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Autore: Mirandolina    16/11/2013    6 recensioni
Un pomeriggio fra soli uomini aspetta il nostro Rick. Come se la caverà?
Altra storia sulla famiglia Castle, giusto per farvi conoscere un po' meglio il nuovo arrivato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore è nell'aria'
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Tale padre tale figlio
 
 
 


-Castle, è ancora piccolo! Si sentirà abbandonato!-
-Proprio perché è piccolo, dormirà tutto il tempo e non si accorgerà nemmeno che non ci sei.-
-Rick, io.. non so se me la sento. Da quando è nato non me ne sono separata per più di qualche minuto..-
-Questo perché sei una mamma premurosa e attenta. Ma stai impazzendo, tesoro. Se non ti distrai dal pensiero del bambino per almeno mezza giornata, scoppierai. Da quanto non vai al distretto o non vedi Lanie? Vai a prenderla per pranzo e passate il pomeriggio tra donne, non so, andate a farvi le unghie e sparlate di uomini!-
Kate guardava suo figlio davvero combattuta. Non si sentiva pronta a lasciarlo. D’altronde prima o poi doveva succedere e Castle sarebbe rimasto a casa tutto il tempo. Senza contare il fatto che l’ultima volta che era uscita di casa era stata due settimane prima, per fare incetta di pannolini…
-Non..non è una cattiva idea, in effetti.-
-Perfetto! Preparati ed esci, penso a tutto io.-
-Sai dov’è il latte in polvere, vero?-
-Cucina. Primo ripiano a destra.-
-Nel caso si macchi coi rigurgiti..-
-Gli metto la tutina blu con i cagnolini, la sua preferita.-
-E i pannolini?-
-A-ah! Domanda a trabocchetto! I pannolini normali sono vicino al fasciatoio ma prima del riposino mette quelli super assorbenti che sono nel mobile del nostro bagno.-
-Wow.. ma come..?!-
-Che posso dire, sono stato molto attento.- disse con falsa modestia, felice di averla stupita.- Andrà tutto bene, amore.- e la baciò- Divertiti, riposati e poi torna da noi perché ti aspettiamo.- Beckett già alla porta si lasciò stringere dall’abbraccio del marito posando leggermente le labbra sulla fronte di John.
-Fate i bravi, non farò tardi.-
E presa la borsa, si chiuse la porte alle spalle.
 
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-Non piangere! John, fai il bravo o la mamma se la prenderà con me!!- Castle, esasperato da più di mezz’ora di pianto ininterrotto, scelse qualcosa di colorato dalla cesta dei giochi -Guarda, l’orsetto Bob! Giochiamo con lui?- Uno strillo più forte fu un’eloquente risposta -A quanto pare no. Se almeno sapessi perché piangi! Hai mangiato,ti ho cambiato il pannolino, ora dovresti dormire.. è vero: il ciuccio! Vuoi il ciuccio vero, John?-
Castle si affrettò a raggiungere la camera da letto, il famoso ciuccio era rimasto dalla notte precedente sul comodino della moglie. Lo porse al figlio ancora in lacrime sperando di poterlo calmare ma John urlando teneva la bocca tanto spalancata che l’oggetto finì quasi subito sul pavimento e rotolò sotto il letto.
Tra Castle e il bambino non si riusciva a distinguere chi fosse il più disperato.
-NO, non piangere! È soltanto caduto.- disse poggiando il bambino sul materasso- Ora papà te lo prende ma ti prego, smetti di piangereeee!-
Inaspettatamente, appena lo scrittore si piegò per guardare sotto il mobile, il pianto del bimbo si placò di colpo.
-John?- Alzò la testa di scatto, sorpreso che il figlio gli avesse dato retta. Quello che vide invece fu John che stringeva con le manine una meglietta che portava al nasino respirandone l’odore. Il cuore di Castle perse un battito quando capì che quella che stava stringendo era la maglia un po’ larga che Kate indossava per dormire e che aveva lasciato piegata ai piedi del letto.
-Allora era questo che volevi? Ti manca la mamma, eh?- Lo portò al centro del letto e si stese anche lui, sostenendosi la testa con un braccio per guardare John in viso.-Tale padre tale figlio, direi.- disse ridendo piano.- Ehi, ho un’idea! John, la vuoi sentire una storia? Ti racconterò di un giornalista brillante di nome Jameson Rook e di una bellissima detective della polizia di New York, di nome..-
 
