Capitolo secondo
Quel mattino Lilly invece di dirigersi, come al solito, in
ufficio attese che Kat passasse a prenderla. Non tardò e insieme andarono al
domicilio di William Parker. Sapevano poco di lui, era molto ricco ma si era ritirato
in una casa per non uscirne praticamente mai, evitava tutti i contatti umani.
Bussarono alla porta e attesero, non rispose nessuno allora Lilly bussò di
nuovo, questa volta una voce disse loro di entrare.
William: Cosa volete da me?
Lilly: Lei
è William Parker? Ottenendo un cenno di assenso continuò: Stiamo
indagando sulla morte di Jason Blass ci risulta che eravate amici
William: Era il mio unico amico, ho perso i genitori da
piccolo e mio zio che aveva l’affidamento era sempre lontano Lui mi voleva bene
Lui era mio amico Lui mi capiva Lui…
Kat guardò Lilly, era ovvio che William non aveva tutte le
rotelle a posto, le guardava ma era perso nei ricordi. Bruscamente si riscosse:
Cosa volete da me?
Kat: Volevamo sapere se Jason avesse parlato a suo padre
dell’intenzione di sposarsi con Mira, lei che lo conosceva, che era suo amico,
magari Jason si è confidato. Kat parlava con voce suadente tentava di ottenere
da lui qualche informazione in più. William non la guardò neppure, gli occhi
fissi su Lilly: ”Voi siete innamorata?” La domanda così a bruciapelo sorprese
Lilly che per un attimo non seppe che rispondere, il silenzio fu colmato da
William: Certo certo… Lui non l’avrebbe mai sposata, mai… una piccola sudicia
figlia di operai… e con quel fratello sempre senza soldi…
Lilly: Intende
Jack?
William: Si, Jason gli aveva prestato un mucchio di soldi
per far piacere a quella sciocca!
Detto questo le guardò arrabbiato: Che fate qua! Fuori da
casa mia!
Lilly e Kat si allontanarono. In macchina si scambiarono le
opinioni, “Capisco perché si è isolato è totalmente andato!” iniziò Kat “Già,
concordò Lilly, chiaramente era molto legato a Jason, probabilmente era l’unico
a dimostrargli un po’ di affetto. Comunque Jack non ci ha detto tutta la
verità, sarà il caso di convocarlo in commissariato, ora abbiamo un movente
chiaro!”
Giunte in commissariato, trovarono ad attenderle Scotty
“Finalmente! Come è andata con William?” Lilly e Kat gli raccontarono dello
strano interrogatorio, poi Lilly chiese se lui aveva ottenuto qualcosa “Beh
Sandy era chiaramente gelosa del rapporto dell’amica con il ricco Jason, anche
se ha tentato di nasconderlo, non ha fatto altro che parlarmi dei gioielli che
le regalava! Non so… non mi sembra comunque un movente così forte…” Lilly e Kat
concordarono con lui, la pista di Jack sembrava più promettente. Stillman li
raggiunse e disse che Vera e Jeffries non avendo trovato nulla, malgrado
l’unicità del pezzo, stavano tornado. Probabilmente il gioiello era ancora
nelle mani dell’assassino.
Convocarono Jack che arrivò poco dopo, lo fecero accomodare
nella sala interrogatori. Vera e Jeffries si incaricarono dell’interrogatorio.
Jack: Cosa volete ancora da me! Vi ho detto che non mi
interessa!
Vera: Però i soldi ti interessano è Jack?
Jack: Di cosa state parlando?
Jeffries: Non fare il tonto con noi, sappiamo che dovevi un
mucchio di soldi a Jason!
Poi si rivolse a Vera: Furbo il ragazzo, non trovi? Uccidi
la persona a cui devi i soldi ed è come aver vinto alla lotteria! Solo senza
tasse!
Vera: E la sorellina, scomoda testimone, la si elimina, no?!
Jack: Non è vero! Non li ho uccisi io! E’ vero, dovevo dei
soldi a Jason ma non li avrei mai uccisi, Jason capiva i miei problemi, non era
uno strozzino mi aveva lasciato del tempo per restituirglieli!
Jeffries: Non è sufficiente per discolparti! Sappiamo che
eri lì la sera dell’omicidio!
Questa era un’invenzione, Jeffries tentava di ottenere una
confessione fingendo di sapere più cose di quelle che in realtà sapevano. Jack
li guardò, era sempre più agitato.
Jack:La sera dell’omicidio sono andato da lui, è vero! Ma
mia sorella non c’era neanche! Ero andato a casa sua per dargli una piccola
parte di quello che gli dovevo, come eravamo d’accordo! Non gli ho fatto
niente! Sono rimasto pochi minuti, poi è arrivato suo padre e Jason mi ha fatto
uscire dalla porta posteriore!
