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Autore: Kikyo91    16/11/2013    0 recensioni
A volte, andarsene non è una soluzione.
A volte, cercare di dimenticare non porta a nulla.
A volte, ripercorrere gli stessi passi può essere solo l’unica scelta.
A volte.
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seguito di Tri-Angle
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17
~ GUILTY ~

 

YooChun si portò immediatamente una mano alla bocca. Per qualche istante guardò il vuoto, senza capire cosa stesse succedendo e ricordandosi all’improvviso la stupidaggine che aveva detto in preda alla rabbia.
JunSu era in piedi davanti a lui, tremante e pressoché sconvolto. Le sue labbra tremavano, la sua pelle era pallida e sembrava sul punto di svenire. Lo guardò dritto negli occhi, come per cercare un qualcosa che gli facesse capire che YooChun non aveva realmente detto quella cosa.

- è…è così?! – balbettò furente

- … -

- d-dunque…per tutto questo tempo..t-tu… -

- …no…JunSu… - cominciò YooChun cercando di rimanere calmo - …io non… -

- IO COSA SONO STATO PER TUTTO QUESTO TEMPO?! -

Quell’urlo fu per YooChun un colpo in pieno petto. Nell’urlare, JunSu aveva fatto cadere volontariamente un piccolo soprammobile posto su una mensola vicina, il quale, una volta a terra, si ruppe in tanti pezzi, facendo un tonfo forte.

- non…non volevo dire…! – esclamò YooChun

- come no?! COME NO ?! ME L’HAI URLATO IN FACCIA!! -

- J-JunSu…per favore…non… -

YooChun cercava di parlare, ma invano, perché l’altro aveva già cominciato ad andare avanti e indietro per tutta la stanza, agitato e con le guance rosse e bagnate dalle lacrime che sembravano bruciargli la pelle.

- almeno di qualcosa!! Inventati qualche scusa!!! DI’ QUALUNQUE COSA PER DISCOLPARTI!! -

- Io non amo YunHo!! – fu la risposta dell’amico – io amo solo te!! -

- AAAH!! SMETTILA!!!! - urlò ancora una volta, tirandogli dietro un cuscino trovato su un divano, per la rabbia che lo aveva invaso

- lasciami spiegare!! – continuava a dire YooChun – hai..hai frainteso tutto! -

- SONO STATO UNO STUPIDO, UNO STUPIDO!! Non….non avrei mai dovuto starti a sentire!! -

- JunSu per favore, ascoltami!! -

- NO! DEVI STARE ZITTO, NON VOGLIO SENTIRE NIENTE DA TE!! -

- Jun… -

-VATTENE, LASCIAMI SOLO!! SPARISCI!! -gli urlò contro

- … -

YooChun capì che non sarebbe servito a nulla parlare. Non sapeva cosa fare e cosa dire, a quale appiglio appendersi per non affondare. JunSu, il suo JunSu gli aveva appena detto quelle cose orribili. E la cosa più disgustosa era che lui non aveva fatto niente per impedire che accadesse.
Gli tornavano alla mente tutte quelle volte in cui lo aveva lasciato solo ed in disparte, per andare da YunHo, per aiutarlo.
Si era sempre sentito responsabile, in un qualche modo della tristezza del suo migliore amico, della sua solitudine senza JaeJoong. L’aveva sempre fatto soffrire, in ogni cosa che faceva, addirittura, rubandogli il suo più grande amore.
Aveva il compito di proteggerlo. E non perché lo amava o per qualunque altro simile motivo. Ma più semplicemente perché aveva voluto ascoltare le preghiere di una madre.
Aveva un debito da pagare verso YunHo, un debito che probabilmente JunSu aveva da sempre inteso male. E non se ne era mai accorto.
Si era rifiutato di vedere, di ascoltare il cuore di JunSu e capire che stava soffrendo per questo suo comportamento.
Non lo aveva fatto e quelle erano state le conseguenze. Lo aveva forse perso per sempre?
Inseguendo quei pensieri, sospirando pesantemente e in preda ad una quasi crisi di pianto, uscì di corsa dalla casa, incurante del fatto che YunHo, che era uscito sentendo quel baccano anche da dentro l’appartamento, lo stava aspettando sulla soglia della porta visibilmente preoccupato.

