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Autore: Killigrew    15/11/2013    4 recensioni
Kate e Josh Cooper, novelli sposi appena trasferitisi in un lussuoso quartiere della Grande Mela, sono in realtà Rachel Moore e Liam Davis, due agenti del FBI sotto copertura, nonché ex-fidanzati dai tempi del liceo con molte cose da chiarire.
Riusciranno a trovare la chiave di volta per risolvere il caso che gli è stato affidato e soprattutto i loro problemi di cuore?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 17                                                                         Next to me

__LIAM__

“Sei pronta per stanotte?” Domandai a Rachel mentre lei chiudeva lentamente la porta della camera da letto, cercando di fare meno rumore possibile e di non svegliare Timmy. Quella sera era stato parecchio capriccioso e metterlo a dormire fu un’impresa, senza contare le difficoltà che avevo avuto a convincere Rachel a lasciarlo con una baby-sitter e poi successivamente a trovare una baby-sitter disponibile a lavorare di notte. Alla fine Karen si era proposta ed aveva deciso, con grande piacere da parte di Marcus, di non partecipare all’operazione e restare così lei a casa a guardare Timmy.

Quella sarebbe stata la nostra notte, o tutto o niente. Se tutto non fosse andato secondo i piani eravamo fregati, noi saremmo finiti allo scoperto e Marcus, lui avrebbe forse pagato una conseguenza ancora maggiore mettendosi apertamente contro suo fratello.

Fingendosi ancora in affari con suo fratello, Marcus era riuscito a convincere alcuni ragazzi che lavoravano per Jarod a dirgli del prossimo carico di droga, che sarebbe arrivato proprio quella notte al porto. Avevamo montato in fretta e furia un piano, decidendo di non perdere altro tempo ad aspettare la prossima occasione, se mai se ne fosse presentata una. Io mi sarei recato con Marcus al molo in cui avremmo dovuto trovare la nave con la merce, mentre Rachel sarebbe intervenuta successivamente, insieme al gruppo del Capo. Non potevo negare che saperla sul campo mi metteva in agitazione, ma sapevo che Jason l’avrebbe tenuta d’occhio per me.

“Credo di si. Pensi che ce la faremo? E se Jarod non si presentasse? Resteremmo con un pugno di mosche. Sai che se non lo becchiamo sul posto non abbiamo niente contro di lui”

“Lo so. Quel bastardo è stato bravo a nascondere ogni traccia, nonostante il passato di Marcus e riuscito a non far sospettare nessuno di lui. In ogni caso ci è stato assicurato che lui sarà lì e noi ora come ora possiamo solo fidarci della parola di Marcus e Karen” Sospirai, passandomi una mano sul volto e sentendomi già stanco anche se, alle 10 e mezza di sera, la mia giornata doveva ancora incominciare.

Sentimmo il campanello suonare e Rachel iniziò a maledire chiunque fosse d’altro lato, riaprendo la porta della stanza da letto nella speranza di trovarvi Timmy ancora addormentato. Io invece mi affrettai a scendere di sotto ad aprire, sapendo già che certamente erano i Mendez. Chi altri altrimenti si sarebbe presentato a quell’ora?

“Ehy” Fu il saluto di Marcus, mentre entrava in casa, seguito da Karen.

“Ehy” Risposi a mia volta.

“Ragazzi, ringraziate di non aver svegliato Timmy, altrimenti...” Li minacciò Rachel raggiungendoci. “Come mai siete venuti così presto? Ci saremmo dovuti vedere tra mezz’ora” Aggiunse controllando il suo orologio da polso.

“Si, ma siamo un po’ agitati” Ammise Karen, poggiando una mano sulla schiena del marito, anche lui parecchio teso. Entrambi si andarono a sedere sul divano ed io e Rachel ci scambiammo uno sguardo confuso, poi lei, con un’alzata di spalle li seguì.

“Pensi che potremmo avere problemi?” Domandai a Marcus, che scosse la testa e sul suo viso si dipinse un sorriso amaro.

“Con mio fratello si hanno sempre problemi” Fu la sua risposa ed io non potei fare a meno di pensare Bobby ed a tutte le volte che anche io mi ero ripetuto quella frase. “Jarod pensa solo a se stesso, non ha famiglia, non ha amici, nessuno conta per lui se non il suo benessere. Sparerebbe persino a me se fosse costretto”

A quelle parole la schiena di Karen si rizzò e lei tentò di nascondere un’espressione preoccupata dietro un breve sospiro.

