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Autore: _That Star_    14/11/2013    1 recensioni
Era allettante osservarlo, ma niente in confronto al conoscerlo.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SE VOLETE LA VERITA',
DOVRETE CERCARVELA DA SOLI.

 

 

Il pazzo accavallò una gamba e strinse gli occhi, sorridendo. Si interrogò sul come fosse stato possibile, nella sua mente perfetta, l'aver dimenticato l'opzione: creatura sexy.

Si sporse in avanti, toccando con il naso lo schermo del pc e sorrise ancora. Quelle telecamere erano state un'ottima idea, genuina, fresca, gli avrebbero permesso di osservarlo nella sua intimità, fra la sua gente. L'unica sbavatura che stava compiendo nel suo piano perfetto, era quella di soffermarsi troppo e per troppo tempo a guardarlo, come fosse un arazzo raro e pregiato, ogni tanto lo toccava, lo accarezzava, gli dava la buonanotte, lo baciava.

Era diventato il suo dolce Sherlock, quello che aveva scoperto sporcarsi la bocca quando beveva la cioccolata calda, quello che si dimenticava sempre di allacciarsi la scarpa sinistra e se ne ricordava solo a pochi centimetri dalla porta, quello che, come ora, se ne stava avvolto nel suo accappatoio bianco e sfilava per casa come un pretore romano.

Moriarty contemplava Scherlock, accarezzandolo per tutto il corpo con il suo sguardo e lo capiva. L'unico. Lui, lo capiva. In tutti quei suoi gesti veloci, nei suoi ragionamenti, nei suoi sentimenti.

Era diventato il suo amico, che non smetteva mai di deluderlo. Era il suo John.

Schiuse le labbra e lentamente protrasse la lingua, iniziò a leccare lo schermo con un avidità lenta ed esasperante. Quanto gli piaceva. Oh, Dio! Era pazzo, si, ma questo glielo dicevano in molti, era pazzo di lui.

Si staccò dallo schermo e si alzò in piedi, sistemandosi la maglietta troppo stretta. Lo guardò con il suo sorriso di dolce scherno, che in realtà mostrava solo a lui, e con un angolo della bocca, quello che ospitava la sua cicca, gli diede la buonanotte.

A domani.

Aggiunse poi.

 

***

 

“E' che vede signor Holmes, non so davvero dove possa essere andata. Per questo sospetto il suo rapimento! Dio, è una bambina di cinque anni!” L'uomo si interruppe, lasciando scorrere sul suo viso una decina di lacrime patetiche al giudizio di Sherlock.Forse l'uomo, cosciente di quello, e sentendosi in soggezione, le scacciò via da sotto gli occhi, per poi riassumere un'aria seria.

“Avete controllato che non si sia per caso chiusa nel garage?”

“Ma no! No, lei è il grande Sherlock Holmes, non mi può chiedere se mia figlia è nel garage!”

“Corretto, io sono il grande Sherlock Holmes, e lei un padre irresponsabile, così distratto, dipendente dal sesso che indubbiamente praticherà con donne che non corrispondo al nome di sua moglie ed oltre a tutto questo...” disse fermandosi ed avvicinandosi pericolosamente al viso dell'uomo moro. Lo sconosciuto perse un battito e si trattenne dal non tirarlo a sé e baciarlo. Indubbiamente andava a prostitute, sì, ma anche a uomini. Specialmente se intelligenti e così sorprendentemente sexy. Sherlock intanto allungò due dita e le fece tamburellare sulla fronte della persona avanti a sé. “...Ed oltre a tutto questo lei è veramente stupido.”

Moriarty non si trattenne e scoppiò in una risata incontenibilmente rumorosa, che fece destare anche l'attenzione di John, occupato fin'ora ad annotare i dettagli del loro cliente. Sherlock lo scrutò a lungo, poi decise di concludere.

“Non accetto il caso.”