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Più o meno alle nove di sera, il rumore delle chiavi nella toppa accompagnò la voce di Beckett che rientrava a casa.
-Ehi, Castle! John!-  Li vide subito, il marito sul divano del soggiorno e suo figlio seduto sulle gambe del papà utilizzando la pancia del genitore come schienale.
-Ecco la mamma!-disse mentre lei si chinava per dargli un bacio.- Kate, siediti! Dobbiamo farti vedere una cosa!-
-Aspetta, prima fammelo salutare.-Le braccia della detective già tese, erano pronte per accogliere il figlio. Lo strinse al petto baciandogli la sommità del capo e nonostante si fosse rilassata in quelle ore lontana da casa, solo in quel momento stava ritrovando la pace. Ormai sono davvero una mamma, pensò.
-Allora come è andata? Che avete fatto? Ci sono stati pianti isterici?-
-Castle, io non sono il tipo di madre che fa certe scenate.-
 Vero a metà. Aveva sfiorato le lacrime un paio di volte.
-Comunque per rispondere alla tua domanda, è andata bene: era da tanto che non vedevo Lanie. Siamo andate a pranzo, poi a fare shopping e infine a prendere un aperitivo.- poi rivolgendosi a John che ancora stava cullando- Abbiamo sparlato soltanto di papà, tranquillo: Siamo entrambe tue fan.-
-A me non l’hai mai detto! Sono bello e affascinate anch’io!-
-Ti stai davvero mettendo in competizione con un neonato?-
-Certo che no..Sarebbe ridicolo..come ti viene in mente. Comunque..- si schiarì la voce e riprese- oggi ho fatto una scoperta incredibile!- esclamò davvero su di giri- dopo aver mangiato e fatto il ruttino, John non voleva saperne di addormentarsi così mi è venuto in mente di raccontargli una storia. E quale storia sarebbe stata migliore di una che ha come protagonista la sua mamma?-
-Non gli avrai raccontato..?-Beckett  stentava a crederci-
-“Heat Wave”! Ovviamente la versione adatta ai minori. E non è finita qui!- si avvicinò di più al figlio in modo da avere la sua completa attenzione -guarda cosa succede se dico: “Nikki Heat”!-
John, che fino a quel momento si godeva silenzioso la compagnia dei genitori, a quel suono emise un piccolo sbuffo che poi si aprì in un sorriso sdentato.
Lo ripeté una, due, tre volte, tutte con la stessa reazione.
-Non è fantastico?- Castle la guardava elettrizzato - Ha passato il resto del pomeriggio a ridere! È un bel modo per farlo smettere di piangere!-
-Cosa? Hai intenzione di ripetere in continuazione.. quel nome a nostro figlio?!-
-Che c’è di male, scusa? Se lo diverte..-
-Te lo dico io cosa c’è di male! Se la prima parola di MIO FIGLIO sarà “Nikki Heat”, - altra risata di John- che tra l’altro considero ancora un nome da spogliarellista, ti avverto che dovrai iniziare a correre sul serio, perché ho una pistola e un’ottima mira. Non avrai il tempo di raggiungere il giubbotto antiproiettile. -
-Ricevuto. John imparerà a dire “Nikki Heat”- stavolta usò il labbiale- dopo aver detto “mamma”.. ma se comincerà a dire “nome da spogliarellista” non lo avrà sentito certo da me.-
Uno dei cuscini del divano andò a colpire lo scrittore in piena faccia.
-Ripeto: ottima mira.-
 
 

Fine
 

Note di una Mirandolina:
 
Premetto che oggi mi sono seduta davanti al pc con l’intenzione di trascrivere una shot piccola piccola (lo ammetto: il 90% di una storia lo scrivo sul fedele iPhone mentre sono in giro..e poi ricopio U.U) , che comunque pubblicherò a giorni. Si spera.
Poi mi siedo e mi metto a scrivere tutt’altro partendo dal nulla. Anzi, dalla voglia di conoscere e caratterizzare per quanto possibile il personaggio di John.
Come vi è sembrato?:D
Un bacio e alla prossima!

 
  
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