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Autore: septendecim    16/11/2013    3 recensioni
Il disegno continuava a prendere vita ogni minuto che passava sotto la matita, quella domenica mattina.
Lo osservava come avrebbe voluto osservare il soggetto nella realtà.
Con profondo amore.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una pagina bianca.
Ecco cosa le serviva.
Una pagina bianca e una matita.
Null'altro, al mondo, in quel momento.
Il necessario, per poter ritrarre Lui.
Suonava la batteria.
Teneva il tempo senza fiato, i capelli quasi ricci che saltavano in aria e si attaccavano al sudore sul collo.
La maglietta nera appiccicata alla schiena, i jeans blu corti, le Vans nere slacciate, le fossette.
E gli occhi.
Verde brillante che diventava scuro, per poi tornare chiaro, e ancora una volta scurirsi, in base al suo umore molto instabile durante le canzoni.
Ora si intristiva per un testo, ora esultava per l'energia della musica, ora si incazzava con Michael che gli faceva la linguaccia.
Ashton Irwin era mille sfaccettature comprensibili solo dagli occhi.
E Lei lo sapeva.

Il giorno dopo tornò al garage, con un blocco da disegno e un carboncino nella sacca.
Mentre Calum accordava il suo basso e gli altri si posizionavano, lei prese i suoi strumenti, e cominciò ad osservare Ash.
I muscoli delle braccia tesi mentre provava, con le vene che pulsavano.
I polpacci definiti delle gambe che picchiavano il pedale a terra.
Il modo in cui girava il collo alla ricerca di Calum, per scambiarsi un sorriso.
Le sopracciglia che aggrottava quando cercava una nuova melodia.
Il ghigno che nasceva quando riusciva a fregare il microfono a Luke.
Almeno una ventina di pagine furono riempite dagli schizzi su Ashton.
Il 7 luglio si avvicinava, e doveva prepararsi per i suoi 18 anni.

Chiusa nella sua camera, disegnava con calma il profilo del ragazzo.
Lui era sul suo letto, ignaro del regalo.
Osservava la stanza, come ogni volta che entrava.
Le pareti bianche, piene di scritte, disegni, impronte. Era tutto armoniosamente incasinato.
Lo scaffale con il televisore, i novantanove libri, i dischi ormai non più quantificabili.
La scrivania.
Dove lei faceva scorrere la matita sui fogli, creando meraviglie.
Lui si alzò e si mise dietro la sua schiena per vedere cosa combinava, vedendola con quel sorrisetto sulle labbra che aveva quando nascondeva qualcosa.
Difatti girò i fogli e li mise nel primo cassetto, chiudendolo a chiave.
"Cosa ti serve?" chiese.
Sorrideva, gli occhi scuri che brillavano per il divertimento.
"Cosa stai combinando?"
"Nulla" disse ghignando.
Ashton incrociò le braccia, mostrando ancora i muscoli.
Un altro dettaglio da ricordare, registrò.
"Cosa c'è su quel disegno, Rosie?" chiese ancora con un sorriso trattenuto.
"Nulla che al momento ti riguardi" rispose lei. "Andiamo, Michael ci uccide se facciamo tardi anche stasera"

E così lo liquidò, facendo in modo che non scoprisse nulla.
Usciti da casa di Clifford, Rosie di passò un braccio di Ashton intorno alle spalle e lo trascinò a casa, ubriaco marcio.
Ash si sedette sulle scale del palazzo, biascicando parole a ritmo.
"Di chi è questa canzone?"
Rosie nel frattempo cercava nella borsa le chiavi di scorta dell'appartamento, per evitare di far scoprire alla povera Anne-Marie suo figlio in condizioni pessime.
"È nostra!" rispose sdraiandosi sul gradino. "L'abbiamo scritta da poco"
"E di cosa parla?"
Rosie lo riprese sotto le braccia e lo fece alzare, trascinandolo in casa sua.
Lo portò nella sua stanza, ficcandolo vestito sotto le coperte.
"Parliamo un poco!"
Si sedette accanto a lui, guardandolo.
Gli occhi erano chiari, senza ombre.
"Come si chiama la canzone?"
Ash si sedette contro il muro, le gambe intrecciate nelle coperte.
"Ricordi cosa è successo ad aprile?"


