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Autore: black_eyes    17/11/2013    1 recensioni
Una piccola Crossover per la Seblaine!Sunday
dal testo:
-Più si addentrava in quel quartiere più notava persone strane, Sebastian scosse il capo sperando ancora che fossero visioni, ma le parole di sua zia gli rimbombavano nella testa.
Un Grimm è reale, scova metà umani e metà creature mitologiche, bisogna uccidere quelli pericolosi, perchè non tutte queste creature lo sono.
Sebastian passò da sotto il nastro per tenere lontani i guardoni e controllò il luogo.
Sangue, tanto, i corpi smembrati da una parte e gli organi ripuliti dall'altra.-
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Cooper Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui per la Challenge indetta dalla Marti!
Per una volta mi sento pure in orario! XD
Purtroppo non è betata, so, sorry per gli strafalcioni che troverete ç_ç
Buona lettura!



Sebastian si sentì disorientato. Le visioni che aveva da qualche giorno a quella parte avevano dei significati particolari. Ma questi erano troppo strani!

“No, aspetta. Zia, non puoi dirmi che io sono … cosa?” Urlò l'ultima parola stringendosi le ciocche dei capelli fra le mani.

“Un Grimm tesoro. Anche tuo padre lo era, ed essere un Grimm significa saper riconoscere degli esseri non umani.” Gli spiegò per l'ennesima volta la signora anziana.

“Certo … quindi la donna di ieri aveva realmente un solo occhio e la metà della faccia coperta da escoriazioni e verruche. Certo.” Sebastian tremò ricordando il volto della ragazza, che solo per un attimo aveva notato. Il tempo di sbattere le palpebre e il suo viso era tornato bello e fresco come quello di una ragazzina ventenne.

“Sì caro. Quell'essere che hai scovato è una Banshee. Una creatura mitologica che uccide chi la sente urlare.” Spiegò porgendogli un piccolo taccuino nero e abraso in vari punti. “Qui vi sono le descrizioni di tutti gli esseri buoni e cattivi che potrai trovare al Mondo.”

“Zia, ti prego. Dimmi che stai scherzando. Perchè è uno scherzo questo” prese il libretto e lo sfogliò fino a trovare l'immagine di un uomo mezzo licantropo e mezzo umano. “Uno scherzo” urlò nuovamente girando in tondo per la stanza.

Il ragazzo si sedette vicino a sua zia tenendosi la testa fra le mani.

“Lo so piccino, andrà meglio la prossima volta, o magari anche peggio. Chi lo sa.”

“Grazie zia. Sei di ottimo conforto. E che devo fare con queste persone non umane?” Domandò alzando la testa e fissando la donna che sorrideva.

“Ucciderli, non tutti ovviamente, solo chi mette in pericolo altri esseri viventi.” Spiegò tranquilla.

“Solo? Devo solo ucciderli” Smythe sospirò profondamente “ok. Adesso vado a casa e … mi studio questo taccuino.” Ne sfogliò qualche pagina. “Oddio credo di stare per vomitare.” E lo chiuse di scatto. Si alzò dalla sedia in ferro e controllò il monitor a cui era attaccata sua zia “andrà bene mh? Guarirai.” Le sorrise e le rimboccò le coperte.

“Sebby, sono vecchia, oramai io non posso fare più nulla. Ma tu, tu sì. Sei nella polizia bimbo mio, puoi trovare i criminali umani e quelli che solo tu puoi scovare.” Gli strinse una mano “fai il bravo, e ora torna al lavoro, disgraziato.” Ridacchiò la signora sospirando lentamente.

Sebastian si allontanò senza far rumore e tornò al proprio studio, in caserma.

“Ehy Smythe!” Lo salutò Duvall sorridendo “come sta tua zia?”

“Bene, sì. Bene. È a letto e scherza come sempre.” Sebastian nascose il libretto nella tasca interna del giubbino in pelle “qualche omicidio sospetto?” Chiese tornando serio.

“Un paio di omicidi, due ragazze a cui hanno tagliato la gola e tolto gli organi interni.” La voce della Lopez li fece voltare verso di sé “sono appena tornata da quel luogo e per poco non vomitavo. C'è sangue ovunque. Tranne che per gli organi, sono messi in un mucchietto ordinati. Credo che sia un omicidio per dei riti satanici o cose del genere.” Gettò alcuni faldoni sul tavolo davanti a Nick.

Smythe prese in mano quei fogli e controllò se vi fosse qualche caratteristica somigliante fra le due.

Una capelli mori, l'altra biondi. Una aveva gli occhi chiari e l'altra scuri. Jeans e gonna. Una viveva nella parte bella della città di NY e l'altra nella parte più degradata.