Vera e Jeffries si guardarono. Nella stanza accanto Lilly,
Scotty e Stillman avevano seguito tutto lo scambio.
Lilly: Questo non ce l’aveva detto il signor Blass, l’alibi
fornito dalla moglie non regge più
Stillman: Allora convochiamolo
Il signor Blass arrivò e fu accompagnato nella sala degli
interrogatori. Stillman guidò l’interrogatorio insieme a Kat.
Stillman: Salve, ci dispiace disturbarla, ma volevamo sapere
più esattamente per che giorno erano fissate le nozze
Signor Blass: Non so di cosa state parlando…
Kat: Ma come? Delle nozze di suo figlio con Mira no?
Signor Blass: Ma quale nozze? Mio figlio non si voleva
sposare…
Stillman: E’ inutile negare, sappiamo che la sera dell’omicidio
era a casa di Jason, e il movente è chiaramente la volontà di suo figlio di
sposare una povera figlia d’operai!
Signor Blass: Come avete saputo?...
Kat: Ci dica è arrivata Mira mentre discutevate? E così hai
ucciso entrambi?
Signor
Blass: No no! Non è andata così! Ero arrabbiato è vero! Avevo scoperto
la mancanza dell’anello di famiglia così ho interrogato mia moglie che ha
dovuto dirmi la verità. Sono andato da lui,era solo, abbiamo discusso, lui mi
ha detto quanto l’amava, mi ha spiegato che non poteva vivere senza di lei! E
io ho capito! Mi sono sentito uno sciocco, in fondo era l’amore che contava non
i soldi, così gli ho dato la mia benedizione, ci siamo abbracciati e sono
tornato a casa.
Stillman: Perché allora sua moglie ha tentato di coprirla?
Se la verità è tutta qui, perché non dirla e basta?
Signor Blass: Quella sera gli avrei raccontato tutto, ero
così felice!, lei dormiva già così ho rimandato al giorno dopo, ma poi la
scoperta della morte di Jason ci ha sconvolti e non le ho più detto niente.
Kat: Bella versione, ma dove sono le prove?
Signor Blass: Non è una versione è la verità! Potete
chiedere a Sandy, lei mi ha visto uscire! E Jason era ancora vivo!
Era ormai pomeriggio inoltrato. Gli ispettori fecero insieme
il punto. Quella sera, a casa di Jason, c’era stato molto movimento. Per primo
Jack, poi il padre, infine Sandy. Il primo era scagionato dal secondo, almeno
per il momento, il padre di Jason sembrava poco probabile, non aveva mai
posseduto un’arma, inoltre entrambi sembravano sinceri. Malgrado fosse tardi
decisero di provare a convocare Sandy, non la trovarono, così il capo rimandò a
domani e mandò tutti a casa.
Lilly si rivolse a Scotty: “Ti dispiace accompagnarmi a
casa, così puoi raccontarmi un po’ più nei dettagli il colloquio che hai avuto
con Sandy questa mattina?” “Certo, volentieri”, Scotty amava passare del tempo
con Lilly, lei aveva uno forte spirito d’osservazione, parlare con lei dei casi
spesso significava vedere le cose da punti di vista diversi e scoprire aspetti
nuovi. Stare con lei, vederla sorridere, sentirla pronunciare il suo nome gli
dava sempre una piccola stretta al cuore, lo rendeva felice. Stillman scosse la
testa “Siete proprio impossibili voi due!”.
In macchina Scotty raccontò a Lilly i dettagli del suo
incontro con Sandy “Non ne potevo più, mi ha addirittura raccontato che va a
confessarsi la sera di tutti i giovedì!” Lilly lo guardò “Ma oggi è giovedì!
Per questo non l’abbiamo trovata… ormai dovrebbe essere a casa però… cosa ne
dici se facciamo un salto da lei?” Scotty le sorrise “Il capo non ne sarà
felice!” “Beh togliamo del lavoro per domani, no? E poi, se è lei, risolviamo
l’indagine e chiudiamo il caso!” “Ok ok!”. Si diressero così alla casa di Sandy
Bateer.
Scotty bussò alla porta, Sandy venne ad aprire e quando lo
vide il suo viso si illuminò, poi scorse anche Lilly e bruscamente il suo volto
cambiò, si leggeva la gelosia.
Scotty: Buona sera, avremmo bisogno di parlare un po’ con
lei, questa è la mia collega, l’ispettore Rush, possiamo entrare?
Scotty aveva parlato tutto il tempo sorridendo e guardando
Sandy negli occhi, anche quando aveva presentato Lilly non l’aveva guardata,
accennando a lei con il braccio. Lilly nascose un sorriso, era sicuro che
Scotty sapeva come rendere una donna innamorata. Infatti a quelle parole Sandy
sorrise e li fece accomodare. Lilly capì immediatamente come avrebbe dovuto
condurre l’interrogatorio, era chiaro che Sandy non poteva sfuggire al fascino
di Scotty.