“Perché lo odi così tanto?” Stavolta fu Rachel a parlare. A Karen le si fecero gli occhi lucidi, mentre Marcus si alzò di scatto ed iniziò a passeggiare dietro al divano, fermandosi di tanto in tanto pronto a parlare, per poi pentirsene all’ultimo minuto e riprendere la sua muta marcia. Io e Rachel attendemmo che si decidesse a spiegare, mentre Karen si limitò a scuotere la testa, per poi alzarsi anche lei.

“Io vado a controllare Timmy” Disse quest’ultima all’improvviso, lanciando un sorriso rassicurante a Marcus che subito si era voltato verso di lei con aria preoccupata. Una volta che lei scomparve su per le scale Marcus guardò prima Rachel e poi me.

“Un anno e mezzo fa io e Jarod avevamo un grosso affare per le mani, che ci avrebbe fruttato un sacco di soldi, più di quanti ne avevamo mai fatti in vita nostra spacciando nelle scuole ai figli di papà. Però questa cosa sembrava davvero più grande di noi e visto che io e Karen avevamo deciso di mettere su famiglia avevo avvisato mio fratello che quella sarebbe stata la mia ultima volta. Poi volevo togliermene fuori e restare pulito, fare una vita normale e vivere senza dovermi preoccupare che mia moglie finisse in qualche faida tra clan” Si fermò e prese da un tavolino un pupazzo di pezza di Timmy, ormai la casa era invasa dai giocattoli. “Ma prima che l’affare si concludesse le carte in tavola cambiarono. Chi ci aveva commissionato il lavoro voleva di più, voleva fare le cose ancora più in grande ed a me quella storia puzzava, non volevo finire nei guai, ero sempre riuscito a cavarmela ma avevo una brutta sensazione quella volta. Così dissi a Jarod che non se ne faceva niente, che i patti erano saltati, ma lui non la prese bene. Era convinto che non avessimo dovuto farci sfuggire quell’occasione d’oro, così per convincermi a restare usò l’unica leva che sapeva avrebbe funzionato...” Si fermò un’altra volta e trasse un profondo respiro, abbassando la testa. Dentro di me ero curioso di sapere di quale affare stesse parlando, perché in realtà noi non avevamo nulla di particolare che indicasse che nel periodo di cui Marcus si era ritirato fosse successo qualcosa di grosso.

“...Karen. Usò Karen per costringermi ad andare fino in fondo a quella storia. Mi assicurò che non le sarebbe successo niente, che una volta finito io e mia moglie saremmo anche potuti andare al diavolo, ma non fu così. Il giorno prima che quella storia finisse uno dei miei ragazzi, che mi era rimasto vicino nonostante la mia scelta di andarmene, mi disse dove si trovava Karen: sulla barca di mio fratello. Arrivai al porto giusto in tempo per vedere la barca affondare. Mio fratello la voleva fuori dai piedi, per lui era solo un ostacolo, qualcosa da eliminare così io e lui potessimo continuare indisturbati i nostri affari”

Per un attimo riuscii a leggere il dolore nei suoi occhi e non potei fare altro che provare un po’ di empatia verso di lui, immaginando quello che avrei fatto se avessi visto Rachel praticamente morire di fronte a me. Mi voltai verso di lei e la vidi ascoltare attenta e rapita, con lo sguardo triste, la storia di Markus. Sentii un peso attanagliarmi lo stomaco ed un fremito gelido passarmi il petto. No, non volevo immaginarlo.
 

__RACHEL__

La storia di Marcus mi stava gelando sempre più il sangue nelle vene. Non potevo credere che suo fratello potesse arrivare a tanto per il denaro. La ricchezza aveva annebbiato la sua mente oltre l’immaginabile, tanto di convincerlo che far morire la cognata sarebbe stata la giusta soluzione per tenersi Marcus vicino, non aveva capito che in quel modo l’avrebbe allontanato da lui per sempre. Sentii per un attimo lo sguardo di Liam posarsi su di me ed immaginai quali potessero essere i suoi pensieri. Quando mi voltai anche io verso di lui però si era già rivolto nuovamente a Marcus, così feci anche io.

“Ovviamente mi buttai subito in acqua” Continuò Marcus, il cui viso era il ritratto della disperazione. Era ovvio come ricordare tutto quello lo facesse ancora soffrire “Ci misi un po’, ma alla fine la trovai e la tirai fuori. Era incosciente, ma viva. A non essere più vivo però era il nostro bambino” A quelle parole il fiato mi si bloccò in gola e automaticamente la mia mano corse a coprire la bocca che si era aperta in una smorfia di incredulità e sgomento. Non potevo credere che Karen avesse passato tutto questo e nonostante tutto riuscisse ancora a sorridere, nonostante riuscisse ancora a vivere la sua vita.

