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Autore: Aletheia229    16/11/2013    2 recensioni
C'era una volta, nel cuore di una foresta incantata, una torre abitata da una ragazza dai lunghi capelli color dell'oro. In tutta la sua vita non aveva conosciuto altro se non quella torre, eppure si riteneva felice. Cosa poteva desiderare di più di una madre amorevole?
Così aveva passato i primi 17 anni delal sua vita, vivendo isolata in una torre con la madre come unico contatto col mondo esterno.
Mai aveva pensato di essere qualcosa di diverso da ciò che le era stato imposto di credere.
Mai avrebbe pensato di essere una ragazza sperduta.
Finchè non incontrò lui.
"Qualcosa mi ha portato qui. Chiamalo come preferisci… Fato, destino…"
"Un’ombra imbecille!"
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo, personaggio, Pan
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Appoggiato al tronco di un albero, con le braccia incrociate davanti al petto Peter osservava quella stramba ragazza mentre girava su se stessa al centro del campo.
Era la cosa più strana che avesse mai visto.
Anche se dovette ricredersi quando la ragazza si bloccò di colpo, spalancò le braccia e lanciò un urlo.
<< Sono fuori! >>.
Il ragazzo non si scompose, anche se dentro di sé stava incominciando a chiedersi se la ragazza non fosse affetta da qualche grave disturbo psichico.
<< Hai finito? >> le domandò con voce incolore.
La ragazza si limitò a fissarlo per qualche secondo con un’espressione vuota, per poi rispondergli con un semplice no, seguito da una strana danza saltellata mentre continuava a ripetere “sono fuori”.
Peter si lasciò sfuggire un sospiro pesante. Staccandosi dall’albero fece cenno a Felix di avvicinarsi; ordina al quale il ragazzo non tardò ad obbedire.
<< Facciamola finita >>.
Quelle due semplici parole furono in grado d’attirare l’attenzione di lei.
<< Assolutamente no! Non se ne parla! >> disse marciando verso Peter << Qualcosa mi ha portato qui. Chiamalo come preferisci… Fato, destino… >>
<< Un’ombra imbecille >> s’intromise lanciando un’occhiata truce a Felix, come se lo incolpasse degli errori della sua ombra.
<< Dettagli. Comunque ora sono qui e non ho intenzione d’andarmene >> rispose gonfiando le guance come una bambina.
<< E io non ho alcuna intenzione di sopportarti ancora. E la mia parola è legge >>.
 
La ragazza aprì la bocca un paio di volte, pronta a rispondergli, finendo sempre per richiuderla, a corto di parole. Cercò sul volto del ragazzo un qualche segno che le potesse far sperare in un cambiamento di pensiero, ma non ne trovò alcuno.
Le sue mani incominciarono a tremare e gli occhi ad inumidirsi; mordendosi il labbro portò lo sguardo verso il terreno.
<< Questo non era il modo in cui immaginavo la mia prima volta fuori >> mormorò tenendo la tessa bassa.
<< Fuori dove? >> sbottò Peter.
<< Dalla torre >> rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Il ragazzo la fissò aggrottando la fronte. La ragazza che gli stava di fronte era davvero l’essere più strano che avesse mai incontrato. Non stava ferma un attimo, si muoveva da un lato all’altro del campo osservando ogni cosa, faceva domande a tutti e aveva un’aria così… innocente. Come se non fosse mia stata contaminata dal mondo e dalla sua oscurità.
Per non parlare poi del modo in cui era vestita. Indossava un abito viola lungo fino alle ginocchia con maniche fino al gomito, ma non un paio di scarpe; i capelli biondi erano raccolti in una fitta treccia che raggiungeva quasi il pavimento, decorata con fiori e foglie. Il suo aspetto era un mix tra quello di una principessa e quello di una ribelle.
Quasi come se fosse…persa.
 
