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Autore: Najara    26/04/2008    2 recensioni
(Cold Case) Un doppio omicidio irrisolto per la squadra omicidi di Philadelphia... con finale scoppiettante per la mia coppia preferita... Buona lettura e mi raccomando recensite!!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo

Capitolo secondo

 

Quel mattino Lilly invece di dirigersi, come al solito, in ufficio attese che Kat passasse a prenderla. Non tardò e insieme andarono al domicilio di William Parker. Sapevano poco di lui, era molto ricco ma si era ritirato in una casa per non uscirne praticamente mai, evitava tutti i contatti umani. Bussarono alla porta e attesero, non rispose nessuno allora Lilly bussò di nuovo, questa volta una voce disse loro di entrare.

William: Cosa volete da me?

Lilly: Lei è William Parker? Ottenendo un cenno di assenso continuò: Stiamo indagando sulla morte di Jason Blass ci risulta che eravate amici

William: Era il mio unico amico, ho perso i genitori da piccolo e mio zio che aveva l’affidamento era sempre lontano Lui mi voleva bene Lui era mio amico Lui mi capiva Lui…

Kat guardò Lilly, era ovvio che William non aveva tutte le rotelle a posto, le guardava ma era perso nei ricordi. Bruscamente si riscosse: Cosa volete da me?

Kat: Volevamo sapere se Jason avesse parlato a suo padre dell’intenzione di sposarsi con Mira, lei che lo conosceva, che era suo amico, magari Jason si è confidato. Kat parlava con voce suadente tentava di ottenere da lui qualche informazione in più. William non la guardò neppure, gli occhi fissi su Lilly: ”Voi siete innamorata?” La domanda così a bruciapelo sorprese Lilly che per un attimo non seppe che rispondere, il silenzio fu colmato da William: Certo certo… Lui non l’avrebbe mai sposata, mai… una piccola sudicia figlia di operai… e con quel fratello sempre senza soldi…

Lilly: Intende Jack?

William: Si, Jason gli aveva prestato un mucchio di soldi per far piacere a quella sciocca!

Detto questo le guardò arrabbiato: Che fate qua! Fuori da casa mia!

Lilly e Kat si allontanarono. In macchina si scambiarono le opinioni, “Capisco perché si è isolato è totalmente andato!” iniziò Kat “Già, concordò Lilly, chiaramente era molto legato a Jason, probabilmente era l’unico a dimostrargli un po’ di affetto. Comunque Jack non ci ha detto tutta la verità, sarà il caso di convocarlo in commissariato, ora abbiamo un movente chiaro!”

Giunte in commissariato, trovarono ad attenderle Scotty “Finalmente! Come è andata con William?” Lilly e Kat gli raccontarono dello strano interrogatorio, poi Lilly chiese se lui aveva ottenuto qualcosa “Beh Sandy era chiaramente gelosa del rapporto dell’amica con il ricco Jason, anche se ha tentato di nasconderlo, non ha fatto altro che parlarmi dei gioielli che le regalava! Non so… non mi sembra comunque un movente così forte…” Lilly e Kat concordarono con lui, la pista di Jack sembrava più promettente. Stillman li raggiunse e disse che Vera e Jeffries non avendo trovato nulla, malgrado l’unicità del pezzo, stavano tornado. Probabilmente il gioiello era ancora nelle mani dell’assassino.

Convocarono Jack che arrivò poco dopo, lo fecero accomodare nella sala interrogatori. Vera e Jeffries si incaricarono dell’interrogatorio.

Jack: Cosa volete ancora da me! Vi ho detto che non mi interessa!

Vera: Però i soldi ti interessano è Jack?

Jack: Di cosa state parlando?

Jeffries: Non fare il tonto con noi, sappiamo che dovevi un mucchio di soldi a Jason!

Poi si rivolse a Vera: Furbo il ragazzo, non trovi? Uccidi la persona a cui devi i soldi ed è come aver vinto alla lotteria! Solo senza tasse!

Vera: E la sorellina, scomoda testimone, la si elimina, no?!

Jack: Non è vero! Non li ho uccisi io! E’ vero, dovevo dei soldi a Jason ma non li avrei mai uccisi, Jason capiva i miei problemi, non era uno strozzino mi aveva lasciato del tempo per restituirglieli!

Jeffries: Non è sufficiente per discolparti! Sappiamo che eri lì la sera dell’omicidio!

Questa era un’invenzione, Jeffries tentava di ottenere una confessione fingendo di sapere più cose di quelle che in realtà sapevano. Jack li guardò, era sempre più agitato.