“Mi dispiace” Disse Liam, con tono grave, scuotendo la testa. Io non riuscii a dire nulla invece, le parole mi morirono in gola ed iniziai a capire il perché di tanto odio verso Jarod. In un certo qual modo iniziai ad odialo io stessa, anche se personalmente non mi aveva fatto nulla.

“Già...” Rispose Marcus, schiarendosi la gola e lasciando andare il pupazzo di Timmy, che stava praticamente stritolando tra le sue mani “Così ora sapete tutto”

“Vado a salutare Karen e poi possiamo andare” Aggiunse con voce più decisa dopo qualche minuto di silenzio. Non appena fu andato mi alzai da dove ero seduta e andai alla poltrona dove c’era Liam, mettendomi in braccio a lui ed affondando il viso nell’incavo del suo collo. Respirai a fondo il suo profumo, ad occhi chiusi, e lo strinsi di più a me.

“Tutto ok?” Sussurrò lui con voce gentile. Sapevo che per tutto il tempo non aveva fatto altro che mettersi nei panni di Marcus, immaginarsi dentro quella storia, come se tutto quello stesse succedendo a lui, a noi. Volevo consolarlo in qualche modo, fargli capire che noi stavamo bene, che io stavo bene e niente mi sarebbe successo.

“Possiamo andare” Annunciò Marcus ricomparendo qualche istante dopo.

Marcus e Liam mi lasciarono in un fast-food appena prima del porto, dove un gruppo del FBI attendeva pazientemente, in incognito, che si arrivasse il momento di entrare in azione. Prima di scendere dall’auto mi sporsi verso Liam e gli lasciai un bacio dolce e passionale allo stesso tempo.

“Ricordati che devi  tornare da me” Gli dissi strappandogli un sorrisino.

Dentro al fast-food individuai subito Jason ed il capo, seduti con altri colleghi ad un tavolo appena vicino all’ingresso, così mi avvicinai a loro.

“Sono andati?” Domandò il capo, allungando il collo per guardare fuori dalla vetrina.

“Si” Sospirai io, prendendo posto vicino a Jason, che mi fece un sorriso rassicurante, per poi addentare l’hamburger che aveva di fronte.

Seduti lì dentro il tempo sembrava non passare mai e mi venne in mente cosa era accaduto solo qualche giorno prima, quando mi ero decisa ad andare da mio padre.

