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Autore: Eril    25/04/2008    18 recensioni
Edward Elric non era superstizioso, anche se, ogni volta che un gatto nero gli attraversava la strada, gli capitava qualcosa di apocalittico, anche se, quando rovesciava una saliera, gli capitava qualcosa di agghiacciante, anche se, puntualmente ogni 13 del mese, gli capitava qualcosa di catastrofico. Edward rabbrividì, oggi non era un giorno come tanti altri o un semplice 13 del mese: Oggi era un Venerdì 13!! (RoyxEd)
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qua e, come promesso, con una fic stavolta divertente, o almeno spero… l’idea mi è venuta mentre durante l’ora di latino scarabocchiavo sul libro Matsumoto (Uno dei miei personaggi preferiti in assoluto della serie di Beach) e mi sono detta: perché no? Proviamoci! E così eccomi di nuovo qua con una nuova one-shot, decisamente più corta e tranquilla della precedente, sperando che vi piaccia.

Bacioni e buona lettura!

 

 

 

Non sono superstizioso!

...ma non voglio rischiare...

 

 

 

Pioveva quel giorno, o per meglio dire, diluviava.

Edward Elric entrò nella sede dell’esercito di Central City bestemmiando in tutte le lingue che conosceva, cercando inutilmente di scrollarsi di dosso tutta l’acqua che un bastardo, passando in macchina, gli aveva schizzato contro: lo sapeva che sarebbe andata a finire così, nonostante lui NON fosse ASSOLUTAMENTE superstizioso, oh ma andiamo! Era troppo antiscientifico no? Troppo assurdo per essere vero! …e allora perché, ogni santo 13 del mese, puntualmente si avventava su di lui una sciagura? Perché quando un gatto nero gli attraversava la strada, automaticamente più tardi al lavoro gli capitava qualcosa di catastrofico (l’ultima volta aveva dovuto compilare un sacco di arretrati di quel maledetto Colonnello di merda)? Perché ogni volta che passava sotto una scala, gli cadeva un secchio dell’acqua in testa? Perché ogni volta che rovesciava una saliera, doveva andare a far shopping con quel dannato di un Taisa (Cosa assolutamente apocalittica, ne portava ancora l’indelebile ricordo risalente all’ultima volta, cosa che avrebbe fatto rabbrividire persino la donna più spendacciona e amante dello shopping su questo pianeta!)?

La superstizione è una cosa per donnine frivole che non sapevano a chi dare la colpa delle loro disgrazie, e Edward Elric non era assolutamente una di quelle donnine, no, no e poi no!

Non era colpa di un numero se l’altro mese era caduto in un tombino, come non era colpa di uno stupido gatto se due mesi prima aveva fatto gli straordinari al lavoro coprendo le assenze del Colonnello perché quello doveva uscire con un’infermiera dell’esercito.

Non era superstizioso, questo era quanto!

…però quel giorno… quel giorno non era uno come tanti altri e non era neppure un semplice tredici del mese.

Edward rabbrividì salendo le scale per arrivare al suo ufficio: oggi era Venerdì 13, un giorno che per Edward voleva dire solo una cosa: CA-TA-STRO-FE, bastava vedere com’era conciato, e pensare che la giornata era appena iniziata!

Era talmente concentrato a mandare maledizioni contro quell’idiota che prima passando lo aveva lavato, da non accorgersi che il cane del Tenente Hawkeye stava passando di lì in quel momento, fermandosi proprio di fronte a lui per osservarlo divertito: il ragazzo così bagnato sembrava ancora più piccolo di quanto già non fosse, tutto perché la sua adorata antennina si abbassava fino al livello degli altri capelli, quindi addio ai suoi cinque centimetri d’altezza in più!

“Maledetto pirata della strada, dopo ti vengo a cercare e ti trasformo in cibo per gatt…”

<< AAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!! >>

Sfortunatamente il ragazzo aveva pestato la coda del cane e quello, non gradendo affatto il “dolce” peso del biondino su questa, lo aveva assalito facendolo cadere dalle scale.

In fin dei conti questo Venerdì 13 non era iniziato poi tanto male, o almeno questo fu quello che pensò il ragazzo mentre continuava a rotolare giù dalle scale con il cane attaccato alla gamba: niente di paragonabile al precedente!