 


**

 


Quell’anello lo aveva osservato così tante volte che aveva finito per dimenticarsi di tenerlo in ogni momento della giornata, dal più intimo al più quotidiano.
Era di semplice fattura, senza particolari scritte e di un argento che risplendeva come il sole se messo alla luce.
Era un ricordo di un periodo prezioso ma anche turbolento. Glielo aveva regalato YunHo, dopo la prima volta in cui avevano fatto l’amore consapevoli di chi si trovava di fronte ad entrambi. Erano stai felici ma quello stesso giorno, YunHo aveva scoperto del suo lavoro da accompagnatore ed in seguito, erano avvenuti una serie di avvenimenti che avevano spinto JaeJoong ad andare in America.
Era un anello che avrebbe voluto far sparire ma che inevitabilmente doveva tenere stretto. Era il suo più caro ricordo della vita turbolenta che aveva passato da diciannovenne.
E anche adesso, coccolato da quel letto duro e insipido, mentre un filo d’aria passava come sforzandosi di entrare, da quella piccola finestra della cella, lui continuava ad osservarlo risplendere nel suo anulare destro, sospirando ogni tanto.

- nostalgia? -

ChangMin, seduto alla sua piccola scrivania, gli aveva posto la domanda più ovvia del mondo.

- abbastanza… - ammise il biondo levandosi l’anello e continuando a guardarlo.

- deve volerti molto bene… -

- già… - sospirò – troppo forse… -

- … -

- secondo te…dovrei dirglielo? – chiese il biondo dopo un breve pausa

- cosa? – domandò ChangMin perplesso

- che l’anello che porta al dito…non è altro che una copia, un falso…che non è quello che mi ha donato perché lo proteggessi… -

- … -

Il ragazzo non sapeva cosa rispondere. Poteva capire cosa provava JaeJoong, ma non sapeva come aiutarlo.
In verità sentirlo parlare solo di lui, lo faceva star male ma allo stesso tempo lo rasserenava perché sorprendentemente, sembrava che JaeJoong avesse preso maggior coscienza di sé stesso.

- …s…secondo me… - cominciò pensandoci

Il biondo si voltò a guardarlo

- …secondo me ogni tanto qualche bugia va detta… - disse – non si può sempre essere sinceri, a volte è meglio mentire per essere felici… -

- … -

- non si può vivere senza qualche piccola bugia…almeno, io la penso così… - ammise tristemente

- …credo…che tu abbia ragione… - sospirò JaeJoong

- vedrai che presto vi riabbraccerete… - sorrise ChangMin

Ma sembrava un sorriso così tremendamente finto.

- … -

- … -

- qualcosa mi dice…che non sarà così semplice… - sospirò infine il ragazzo, rimettendosi l’anello al dito

 


**

 


- che è successo? -

YunHo, visibilmente preoccupato, fece sedere YooChun sul divano.
Quest’ultimo, frastornato, non aveva nemmeno sentito la domanda. Si limitava a guardare fisso il pavimento,mentre YunHo, in piedi, aspettava una risposta che già sapeva, probabilmente.

- …niente… - sospirò YooChun infine

- niente?! – domandò nuovamente il moro stizzitosi

- …no…niente… - sospirò ancora

Abbassò violentemente lo sguardo. Le labbra gli tremavano, non sarebbe mai riuscito a fare un discorso sensato in quello stato. JunSu era ancora in quella casa, e chissà cosa stava facendo.

- … -

- …n-niente…niente… - continuò a dire sconvolto

- tu e JunSu avete litigato? – azzardò YunHo

- … -

- … -

- … -

- …allora è così… - sospirò non proprio sollevato nel sapere di aver colto nel segno

- che cosa posso fare YunHo?! Cosa posso fare?! – chiese YooChun quasi sul punto di piangere

- … -

Cosa mai avrebbe potuto rispondere lui?
Lui, quello a cui YooChun dava sempre consiglio su come comportarsi con JaeJoong.
Lui,che combinava casini ogni cinque minuti.
Lui, il suo migliore amico.

- lui pensa che non lo amo più, YunHo!! – spiegò il ragazzo

- eh?! –

- pensa…lui pensa che fra me è te… - continuò, non trovando le parole proprio sul più bello

- SCHERZI VERO?! -

- e secondo te me ne starei qui sconvolto, se fosse uno scherzo?!! -

- ti rendi conto che non ha senso questa cosa?! - sbottò YunHo

- non ci capisco più niente…anche prima! Quando mi ha chiesto cosa provassi..io… -

- tu che? -

- … -

- NON MI DIRAI CHE GLI HAI DETTO CHE MI AMI?! -

- NO! – alzò la voce YooChun - però… -

- … gliel’hai fatto intendere, immagino… -

- … -

- ho ragione? -

- …si… - ammise infine il giovane, vergognandosi profondamente

- … -

YunHo non disse più nulla. Guardò l’amico perplesso e allo stesso tempo una leggera rabbia lo bruciava dentro.
Strinse forte i pugni, voleva urlare a YooChun tutte le parole che conosceva per sgridarlo, ma non sapeva quale usare per prima. E non sapeva nemmeno se YooChun in quel momento potesse capire discorsi complicati in quello stato di semi coma post abbandono.

