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Autore: blackthornssnaps    16/11/2013    3 recensioni
STORIA IN REVISIONE !!!!
Percy ricorda tutto. I suoi amici, la vita al Campo Mezzosangue, la guerra contro i Titani, l'esperienza al Campo Giove e la guerra contro Gea e i giganti. E soprattutto ricordava Annabeth e i bei momenti trascorsi con lei. Ma se si fosse sbagliato? Se fosse stato un sogno? Se fosse stato tutto frutto della sua immaginazione? Se la ragazza che ama non esistesse, se non nella sua mente? Che cosa accadrebbe? E poi sarebbe vero? Qualcuno è davvero in grado di immaginare tutto questo?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Sally Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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REUNION

PRESENT DAY:
Percy non credeva ai suoi occhi.
Si stava sicuramente sbagliando, stava avendo delle allucinazioni dovute a effetti collaterali dei farmaci, o a sintomi post-risveglio traumatico dal coma.
Chiuse di nuovo gli occhi, e cercò di tornare a dormire, facendo come se nulla fosse accaduto.
Annabeth, ignara di tutto, si avvicinò e fece esattamente quello che ormai era diventata un’abitudine: prese una sedia e si sedette accanto al letto del ragazzo.
Per quello che sapeva  lei, lui era sempre lì, immobile, con un braccio disteso lungo i fianchi.
Appoggiò la mano sul letto, accanto alla sua.
Lentamente la avvicinò, sempre di più, ma quando fu a pochi centimetri da quella del ragazzo, tentò di prenderla, ma esitò.
Lo aveva fatto un milione di volte in 5 anni, ovviamente quando Sally non c’era o avrebbe dovuto spiegarle troppe cose, ma ora… Non voleva illudersi, non più di quanto non avesse già fatto.
Questa volta era diverso, non ci riusciva, qualcosa la fermava, anche se non sapeva cosa.
Era ancora indecisa sul da farsi, quando Percy, che sentiva la presenza della mano della ragazza accanto alla sua, reagì d’istinto e gliel’afferrò.
Strinse forte, ma non facendole male, tanto quanto bastava per avvertire un brivido lungo la schiena.
Gli faceva sempre un certo effetto il contatto con la pelle di lei, ma aveva bisogno di quella stretta, aveva bisogno di sentirla con lui, di sentire il suo calore, anche se quasi impercettibile.
Poi aprì gli occhi.
Annabeth sussultò, non se lo aspettava, ma con grande sorpresa di entrambi, non ritrasse la mano.
I loro sguardi si incrociarono, attirati da un magnetismo inspiegabile, una forza che proveniva da dentro di loro, come se si appartenessero, come se quello fosse ormai un gesto naturale, che si ripeteva all’infinito, da tempo immemore.
Si guardarono intensamente, persi l’uno negli occhi dell’altra, per pochi attimi che però parvero interminabili.
Annabeth non potè far a meno di pensare che i suoi occhi fossero ancora più belli di come se li era immaginati per tutto quel tempo, di come Sally li aveva descritti.
Annabeth se lo ricordava, era una delle prime cose che aveva voluto sapere su Percy.
Non se fosse simpatico, gentile, che tipo era insomma, no. Lei voleva sapere dei suoi occhi.
E Sally le aveva ripetuto tante volte che erano verdi, dello stesso colore del mare.
Quello che non le aveva detto, e che toglieva alla ragazza il respiro, era che rispecchiassero tutte le sfumature di verde/blu che presentavano le acque cristalline del mare.
- Tu sei… ti sei… io non… - riuscì a farfugliare Annabeth.Per la prima volta era rimasta senza parole.
Lui rise.
- Forse è meglio iniziare con un “ciao”. Ehm, dimmi, vieni spesso qui? – e mentre parlava non riuscì a togliersi il sorriso dalla faccia.Eh si, adorava prenderla in giro.
“Accidenti se è bello” pensò Annabeth.  Il modo in cui sorrideva con quell’aria da malandrino, la mandava in crisi, aveva sempre sognato di vederlo ridere, e ora ne era rimasta spiazzata.
Ma cosa stava facendo?
Cercò di levarsi quel pensiero dalla testa.
Involontariamente, però, arrossì.
Poi assunse un aria mista tra vergogna e indignazione.
- Abbastanza da notare che quando dormi, sbavi – rispose secca lei.Ok, era stata troppo dura, se ne rendeva conto, ma aveva iniziato lui con le domande imbarazzanti no?
Con suo grande stupore, Percy scoppiò a ridere ancora di più, e questo fece sorridere anche lei.
- Scusa, non dovevo essere così brusca..
- Oh, figurati. Non c’è problema, non è la prima volta che me lo dici… cioè, dicono. – si corresse.Abbassò lo sguardo, imbarazzato. Aveva commesso un errore terribile, e sperò che la ragazza non se ne accorgesse.
Fu allora che notò che le stava ancora stringendo la mano.
La lasciò andare e arrossì, e così fece anche lei.
Rimasero in silenzio per un po’, evitando di guardarsi.
- Beh… io sono Annabeth, credo di dovermi presentare a questo punto – disse alla fine la ragazza.
- Si, lo so – rispose lui dolcemente, alzando lo sguardo per cercare di incontrare il suo – io sono Percy.Stava sorridendo come un ebete, ma al momento non gli importava, era lei quello che contava.