'Nicholas Jenkins camminava strisciando i piedi sulla sabbia.
Il primo falò dell'anno stava scemando, le cento persone iniziali erano diventate 25.
I mitici Ashton, Luke, Cal e Michael, le compagne di classe e tutti i ragazzi più fighi della scuola.
Tra cui Nick, appunto.
Capelli color cioccolato, occhi blu notte e carattere dolcissimo, a detta di molte.
Si sdraiò accanto a Rosie sulla sabbia, vicino alla riva.
"Perché tutta sola?"
Sorrise. "Mi girava troppo la testa"
"E il tuo ragazzo?"
Rosie lo guardò stupita. "Chi?" chiese ridendo.
"Quell'Ashton. Siete sempre attaccati"
Sorrise, lievemente triste. "No, siamo solo migliori amici"
Nick ghignò.
"Oh, bene. Dunque non si arrabbierà se faccio questa cosa"
E detto questo accostò le labbra alle sue.'

Il telefono cadde due volte dalle sue mani prima che riuscisse a comporre il numero.
Uno squillo, poi la sua voce.
"Rosie?"
"Ash.." un singhiozzo le impedì di concludere il suo nome.
"Ehi, tesoro, cosa è successo? Perchè stai piangendo?"
Si sdraiò per terra, con la schiena al letto.
"Non... non ricorda nulla!"
"Chi?!"
Ashton si alzò dalla batteria e uscì fuori dal garage Hemmings, per parlare con lei.
I ragazzi lo guardavano stupiti, non si alzava neanche se chiamava sua madre.
"Nick... Non si ricorda di ieri sera!" gridò Rosie, esplodendo in un pianto disperato.
Ashton sentì le grida e i pianti dell'amica in silenzio, mentre correva verso casa sua con l'autobus.
Si fiondò nella sua stanza.
La trovò con le ginocchia rannicchiate, un cuscino tra le braccia e gli occhi vacui.
La strinse delicatamente, piangendo anche lui.
"Io sono qui, Rosie, sono sempre stato qui e ci sarò sempre" '


Lei era stata delusa da una delle persone che riteneva più dolci a questo mondo, a sentire le voci che circolavano su di lui.
Ma ovviamente, più castelli in aria costruisci, e più macerie ti cadono addosso quando finisci col culo per terra.
"Leggi il testo, è sulla scrivania" disse Ash, scivolando sul materasso.
Rosie si alzò, cercando in mezzo a tutti i fogli e gli spartiti sul tavolo.
Il titolo incombeva sul foglio pentagrammato.
Heartbreak girl.
"C'è solo questo" disse sventolandolo.
Ashton si accucciolò sul cuscino.
"Mh... Allora domani mattina te la faccio sentire meglio, ora ho sonno"
Rosie rise.
"'Notte principessa" mugugnò lui.
Lei gli scompigliò i capelli e gli lasciò un bacio in fronte, prima di uscire da lì con un dubbio nel cuore.

Il disegno continuava a prendere vita ogni minuto che passava sotto la matita, quella domenica mattina.
Lo osservava come avrebbe voluto osservare il soggetto nella realtà.
Con profondo amore.
Posata la matita prese gli acquarelli, cominciando a colorare i suoi capelli con amorevole cura.
"Rosie!"
Ginny bussò alla porta della camera chiusa a chiave, una nota di impazienza nella voce dolce.
"Dimmi Gin!" disse senza alzare gli occhi dal foglio.
Ora toccava ai jeans scuri.
Ash le sorrideva mentre batteva le bacchette sulla sua batteria, dove il simbolo dei 5 Seconds Of Summer nero spiccava.
"Devi aprirmi subito!"
"Un attimo!"
"Lascia perdere i colori, c'è Ashton che ti aspetta sotto!" disse la sorella andandosene.
Rosie riprese il giallo, cominciando a colorare i piatti.
"Digli che scendo tra cinque minuti!" urlò nel frattempo.
Mise il disegno al riparo dal sole sulla scrivania, coprendolo.
Scese al piano di sotto, dove Ashton la aspettava sulla porta.
"Muoviti pelandrona, sempre con quei fogli a scarabocchiare!"
Rise, mettendosi le scarpe.
"Mi stavo preparando!" si giustificò.
"Si vede" sorrise il ragazzo. "Bella la macchia di azzurro. Acquarelli?"
Rosie avvampò, uscendo di casa.
"Dove? Dove?!" chiedeva strusciando le mani sulle guance.
Ash si avvicinò, e con un dito le tolse la goccia di colore dal mento.
"Ecco fatto! Cosa stavi facendo?"
La ragazza avvampò. "Nulla di che. Comunque mi devi dire di..."
"Heartbreak girl, lo so. Te l'ho promesso"
Sorrise. "Anche da ubriaco non dimentico nulla"

