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Autore: Cocchi    15/11/2013    4 recensioni
La lontananza fa all'amore quello che il vento fa al fuoco.
Spegne il piccolo, scatena il grande.
[...]
Non hai intenzione di dire niente. Sta a lui chiedere scusa, tu non hai sbagliato. Tu hai avuto tutto il diritto di arrabbiarti quando ti ha detto che non voleva che tu andassi con lui.
"sarebbe meglio se tu non venissi."
Niente di più, niente di meno.
Un peso.
Ecco come ti sei sentita, poi hai pensato che volesse solo lavorare che gli sarebbe dispiaciuto non passare del tempo insieme.
Tutto assolutamente normale, nel suo stile. Senza dolore per nessuno.
Ma non pensavi che sarebbe stato così: pochi sms, niente telefonate. Niente improvvisi rientri o pause di un paio di giorni da passare insieme.
Ti è mancato.
Ti è mancato da morire.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Apri la porta dopo il secondo scampanellio, normalmente ti saresti irritata per l'insistenza del visitatore, ma oggi no. Sai esattamente chi si trova dietro quella porta e questo ti spaventa. Stare tre settimane senza averlo fra i piedi non è stata la liberazione che credevi, è stata una tortura.

Una tortura auto inflitta, ma pur sempre una tortura.
Quando i tuoi occhi incontrano quelli chiari di lui il cuore inizia a battere ad un ritmo frenetico, una parte di te lo maledice mentre l'altra parte si impegna a creare la miglior faccia indifferente che riesci mostrare.

«Sei tornato.» Affermi con un tono piatto, meravigliandoti da sola per come riesci a mascherare le tue emozioni.
«
Un'ora fa.» Risponde con il solito sorriso.

Quello che ti ha sempre fatta sorridere a tua volta. Ma stavolta no. Imponi alle tue labbra di non incurvarsi, le mordi nel combattimento e sollevi un sopracciglio.
Rimanete in silenzio per qualche secondo, ma ti sembrano ore.

Lui porta le mani nelle tasche dei pantaloni e dondola sul posto. Sai che sta per chiederti di farlo entrare, quindi ti sposti e spalanchi la porta facendogli strada.
Lo osservi mentre attraversa l'ingresso e poi si volta a guardarti. In attesa che tu faccia qualcosa. 
Sbuffi prima di sederti sul divano di salotto. Lui abbozza un sorriso quando sollevi le gambe e le porti ad aderire contro il corpo e lo osservi.
«
Che hai da ridere?»
«Niente.» Viene a sedersi accanto a te e senti il cuore battere contro le tue ginocchia. 
Non hai intenzione di dire niente. Sta a lui chiedere scusa, tu non hai sbagliato. Tu hai avuto tutto il diritto di arrabbiarti quando ti ha detto che non voleva che tu andassi con lui.
"sarebbe meglio se tu non venissi."
Niente di più, niente di meno.
Un peso.

Ecco come ti sei sentita, poi hai pensato che volesse solo lavorare che gli sarebbe dispiaciuto non passare del tempo insieme.
Tutto assolutamente normale, nel suo stile. Senza dolore per nessuno.
Ma non pensavi che sarebbe stato così: pochi sms, niente telefonate. Niente improvvisi rientri o pause di un paio di giorni da passare insieme.
Ti è mancato.
Ti è mancato da morire. 
Non era la semplice mancanza di un amico con cui dividere una pizza, era la mancanza del suo sorriso, la mancanza delle sue mani sulle tue spalle. 
Ti mancavano perfino le sue smorfie e le sue continue battutine. 
Quando era stata l'ultima volta che eri stata più di un giorno senza parlargli?

Probabilmente neanche da bambini vi eravate allontanati così tanto. 
Da quanto tempo vivevate in questa simbiosi?

Da quanto sentirsi tutti i giorni, anche più volte, era diventata una abitudine irrinunciabile?! 
Te lo sei chiesta miliardi di volte in quei giorni.