“Okay.”-disse con voce palesemente finta Moriarty, accompagnata con un'espressione docile-”Okay. Sei cattivo però.”

Sherlock guardò con ripugno l'uomo davanti a sé, si alzò ad accompagnarlo alla porta. Lo scrutò attentamente, in quell'uomo c'era qualcosa che non combaciava con il profilo che aveva tracciato di lui. Intanto non era stupido, gli occhi erano cerchiati da un alone rosso, sintomo di chi legge molto, ed al buio, molto presumibilmente su un computer. Non era sposato, l'anello era illeso, senza graffi, come se fosse stato comprato solo ed unicamente per presentarsi davanti a lui. Non era un padre, le sue frasi non erano mai concentrate in prima persona su sua figlia...ma su di lui. Sherlock rabbrividì, sentì i capelli sulla nuca tirare e fece un mezzo respiro. Chi era quest'uomo?

Spostò il peso su una gamba e si allungò leggermente verso quell'individuo.

“Non capisco se dovrò ricordarmi di te.”

Moriarty rise e lo guardò teneramente.

“Oh Sherlock.”-poi tornò a ripresentare quel sorriso beffardo, che faceva conoscere per la prima volta anche a lui.-“Certo che ti devi ricordare di me.”

“Perchè?” chiese tagliente.

Quello che ormai, si era dimostrato tutt'altro che un normale cliente, si portò il pollice e l'indice alla bocca, estrasse la cicca masticata e la infilò con calcolata malizia nella bocca dell'altro. “Perchè io e te, facciamo parte dello stesso gioco. A ruoli contrastanti però, anche perchè sennò sarebbe troppo semplice.”

Sherlock rimase imbambolato per qualche secondo.

"Giusto?" chiese infine con un sorriso storto.

Sherlock lo guardò aspramente, e poi chiuse la porta.

Masticò la cicca.

Tante volte, come se avesse potuto capire chi fosse veramente il proprietario. La portò sul palato e vi sfregò la lingua. Intuì un lieve retrogusto di fumo, ben nascosto fra il sapore della fragola. La sistemò fra l'arcata dentaria inferiore e quella superiore, come se fosse in procinto di fare una bolla, ma essa era troppo logorata per rimanere ben distesa. L'uomo doveva essere una persona nervosa, aveva torturato la cicca, e continuava a far bolle, forse per il piacere di sentrie quel classico scoppiettio. Infantile, dunque.

“Sherlock, vieni un secondo.”-il ragazzo interruppe il flusso dei suoi pensieri per spostare la sua attenzione sul dito di John, premuto contro lo schermo del computer- “Jack Morgan non esiste nel database. “

Jack Morgan.

JM.

In un attimo, un pensiero, quel pensiero, che lo assillava giorno e notte, riaffiorò magicamente in quella che doveva essere una giornata tranquilla, semplice, e non fu solo quello ad emergere, perchè esso trascinò con sé tutti i suoi complessi, i suoi peggiori ragionamenti, le sue paure.

In quell'attimo, Sherlock, sperò seriamente di dimenticarselo, ma ben sapeva, che ormai, era tutto orchestrato alla perfezione da lui.

Si andò a sedere sul letto, ignorando completamente John, tolse la cicca dalle sue labbra e la appiccicò sul legno. “Jack Morgan.” disse osservando la gomma e ridendo.

Qualcun'altro, ormai già lontano da lui, condivideva il suo stesso riso, anche sa dietro un piccolo schermo. “A presto Sherlock.”

 

 

 

 

 

 

 

Ciao *-* Questa è la mia prima storia nel fandom, spero di essere sulla giusta direzione eheh. Adoro con tutta me stessa il personaggio di Moriarty, e ancora di più, Andrew <3

La one-shot inizia con una delle frasi del film “Quinto Potere”, che chissà come, mi riporta a Sherlock. Bah c:

Lasciate un commento o voi che entrate :D

_THAT STAR_

 

 

  
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