- …che faccio…che faccio… -continuava a dire il ragazzo

- …YooChun.. – esclamò YunHo abbassando lo sguardo

Quest’ ultimo, lo fissò con una tristezza immensa e stava per rispondergli. Quando un pugno, in piena faccia e senza alcun preavviso, lo fece sobbalzare facendolo oscillare pericolosamente già dal divano.
YooChun non capì bene così era accaduto se non quando si sentì le labbra bagnate. Se le toccò con le mani e ciò che vide fu solo il sangue. Guardò YunHo a dir poco sconvolto.

- CHE FAI?! – gli urlò

- sei uno stupido!! Un idiota!! – sbottò YunHo

- ma..?! -

- TE NE MERITERESTI ALTRI CENTO DI PUGNI!! -

Poi, il moro, prese per il colletto della maglia YooChun e lo tirò in piedi, verso di lui, guardandolo fisso negli occhi.

- guardami!! - urlò – guardami!! -

- …Y…lasciami…!! – esclamò YooChun cercando di divincolarsi dalla presa

- ti dico di guardarmi!! Come fai a pensare che io possa amarti ancora??!! – urlò YunHo con voce roca

- … -

- dimmelo!! Credi…credi che dopo quello che mi hai fatto…dopo che mi hai abbandonato..potrei ancora amarti?! -

- …i-io… -

- credi forse che quello che è successo prima significhi qualcosa??! -

YooChun per la prima volta in quei minuti, lo guardò con una luce nuova in volto. Era a dir poco stupito da quelle parole. YunHo ricordava? Ricordava tutto ciò che era successo prima del pranzo di quel giorno? Ricordava le sue parole e i suoi baci passionali? Baci che per una volta non erano stati diretti verso JaeJoong.
E lui, che per quel breve attimo, lo aveva pure desiderato, si sentiva davvero uno schifo.

- ..YunHo…ma tu…tu … - iniziò incerto

- … -

- …non eri ubriaco? -

YunHo annuì arrabbiato e i sui occhi trasparivano solo tristezza.

- quello che posso aver detto non conta…lo vuoi capire?! – disse infine - è possibile che le mie parole ti abbiano confuso le idee… -

- … -

- ma…io amo JaeJoong! Lui e solo lui! - concluse

YooChun si sentì sollevato e triste allo stesso tempo. Non sapeva il perché di quella sensazione anomala

- e tu ami JunSu! E lo sai! – disse – per favore, non rovinare tutto solo per una cosa che ho detto mentre non ero in me!-

- … -

- … -

- …hai sofferto…vero? - domandò YooChun dopo una pausa durante la quale YunHo a stento riusciva a respirare regolarmente

- …già…molto… - sorrise il moro amaramente

- …sono stato un vile…lo so… -

- vero anche questo… -

- …perdonami…anche se è tardi… -

- ….forse ti sembrerà strano…ma l’ho già fatto…molto tempo fa… -

YooChun lo guardò ancora più perplesso. YunHo continuava a sorridere. Ed era un sorriso sincero questa volta. certo, lo riteneva responsabile di molto del suo dolore, ma era proprio grazie alla loro separazione che lui aveva trovato JaeJoong. E, ironia della sorte, anche YooChun poteva dire lo stesso.

- …YunHo…io… - cominciò YooChun

Ma venne interrotto da qualcuno che aveva, lievemente, bussato alla porta. Il ragazzo rimase immobile abbassando di colpo gli occhi mentre YunHo si alzò da divano su cui, nel frattempo si era seduto e andò ad aprire curioso.
Trovò la persona che non avrebbe mai pensato di vedere in quel momento così particolare.
JunSu, era davanti a quella porta, pallido, con due occhi gonfi di pianto a uno zaino in spalla.

- JunSu! – esclamò YunHo sorpreso ma non facendosi sentire dall’amico in salotto

Annuì discretamente.

- …è qui vero? - chiese

- …si, è distrutto! - disse YunHo

- … -

- vuoi…? – chiese invitandolo ad entrare

- no….sono solo passato per dare a YooChun le chiavi di casa… - esclamò JunSu

- eh?! - domandò – perché? Dove vai?! -

- …ho bisogno di un po’ di tempo per pensare… a me…. - spiegò

- ma…JunSu…e YooChun?! –

il ragazzo abbassò lo sguardo e fece una smorfia ironica

- non è affar mio… - disse infine tendendo le chiavi all’amico, che le prese titubante

- si che lo è JunSu! Dovete chiarire! – esclamò YunHo

- … -

- tra me e lui non c’è niente! -

- quello che pensi tu non conta YunHo… -

Detto questo, si voltò, fece per andarsene, ma la mano dell’amico, pronta e salda, lo bloccò in quell’atto che pareva così difficile da affrontare.