Lilly: Signora Bateer
Sandy: Signorina… dicendo così sorrise a Scotty che rispose
a sua volta con un sorriso
Lilly: Signorina Bateer, vorremmo sapere cosa faceva la sera
dell’omicidio nella casa di Jason.
Sandy guardò verso Scotty disorientata: Non capisco… io non
ero lì quella sera…
Scotty: Su Sandy, la posso chiamare così vero?
Sandy: Certo…
Scotty Sandy non mentirci su, lo so che non hai fatto nulla
a Jason e a Mira, però sappiamo che eri lì…
Sandy: Ero passata per vedere Jason, io pensavo che Mira non
lo meritasse, volevo parlargli, fargli capire che io ero più adatta a lui…
Lilly: Ma lui l’ha respinta, non è vero?
Sandy la fulminò con lo sguardo poi tornò a guardare Scotty:
Non sono neanche entrata! Ho visto uscire suo padre e mi sono nascosta, anche
se credo mi abbia visto lo stesso, comunque stavo per bussare quando ho sentito
la voce di William all’interno, probabilmente era passato dalla porta sul
retro, quindi me ne sono andata.
Scotty: William? Il miglior amico di Jason?
Sandy: Sì, stavano litigando per qualche cosa, non so…
Lilly: Quella sera avete visto Mira?
Sandy: Sì, stava arrivando mentre io me ne andavo, non mi ha
visto, ed è entrata in casa.
Lilly: E non le è sembrato il caso di dirlo alla polizia?
Sandy: No… c’era quella storia delle lettere minatorie, e poi
William era assolutamente inoffensivo, così insignificante.
Scotty si alzò, Lilly fece lo stesso e si avviarono
all’uscita, Sandy chiamò Scotty: Il mio numero ce l’ha vero? Mi farebbe piacere
parlare ancora con lei.
Scotty la ringraziò e uscirono, Lilly non sprecò l’occasione
“Accidenti hai fatto colpo, io ci farei un pensierino!” gli disse ridendo.
Scotty la guardò “Gelosa è?”. Lilly smise immediatamente di
ridere e abbassò lo sguardo, Scotty fu sorpreso dalla reazione, la sua era
stata una battuta. Lilly cambiò argomento “Ormai è chiaro, quasi sicuramente è
stato William, anche se non vedo il movente” Scotty approfittò del cambio di
discorso “Già, forse Jason lo trascurava ora che aveva Mira… Hai detto che non
ha le rotelle a posto” “Sì, infatti pensavo fosse dovuto alla reclusione, ma
forse tutto è legato, uccide Jason e Mira in un momento di pazzia, non riesce a
sopportare la colpa e si reclude, così da perdere ancora di più il senso di
realtà”. Salirono in macchina “Ti porto a casa?” chiese Scotty “Stai
scherzando? Dobbiamo andare da William!” Lilly non riusciva proprio ad andare a
dormire ora che erano così vicini alla risoluzione del caso. “Va bene, sono
d’accordo, però chiamiamo il Capo”, Scotty non voleva avere le ire del capo
sulla testa. Lilly prese il cellulare e chiamò Stillman.
Stillman: Dimmi Lilly
Lilly: Capo, non si arrabbi, siamo andati da Sandy per
vedere se c’era e l’abbiamo trovata
Stillman: Accidenti Lilly, avevamo rimandato a domani! Cosa
avete scoperto?
Lilly: Quella sera William era a casa di Jason e litigavano, Sandy ha anche detto che
mentre loro litigavano è arrivata Mira… vorremmo andare da William, non c’è
tempo da perdere, se è lui il colpevole, è pazzo non sappiamo come abbia potuto
reagire alle domande di questa mattina!
Stillman: Va bene, chiamo gli altri e ci vediamo tutti lì,
non voglio che entriate se non siamo arrivati, chiaro?
Lilly: Si capo, vi aspettiamo.
Arrivarono alla casa di William per primi, come c’era da aspettarselo. Scesero dalla macchina, la casa era totalmente al buio, ma da essa provenivano dei rumori, come dei forti colpi. “Dobbiamo entrare, Scotty, non possiamo aspettare, chissà cosa sta combinando!” “Va bene, in effetti sono d’avvero strani questi rumori, e poi il capo arriverà a minuti…”. Entrambi estrassero le pistole e le torce, che avevano sempre con loro. Si avvicinarono alla porta e Lilly bussò con forza. Nessuno rispose, la porta era aperta. Scotty entrò per primo, seguito da Lilly.