Avanzò lentamente verso la ragazza fino a fermarsi di fronte a lei, invadendo il suo spazio personale. Le prese il mento tra due dite, sollevandole il viso.
<< Una torre? È il luogo in cui abiti? >> le chiese con un tono più dolce rispetto al precedente.
Lei si limitò ad annuire.
<< Da sola? >> insistette Peter.
<< Sei la prima persona con la quale ho… Come si dice? Interagito? >> socchiuse leggermente le palpebre, pensierosa << Sì, interagito. Sei la prima persona con cui ho interagito…beh, da sempre >>.
Gli occorse meno di un secondo per capirlo. La biondina tutta pepe che non era stata ferma un attimo da quando aveva messo piede sull’isola era una lost girl… e lei neanche lo sapeva.
Ma a Neverland c’era un unico divieto, uno solo: niente ragazze. Eppure lei aveva tutte le caratteristiche tipiche degli altri ragazzi… ma era una ragazza.
Non era la prima ragazza ad arrivare sull’isola, quindi perché Peter aveva la sensazione che lei dovesse rimanere? Cosa la rendeva diversa?
<< Se si esclude mia madre >> aggiunse in un mormorio.
 
I suoi occhi gli diedero la risposta che cercava. Lei non voleva scappare, non voleva rimanere giovane per sempre, non voleva liberarsi degli adulti; non era una di quelle ragazze che arrivavano sull’isola per non dover affrontare i problemi degli adulti e neppure una di quelle che odiavano i propri genitori. Al contrario, nel momento in cui nominò la madre Peter riuscì a scorgere nei suoi occhi l’affetto che provava per la donna.
Ma vide anche il desiderio di libertà.
E non era un caso il fatto che li vide entrambi quasi nello stesso istante. Lei non era persa, almeno non esattamente… era prigioniera della madre, ma amava troppo la sua prigionia per liberarsene.
Ma in fondo, molto in fondo, desiderava essere libera.
Esattamente come lui.
 
<< Non mi ha mai permesso d’incontrare altra gente. Ripete sempre che è troppo pericoloso, che il mondo è un luogo oscuro, che non devo fidarmi di nessuno, che molti ucciderebbero per ottenere i miei capelli… Sto blaterando, non è vero? >> sorrise imbarazzata.
“I suoi capelli?” fu tutto ciò che Peter riuscì a pensare. Difficilmente qualcosa riusciva a d attirare la sua attenzione, ma quella frase era troppo particolare per passare inosservata. Perché mai una madre dovrebbe rinchiudere la propria figlia in una torre per proteggere i suoi capelli? Era una cosa assurda. Così come era assurdo il fatto che una treccia così lunga fosse anche così spessa. Come se i suoi capelli fossero più lunghi della sua stessa altezza.
Come se non venissero mai tagliati. Ma cosa potevano avere di così speciale da dover essere protetti?
Più rifletteva sullo strano comportamento della ragazza, sui suoi atteggiamenti e sulle sue parole più gli pareva essere un mistero, che con ogni sua parola diventava sempre più oscuro. Era un puzzle da risolvere e a Peter piaceva giocare.
 
 
<< Come ti chiami? >>
<< Beh, grazie per averlo chiesto >> disse sarcastica << Rapunzel >> rispose con un lieve sorriso.
A suo malgrado Peter si ritrovò a sorridere a sua volta.
<< Bene, Rapunzel, benvenuta a Neverland >>.
 

 
 
Angolo dell’autrice
Ciao a tutti!
Premetto che non ho la più pallida idea di cosa mi abbia posseduta mentre scrivevo questa storia. So per certo che ho sentito un impulso irrefrenabile che mi ha spinto verso il computer. Non è uno dei miei lavori migliori, ma dovevo assolutamente scrivere qualcosa su questi due. Li trovo adorabili!
 
Questa one-shot è ambientata poco dopo la 3x04 (quando Peter recluta i suoi ragazzi) per l’universo di OUAT, mentre per Rapunzel poco dopo il suo 17° compleanno.
 
Probabilmente i personaggi risultano molto OOC e mi scuso per questo. A mia difesa posso dire che ho fatto del mio meglio.
Per quanto riguarda i termini inglesi sparsi qua e là sono una scelta completamente personale (ossia le traduzioni italiane non mi piacciono affatto).
Se ritenete questa piccola one-shot senza pretese degna del vostro tempo lasciate un commento, anche piccino piccino. Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate.
 
Un bacio, Aletheia
 
   
 
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