- …e JJ? Tra poco ci sarà la sentenza…non ti importa più niente di lui?! -

- …non è così…- -sospirò tristemente

- e allora rimani! Parla con YooChun! -

- … -

- … -

- …voglio stare un po’ con i miei fratelli…li ho trascurati in questo periodo… - disse lasciando che YunHo gli mollasse la mano - …ma sarò reperibile al cellulare… -

- … -

- tra qualche giorno…forse parleremo… - spiegò

YunHo perplesso, lo lascò del tutto. JunSu, senza guardarlo oltre, con la mano fece un cenno di saluto. Il moro fece altrettanto e JunSu gli sorrise lievemente. Poi scese quelle scale che aveva sempre percorso con YooChun , mano nella mano. E scomparve, lasciando quell’appartamento, vuoto e ancora in disordine dalla loro litigata.
Tuttavia, nonostante quel semi abbandono, YunHo era convinto che sarebbe tornato. Non sapeva spiegarlo, ma lo credeva davvero.
E YooChun, silenziosamente, piangeva, nascosto dietro la porta, ad origliare.
Questo vizio se lo portava dietro da anni.
Quando YunHo, tristemente, gli consegnò quelle chiavi che fino a quel girono aveva condiviso con JunSu, gli sembrò che anche una parte di se se ne fosse andata, lontano da lui e dal suo mondo.

- tornerà… - gli aveva detto YunHo convinto

Ma lui, non aveva risposto.
In cuor suo, sentiva che non lo avrebbe mai più rivisto salire quelle scale con allegria.

 


**

 


- comportati bene! -

- … -

- non infastidire nessuno… -

- … -

- e soprattutto: niente scenate! -

- …ma per chi mi hai preso avvocato? -

SooHyun aveva dettato quelle piccole regole nel momento in cui l’ascensore del palazzo del governo li aveva accolti per il colloquio che avevano chiesto, per cercare di ottenere un mandato di perquisizione.
Con YunHo, era venuto, anche se a malincuore, YooChun, per cercare di distrarsi dall’abbandono semi permanente di JunSu di poche ore prima.
Erano le quattro del pomeriggio e pioveva. Una giornata piuttosto terà a dirla tutta.
Quando tutti e tre andarono all’ufficio dei magistrati che seguivano il caso di JaeJoong, con loro sorpresa videro uscire dal medesimo posto, niente popò di menò che Takuya in persona.
YunHo si bloccò sul posto mentre SooHyun lo incitò ad andare avanti perplessa.
Takuya avanzò indifferente e s’inchinò leggermente ai ragazzi, con un sorrisino piuttosto beffardo tanto che YunHo aveva seriamente preso in considerazione l’idea di prenderlo a pugni.
SooHyun, una volta davanti all’ufficio, bussò con decisione e, insieme, entrarono.

- mi scusi l’orario, magistrato… - esclamò SooHyun – presidente della corte… - salutò poi

YunHo si accorse dell’uomo panciuto che stava parlando con il magistrato: era stato il giudice della sentenza prima.

- avvocato…spero sia qualcosa di importante…sono indaffarato.. . –sospirò l’uomo

- saremo brevi magistrato… - affermò SooHyun - questi sono Jung YunHo e Park YooChun… - esclamò indicando i ragazzi, che s’inchinarono rispettosamente.

L’uomo, invitò i tre a sedersi alla sua scrivania e poi, dando una poltrona anche la giudice, si sedette a sua volt,a con aria frustrata.

- mi illumini…perché una visita così improvvisa? – domandò infine

- non mi tratterrò molto… -sorrise SooHyun – ho solo un favore da chiederle…. -

- favore? -

- vede… - cominciò la ragazza

doveva tare molto attenta ai termini che usava. Nessuno sapeva dell’intrusione sul sito del ministero e, doveva cercare di ottenere quel mandato senza dare nell’occhio.

- …lei è a conoscenza del caso Kim vero? - chiese

L’uomo sogghignò

- ah si…ne stavo giusto parlando con il mio collega prima… - esclamò indicando il giudice

- beh, questo mi faciliterà le cose… - annuì SooHyun

- avvocato, sia diretta. Non ho molto tempo… -

- mi scusi…la verità è che mi domandavo se poteva concedere un mandato di perquisizione per domani… - spiegò

- un mandato?! – rise il magistrato – verso chi?! -

- Takuya Hitomi – confermò la giovane

YunHo si sentì fremerne sulla poltrona mentre YooChun seguiva la discussione con un misto di interesse e preoccupazione.
L’uomo ci rimase di stucco, mentre il giudice rideva sotto i baffi. Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche attimo ,che fu interrotto poi da una risatina alquanto stridula.

