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Autore: roxyed    16/11/2013    2 recensioni
Quattro mesi fa, quando ti ho salutato come se niente fosse, come se non fosse veramente importante; [...] quattro mesi fa, quando il mio incubo é iniziato.
[Killua centric]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Alluka Zaoldyeck, Gon Freecss, Killua Zaoldyeck
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NON POSSO CONTINUARE COSI'




Notte, l'ennesimo albergo da quattro soldi. L'aria, in questo buco di camera, sa di naftalina e deodorante per ambienti alla lavanda: mi dà la nausea.

Alluka dorme, il respiro pesante, ad un passo soltanto dal molesto.
I miei occhi non potrebbero essere più aperti di così, come succede ormai ogni notte da quattro mesi di fila. Quattro mesi fa, quando ti ho salutato come se niente fosse, come se non fosse veramente importante; quattro mesi fa, quando mi hai sorriso e io ho ricambiato, mentre avrei voluto pregarti in ginocchio di restarmi accanto ("In realtà, vorrei venire con te, ma…"); quattro mesi fa, quando il mio incubo é iniziato.
Un fulmine sconvolge l'aria, crepitando fuori dalla finestra chiusa e catturandomi con la sua luce violacea. Il tuono lo segue a ruota, facendo tremare i vetri. Qualche secondo soltanto, ed inizia a piovere: gocce trasparenti li pungono come aculei di istrice, disegnando scie chiare sulla superficie lurida.
Non mi sono mai sentito più solo in vita mia, nonostante la presenza di mia sorella*, nel letto accanto al mio. Soffoco il singhiozzo che mi sale alle labbra, per non svegliarla, mentre mi abbandono totalmente alla morbidezza del materasso, alla ricerca di un conforto, seppur minimo.
Il cuore mi batte nel petto con una tale forza da farmi male, e da mozzarmi il fiato.

Non posso continuare così.

 
Mattina. Mi costringo a sorriderle, ad indossare una maschera che non mi appartiene. Lo faccio in continuazione.
Lei mi guarda, con i suoi occhi limpidi ed inesperti del mondo, consumando allegramente la sua colazione, e le mie labbra si piegano in una smorfietta appena accennata ma credibile, un'auto-imposizione che ad Alluka deve piuttosto apparire come un simbolo visibile dell'affetto che nutro (davvero, lo giuro) nei suoi confronti.
E quando lei mi sorride a sua volta, con tutto l'amore e la semplicità di cui é capace, il mio cuore perde un battito, e mi ritrovo a pensare a quanto tremendo, ignobile, assolutamente spregevole io sia per averla pensata a volte come un premio di consolazione, dopo aver giurato di proteggere lei e Nanika sino alla fine dei miei giorni.
Il senso di colpa é diventato una presenza costante, e mi é impossibile scacciarlo.
Alluka termina il suo té e si alza in piedi. "Passeggiata, onii-chan!" Le rispondo con l'ennesimo sorriso spento.

Non posso continuare così.

 

Notte. Ascolto l'insopportabile voce del silenzio, lo sguardo nuovamente perso fuori dalla finestra, nel buio.
Non provo neppure a strisciare a letto, semplicemente rimango seduto su questa sedia squallida e penso.
Non so cosa tu stia facendo. Non so cosa tu stia affrontando, da solo, questa volta.
"Sei il numero due"
Quelle quattro maledette parole mi risuonano nella mente in continuazione, tanto aliene, strane, distorte, e così lontane dal vero che mi sembra impossibile averle pronunciate. Quelle quattro maledette parole che pensavo potessero servire a mentire a me stesso, come una volta sarei riuscito a fare senza problemi…già, una volta...
"Onii-chan…" La voce di Alluka é morbida come il velluto.
Scende dal letto e mi si avvicina, timidamente; leggo la preoccupazione sul suo viso. "Onii-chan, Onii-chan, io e Nanika stiamo bene" mormora, la voce appena lamentosa. La guardo senza capire, ma lei scaccia ogni mia perplessità muovendo ancora le labbra. " Perché piangi?"
Sgrano gli occhi, sobbalzo e porto una mano al viso.
Lacrime. Lacrime? Sto…piangendo?
Solo ora mi accorgo dell'opprimente sensazione che mi sta schiacciando il petto, pesante come un dannato macigno.
Consapevolezza. La consapevolezza di essere debole, molto più debole di quanto avrei mai potuto anche solo pensare di essere.
"Onii-chan?" insiste Alluka, mentre qualcosa, dentro di me, va in pezzi. Il tempo si ferma. Tolgo finalmente la maschera e mi abbandono alle lusinghe del pianto in presenza della mia sola, meravigliosa ancora di salvezza.
Provo vergogna, e un immenso sollievo.
Provo rabbia, e un immenso dolore.

Non posso continuare così. 





















Allora, anche questo è un parto nonsense della mia mente nonsense. Non so neppure perchè ho scritto una cosa del genere [le sigh].
E non so neppure come commentarla, spero lo farete voi per me.
*Alluka per me (e per Killua, soprattutto) è una ragazza, e come tale viene trattata nella fic. 
Boh, alla prossima (?)
Roxy

  
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