maria un altro giorno» replicò Ade in un sibilo, assottigliando gli occhi fino a farli diventare due fessure.
I due dei si fissarono intensamente, poi, Zeus scoppiò in una fragorosa risata. Si appoggiò al suo trono, tenendosi la pancia con una mano, come se avesse appena trovato un modo estremamente esilarante per dare fastidio a Poseidone. Il signore dei morti incrociò le braccia, irritato, e attese che quell’attacco di risa finisse per capire le sue intenzioni.
«Chiami quella mortale per nome, Ade?» domandò quando si fu calmato un po’.
«Forse anche tu ti ricorderesti il nome delle tue conquiste se non fossero tutte avventure di una notte.»
La risposta piccata del dio rischiò di far strozzare Zeus. «Sei venuto qui a protestare perché l’ho uccisa? Perché ho eliminato una minaccia per tutti noi? Ti prego, dimmi che non sei diventato così sensibile.»
Ade strinse le mani in pugni, controllando a stento la rabbia. «Maria non era un problema, né lo sarebbe stata domani o un giorno dopo ancora. Al contrario della tua stupidità.»
«Avanti, era un giocattolo!» sbottò il dio dei cieli. «Non intaccare la tua riserva di insulti migliori per una mortale!»
Ade fissò gli occhi sul pavimento per paura di incenerire con il solo sguardo suo fratello.
«Maria non era un giocattolo» mormorò.
«Che cosa?» fece l’altro, non riuscendo a capire le parole del signore dei morti.
«Maria non era un giocattolo» ripeté, facendo vibrare ogni lettera che pronunciava.
Non c’era bisogno di urlare, perché era bastata quell’affermazione ad aver acceso un terremoto nella sala. Zeus stava per ribattere, magari con sarcasmo, ma Ade glielo impedì; agì rapido, dominato dai suoi sentimenti, e anche in seguito non si sarebbe pentito delle sue azioni. Colpì suo fratello sotto il mento con un pungo, ritirò la mano e ansimò.
Zeus si passò la lingua sul palato, si tastò il volto contuso, come se stesse riflettendo, poi reagì. Alzò la folgore e con essa colpì Ade, prima sul viso, poi nello stomaco, e continuò a oltranza, finché non se lo ritrovò tra i piedi.
«Non sfidarmi» tuonò, facendo rombare la sua voce per tutta la sala. «Non farlo, se non vuoi fare la stessa fine di nostro padre.»
«Mi minacci proprio tu, che con il tuo trastullo ci passi più tempo che con tua moglie e che forse ami più di lei? Con quell’oggettino che ti tieni più stretto che tutto il resto e che per il quale muoveresti una guerra?» chiese il signore dei morti, sputando un grumo di saliva mista a sangue e pulendosi l’angolo della bocca sporco di rosso-dorato.
Zeus si sentì punto sul vivo. «Vuoi comparare la folgore» impresse particolare enfasi sul nome della arma, «con una comune mortale?»
«Vuoi paragonare una vita con un oggetto inanimato?» non lasciò tempo a suo fratello di replicare, si alzò in piedi, senza scomporsi, e continuò: «Hai strappato ai miei figli un genitore, una madre, che li amava.»
«Ade» disse Zeus, quasi fosse un adulto che spiega a un bambino che Babbo Natale non esiste, «i nostri figli crescono sempre senza un genitore.»
«Questa volta poteva non andare così!» esplose il dio, e aggredì nuovamente l’altro.
Gli strappò di folgore la mano, la scagliò lontano, facendola tintinnare sul pavimento, e infierì contro di lui e non smise nemmeno quando anche il suo sangue si mischiò a quello di Zeus.
Il signore dei cieli rispondeva ai colpi, ma era tanto scioccato dalla perdita della folgore e dalla furia del fratello da non riuscire a ribattere in modo decisivo. Ade lanciò un grido, trattenendo l’ennesimo pugno che si stava per abbattere sul suo volto. Zeus ansimò, subito cercando di sopraffarlo, ma un urlo lo interruppe.
«Ade!» strillò la voce di una dea ben conosciuta.
Il signore dei morti roteò gli occhi.
«Fanculo, Persefone!»
Dietro di lui, la moglie tremò, portandosi una mano alla testa. «Zeus» squittì, «riportalo da me quando l’avrai fatto ragionare.»
Girò i tacchi, diede le spalle alla scena e si allontanò altera senza più voltarsi indietro. I due fratelli si scambiarono un’occhiata ugualmente stupita, si studiarono  e ripresero a lottare come se nulla fosse accaduto.
Non stavano utilizzando altro se non le loro stesse forze, dando a quella sfida un tocco particolare. Ade sentiva il sapore acre dell’icore bruciargli la gola, e dovette sbattere più volte le palpebre per scacciare una goccia di sudore mista a sangue che gli colava dal sopracciglio. Zeus si batteva come un furia, prevalendo sul signore delle tenebre per stazza ed esperienza, ma non riusciva a sopraffarlo completamente.
Pestò l’orlo del mantello di Ade, che si sentì trascinare a terra all’improvviso. Avvertì quella sensazione simile al volo che aveva il potere di inebriargli i sensi, prima che l’impatto con il gradino del trono di Atena gli spezzasse il respiro.
Percepì l’agghiacciante sentore che qualcosa non andasse nel suo corpo, e lo capì perfettamente quando, tentando di schivare un destro di Zeus rotolando, una morsa di dolore gli lacerò la schiena.
Spalancò gli occhi e boccheggiò in cerca d’aria, quasi stesse soffocando. Agguantò il gradino di marmo, stringendolo febbrilmente, e si impose di rialzarsi per poter guardare in faccia il suo avversario. Lottò contro il dolore, la nausea e il mondo che aveva deciso di giocare a “giro-giro-tondo”.
Zeus, intanto, aveva raccolto la folgore e la puntava minaccioso contro di lui.
«L’unico problema con i giocattoli, Ade» iniziò, ma si dovette fermare per via del labbro spaccato. «L’unico loro problema, dicevo, è che prima o poi si rompono, rendendo fragili anche noi.»
«Ti… ti ripeto che Maria non era un… giocattolo» replicò Ade, la voce spezzata e tremante come le sue mani.
Zeus alzò le spalle, indifferente a quella risposta e calò la folgore. Ade colse il profilo dell’arma abbattersi su di lui, ma non tentò di scappare.
Il dolore esplose come dinamite nella sua testa, cullandolo verso le tenebre dell’incoscienza. Perse la presa sui gradini e scivolò di qualche centimetro.
Venne privato della vista. Un pulsante dolore premeva sulla sua nuca.
E di lui, non rimasero che frammenti di ricordi di due amanti.
Di due giocattoli rotti. 

 
 
Angolino dell'autrice
Buon pomeriggio a tutti! Di nuovo qui, di nuovo a rompere con Ade e Maria di Angelo. probabilmente sono l'unica sfigata che scrive su di loro
Be', non so se il rating è quello giusto, se doveva essere ancione pel di carota oppure va bene il giallo, ditemi voi. Mi piaceva l'idea che Ade e Zeus si inultassero, spero di essere rimasta IC per entrambi, contando però che il primo è un po' stravolto dalla morte di Maria.
So che gli dèi hanno l'icore al posto del sangue, ma mi piace l'onomatopea di "sangue", quindi ho usato più spesso questo, senza però specificare che non è rosso ma dorato e bla bla.
Mi dispiace se vi sta simpatica Persefone, ma mi allettava troppo l'idea di mandarla a quel paese hahah xD
Ditemi pure quello che ne pensate, non mordo!

Water_wolf



 
  
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