- spero stia scherzando avvocato… - sorrise il magistrato divertito

- niente affatto… - rispose SooHyun calma – ho ragione di pensare che Takuya sappia molto più di ciò che vuole far credere… -

- lei dice?! E dove sono le prove? -

- … -

- non ce le ha, vero? -

La discussione stava prendendo una piega strana.

- magistrato…al prego di riflettere… se noi… -

- non avrà nessun mandato signorina Kim! – la interruppe l’uomo

Lei alzò lo sguardo contrariata, YunHo stava per ribollire, lo sentiva.

- ma, magistrato! Takuya sa qualcosa! E ci potrebbe essere utile per risolvere questo caso! -

- la mia risposta è negativa…non ci sono prove ed io non posso autorizzare proprio nulla… -

- ma..l’udienza è fra due giorni! Ci sere quel mandato! -

A quelle parole che suonavano così disperate, egli ridacchiò. Una risata che si sentì per tutta la stanza.

- avvocato, l’avremmo avvertita a tempo debito… - spiegò

- …su cosa? – chiese lei

- nemmeno mezz’ora fa il signor Takuya Hitomi è venuto per chiederci di anticipare l’udienza… -

- e…EH?! Come sarebbe?! – sbottò SooHyun alzandosi di colpo dalla sedia – quando?! -

- domani alle dici di mattina in Tribunale… - rispose per la prima volta il giudice – il signor Takuya ha un impegno e non può disdire per partecipare all’udienza.. -

- ma…ma è ridicolo!! – si arrabbiò la ragazza

- fareste meglio a trovare una difesa per il ragazzo, dato che tutte le prove sono contro di lui! - continuò il magistrato

- ma… -

- anche se ormai, la decisione dei giudici credo sarà irremovibile… -

- … -

- il giovane Kim JaeJoong verrà quasi sicuramente condannato domani…. –

- questo no.. – cercò di dire SooHyun, ma YunHo la interruppe alzandosi di scatto

- DUNQUE E’ QUESTA LA VOSTRA GIUSTIZA?!! – urlò

- si calmi signor Jung… - sbottò l’uomo

- no che non mi calmo!! Voi idioti non sapete giustiziare un bel nulla!! – esclamò arrabbiato

- …YunHo… - lo chiamò SooHyun

- state per lasciare libero un assassino! -

- bada a come parli, ragazzo… -

- stento a credere che la gente si fidi di idioti come voi!! -

- YunHo… -

- le prove contro di lui sono schiaccianti… -

- MA LEI SA COSA HA PASSATO JAEJOONG IN QUESTO PERIODO? -

- …non è affare mio…. -

- ah no?! -

Sarebbe successo il finimondo, se YooChun non avesse afferrato l’amico per un braccio, prima che quello potesse dare in escandescenza.

- c…calmati… - gli disse

- … -

- magistrato…la prego di ripensarci! – intervenne SooHyun

- mi sta davvero seccando avvocato… - sbottò l’uomo – lei, sempre in super tiro…come mai le interessa tanto la fine che farà quel delinquente?! -

- è un mio cliente! -

- non è che si tratta anche di qualcos’altro?!del resto, siete una ragazza nel fiore degli anni… -

- Questo è troppo!! – saltò YunHo - BRUTTO STRONZO ORA TI FACCIO VEDERE IO!! -

- YUNHO NO! -

SooHyun lo fermò con decisione. Il ragazzo si bloccò con il braccio semi teso, mentre sentiva la mano della ragazza bloccargli il petto. Ma era diverso. Quella mano, sempre ferma e salda, adesso tremava. La sentiva, nonostante lei cercasse di non farglielo notare.

- …basta così… - sospirò sorridendogli con forza

- ma… - cercò di dire YunHo

- sparite tutti e tre dal mio ufficio! - esclamò il magistrato - non tollero simili comportamenti! -

- … -

- …YunHo…lascia stare… andiamo via… - sospirò ancora SooHyun

- … -

- ….fottiti, brutto bastardo… - esclamò il ragazzo infine, arrabbiato

- a…arrivederci magistrato… - salutò distrattamente SooHyun

YooChun si alzò in piedi e, insieme agli altri due si diresse in fretta e furia fuori da quell’ufficio.

 


**

 


- MALEDIZIONE!!! -

Quel pugno, tirato con forza sulla parete di marmo bianco che ricopriva l’ufficio dell’avvocato, sembrava non provocargli alcun dolore. Sembrava inerme a qualsiasi parola che gli venisse detta.
YooChun in un angolo sembrava avvolto nei suoi pensieri, mentre Jin, invano ,cercava di tirare su d morale SooHyun, a dir poco depressa.