Poi ti sei rassegnata, perché son cose che accadono gradualmente e che dopo anni ed anni di conoscenza succedono e basta.
Dopo era arrivata la domanda che ti aveva sorpresa più di tutte.
Chissà se anche a lui manco...
Inizialmente sorpresa avevi rimesso lo scomodo quesito in una parte della tua mente che ti sei sempre imposta di non visitare, per il semplice motivo che forniva più problemi che soluzioni.

Con prepotenza il dubbio era tornato a farsi sentire, testardo continuava a scappare dall’antro che gli avevi riservato, e alla fine ti sei arresa.

Anche adesso è presente nella tua mente, ti sembra di vedere quella semplice domanda lampeggiare come le insegne al neon dei negozi del centro. Posi il mento sopra le ginocchia e osservi il ragazzo al tuo fianco in attesa.
Se avessi un po' più di coraggio e un po' meno paura di sembrare ridicola glielo chiederesti.
Gli domanderesti "Ti sono mancata?" E lui ti guarderebbe sorridendo e ti scapiglierebbe i capelli come fa ogni volta che gli fai una domanda stupida.
Ed invece rimani in silenzio, questa scena che riempie la tua mente.
«
Ti sono mancato.» Non lo domanda.

Usa un tono per niente sicuro ma non te lo sta chiedendo. Inclina semplicemente la testa cercando di guardarti negli occhi mentre tu abbassi la fronte.
«
Anche se fosse...» Inizi cercando di contrattaccare, ma ti interrompe.
«È così.» Adesso è sicuro, capisce quando menti. Sorride mentre con una mano cattura le tue gambe e ti attira verso di sé. «Altrimenti chi sarebbe lo stupido idiota che ti mancava di cui parlavi su Twitter
Domanda
con un sorrisetto malcelato che vorresti odiare.
«Quindi ammetti di essere uno stupido idiota.» Rispondi pronta mentre ti metti comoda sopra le sue gambe. 
«A forza di sentirtelo ripetere devo iniziare a crederci.» Afferma mentre passa la mano lungo la tua schiena.
Riconosci il preciso istante in cui sente il tuo cuore battere a ritmo accelerato perché sorride.

Sorride in un modo che ti fa sciogliere, che ti fa capire che adesso anche lui è consapevole di quello che tu hai capito durante la sua assenza. 
«Giusto per la cronaca...» Dice mentre ne approfitti per appoggiarti al suo petto lasciando che il suo naso sfiori il tuo. Il ritmo del suo cuore, così simile al tuo non fa altro che confermarti i tuoi sospetti. «Mi sei mancata anche tu.» Dichiara prima di posare le sue labbra contro le tue. 
Trattieni il fiato a quel contatto breve e dolce. 
Riapri gli occhi solo per guardare nei suoi.
Vorresti chiedergli che significa tutto questo, cosa vi è successo, ma in realtà lo sai già.

Sai esattamente cosa sta succedendo e sai anche cosa porterà tutto questo.

Passi una mano fra i suoi riccioli e accenni un sorriso, lo sguardo che ti regala in risposta insieme alla carezza, che la sua mano lascia sulla tua nuca, parlano ancora prima che lo faccia lui.
E sinceramente credi che sia anche meglio.

Per questo lasci aderire le tue labbra contro le sue un'altra volta interrompendo la sua frase ancora prima che riesca a pronunciarla.

 

 

 

***

Buonaseeeera. [cit tizio della pubblicità]

Mancavo da troppo tempo, volevo scrivere qualcosa ed è uscito questo.

Lo ammetto come al solito all’inizio pensavo fosse una shot su Tom, ma poi ho preferito eliminare ogni riferimento e lasciare tutto alla vostra fantasia. Entrambi i protagonisti possono essere chiunque vogliate, per questo non ci sono i nomi. In un certo senso a rileggerla mi dà l’impressione che sia più personale così.

Ditemi voi che ne pensate.

Intanto vi saluto.

A presto, spero.

Cos

  
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