Jack:La sera dell’omicidio sono andato da lui, è vero! Ma mia sorella non c’era neanche! Ero andato a casa sua per dargli una piccola parte di quello che gli dovevo, come eravamo d’accordo! Non gli ho fatto niente! Sono rimasto pochi minuti, poi è arrivato suo padre e Jason mi ha fatto uscire dalla porta posteriore! 

Vera e Jeffries si guardarono. Nella stanza accanto Lilly, Scotty e Stillman avevano seguito tutto lo scambio.

Lilly: Questo non ce l’aveva detto il signor Blass, l’alibi fornito dalla moglie non regge più

Stillman: Allora convochiamolo

Il signor Blass arrivò e fu accompagnato nella sala degli interrogatori. Stillman guidò l’interrogatorio insieme a Kat.

Stillman: Salve, ci dispiace disturbarla, ma volevamo sapere più esattamente per che giorno erano fissate le nozze

Signor Blass: Non so di cosa state parlando…

Kat: Ma come? Delle nozze di suo figlio con Mira no?

Signor Blass: Ma quale nozze? Mio figlio non si voleva sposare…

Stillman: E’ inutile negare, sappiamo che la sera dell’omicidio era a casa di Jason, e il movente è chiaramente la volontà di suo figlio di sposare una povera figlia d’operai!

Signor Blass: Come avete saputo?...

Kat: Ci dica è arrivata Mira mentre discutevate? E così hai ucciso entrambi?

Signor Blass: No no! Non è andata così! Ero arrabbiato è vero! Avevo scoperto la mancanza dell’anello di famiglia così ho interrogato mia moglie che ha dovuto dirmi la verità. Sono andato da lui,era solo, abbiamo discusso, lui mi ha detto quanto l’amava, mi ha spiegato che non poteva vivere senza di lei! E io ho capito! Mi sono sentito uno sciocco, in fondo era l’amore che contava non i soldi, così gli ho dato la mia benedizione, ci siamo abbracciati e sono tornato a casa.

Stillman: Perché allora sua moglie ha tentato di coprirla? Se la verità è tutta qui, perché non dirla e basta?

Signor Blass: Quella sera gli avrei raccontato tutto, ero così felice!, lei dormiva già così ho rimandato al giorno dopo, ma poi la scoperta della morte di Jason ci ha sconvolti e non le ho più detto niente.

Kat: Bella versione, ma dove sono le prove?

Signor Blass: Non è una versione è la verità! Potete chiedere a Sandy, lei mi ha visto uscire! E Jason era ancora vivo!

Era ormai pomeriggio inoltrato. Gli ispettori fecero insieme il punto. Quella sera, a casa di Jason, c’era stato molto movimento. Per primo Jack, poi il padre, infine Sandy. Il primo era scagionato dal secondo, almeno per il momento, il padre di Jason sembrava poco probabile, non aveva mai posseduto un’arma, inoltre entrambi sembravano sinceri. Malgrado fosse tardi decisero di provare a convocare Sandy, non la trovarono, così il capo rimandò a domani e mandò tutti a casa.

Lilly si rivolse a Scotty: “Ti dispiace accompagnarmi a casa, così puoi raccontarmi un po’ più nei dettagli il colloquio che hai avuto con Sandy questa mattina?” “Certo, volentieri”, Scotty amava passare del tempo con Lilly, lei aveva uno forte spirito d’osservazione, parlare con lei dei casi spesso significava vedere le cose da punti di vista diversi e scoprire aspetti nuovi. Stare con lei, vederla sorridere, sentirla pronunciare il suo nome gli dava sempre una piccola stretta al cuore, lo rendeva felice. Stillman scosse la testa “Siete proprio impossibili voi due!”.

In macchina Scotty raccontò a Lilly i dettagli del suo incontro con Sandy “Non ne potevo più, mi ha addirittura raccontato che va a confessarsi la sera di tutti i giovedì!” Lilly lo guardò “Ma oggi è giovedì! Per questo non l’abbiamo trovata… ormai dovrebbe essere a casa però… cosa ne dici se facciamo un salto da lei?” Scotty le sorrise “Il capo non ne sarà felice!” “Beh togliamo del lavoro per domani, no? E poi, se è lei, risolviamo l’indagine e chiudiamo il caso!” “Ok ok!”. Si diressero così alla casa di Sandy Bateer.

Scotty bussò alla porta, Sandy venne ad aprire e quando lo vide il suo viso si illuminò, poi scorse anche Lilly e bruscamente il suo volto cambiò, si leggeva la gelosia.

Scotty: Buona sera, avremmo bisogno di parlare un po’ con lei, questa è la mia collega, l’ispettore Rush, possiamo entrare?

