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Autore: Ale HP    14/11/2013    0 recensioni
Buona Thadastian Week!
Day 1: Cliché - Running for you. "
Se c’era una cosa che Sebastian odiava era correre – specialmente se si trattava di farlo in mezzo alla calca.
Eppure, quando aveva visto il ragazzo del caffè del giorno prima passargli di fianco, la prima cosa che pensò di fare fu corrergli dietro. E non era di certo una cosa che faceva tutto i giorni. "
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Getting back to you.

Il professor Jackson era la persona più noiosa di questo mondo. Persino Sebastian, che era uno studente modello, appena quello iniziava a parlare, sprofondava nel sonno più assoluto. Era monotono, fastidioso e incredibilmente ripetitivo e petulante.

Il fatto che poi aveva litigato malamente con Thad non aiutava di certo a stare concentrato nella fisica. Continuava a pensare al modo in cui lo aveva mandato a quel paese, a come lo aveva maltrattato davanti a mezza Dalton; ma di certo quello non era il problema. Il problema era che gli mancava, e incredibilmente.

E poi, era passato un mese da quando si erano presi “una pausa”, ed era stato il mese più brutto della sua vita. Thad non tornava più in stanza, passava le notti da Nick e Jeff o da Trent, se i due piccioncini erano troppo occupati. Sebastian li odiava in una maniera indescrivibile. E – in ogni caso – lui ci stava male.

Aveva provato più volte a parlargli, a chiedergli scusa, perché – per quanto gli sembrasse bizzarro – a lui mancava starsene anche solo seduto accanto a Thad in classe, o a girovagare per il cortile della Dalton mano nella mano, o dormire nello stesso letto perché uno dei due a caso diceva di avere freddo e l’altro si precipitava a riscaldarlo. Per suo stupore, tutto quello gli mancava anche più del sesso. Certo, anche quello gli mancava spropositatamente, ma avrebbe preferito mille volte tornare a stare con Thad anche senza farlo mai più, che restare in quella situazione di stallo per così tanto tempo.

Così, intento a catturare l'attenzione di Thad, iniziò a lanciargli delle palline di carta una continuazione. Era stupido e infantile: sapeva che Thad lo avrebbe sopportato al massimo per due secondi contati.

« Sebastian, smettila! » gli intimò, infatti, dopo nemmeno la prima pallina.

« Solo se ti decidi ad ascoltarmi » disse lui, deciso come non mai.

 « Sto provando a seguire la lezione ».

Sebastian roteò gli occhi. « Nessuno lo fa ».

Thad si limitò semplicemente a non rispondergli, cercando di concentrarsi sulla lezione.

Forse stava sbagliando, ma non gli interessava; Sebastian aveva tradito la sua fiducia, lo aveva ferito e non sarebbe tornato da lui, per niente al mondo. Eppure la presenza insistente lo metteva a disagio e ogni volta che gli si avvicinava tutte le sue certezze crollavano come i castelli di carte che costruiva da piccolo con il padre, una semplice folata di vento e via.

« Ti prego » lo implorò allora Sebastian.

Non si era mai spinto così in basso, non aveva mai implorato nessuno o chiesto scusa, ma per Thad l'avrebbe fatto anche ogni giorno - e, in fin dei conti, lo faceva.

« Sono stato uno stronzo, lo so. Ho flirtato incessantemente con Blaine e anche con quell’altro tizio di cui non mi ricordo nemmeno il nome nonostante la nostra storia fosse iniziata, e te l'ho tenuto nascosto. Ma non era per cattiveria, non lo ritenevo necessario ».

« Non ritenevi necessario dire al tuo ragazzo che lo hai tradito? »

« Non ti ho tradito, cazzo! » sbuffò Sebastian. « E... aspetta, come mi hai chiamato? »

« Non è importante » concluse Thad, girandosi di nuovo davanti, intento a seguire la lezione.

Sebastian si guardò intorno, cercando un modo per sedersi al banco vuoto vicino a Thad senza attirare l’attenzione di nessuno. E proprio nel momento in cui si spremeva le meningi, il professore si abbassò per raccogliere il gessetto che gli era caduto mentre scriveva sulla lavagna.

« Thad » disse, quando gli fu seduto accanto. « Mi dispiace ».

Lui non lo degnò nemmeno di uno sguardo, fece semplicemente finta di niente, continuando a guardare fisso la lavagna e il professore che gesticolava come non mai, preso dalla sua “avvincente” spiegazione.

Così, deciso a risolvere tutta quella situazione, iniziò a scrivere tutto quello che riteneva che Thad dovesse sapere sul retro del suo quaderno, che gli aveva preso di nascosto. Quando ebbe finito, poi, posò il quaderno sotto il naso di Thad e lo intimò a leggere.

« Mi dispiace » lesse, a bassa voce, una volta essere arrivato alla conclusione che non poteva far altro che assecondare quello che riteneva ormai il suo ex ragazzo. « Ho fatto una cazzata e ne sono consapevole, ma questo non vuol dire che lo rifarò. Questo non vuol dire che tengo a te, non vuol dire che l’unica persona con la cui voglio stare sei tu ».

Thad si fermò, col cuore in gola, per guardare la faccia soddisfatta di Sebastian. « Su, vai avanti ».

« E mi manchi, e non riuscivo a dirtelo ad alta voce, perché non è da me. Mi manca stringerti la mano, baciarti e… ».

Sebastian sorrise quando vide che Thad si fermò di nuovo e si mise la testa fra le mani. « Mi manca dormire accanto a te ».

Thad sospirò a lungo prima di dire un sussurrato « Anche a me » e sprofondare nuovamente nelle sue mani, come se potessero proteggerlo da ogni male. Perché era vero che ci era stato malissimo, era vero che aveva sofferto, ma era anche vero che quello che era nato con Sebastian era speciale e non voleva che finisse in quel modo.

« Allora scappiamo da questo mortorio » suggerì Sebastian, colmo di una nuova felicità.

Ma l’altro scosse subito la testa. « Non ho detto che ti perdono, non ho detto che tornerò con te ».

« Ma hai detto che ti manco » puntualizzò Sebastian. « Senti, non è meglio scappare via da qui che restare e probabilmente addormentarsi con tanto di bava alla bocca? »

Thad roteò gli occhi, stufato.

« Non se ne accorgerà neanche » insistette l’altro. « Ti prego ».

Così, all’ennesima predica che gli faceva Sebastian, Thad decise che l’avrebbe perdonato, perché non l’aveva mai visto più convinto di una cosa come in quell’occasione, ma decise anche che l’avrebbe fatto aspettare, perché in un modo o nell’altro l’aveva fatto soffrire, e doveva avere la sua piccola vendetta.
O almeno, questo era il suo intento, perché ci volle davvero poco affinché la sua mano non scivolasse in quella di Sebastian da sotto il banco ed entrambi capirono che non era nemmeno necessario scappare via, perché Sebastian la sua vittoria l’aveva avuta, e Thad era contento così, con la mano in quella di Sebastian.

Avrebbero parlato dopo, questo era certo, si sarebbero chiariti per bene, ma fino a quel momento, la stretta di Sebastian e quello che gli aveva scritto sul retro del suo quaderno erano più che sufficienti.

« Non hai letto una cosa » disse poi Sebastian, indicandogli il margine della copertina.

Thad sorrise, una volta vista la scritta. « Ti amo anch’io ».
 


note:
Giusto una toccata e fuga, spero vi sia piaciuta, ci si vede domani! <3
Ale

 
   
 
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