- Si, lo so – disse lei, con lo stesso tono usato da lui prima. – Tua madre me lo ha detto.
- Oh, perfetto… hai parlato con lei… - mormorò lui.Sfortunatamente, Annabeth lo sentì.
- Cosa?
- No, nulla. Solo che… beh… se hai parlato con mia madre vuol dire che ti avrà raccontato tutte le cose più imbarazzanti su di me.
- Potrebbe anche darsi – lo prese in giro lei.Percy sbiancò e la guardò terrorizzato.
Annabeth scoppiò a ridere, e la cosa, nonostante tutto, lo fece stare meglio.
Eh si, lo aveva sempre saputo, bastava così poco a cambiare il suo umore.
Il sorriso di Annabeth era la sua migliore medicina.
- Ti diverti eh? Brava, prenditi gioco di me. Qualunque cosa ti abbia detto, io…
- Ehi!  Scherzavo! – lo interruppe lei, continuando a ridere – puoi stare tranquillo, tua madre non mi ha detto niente di imbarazzante su di te. Anzi in effetti mi ha raccontato solo aspetti positivi, ti descrive come il suo piccolo eroe…
- E meno male che non aveva detto nulla di imbarazzante… - Percy fece una smorfia.E in quel momento entrarono il sig. Chase e Sally Jackson che corse subito ad abbracciare Annabeth.
Si vedeva che era al settimo cielo, la ragazza non ricordava di averla mai vista così euforica.
- Vedo che hai finalmente conosciuto il mio bambino di persona
- MAMMA! IO NON SONO PIU' UN BAMBINO – disse il ragazzo con fare accusatorio, ma non potè fare a meno di arrossire.Annabeth rise, esattamente come Sally.
Non sapeva cosa le stesse succedendo, o meglio, lo sapeva, ma non capiva come era possibile.
Cosa sapeva su quel ragazzo? A parte quello che aveva detto Sally? Niente, lo conosceva da soli 10 minuti, e già si scioglieva ogni volta che lo vedeva sorridere… non pensava che una cosa del genere sarebbe mai potuta capitare.
Non a lei, perlomeno.
E invece…
Il sig. Chase guardò la figlia e sorrise.
Lei lo notò e si affrettò a distogliere lo sguardo. Possibile che il padre avesse capito cosa provava?
Decise di non pensarci per ora.
- Sally, so che è un momento importante per te, ma abbiamo un appuntamento con la casa editrice, non possiamo mancare. Il dottore ha detto che ha bisogno di riposo, e poi, da quel che vedo, la compagnia non gli manca – disse, alludendo alla figlia.
- PAPA’! – lo rimproverò lei.
- Si, Friedrick, hai ragione. Percy, sai che rimarrei con te, ma…
- Ma è il tuo sogno da sempre, tranquilla, vai pure.
- Grazie. Cercheremo di fare in fretta, anche se non mi preoccuperei più di tanto. Annabeth è una ragazza fantastica, ti lascio in buone mani.Annabeth arrossì, sapeva che Sally le voleva bene, e le aveva fatto tante volte complimenti come quello, ma non si aspettava che lo dicesse davanti al figlio.
Percy si voltò a guardarla, e sorrise, come se lo sapesse già, senza che la madre lo dicesse.
Questo la fece vergognare ancora di più, e abbassò la testa per nascondersi.
Sally scoccò un bacio in fronte a Percy e uscì con il sig. Chase.
Appena se ne furono andati, il ragazzo si sporse un po’ dal letto e prese la mano di Annabeth, che alzò lo sguardo e lo fissò.
Era come se il tempo si fosse fermato, sarebbe potuta rimanere così per sempre, e d’altronde la stessa cosa valeva per lui.
La ragazza sorrise, ma era un sorriso debole, c’era un qualcosa che la turbava, e Percy lo poteva avvertire.
Ormai sapeva riconoscere quando qualcosa non andava.
Poi Annabeth si fece coraggio e parlò, con un velo di amarezza nella voce.
- Percy… devo chiederti una cosa… come mai mi dai corda? Voglio dire, ti conosco solo in base a quello che mi ha raccontato tua madre, non dovrei essere qui come se si conoscessimo da sempre.. dovresti essere, come dire, arrabbiato o qualcosa del genere…
- Beh, non capita tutti i giorni di svegliarsi e trovare una bella ragazza seduta accanto a te – disse lui, per farla sentire meglio.Apparentemente la cosa funzionò, perché Annabeth sorrise, era stato sincero in fondo e lei lo aveva capito.
A questo punto Percy prese la sua decisione. Sapeva che c’era qualcosa che li legava e doveva farglielo capire.
- E poi… Annabeth, io e te ci conosciamo già. 












ANGOLO AUTRICEE:
E SONO TORNATAAAAA!
No tranquilli, non era sprofondata nel Tartaro (beh  in un certo senso si), solo che tra le tavole, le verifiche (beh la scuola in generale), e i libri da leggere nel poco tempo libero, non riuscivo a scrivere..
Ok, no, diciamolo, ero in crisi con la reunion.. volevo fare una scenetta percabetthosa, ma non so se mi sia riuscita.. fatto sta che a me questo capitolo non piace tanto quanto quello prima..
Alla fine però dovete essere voi a giudicare, perciò nulla.. vi lascio..
RECENSITE PLEASE! :3 devo sapere..
Cercherò di aggiornare più i fretta, ma non garantisco nulla.
Basta. Vi amo tutti *-*
Un baciooo
Becki_diAngelo
P.S. ho finito The Mark of Athena, sono emotivamente in crisi.. quindi le scene percabeth al momento sono un po’.. boh non le so nemmeno definire… ok, la smetto sul serio (io e la mia parlantina maledetta  -.-) a prestoo!
   
 
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