Il Venerdì 13 scorso era accaduta una catastrofe, la peggiore delle cose che potessero mai accadergli (a parte quella di ritrovarsi Winry davanti agli occhi senza preavviso): aveva scoperto di essere innamorato, anche se dire semplicemente “innamorato”, era quasi un eufemismo.

C’era da chiedersi: che c’era di male? Innamorarsi era forse la cosa più bella di questo pianeta, e allora perché per Edward Elric era una sciagura?

Beh, in realtà la risposta era più semplice di quello che sembrava: il problema non risiedeva nel sentimento di per sé, bensì nella PERSONA della quale il ragazzo si era innamorato.

Un bastardo. Un Don Giovanni. Un’insopportabile seccatore. UN UOMO!

Finalmente Edward ruzzolò giù anche dall’ultimo gradino, più dolorante che mai, mentre tutti si precipitavano su di lui per accertarsi delle sue condizioni e chiedergli se stesse bene.

Che domanda stupida: come poteva stare bene un che era appena rotolato giù da una rampa di cinquanta scale con un cane che gli mordeva la gamba e che stava continuando a farlo?

Ma come aveva fatto a non vedere quel dannato cagnaccio, ma soprattutto: come diavolo aveva fatto ad innamorarsi di Roy Mustang?!?

 

***

 

Edward fece una smorfia di dolore mentre l’infermiera gli disinfettava la ferita sulla tempia che si era procurato cadendo.

<< Stia tranquillo, abbiamo quasi finito… >> Gli disse la donna cercando di tranquillizzare il ragazzo.

Edward annuì voltandosi in direzione della finestra: pioveva ancora, molto probabilmente non avrebbe smesso prima di qualche ora a giudicare dai nuvoloni grigi.

All’improvviso la porta si spalancò e da quella comparvero Riza Hawkeye e l’ultima persona che il biondino avrebbe voluto vedere in quel momento.

<< Allora è vero, quando me lo hanno detto non volevo crederci… >>

Edo fece una smorfia.

<< Se è venuto qui per prendermi in giro poteva starsene in ufficio a lavorare, Colonnello di merda… >>

Roy Mustang sospirò sedendosi sul bordo del letto del ragazzo, cosa che fece arrossire quello fino a farlo diventare dello stesso colore del suo cappotto.

<< Bene, abbiamo finito! Le consiglio di starsene qui per il resto del pomeriggio in modo da tenere sotto controllo la ferita alla gamba. >> Esclamò l’infermiera alzandosi dalla sedia sulla quale stava seduta poco prima per medicare il ragazzo.

Edward annuì passandosi una mano sulla fronte fasciata: sembrava appena tornato da una battaglia, accidenti a quel cagnaccio! Glie l’avrebbe fatta vedere lui, o sì se glie l’avrebbe fatta vedere!

L’infermiera uscì dalla stanza seguita da Riza, la quale prima di andare salutò cordialmente il Colonnello annunciando che sarebbe tornata più tardi a prenderlo.

Il biondino guardò la scena tristemente: sapeva benissimo che Riza e Roy erano molto uniti, probabilmente erano addirittura fidanzati solo che mantenevano la loro relazione ben nascosta forse per pudore o forse perché era giusto così, che ne sapeva lui dopotutto?

Era geloso, geloso della donna perché lei poteva stare sempre con Roy, geloso del rapporto che lei aveva con lui: perché loro invece dovevano sempre litigare? Perché invece non potevano andare anche loro d’accordo proprio come l’uomo andava d’accordo con Riza?

“Mi considera ancora un bambino…” Pensò tristemente il ragazzo alzando lo sguardo sull’orologio appeso sulla parete: un tuffo al cuore, poi quello smise di battere.

Le 13:13 di Venerdì 13, il momento più sfortunato della giornata!

Edward si guardò in giro agitato cercando con lo sguardo la possibile sciagura che stava per abbattersi su di lui.

<< Che hai Acciaio? Non vedi l’ora di tornare a lavorare? >>

Il ragazzo si voltò terrificato verso l’uomo:  ma certo, era LUI la sciagura che stava cercando!

<< NO! SE NE VADA IMMEDIATAMENTE DA QUI!!! >> Urlò il biondino voltandosi dall’altra parte: doveva assolutamente riuscire a passare quell’ora, poi, se non altro, la sfortuna sarebbe calata almeno del 50%… o almeno questo era quello che sperava.

Ma NON era superstizioso, chiaro?

