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Autore: Artemisia_Amore    15/11/2013    3 recensioni
La trama di questa storia si svolge su due piani temporali.
{I fili del presente si intrecciano continuamente con il passato dove è ambientata la maggior parte della narrazione.}
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Break riapre gli occhi dopo una sanguinosa battaglia. Ha da tempo perso l’uso della vista, e il suo cuore stanco vortica inesorabilmente intorno a quel ricordo che lo ha a lungo perseguitato. Nel frattempo, Reim ripercorre i passi che lo hanno portato alla scoperta di un sentimento inconfessabile, mentre Sharon rivive il giorno in cui cessò per sempre di essere una bambina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reim Lunettes, Sharon Ransworth, Xerxes Break
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Antiorario
 

E’ buffo che il primo e più vivido ricordo che ho di voi siano le vostre mani. Le dita affusolate, le unghie ben curate, la pelle morbida, morbidissima, della nobiltà. Tutto in quelle mani lasciava intravedere un frammento della vostra essenza. Danzavano con grazia sulla tela da ricamo. Indicavano con impudenza tutto ciò che attraeva la vostra attenzione. Ed erano delicate, appena un soffio o un fremito d’ali di farfalla, quando si posavano sui miei occhi. O sul mio occhio, per essere più precisi, ma a voi non importava che fossi sfigurato. Continuavate a coprirmi entrambi gli occhi, e sussurrarmi all’orecchio: “Una caramella per un tuo pensiero”.
 
Ricordo ancora il profumo di lavanda dei vostri polsi pallidi e sottili. E il sussultare del mio cuore, quando, alla risposta: “Pensavo… A voi…”, quelle dita fragili si trasformavano in elegante sensualità, insinuandosi tra i miei capelli, costringendomi a reclinare la testa fino a incontrare il vostro seno.
 
A me… A noi?”.
A voi. E alla bambina”.
 
Nonostante non potessi vedere, immaginavo vividamente la vostra espressione imbronciata. Sentivo il vostro corpo in tensione, le vostre dita piccate che mi stringevano i capelli, tirandoli in una vendetta infantile. Mi domando se lei si sia mai accorta di somigliarvi anche in questo.
 
E a noi non pensi, cavaliere?
Non è concesso, mia signora. Non oserei”.
 
Mi lasciavate andare, allora. Mi passavate davanti, e mi rivolgevate uno di quei vostri sorrisi misteriosi, minacciosi e dolcissimi allo stesso tempo. Poi vi sedevate ai miei piedi, posavate le dita lunghe e sottili sul dorso della mia mano, una leggera pressione, e d’un tratto vi avvolgevate col mio braccio, guardandomi negli occhi, sfidandomi.
 
E se fossi io a pensare a noi?”.
 
Mi mancava il coraggio per rispondervi con la verità che gridava il mio cuore. Tacevo, dunque, ma vi tenevo stretta.
 
Sharon sta giocando con Reim-kun nel giardino. In questa stanza esistono solo Shelly… E Xerxes…”.
 
Oh, quanto arrossisco, oggi, pensando al modo in cui avvampai, con gli occhi spalancati, disorientati.
 
X-erxes…?
E’ il nome che ho scelto per te. Ti piace, Xerxes? Hai detto di non essere più Kevin. Se Kevin è morto, mio cavaliere, è Xerxes ad abbracciarmi. E a lui è concesso”.
 
Non mi è più capitato di provare quel brivido, sapete? La sensazione di star per compiere un gesto estremamente proibito. Eppure Xerxes Break ne ha infranti, di tabù. Ma a quel tempo era Kevin a guardare il mondo, e ci sarebbero voluti ancora mesi, ancora un anno, prima che Xerxes prendesse il suo posto.
 
Vostro marito…
Mio marito, Xerx-kun? Mi detesti al punto da chiamarlo in causa?
 
Ed eccolo, il momento esatto in cui il cuore fermò i propri battiti. Le vostre labbra, di un rosa così seducente, vicine, troppo vicine all’angolo della mia bocca. Sentii la vostra mano sul mio petto, la strinsi nella mia. E rimanemmo immobili, a respirare un uguale respiro, a guardarci negli occhi e scambiarci domande mai proferite, tesi, sul punto di agire, sul punto di tirarci indietro. Poi iniziammo a tremare, e ad ogni lieve, lievissimo fiato corrispose un lieve, lievissimo movimento. Il desiderio di incontrarsi e la paura di farlo. Finché non accadde. Finché non ci imbattemmo l’uno nelle labbra dell’altra, timidamente, quasi per sbaglio, e fuggimmo, ci osservammo. E tornammo vicini, questa volta per assaggiarci. Di nuovo lontani. Di nuovo vicini, a rubarci l’anima a vicenda con un bacio.
 
Poi ci fermammo. D’un tratto, senza un perché. La punta delle vostre dita percorse la mia guancia, il vostro sguardo si fissò sul mio viso.
 
Il colore dei tuoi occhi… Mi ricorda che cosa provo…
Tormento… mia signora?"
 
Se solo avessi avuto un istante, un istante ancora. Avrei baciato la vostra bocca, vi avrei donato tutto il mio cuore. Vi avrei stretta tra le braccia e vi avrei sussurrato che il dolore sarebbe potuto finire, che insieme avremmo potuto ricominciare.
 
Ma le mie mani si sono allungate invano, nel vuoto. E quando ho riaperto gli occhi, c’era solo lui.





   
 
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