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Autore: e m m e    16/11/2013    0 recensioni
[Loki e i suoi figli]
La raccolta vuole dare spazio, in ogni capitolo, ad ognuno dei figli di Loki, perché anche quando si è dei mostri vorremmo essere amati.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: emme
Fandom: 
Mitologia Norrena

Titolo: Il mare del Nord
Personaggi: Loki, Jörmungandr
Riassunto: Il Dio degli Inganni e del Caos cammina – o per meglio dire galleggia – attraverso Midgard e la sua è, in effetti, una visita di cortesia.
Rating: G
Word: 722 (W)
Generi: Introspettivo, Generale, un pochino di Fluff che fa bene.
Avvisi: Non sono molto certa che Jörmungandr parli... o almeno che usi la normale lingua. Diciamo che nella mia mente suo padre è sempre in grado di comprenderlo, ecco.
Note: Suppongo che tutti gli appassionati di mitologia nordica sappiano cosa è successo al serpentello figlio di Loki, ma in caso contrario ecco un breve riassunto:
Dopo che i Hel, Fenrir e Jörmungandr sono stati dichiarati pericolosi da Odino quest’ultimo viene scagliato su Midgard da Thor (unico a possedere la forza necessaria per un simile lancio) e lì il serpentello cresce fino ad occupare tutto il mare. Una roba davvero immensa, eh.
Alla fine combatterà contro Thor, divenuto suo mortale nemico, durante il Ragnarök.
Note#2: Questa storia è stata scritta per il Writing Norse Day, della Community 24hours_of_fun che co-gestisco assieme a Geilie. I giochi sono ancora aperti, se volete partecipare.
Note#3: Il tentativo è quello di scrivere una breve raccolta in cui compaiano tutti i figli di Loki. Tra drabble e flash fic spero di finire entro il week end.
Beta: Nessuno.


Il mare del Nord

Prendi l'aspetto del fiore innocente,
ma sii il serpente sotto di esso.

W. Shakespeare


«Non c’è nessuno disposto a portarvi in quel luogo, vecchio. Nessuno è tanto pazzo da andarvi, nemmeno per tutto l’oro del mondo!» gli spiega un marinaio dagli occhi azzurri un po’ opachi e le guance non rasate rosse per il freddo.
Il vecchio, una folta barba bianca e occhi che vedono molto più in là di ciò che sembra, annuisce.
«Voglio solo una barca» dice con calma, la voce sicura e priva di espressione.
«Nessuno vi darà la sua barca. Non sarete mai in grado di allontanarvi dalla costa, figurarsi tornare indietro!»
«Voglio solo una barca» ripete lo sconosciuto facendo un passo in avanti e adesso il bastone che usa per camminare non sembra più un semplice appoggio per le sue gambe che si ergono sicure.
Il marinaio scruta la figura e deglutisce.
«Sono certo di poter avere la tua, sì?»
Il marinaio deglutisce di nuovo e i suoi occhi, da appannati, si fanno vitrei. Ci sono solo loro due sulla spiaggia sassosa, ma se anche fossero circondati da decine di persone all’uomo sembrerebbe di non avere nessuno attorno a sé.
«Sì. Potete avere la mia. Sì» conferma, incolore.
Il vecchio si avvicina alla barca che il marinaio ha appena assicurato sulla spiaggia e punta il bastone verso la cima che la tiene bloccata. Essa si scioglie e il legno galleggia libero.
Il marinaio si incammina piano lungo la battigia, ignaro di tutto.
L’imbarcazione, che è quasi imbarazzante nella sua piccolezza, non necessita alcun lavoro di remi: il vecchio si tiene in piedi su di essa e quest’ultima si muove sicura nelle acque fredde del Nord, come guidata da mani invisibili.
Mentre la terra ferma si allontana, le fattezze del vecchio si dissolvono e sotto al cappuccio nero che indossa i capelli canuti tornano ad essere del loro rosso naturale, la faccia si assottiglia, fino a mostrare due zigomi taglienti quasi quanto il ghiaccio che contengono gli occhi verdissimi e le labbra, finora serrate in una smorfia di disprezzo, si aprono in un sorriso divertito.
Il Dio degli Inganni e del Caos cammina – o per meglio dire galleggia – attraverso Midgard e la sua è, in effetti, una visita di cortesia.
Man mano che la barca si avvicina a quell’isola sorta dal poco in mezzo al mare – un’isola su cui non nasce niente né vive niente, attorno a cui le navi e i marinai spariscono per sempre, oppure si salvano narrando storie indicibili di fauci che si spalancano e acque che ribollono – la nebbia si dirada e Loki può ammirare il deserto paesaggio marino decorato da qualche solitario gabbiano.
L’isola – molto più grande di quel che supponeva – gli compare davanti d’improvviso e il suo sorriso si apre ancora di più.
Quando attracca il silenzio è totale e la terra su cui cammina è fatta di squame che virano dal rosso sangue all’oro più vivo, brillando sotto il pallido sole invernale.
Loki si china in avanti dopo aver fatto solo pochi passi e posa entrambe le mani su quelle squame così grandi e vivide.
«Sei cresciuto molto, figlio» afferma, passando le dita sull’umida testa di quello che Jörmungandr, il grande serpente di Midgard, che per adesso non ha raggiunto nemmeno la metà della grandezza immensa che arriverà a misurare.
Il corpo del serpente vibra di eccitazione, percependo sopra di sé quel padre che è stato costretto ad abbandonarlo. Solleva un po’ la testa, facendolo barcollare e finalmente apre i grandi occhi, fino ad allora tenuti ermeticamente chiusi.
Le pupille sono grandi  e cupe, quasi che le profondità marine si siano sistemate dentro di esse. Loki è alto quanto l’orbita che le contiene ed è a questo punto che scopre di essersi seduto proprio vicino ad una di esse: vi si specchia dentro, con un sorriso quieto e dà un colpetto sulla testa del serpente.
Si distende su di lui, godendo del lieve calore del sole così come sta facendo suo figlio, e da lui si fa raccontare ciò che ha visto e ha fatto mentre vagava per i mari di Midgard, si fa narrare dell’odio atavico che prova per Thor e della vendetta che un giorno Jörmungandr riuscirà a prendersi su di lui.
Rimangono così a lungo, l’uno sussurrante, l’altro silenzioso, finché le nuvole non coprono tutto il cielo e per il serpente marino è il momento di immergersi di nuovo nelle profondità subacquee.

  
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