- …YunHo… - lo chiamò lei

- dimmelo avvocato…dimmi perché la giustizia fa così schifo!!! – esclamò il moro fuori di se

- … -

- perché ogni cosa deve andare a rotoli per colpa di quattro idioti che non sanno fare il proprio lavoro!! -

- …è…è colpa mia… - sospirò SooHyun – avrei dovuto…prepararmi a tutto… -

- non dire così Soo! – la incoraggiò Jin

- avvocato, tu non centri…hai dato il meglio di te! – le rispose YunHo

- forse…ma se mi fossi spinta oltre magari… -

- ti hanno incastrata!!ti hanno umiliata! Io questo non posso accettarlo!! – sbottò YunHo – oh, se solo potessi… -

- …ucciderli tutti? – concluse lei seria

- … -

- non è in questo modo che si risolvono le cose! -

- e allora qual è? Dimmelo tu, avvocato! – disse YunHo sconcertato – perché io ormai non ho più speranze…ne sogni…solo incubi… -

- … io… - cominciò SooHyun - …non lo so YunHo… non lo so proprio… -

- non voglio vedere JJ dietro delle sbarre per il resto della sua vita…io non…non posso sopportare di…perderlo…ancora… - disse, sospirando sempre di affannosamente

SooHyun non rispose, mortificata.
Allora era vero? tutto stava per finire? la loro lotta stava per concludersi in quel modo? Perché anche se non era ancora detta l’ultima parola, lei lo sapeva. Sapeva che JaeJoong sarebbe stato condannato, e non avrebbe potuto impedirlo.

- …JJ…JJ… - gemeva YunHo

E le lacrime scendevano inesorabili sul suo volto. Non sapeva cosa fare. Non sapeva a chi chiedere aiuto. S’ immaginava solo il volto del suo amore, corrugarsi nella solitudine di una cella, il pianto mozzato di SunMi quando sarebbe venuta a saperlo, lo sconforto di sua madre…
Come era potuto accadere? Come?
E lui, come aveva potuto fare in modo che accadesse?
Oramai era arrivato al limite, lo sentiva.

- …cosa pensa di fare, avvocato? – domandò YooChun afflitto

- …d-dovrò parlare con JJ…stasera…e…SunMi…devo avvertirla… - disse lei

Ma sembrava incapace di decidersi sul da farsi.
Troppe cose erano successe in così poco tempo. Takuya, se era lui il colpevole, li aveva soggiogati tutti.

- SunMi…la avvertirò io… - disse YunHo

- … -

- avvocato… -

- dimmi… -

- …per quello che vale…grazie di tutto…. -

Yunho tentò di sorridere, ma le guancie inondate di lacrime gli regalavano un espressione cupa e sciupata. Tentava di asciugarle invano.
SooHyun, commossa, ancora una volta non sapeva cosa dire.

- ….saresti un bravo magistrato… - esclamò infine sospirando tristemente

- …gliel’ho già detto…la giustizia di questo paese fa schifo… -

- …tu potresti cambiare questa realtà, se solo volessi… -

 


**

 


Quando JaeJoong entrò nella sala predisposta ai colloqui, come al solito trovò il suo avvocato, Kim SooHyun, seduta al tavolo, ad aspettarlo.
Indossava un completo nero, poco vistoso e un paio di orecchini a forma di stella, argentati. Era sempre truccata e portava i capelli raccolti in una coda di cavallo. Come ogni volta che l’aveva incontrata, prima che lui arrivasse e, per passare il tempo giocherellava con la penna nera e scarabocchiava su un foglio bianco degli strani motivi.
Solitamente aveva un ‘espressione fredda, ma allo stesso tempo, imparando a conoscerla, dolce e gentile e sulle sue labbra, ogni volta che lo vedeva entrare, un sorriso si disegnava rilassato.
Quella sera però, quando lui aveva spalancato quella porta, con le manette addosso, lei non gli aveva sorriso. Anzi, in vero, non lo aveva nemmeno salutato. Non prima che lui si fosse inchinato leggermente in segno di saluto. Solo dopo, lei si era come ridestata da un sonno profondo e gli aveva sorriso, come sempre, anche se più discretamente.

- avvocato! Come mai così tardi? – domandò

Era stato abbastanza felice quel giorno.

- scusami l’orario JaeJoong… - sospirò lei

Sembrava afflitta.