<< Acciaio, sei sicuro di sentirti bene? >> Gli domandò l’uomo più preoccupato.

<< SE NE VADA LE HO DETTO! SO QUELLO CHE STA PER FARE!! >>

Roy Mustang si sentì gelare il sangue nelle vene: cosa voleva dire che sapeva quello che voleva fare? Che Maes avesse cantato?

“No… non può essere stato Maes, aveva troppa paura quando l’ho minacciato di dargli fuoco se lo avesse fatto…”

Cominciò a sudare freddo: cos’avrebbe detto fullmetal? Avrebbe pensato male di lui? Oppur…

<< LEI VUOLE RIFILARMI TUTTO IL SUO LAVORO ARRETRATO PER ANDARSENE IN GIRO CON LA FIORISTA!! >>

Il moro per poco non cadde a gambe all’aria, anche se infinitamente sollevato: non aveva capito nulla allora, e lui che pensava che Edward avesse scoperto che…

<< SE NE VADA HA CAPITO?!? >> Tornò ad urlare il ragazzo disperato.

<< Ma perché? Ti assicuro che non avevo alcuna intenzione di fare una cosa del genere… >>

<< STA MENTENDO! LO SO CHE STA MENTENDO!! >> Urlò Edo coprendosi la testa col cuscino: non voleva sentire quello che l’uomo gli avrebbe detto.

<< E cosa te lo fa credere? >>

<< Perché oggi è Venerdì 13!! >>

Roy guardò sbigottito il ragazzo.

<< Non mi dirai che sei superstizioso fullmetal! >> Esclamò l’uomo incredulo osservando l’altro uscire da sotto il cuscino e le coperte e avventarsi con rabbia su di lui.

<< IO NON SONO SUPERSTIZIOSO CHIARO?!? IL FATTO CHE IL 13 DI OGNI MESE MI CAPITI QUALCOSA DI BRUTTO, NON VUOL DIRE NECESSARIAMENTE CHE IO SIA SUPERSTIZIOSO, MI HA CAPITO?!? >>

<< Certo, come no… >>

<< Ma cosa vuole saperne lei? Non è a lei che è toccato seguire il proprio Colonnello di merda per accompagnarlo a far compere perché la saliera le si era rovesciata! Non è a lei che è capitato di fare gli straordinari per coprire il suo sfottuto Colonnello perché quello doveva uscire con una donna e NON E’ LEI CHE LO SCORSO VENERDI’ 13, HA SCOPERTO DI ESSERSI INNAMORATO DEL SUO COLONNELLO DI MERD…!!! >>

Edward si tappò la bocca con entrambe le mani guardando l’uomo con occhi sgranati per lo stupore e il terrore: no, gli aveva appena confessato di essersi innamorato di lui, chissà cos’avrebbe pensato, probabilmente lo guardava con quegli occhi perché era disgustato, come dargli torto dopotutto? Aveva una gran voglia di piangere, ma non si sarebbe umiliato davanti a quel bastardo, o almeno non una seconda volta…

Si coprì col cuscino del letto sul quale stava steso e si voltò dall’altra parte dando le spalle all’uomo: ecco, la zappa sui piedi se l’era data da solo! Quello che doveva succedere era successo e come volevasi dimostrare, anche questo Venerdì 13 aveva avuto una sfortuna a dir poco agghiacciante!

Calò il silenzio: il biondino non osava voltarsi una seconda volta per paura della reazione del suo Taisa, non sapeva neppure se era ancora lì oppure se n’era andato a spiattellare in giro ai quattro venti quello che gli aveva rivelato.

No, neppure quello stronzo di Roy Mustang non avrebbe mai fatto una cosa del genere, anche se non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

Che se ne fosse realmente andato?

Lentamente si voltò verso la porta e vide, con sollievo, che non c’era più nessuno.

Tirò un sospiro di sollievo: cos’altro avrebbe potuto andare peggio di così? Se non altro ora era sol…

<< E così consideri una sfortuna esserti innamorato di me? >>

Il cuore del biondino smise di battere per quelle che sembrarono ore mentre in realtà furono solo pochi secondi: quella voce alle sue spalle…

Si voltò in direzione della finestra e vide che Roy Mustang se ne stava tranquillamente appoggiato su questa e lo guardava divertito, quasi come se volesse burlarsi di lui.

Edward non rispose, si limitò a guardare l’uomo tristemente.