“Rachel, piccola...io capisco che tu sia agitata, ma non pensi che sarebbe meglio entrare?” Domandò Liam, rivolgendomi uno sguardo dolce e lasciandomi un bacio leggero a fior di labbra. Io annuii e mi voltai nuovamente verso la pesante porta verde scuro che avevo di fronte da ormai 10 minuti. Alzai il pugno e mi bloccai nuovamente, poi sentii la mano di Liam poggiarsi sulla mia schiena e quello mi diede la spinta di cui avevo bisogno per andare sin in fondo, così bussai.
Un uomo alto, con i capelli brizzolati, pettinati indietro e degli occhiali da lettura poggiati sul naso, aprì la porta. Restammo entrambi immobili a fissarci per qualche minuto. Non lo vedevo da un anno e mezzo circa, ma sembrava essere passato un secolo. Avevo smesso di andare a trovarlo perché ogni volta non faceva altro che criticare le mie scelte, partendo da quelle lavorative sino ad arrivare a quelle sentimentali. Mio padre aveva sempre cercato di immischiarsi nella mia vita anche quando non lo invitavo a farlo, era sempre perennemente lui a tenere le redini di tutto, ma New York e l’FBI era qualcosa che sfuggiva al suo controllo, quindi era qualcosa che per me non andava bene a suo parere.
Mi guardò per un secondo ancora, poi il suo sguardo si posò su Liam che, alle mie spalle, ancora teneva una mano poggiata sulla mia schiena, come se volesse infondermi quella sicurezza che, non appena eravamo arrivati davanti a quella casa, era venuta meno.
“Tu?” Disse mio padre assottigliando gli occhi e sbuffando una volta riconosciuto Liam.
“Grazie del saluto papà” Ero seccata, un anno e mezzo che non vedeva sua figlia e la prima cosa che faceva era pensare a Liam.
“Rachel, tesoro. Cosa ci fai qui? E’ successo qualcosa? E lui? Da quando ti vedi di nuovo con lui?”
“Possiamo entrare dentro a parlare?” Chiesi, notando con la coda dell’occhio l’espressione non più tanto amichevole sul volto di Liam.
“Certo” Rispose semplicemente mio padre facendosi da parte e permettendoci di passare. Era da tanto che non venivo, ma quella casa non era cambiata di una virgola.
“Penso che tu debba spiegarmi un po’ di cose Rachel” Esclamò mio padre pendendo posto in una poltrona, mentre io e Liam facevamo lo stesso sul divano.
“No, papà. Penso che TU debba spiegarmi un po’ di cose” Un lampo di comprensione balenò negli occhi di mio padre, che per un attimo abbassò la testa.
“Deduco che vuoi due abbiate parlato...” Sagace il mio paparino, pensai sbuffando “Rachel, tesoro. Tu eri una ragazzina ancora, lui aveva sulle spalle responsabilità che non potevo permettere influenzassero la tua vita e le tue scelte”
“Hai detto bene, le MIE scelte” Ribadii a voce leggermente più alta. Liam mi prese una mano e la strinse, così mi voltai verso di lui ed il suo bellissimo sorriso ebbe il potere di far rilassare all’istante ogni mio nervo. All’inizio pensavo di voler andare da sola da mio padre, ma poi mi ero detta che sarebbe stato inutile, non volevo nascondermi da lui ne’ dargli il contentino facendogli credere che non ci fosse nulla tra me e il ragazzo che lui si era impegnato così tanto ad allontanare dalla mia vita. Ero contenta di aver deciso di rendere Liam partecipe di tutto quello, perché se fossi stata sola probabilmente in quel momento sarebbe già scoppiata una tremenda lite che avrebbe potuto incidere per sempre sul rapporto con l’unico genitore che mi restava.
“La sua famiglia era disastrata! Sua madre aveva una relazione segreta, suo padre non faceva altro che bere e vogliamo parlare di suo fratello?” Sbottò mio padre. In un istante Liam scattò in piedi ed io feci lo stesso poggiandogli una mano sul braccio.
“Con tutto il rispetto Alan, ma tu non sai niente della mia famiglia” Il tono di voce freddo che Liam aveva utilizzato per pronunciare quelle parole mi venire i brividi. Lo sguardo di mio padre si fece più truce.
“Volevi portare anche lei nella tua famiglia? Rovinare anche lei?” Urlò mio padre, poi aggiunse con tono più calmo “Tu avevi deciso di aiutare tuo fratello, avevi deciso di tenere la tua famiglia unita, ma non potevo certo accettare che Rachel venisse coinvolta. Cosa avresti fatto? L’avresti portata con te in Messico?”
“Sa benissimo che non lo avrei mai permesso” Sbuffò Liam, i suoi occhi si erano fatti di un blu ancora più scuro mentre vedevo la rabbia ribollire nelle sue vene “Rachel è sempre stata la cosa più importante al mondo per me, l’avrei protetta ad ogni costo”
“Rachel è testarda più di un mulo e quando si mette in testa qualcosa non c’è modo di fermala”
La loro discussione andava avanti come se io non fossi nella stessa stanza ad ascoltarli, come se io non potessi dire la mia.
“Basta!” Gridai innervosita. Capivo che mio padre aveva fatto quello che credeva fosse meglio per me, ma aveva comunque sbagliato “Papà, restava comunque una mia scelta. Tu mi hai mentito, mi hai fatta soffrire e poi mi hai spedita in Europa per evitare che scoprissi la tua menzogna!” Esclamai indignata ed offesa dal suo comportamento nonostante fossero passati 5 anni. “E’ vero, forse se avessi saputo delle intenzioni di Liam avrei voluto seguirlo o forse avrei tentato di impedirgli di andarsene...” Mi fermai per cercare le parole giuste per continuare, ma il sussurro di Liam mi bloccò.
“Avrei tanto voluto che tu lo facessi. Forse mio padre sarebbe ancora vivo”
A quelle parole anche lo sguardo duro di mio padre si addolcì e sospirò, poggiandosi una mano sugli occhi.
“Mi dispiace per quello che ti è successo Liam”
“Ed io capisco che tu volevi solo il bene di tua figlia Alan”
Rimasi in attesa, aspettando che mio padre si scusasse con me, che mi dicesse che non voleva farmi soffrire, che era stato un errore. Ma quelle parole non arrivarono, passammo il resto della giornata a casa sua, gli raccontai del mio lavoro e della mia storia con Liam. Saputo che quest’ultimo anche era diventato un agente dell’’FBI la sua risposta era stata “Sapevo che avresti fatto grandi cose”. Un po’ fui gelosa, a me aveva sempre rimproverato la mia scelta, predicando di quanto fosse sbagliato che io andassi a dare la caccia ai criminali quando invece potevo fare altro, probabilmente il motivo principale per cui avevo scelto quel mestiere era proprio quello di andare contro mio padre, o forse perché anche io sapevo che Liam avrebbe fatto grandi cose e che probabilmente avrebbe scelto quella strada. Forse inconsciamente speravo solo che le nostre strade si incrociassero di nuovo.
“Alla fine non è andata così male, anche se mi aspettavo un po’ più di comprensione verso di te” Disse Liam una volta usciti da casa di mio padre. Mi passò una mano sopra le spalle e poi mi tirò a sé.
“Non importa. Sapevo che avrebbe fatto così” Sospirai, tentando di nascondere la mia delusione.
“Per me importa. Voglio solo che tu sia felice. In qualche modo siamo comunque finiti insieme, ci siamo incontrati di nuovo, ci siamo conosciuti di nuovo e ci siamo amati di nuovo” Mi lasciò un bacio tra i capelli, poi continuò a parlare “Te l’ho mai detto che adoro il tuo profumo”
“Forse” Risposi sorridendo maliziosamente “E cos’altro adori?”
“Te, anzi adoro noi, insieme”