- ha notizie per me? – chiese JaeJoong

- … -

- …? -

- si… -

- beh, spero che siano belle! Sono stanco di rimanete in cella! Ogni giorno non faccio mai niente di nuovo! -

Sembrava parecchio di buon umore e cominciò a raccontarle i fatti della giornata. Vederlo così felice, probabilmente sperando nella tanto sospirata liberazione, fece sentire SooHyun ancora più male.

- non vedo l’ora di essere fuori…sono stanco di quella gente… - sorrise leggermente JaeJoong, credendo di fare un piacere alla ragazza

- …JaeJoong… - iniziò lei

- mi dica? - sorrise

- oggi …sono stata informata di una cosa… -

- ah si? E che cos’è? -

- …vedi… - cercava di trovare le parole - …la tua udienza… -

- ...? -

- è stata spostata a domani… - concluse

JaeJoong non nascose la sua perplessità. Tuttavia le sorrise ugualmente, come non sapendo il perché di tutta quella serietà.

- beh…meglio no? – disse - così uscirò prima! -

- … -

SooHyun non riusciva a guardarlo. Le labbra gli tremavano e non riusciva più a parlare. Era più difficile del previsto.
Lo vedeva sorridere e le faceva male il cuore. Troppo male.
E lui, probabilmente in cuor suo, sapeva già che risposta gli avrebbe dato lei.

- …perché…uscirò…vero avvocato? – continuò il ragazzo

- … -

- … -

- …JaeJoong…i-io non… -

- mi lasci indovinare… -

- … -

Deglutì amaramente. Smise di sorridere, guardò il volto del suo avvocato che tentava di non piangere.
E, ad un tratto, capì ogni cosa.
Capì il motivo di quella visita improvvisa, capì il perché di quegli occhi tristi.

- …v-verrò condannato, vero? – chiese balbettando

Voleva essere forte. Così gli aveva insegnato ChangMin.

- … -

- … -

- …f…forse…se patteggiamo…la tua pena potrebbe essere ridotta… - sospirò

- … -

- inoltre…c’è anche la buona condotta c-che..po…trebbe…a-aiutarti… -

Faceva fatica a parlare, non ci riusciva chiaramente. Si guardava a destra e a sinistra come per cercare una soluzione che non sarebbe mai arrivata.
JaeJoong abbassò lo sguardo. Aveva un magone terribile allo stomaco e voleva piangere. Ma si tratteneva. Perché sapeva che, almeno questa volta, non sarebbe servito a nulla.

- …no avvocato… - disse – io non patteggerò…. -

- ...m-ma JaeJoong… -

- io sono innocente, non voglio macchiarmi di un crimine che non ho commesso.. –

Lei lo guardò seria. Era davvero coraggioso.
Il ragazzo allungò il braccio verso di lei e SooHyun gli prese la mano. Avevano entrambi bisogno di conforto. Lui più di tutti.
Ma, le sembrava, JaeJoong era diventato molto più maturo in quelle settimane di prigionia. Le sembrava diverso dal ragazzino piagnucolone che aveva conosciuto.

- …io…non ti lascerò solo…. - esclamò

- …non…non ho paura, avvocato.. - balbettò

In realtà, la paura era tanta. Ma doveva essere forte.

- … -

- sono pronto… -

 

 


**

 

 

 

TUUUUUU TUUUUUUUU TUUUUUUUU…

- … -

TUUUUUU TUUUUUU TUUUUUU

- … -

- TUUUUU TUU—pronto? -

- …J-JunSu! -

- …..sei tu… -

- …d-dove sei… -

- in albergo….non riesci a stare senza di me adesso?! -

- …torna ti prego… -

- ….non cominciare YooChun…. -

- …JunSu…torna… -

- ….è successo qualcosa? Ti sento tremare  -

- ….JJ….JJ -

- ….? -

- ….la sentenza è domani… -

- … -

- ….ti prego, almeno per lui… -

- … -

- ….JunSu, ci sei? -

- …. -

- … -

- …a che ora è ? -

- alle dieci… -

- …ci sarò… -

- ….g-grazie… -

- …ciao…. -

- ciao… -

 

 

**

 

 

 

Il passato è come la tua ombra.
Indissolubile, ti accompagna sempre.
Indelebile, ti perseguita dovunque vai.
E prima o poi ti raggiunge.
E tu non puoi farci niente.
Aspetti solo che il destino decida per te.
Nel bene e nel male.