Scotty aveva parlato tutto il tempo sorridendo e guardando Sandy negli occhi, anche quando aveva presentato Lilly non l’aveva guardata, accennando a lei con il braccio. Lilly nascose un sorriso, era sicuro che Scotty sapeva come rendere una donna innamorata. Infatti a quelle parole Sandy sorrise e li fece accomodare. Lilly capì immediatamente come avrebbe dovuto condurre l’interrogatorio, era chiaro che Sandy non poteva sfuggire al fascino di Scotty.

Lilly: Signora Bateer

Sandy: Signorina… dicendo così sorrise a Scotty che rispose a sua volta con un sorriso

Lilly: Signorina Bateer, vorremmo sapere cosa faceva la sera dell’omicidio nella casa di Jason.

Sandy guardò verso Scotty disorientata: Non capisco… io non ero lì quella sera…

Scotty: Su Sandy, la posso chiamare così vero?

Sandy: Certo…

Scotty Sandy non mentirci su, lo so che non hai fatto nulla a Jason e a Mira, però sappiamo che eri lì…

Sandy: Ero passata per vedere Jason, io pensavo che Mira non lo meritasse, volevo parlargli, fargli capire che io ero più adatta a lui…

Lilly: Ma lui l’ha respinta, non è vero?

Sandy la fulminò con lo sguardo poi tornò a guardare Scotty: Non sono neanche entrata! Ho visto uscire suo padre e mi sono nascosta, anche se credo mi abbia visto lo stesso, comunque stavo per bussare quando ho sentito la voce di William all’interno, probabilmente era passato dalla porta sul retro, quindi me ne sono andata. 

Scotty: William? Il miglior amico di Jason?

Sandy: Sì, stavano litigando per qualche cosa, non so…

Lilly: Quella sera avete visto Mira?

Sandy: Sì, stava arrivando mentre io me ne andavo, non mi ha visto, ed è entrata in casa.

Lilly: E non le è sembrato il caso di dirlo alla polizia?

Sandy: No… c’era quella storia delle lettere minatorie, e poi William era assolutamente inoffensivo, così insignificante.

Scotty si alzò, Lilly fece lo stesso e si avviarono all’uscita, Sandy chiamò Scotty: Il mio numero ce l’ha vero? Mi farebbe piacere parlare ancora con lei.

Scotty la ringraziò e uscirono, Lilly non sprecò l’occasione “Accidenti hai fatto colpo, io ci farei un pensierino!” gli disse ridendo.

Scotty la guardò “Gelosa è?”. Lilly smise immediatamente di ridere e abbassò lo sguardo, Scotty fu sorpreso dalla reazione, la sua era stata una battuta. Lilly cambiò argomento “Ormai è chiaro, quasi sicuramente è stato William, anche se non vedo il movente” Scotty approfittò del cambio di discorso “Già, forse Jason lo trascurava ora che aveva Mira… Hai detto che non ha le rotelle a posto” “Sì, infatti pensavo fosse dovuto alla reclusione, ma forse tutto è legato, uccide Jason e Mira in un momento di pazzia, non riesce a sopportare la colpa e si reclude, così da perdere ancora di più il senso di realtà”. Salirono in macchina “Ti porto a casa?” chiese Scotty “Stai scherzando? Dobbiamo andare da William!” Lilly non riusciva proprio ad andare a dormire ora che erano così vicini alla risoluzione del caso. “Va bene, sono d’accordo, però chiamiamo il Capo”, Scotty non voleva avere le ire del capo sulla testa. Lilly prese il cellulare e chiamò Stillman.

Stillman: Dimmi Lilly

Lilly: Capo, non si arrabbi, siamo andati da Sandy per vedere se c’era e l’abbiamo trovata

Stillman: Accidenti Lilly, avevamo rimandato a domani! Cosa avete scoperto?

Lilly: Quella sera William era a casa di Jason  e litigavano, Sandy ha anche detto che mentre loro litigavano è arrivata Mira… vorremmo andare da William, non c’è tempo da perdere, se è lui il colpevole, è pazzo non sappiamo come abbia potuto reagire alle domande di questa mattina!

Stillman: Va bene, chiamo gli altri e ci vediamo tutti lì, non voglio che entriate se non siamo arrivati, chiaro?

Lilly: Si capo, vi aspettiamo.

Arrivarono alla casa di William per primi, come c’era da aspettarselo. Scesero dalla macchina, la casa era totalmente al buio, ma da essa provenivano dei rumori, come dei forti colpi. “Dobbiamo entrare, Scotty, non possiamo aspettare, chissà cosa sta combinando!” “Va bene, in effetti sono d’avvero strani questi rumori, e poi il capo arriverà a minuti…”. Entrambi estrassero le pistole e le torce, che avevano sempre con loro. Si avvicinarono alla porta e Lilly bussò con forza. Nessuno rispose, la porta era aperta. Scotty entrò per primo, seguito da Lilly.

  
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