Sydney era affollata, col tipico via vai dei turisti estivi.
Il sole colpiva tutto, lasciando poche zone d'ombra.
I due ragazzi si rifugiarono in un sushi bar, pranzando insieme.
"Heartbreak girl. Il titolo mi piace"
Ash sorrise. "Lo spero tanto anche per la canzone"
"Chi sono i protagonisti?"
"Due... Amici" rispose il ragazzo mimando le virgolette con le dita.
Rosie sentì le guance prendere colore.
"E cosa fanno?"
Beve un sorso di acqua, prima di iniziare.
"Nulla, è questo il problema. Parla di un ragazzo che si trova in difficoltà: è innamorato della sua migliore amica, ma non sa come dirglielo. Lei nel frattempo soffre per un'altro coglione, e non capisce che il ragazzo è l'unico a poterla salvare, a trattarla come dovrebbe essere trattata... Come una principessa"
Lei era certa di essere bordeaux in viso.
"Chi l'ha scritta?" chiede in un sussurro.
"Luke, con l'aiuto di Cal. Ma l'ispirazione per il contenuto l'ho trovata io"
Ash sorrise.
"Mi piace, voglio sentirla. La suonerete domani sera al pub?"
Le prese la mano.
"Prima di andare alla mia festa? Si, ma solo se ci sei tu"

Il pub O'Neills era pieno di gente.
I ragazzi cominciavano ad acquistare un po' di fama in città, e la gente faceva la fuori dal locale ad aspettare per sentirli suonare ogni volta che si dovevano esibire.
Rosie passò la porta del retro del locale con Ginny, trovandosi avvolta dalle ultime note di "Beside You".
Applaudì mentre camminava verso il bancone del bar, facendosi dare una bottiglia di Corona da Bob, proprietario del locale nonché amico di vecchia data della loro famiglia.
"Buona sera ragazze, siete arrivate giusto in tempo" disse, per sparire dagli altri clienti.
Sedute sugli sgabelli, appoggiarono la schiena al ripiano di legno, 
Davanti a loro, un affossamento del pavimento e il mini palco, circondato dai tavolini pieni di gente.
Luke le salutò, indicandole ai ragazzi durante quei pochi secondi di pausa.
Alla fine si riposizionarono ai loro strumenti, Luke con un sorriso strano in faccia.
"Ringraziamo di nuovo Bob, il proprietario di questo meraviglioso locale, che ci ha permesso di esibirci qui!"
Rosie e Ginny urlarono, battendo le mani e facendo ridere tutti.
"Adesso l'ultimo pezzo. È una canzone scritta da poco, ma che vogliamo cantarla su richiesta del nostro batterista Ashton, che oggi compie diciott'anni!"
Un boato si sollevò nel pub quando si alzò per andare vicino a Luke e prese il microfono.
Con quella sua vocina tenera cominciò "Vi ringrazio di cuore, tutti quanti! Questa canzone la dedico ad una persona speciale, qui presente stasera"
Fece una pausa, guardando il pubblico.
I suoi occhi si soffermarono su Rosie, un sorriso mostrò le sue fossette e fece avvampare la ragazza.
"Spero che se non hai già capito, capirai adesso" esordì, per poi riposizionarsi alla batteria.
Michael cominciò con un assolo di chitarra che metteva i brividi addosso.
Calum si avvicinò al microfono, sorridendo.
"You call me up... It’s like a broken record, saying that your heart hurts, that you never get over him getting over you.
And you end up crying, and I end up lying, ‘cause I’m just a sucker for anything that you do"
Rosie poggiò la bottiglia, guardandoli cantate tutti e quattro.
"And when the phone call finally end you says 'Thanks for being a friend', and we're going in circles again and again!"
Cominciò a credere per davvero al senso che lei stessa aveva dato alle parole di Ash il giorno prima.
Il suo batterista suonava e cantava trasmettendo felicità e disperazione allo stesso tempo.
"I dedicate this song to you, the one who never sees the truth, that I can take away your hurt, Heartbreak girl!
Hold you tight straight through the day light, I’m right here when you gonna realize that I’m your cure, Heartbreak girl!"
"Rosie, perché piangi?"
La ragazza sentì le lacrime cadere sulla sua t-shirt.
Guardò la sorella e le strinse le braccia al collo, soffocandola.
Rideva, nel mente. Il cuore che le esplodeva di felicità, capendo che il suo migliore amico era interessato a lei tanto quanto lei era interessata a lui da una vita.
"Sono felice!" esclamò.
"I know someday it’s gonna happen, and you’ll finally forget the day you met him. Sometimes you’re so close to perfection... I gotta get it through your head that you belong with me instead!"
I loro strumenti, e poi di nuovo le loro voci.
E poi di nuovo Lui, con quegli occhi verdi sorridenti puntati su di lei.
"Hold you tight straight through the day light, I’m right here when you gonna realize that I’m your cure, Heartbreak girl!"
Michael concluse il pezzo, con lo stesso assolo.
Tutti esplosero in un applauso da far tremare i muri, mentre lei tremava dentro.