 
C’era un agente che controllava il porto, avremmo dovuto aspettare un suo segnale prima di entrare in azione, non potevamo rischiare che ci vedessero lì e facessero saltare tutto. Dovevamo prendere Jarod, volevo sbattere quello stronzo in galera e farlo marcire lì dentro. Più volte mi ritrovai a chiedermi cosa stesse facendo Liam, se tutto stesse andando bene e se lui e Marcus sarebbe riusciti ad ingannare tutti e quando finalmente il capo ricevette la telefonata che tutti stavamo aspettando, scattai in piedi e corsi insieme agli altri fuori dal locale.

Il porto era silenzioso, sembrava quasi deserto. Ci avviamo verso una zona più in vista, da dove proveniva della musica e si sentiva vociare. Troppa gente, questo non andava per nulla bene. Mi sorpresi quando, arrivando al punto designato, mi accorsi di trovarmi di fronte ad uno yatch allestito per una festa, sopra al quale decine di persone, vestite in abiti eleganti e costosi, si accingevano a brindare e divertirsi. Era quello? Sarebbe successo tutto ad una festa su uno yatch? Dov’erano le navi merce? Ed il carico? Dov’erano Marcus e Liam? E soprattutto dov’era Jarod?

Stavo tartassando il mio cervello di domande alle quali non trovavo una risposta, mi sentivo totalmente spiazzata. Mi sarei aspettata una decina di ragazzi ben piazzati che spostavano casse piene di cocaina, cacciandole fuori da enormi container, non di certo un party di ricconi. Ecco perché non avevamo mai capito come facessero, cercavamo nel punto sbagliato, cercavamo tra le persone sbagliate. Mi vergognai ammettendo a me stessa che quel caso era stato un buco nell’acqua sin dall’inizio.

“Ecco Liam” Sussurrò Jason alle mie spalle. Io seguii il suo sguardo e trovai Liam e Marcus sullo yatch intenti a parlare con un uomo abbastanza anziano, vestito in modo molto elegante e con un aria snob. Non avevo idea di chi fosse e dalla faccia del capo capii che anche lui stava cercando di mettere insieme i pezzi, una cosa era certa: quello non era Jarod.


__Killigrew__
Immenso, immenso, immenso ritardo, lo so. Purtroppo ho avuto da fare in questo periodo e non ho trovato modo di scrivere, anche perché, pur volendo, avevo la testa altrove e proprio non ce l'avrei fatta. Ieri poi mi sono imputata e ho deciso che, visto che mancava poco al finale dovevo farcela! E così è stato. Ho scritto questo piccolo capitolo ed il prossimo, che sarà un po' più lungo oltre che essere l'ultimo. Mi scuso se posso aver un po' perso il filo della storia, ma dopo così tanto tempo di inattività era inevitabile. Perdonatemi se ho lasciato qualcosa indietro, se vi ho un po' deluse e se questo capitolo non è esattamente come magari l'avevate immaginato. In ogni caso ringrazio chi ancora è qui a leggere!! ^-^
La prossima settimana pubblicherò l'ultimo capitolo e spero di ritrovarvi tutti! 


 
  
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