 

 

 


**

 

 


Tribunale di Seoul – ore 10.00

 

- la corte, oggi si riunisce per decretare la sentenza su Kim JaeJoong, accusato di aver ucciso Takahashi Hiro -

La voce del giudice echeggiò per tutto il tribunale.
C’erano proprio tutti. Giornalisti, curiosi, polizia, magistrati.
Tutti erano venuti ad assistere alla condanna di Kim JaeJoong.
Lui era lì, seduto su quel bancone, con le mani ammanettate e lo sguardo rivolto alla folla. Poteva vedere lei, SooHyun, pensierosa.
Poteva vedere, poco più indietro, il suo YunHo che continuava a guardarlo affranto e allo stesso tempo speranzoso. Gli aveva sorriso ma forse non era bastato a calmarlo.
Accanto a lui, c’era YooChun con gli occhi fissi nel vuoto più totale.
E sua sorella SunMi, che piangeva in silenzio, come se avesse già saputo cosa lo attendeva.
E dietro, dopo qualche banco, c’era JunSu, un po’ in disparte, serio, triste, amareggiato…non capiva bene, e capiva ancora meno il motivo per cui si era seduto lontano dagli amici.
C’erano tutti per vedere la sua disfatta. Tuttavia, era tranquillo, forse perché lo sapeva come sarebbe andata a finire e non se ne preoccupava.
“credici fino alla fine” gli aveva detto ChangMin la sera prima, dopo che, inesorabilmente, si era sfogato piangendo, dopo la visita di SooHyun.
Ma lui ormai, non ci credeva più. Aveva smesso di credere nei miracoli già da un bel po’.
Takuya era seduto, soddisfatto, in uno dei banconi davanti. Ma JaeJoong non ci faceva troppo caso.
Anzi, guardava costantemente il giudice, pregando perché facesse presto, perché tutto finisse.
Ad un tratto, mentre quello continuava a leggere alcuni documenti, SooHyun, si alzò in piedi decisa, e chiese il diritto di parola.

- posso parlare, presidente della Corte?- chiese

- … - lui la guardò incuriosito, poi, distrattamente annuì

- va bene… sia breve… -

SooHyun uscì dal suo posto e si mise proprio davanti alla cattedra del giudice.

- presidente della Corte, voglio solo dire una cosa, in proposito a questa sentenza… -

- … -

- …se condannerete Kim JaeJoong, sarà come aver fatto un torto alla giustizia stessa! -

- … -

- condannerete un innocente a marcire in prigione…lasciando libero un assassino che potrebbe uccidere ancora tante volte…e quando scoprirete di aver torto sarà troppo tardi, perché avrete distrutto la vita di un giovane ragazzo che non ha mai fatto male a nessuno! -

Takuya osservava la scena perplesso.
JaeJoong in cuor suo la ringraziava dal profondo del suo cuore. Lei era davvero una persona meravigliosa.

- chiedo di meditare su questo, perché solo il fatto di aver anticipato l’udienza ad oggi è stato un gesto vile e da vigliacchi! Di certo,non degno di uomini che, davanti al tribunale, hanno giurato di salvaguardare la giustizia e di contemplare sempre la verità! -

Ci fu un sussulto generale e molti giornalisti prendevano appunti scrupolosamente. Il giudice sembrò un tantino alterato e allo stesso tempo non sapeva cosa ribattere.

- avvocato, si sieda… - disse infine

Lei, eseguì l’ordine, non prima di aver posato i suoi occhi sul biondo, che contraccambiò con un piccolo inchino.

Ma ormai, la magia era finita.
Vide il giudice alzarsi. La folla tacque inesorabilmente.
Il cuore di JaeJoong si fermò per qualche secondo.

- …dopo aver discusso con i magistrati…riguardo le prove ottenute nel corso delle indagini, io e i miei colleghi siamo arrivati ad una conclusione… -

Ancora attesa.
Ancora angoscia.

- col potere conferitomi da questa corte... -

- … -

JaeJoong si sentiva leggero in un certo senso. Non sentiva più i battiti del suo cuore e le voci in quella sala sembravano affievolirsi.
Per un attimo, in fondo, nascosto in un angolo, gli parve di vedere Hiro.
Lo guardava, gli sorrideva e JaeJoong non capiva. Sorrise e basta. Il suo fantasma era venuto per dirgli addio.
In fondo, Hiro aveva ottenuto ciò che voleva. La disfatta di JaeJoong, ora la sua anima avrebbe potuto trovare la pace, pensava.
Poi, come un lampo,avvenne.
JaeJoong, chiuse gli occhi.
Sospirò pesantemente, sentì solo il giudice che proclamava quella tanto attesa sentenza.
Quella sentenza che risuono rimbombando nella sua testa.

- …dichiaro Kim JaeJoong, colpevole dell’ omicidio volontario e premeditato di Takahashi Hiro, assegnandogli, come stabilito dalla legge, la pena di trent’anni di reclusione -

 

 

Pazienza se il destino gioca a tuo sfavore.
Tu ci hai provato.
E il solo provarci ha reso di te un vincitore

  
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