Harry corse verso Rosie, sorridendo con quei capelli biondi al vento e le guance rosse.
"Rosie!"
Saltò fra le sue braccia, facendosi stringere.
"Cucciolotto, dov'è la mamma?"
"In cucina!" esclamò, con quel sorriso uguale al fratello maggiore.
Tenendolo in braccio andò da Anne-Marie, che poveretta era sommersa di bottiglie e lattine vuote.
Borbottava, mentre ficcava tutto in un sacco nero.
"Lo so, bevono come spugne!" disse Rosie lasciando Harry e aiutandola.
"Piccola Rosie, ciao! Tutto bene si?"
"Alla grande!" disse sorridendo.
Portarono il sacco sul retro, con Harry che saltava intorno a loro.
"Tesoro, vai di là a divertirti, qui ora ci penso io"
Rosie sorrise, tornando da Ginny e Michael nel mega garage di casa Irwin.
Le luci alienavano la stanza, non si riconosceva nessuno.
"Rosie!"
Luke agitava la mano con Calum, per farsi vedere.
Si avvicinò a loro, ridendo.
Calum aveva la maglia al contrario.
"La prossima volta che avrai una svelti,a vestiti come si deve!" disse sghignazzando.
Cal avvampò, mentre Luke le indicò il piano di sopra.
"Vai da Ash, è nella sua camera"
Sorrise, un sorriso felice.
Corse lungo le scale, la musica quasi ovattata.
La porta della stanza era socchiusa, la luce dell'abat-jour che rischiarava un poco l'ambiente.
Ash era seduto sulla sua scrivania, un foglio tra le mani.
Lei entrò cercando di fare meno rumore possibile, avvicinandosi.
Il suo disegno veniva sfiorato lentamente dalle dita del ragazzo.
Dei brividi corsero lungo la sua schiena.
"È... Bellissimo" disse lui.
Rosie annuì. "Come te" sussurrò.
L'imbarazzo era palpabile.
Ash poggiò il ritratto e le fece cenno di avvicinarsi a lui.
La catturò con le gambe, stringendola in un abbraccio come un koala.
Sorrideva, un sorriso che esprimeva felicità, che non si vedeva solo dalle labbra, ma dagli occhi, dalle sopracciglia, dal tremore delle braccia.
E dal battito nel petto.
"Grazie. N-non per il disegno, cioè anche per quello... Ma per esserci ancora"
"Perché ancora?"
Ashton avvampò di rossore.
"Mi sono reso ridicolo davanti a tutti per dichiararti la mia cotta per te senza che tu ricambiassi e..."
Rosie lo guardò stranita. "Che cosa? Ash, tu mi piaci!" esclamò.
"Ma... Cal mi ha detto che..."
Una lampadina apparve sulla testa del biondo.
Scosse i riccioli, facendo ridere Rosie.
"Non ci credo, hai creduto davvero alle stronzate di Calum?"
Se fosse stato possibile, le guance del ragazzo avrebbero preso fuoco.
Rosie morse un suo zigomo rosso, facendolo ridere.
"Perciò non è stato tutto inutile" sussurrò.
Ashton la strinse ancora di più a sé, il battito dei cuori che riecheggiava nelle loro teste.
Le carezzò una fossetta all'angolo della bocca, sorridendo.
"Io non dimentico nulla Rosie, nemmeno da brillo. Non potrei dimenticarmi di te. E ci sarò sempre"
Gli occhi lucidi brillavano di sincerità. 
Lei annuì.
"Lo so" sussurrò, prima di sentire le labbra di Ashton Fletcher Irwin sulle sue.




"I dedicate this song to you
The one who never sees the truth
That I can take away your hurt
Heartbreak Boy.

Hold you tight straight trough the day light
I'm right here when you're gonna realize
That I'm your cure
Heartbreak Boy."
  
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