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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    16/11/2013    0 recensioni
[SeiyaGeki Brotherly Fluff]
Geki è uno dei miei piccoli e bistrattati Bronze preferiti e voglio dargli lo spazio che merita.
"Il gruppo, seduto lontano sulla spiaggia deserta, sembrava concentrato unicamente nelle proprie chiacchiere, probabilmente fiducioso nell'affidare a Geki stesso l'incolumità del pestifero Pegaso celeste, che si era tranquillamente rannicchiato - ormai tranquillo – tra le braccia del fratello."
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Kido Family'
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Fandom: Saint Seiya
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Seiya, Geki
Tipologia:
OneShot
Genere:
Generale, Slice Of Life, Fluff
Avvertimenti: Nessuno
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che è contenuto in questa fic, prompt a parte, mi appartengono. Eventuali opere citate no.

COME UNA CONCHIGLIA INCASTONATA

Con i piedi nudi a mollo nell'Oceano, Seiya osservava le ombre dei fratelli allungarsi nel mentre di un salto per afferrare il frisbee lanciato da qualcuno di non meglio identificato.

Con la maglietta grande a coprirgli le gambe fino alle ginocchia e gli shorts umidi per l'acqua che schizzava ovunque, il ragazzo rideva, col viso rivolto verso il Sole ormai al tramonto, scostandosi un ciuffo bagnato dagli occhi; fissò qualche istante lo sguardo sul gruppo di ragazzi che si accapigliava nell'acqua a qualche metro da lui e poi sorrise: “Ehi! Serpentello! Lancia!” gridò con voce squillante allungando una mano.

Ichi, a quel richiamo, si voltò, sogghignò nel vederlo e caricò il lancio: “Arrrrrrrrrrrrriva!” strillò infine, imprimendo al disco di plastica la giusta spinta; questi, a cavallo di un refolo di vento, planò dolcemente sul pelo dell'acqua, fermandosi sulla battigia lisciata dalla risacca.

La schiuma l'aveva coperto in parte ma a Seiya, lanciatosi a prenderlo, non importava.

Bagnato come un pulcino e allegro altrettanto, effettuò a propria volta un altro lancio: “Shiryu! A te!”.

Di nuovo, il giocattolo fendette l'aria ma non toccò terra perché la mano snella del Dragone ne bloccò il viaggio a metà: anche lui bagnato, coi capelli legati in una coda, era al centro del gruppo di fratelli che, nel tentativo di prenderglielo, lo avevano accerchiato; all'improvviso, con la coda dell'occhio, vide la discreta – pur se massiccia – presenza di Geki alle spalle di Hyoga, che gli faceva un cenno con la testa.

Raccolta nelle gambe tutta la propria energia per spiccare l'ennesimo salto, Shiryu ne scaricò parte anche nel braccio sinistro che scattò come una molla in direzione di Ursa Minor: il frisbee superò sibilando l'ostacolo delle teste di Ikki e Hyoga, passò attraverso, sfiorandoli, Shun e Jabu che caddero in acqua per lo spavento e infine atterrò ai piedi di Geki, che lo raccolse, scoppiando quindi in una risata poderosa e squillante: “Fine dei giochi, la vittoria è nostra!” decretò.

Salvo poi ritrovarsi a terra, spinto da un Seiya che, con le braccine corte, tentava di riprendersi il giocattolo: “Altra partita!” disse con piglio imbronciato.

Entrambi a mollo nella risacca, si accapigliarono per qualche secondo prima di abbandonare il frisbee sulla sabbia, dimenticato, e rotolarsi nell'acqua salata.

Esausti e senza fiato per le risate, con Seiya ritrovatosi in grembo al maggiore, si guardarono negli occhi: “Certo che hai una bella dose di energia!” lo prese in giro Geki, “Devo averne, vecchio orso!” replicò il tredicenne ansimando, “Altrimenti come faccio a fare questo?!” esclamò, gettandosi all'attacco una seconda volta.

Questa volta l'accapigliamento durò solo pochi secondi poi Geki prese saldamente tra le braccia il più piccolo e si rimise in piedi tra le sue proteste: “Shh, se farai il bravo non dirò a nessuno del taglio sul ginocchio che ti sei appena fatto.” disse questi sottovoce, ottenendo in risposta l'ennesimo poco credibile broncio, “E' una cosa da nulla.” bofonchiò Pegasus, col pugno stretto al petto.

Il gruppo, seduto lontano sulla spiaggia deserta, sembrava concentrato unicamente nelle proprie chiacchiere, probabilmente fiducioso nell'affidare a Geki stesso l'incolumità del pestifero Pegaso celeste, che si era tranquillamente rannicchiato - ormai tranquillo – tra le braccia del fratello.

Tirando fuori di tasca un fazzoletto miracolosamente asciutto, cominciò a ripulire il taglio che – pur non essendo troppo profondo – era considerevolmente lungo: “Ma c'era qualche pietra?” cercò di lambiccarsi il soccorritore improvvisato che no, non ne ricordava nessuna.

Ma Seiya scosse la testa e aprì infine il pugno che pareva uno scrigno, dato il proprio contenuto: di una pietra si trattava ma non poteva essere stata lei a ferire il ragazzo, liscia e ben levigata dall'Oceano com'era.

Era la conchiglia spezzata a metà che sporgeva dal ciottolo che recava ancora tracce di sangue rosso.

Stupefatto, Geki la prese tra le dita: “E questa?” chiese lui incuriosito.

L'ho trovata infissa nella gamba. Ho sentito un dolore fortissimo mentre giocavamo ed era lì. L'ho presa e tenuta in mano perchè era troppo bella per perderla.”

E non aveva tutti i torti.

Purtroppo manca un pezzo della conchiglia, è un peccato...” aggiunse il ragazzo, bofonchiando.

Geki finì di ripulire la piccola ferita poi lo rimise coi piedi per terra, concludendo con una pacca amichevole sulla spalla: “Su, torna dagli altri!” ordinò lui.

Tu non vieni?” chiese Seiya con gli occhi sgranati e incerto sul da farsi.

Vi raggiungo subito, promesso. Devo fare una cosa.” replicò Geki.

Dubbioso, ma convinto della mancanza di pericoli lì intorno, l'unica cosa lontanamente pericolosa poteva essere il crollo di uno degli scogli battuti dalle onde a poca distanza, Seiya zompettò a piedi nudi sulla sabbia tiepida sino al campo approntato la mattina stessa al loro arrivo.

Geki ne seguì attentamente la sagoma mentre si allontanava da lui e si avvicinava agli altri, voltando lo sguardo solo quando fu soddisfatto nel vederlo accomodato in braccio a Shiryu e impegnato a discutere di qualcosa con Ichi.

Infilandosi la mano in tasca con nonchalance, ursa Minor sentì le proprie dita stringersi attorno a quel qualcosa di tagliente che, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che pungolarlo.

E grande fu il proprio stupore quando – tirato fuori il suo misterioso “feritore” - vide il pezzo mancante della conchiglia adagiato nel palmo calloso della mano.

La buffa sensazione di calore e legame che sentiva espandersi nel suo petto era piacevole.

Ehi, Seiya!” gridò, prima di mettersi a correre verso di loro: “L'ho trovata!”.

   
 
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