<< Forza, sono pronto. Mi prenda in giro quanto le pare, tanto non mi importa… >> Disse il ragazzo chinando la testa per nascondere una lacrima solitaria che scendeva sulla sua guancia.

Che situazione…

<< Non farò niente del genere fullmetal… >> Rispose l’uomo seriamente avvicinandosi al letto dove  stava steso l’altro.

Edo alzò la testa ritrovandosi a pochi centimetri il volto del suo Colonnello.

Il primo impulso fu quello di allontanarsi, ma vinto questo si trattenne e cercò di non abbassare gli occhi da quelli dell’altro: non credeva che gli occhi di Roy Mustang potessero essere così… così…

“Belli…splendidi…”

<< E perché non lo farà? >> Domandò il ragazzo cercando di non tremare.

Roy sorrise divertito dall’ingenuità dell’altro.

<< Davvero non ci arrivi? >>

Il biondino si sentì sprofondare: che lo stesse prendendo in giro? In fin dei conti sarebbe stato tipico del Colonnello no? Che potesse spingersi fino a quel punto?

Arrossì scuotendo la testa: cosa voleva fargli?

Il moro scosse la testa con un gesto teatrale.

<< Ti facevo più sveglio Acciaio. Mi spieghi come faccio a baciarti se sono occupato a prenderti in giro? >>

Prima che Edward potesse comprendere il significato di quelle parole, prima ancora che potesse dire una sola sillaba, sentì le labbra di Roy Mustang posarsi sulle sue e baciarlo dolcemente, mentre le sue mani gli cingevano delicatamente la schiena attirandolo a sé.

Non era possibile: Roy Mustang lo stava baciando!! Ma perché lo stava facendo?

In un primo momento Edward rimase immobile subendo il gesto dell’altro, poi, realizzata la situazione, ricambiò il bacio che finalmente poté trasformarsi in qualcosa di più passionale e meno casto.

Era paradisiaco, non esistevano altre parole per descrivere quel bacio tanto desiderato e quel contatto, quelle mani di Roy che lo stringevano a lui quasi come se volessero proteggerlo dal dolore delle ferite e Edward seppe con certezza che avrebbero potuto continuare così all’infinito se la porta all’improvviso non si fosse aperta costringendoli a dividersi appena in tempo.

<< Colonnello il Tenente Colonnello Hughes vorrebbe parlarle… >> Annunciò Riza guardando l’uomo dritto negli occhi.

Roy annuì facendole cenno di andare avanti, lui l’avrebbe raggiunta subito.

Riza annuì lanciando una rapida occhiata ad Edward, sorrise dolcemente e poi si richiuse la porta alle spalle: le donne dopotutto erano famose per avere un “sesto senso” in queste cose, no?

Roy sospirò sollevato chinando nuovamente lo sguardo sul ragazzo.

<< Sarà meglio che vada ora, tornerò a trovarti più tardi fullmetal… >> E detto questo si chinò nuovamente sul ragazzo baciandolo di nuovo dolcemente sulle labbra, poi si staccò appena e lo guardò negli occhi poggiando la sua fronte contro quella dell’altro.

<< Beh? Non hai niente da dire scricciolo? >>

Edward sghignazzò maliziosamente.

<< Glie lo avevo detto che Venerdì 13 portava sfortuna… >>

Roy fece una smorfia indignata.

<< Simpatico come sempre, eh fullmetal? In ogni caso vedi di riprenderti che hai una valanga di lavoro arretrato da farmi se vuoi uscire con me, hai capito? >>

Edward sorrise appena: lo sapeva che c’era la fregatura, ma ciò nonostante ora sentiva di amare di più il numero 13 e soprattutto si sentiva meno superstizioso (anche se non lo era affatto!).

Ancora non riusciva a crederci: aveva un appuntamento col suo Taisa!! Forse allora il numero 13 aveva cominciato a portargli fortuna…

<< Direi che quando usciamo potresti accompagnarmi a far compere fullmetal, ho bisogno di un nuovo cappotto e di un nuovo paio di scarpe… >>

…Come non detto!

 

 

 

 

ANGOLINO

 

Allora? Non è niente di speciale e più che comica a dire il vero mi sembra semplicemente ironica, però mi sembrava dolce e per questo l’ho pubblicata.

Mi lasciate un commentino? Mi farebbe davvero tanto felice!!

Ok, alla prossima!!

Tanti baci.

 

 

Eril

  
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