Niente in comune, neanche il paese d'origine. Sebastian si grattò il capo e posò i faldoni al loro posto.

“Vado a fare un sopralluogo. Voglio vedere cosa dice il medico legale.” E mise la fondina con la pistola sotto all'ascella, nascosta dalla giacca. “Ci vediamo dopo.” E uscì verso il luogo del ritrovamento dei due cadaveri.

Non ci mise molto a trovare la zona rossa, polizia, telecamere, medici. Chiunque girava lì attorno.

Anche persone strane. Come un uomo, che fissandolo per la frazione di un millisecondo, gli si allungò il volto fino a diventare come quello di un castoro. O una donna che sentendosi osservata si voltò verso Smythe e il suo occhio destro scomparve mostrando solo una distesa di pelle verde e marcia.

Più si addentrava in quel quartiere più notava persone strane, Sebastian scosse il capo sperando ancora che fossero visioni, ma le parole di sua zia gli rimbombavano nella testa.

Un Grimm è reale, scova metà umani e metà creature mitologiche, bisogna uccidere quelli pericolosi, perchè non tutte queste creature lo sono.

Sebastian passò da sotto il nastro per tenere lontani i guardoni e controllò il luogo.

Sangue, tanto, i corpi smembrati da una parte e gli organi ripuliti dall'altra.

Si passò una mano dietro al collo e si avvicinò ai cadaveri, sembrava come se degli artigli si fossero arpionati alla carne delle ragazze e avessero tirato, tagliando la carne.

Per Sebastian questa era normale amministrazione, morti, decapitazioni, riti macabri. Ma queste ultime ragazze erano il peggior caso che gli era capitato in quegli ultimi sei mesi.

Fece domande ai ragazzi e alle ragazze che abitavano nei dintorni, ma non riuscì a cavare molte informazione riguardo all'omicidio della notte prima.

“No Cooper! Non puoi dirmi di stare calmo quando tu …!” un ricciolino stava urlando contro un altro ragazzo dagli occhi azzurri.

“Calmati schizzo, lo sai, è normale.” Alzò le spalle in modo senza interesse.

“NO!” Urlò il ragazzo più basso “non è normale, non per me!” Ringhiò puntandogli addosso un dito leggermente arrabbiato “te l'ho detto, sei qui, nella mia città, e ti prego, frenati un po'!”

Il ragazzo che doveva chiamarsi Cooper rise “andiamo, è contro la nostra natura essere buoni, il divertimento è tutto schizzetto.” Sogghignò “Comunque le ragazze sono perfette, la loro pelle è così morbida e …” Si leccò il labbro inferiore in modo sensuale.

“Smettila” ringhiò il ricciolino “smettila Cooper! Sei impossibile. Come persona e come fratello”

Sebastian si voltò verso quelle due voci che si urlavano contro a vicenda; anche se urlare era un eufemismo, sembrava come se stessero ringhiando come animali.

“Qualche problema?” Chiese Smythe avanzando verso di loro. Una lite in meno equivaleva a un paio di morti in meno in quel pezzo di quartiere.

“Niente che possa interessarla, agente.” Rispose il più alto inarcando un sopracciglio e dando una spallata all'altro ragazzo, un morettino dall'aria sexy, che sbuffò alzando gli occhi al cielo, ed entrò nel condominio che era lì accanto.

“Scusi mio fratello.” Sospirò il morettino voltandosi verso Smythe “ma …” Rimase a bocca asciutta dimenticando ciò che stava per dire, quindi scosse il capo, “ma non ama molto le persone come lei.”

“Come me?” Chiese Sebastian incrociando le braccia al petto “perchè? Cosa sono io?”

Il moretto si morsicò il labbro inferiore “un agente delle forze dell'ordine” alzò le spalle. Poi indicò con il mento la zona in cui erano state ritrovate le due ragazze “Comunque ho notato che stai indagando. Ascolta il consiglio di un ragazzo che vive in questo quartiere da sempre. Stai attento a ciò che chiedi e a chi poni le tue domande.” Stava per entrare dal portone quando Smythe lo fermò prendendolo per un polso.

“Cosa intendi per 'sta attento' che frase è?” Domandò il ragazzo dagli occhi verdi fissando le pozze di ambra che erano quelli dell'altro.

“Un consiglio Mister Smythe. Il mio è il consiglio di un ragazzo che sa cosa potrebbe accaderti se ti cacci nei guai.” E dicendo questo si tolse la mano di Bas dal proprio polso.

L'altro ragazzo sorrise “ok, e … posso sapere il nome di colui che potrebbe salvarmi?”

“Blaine.” E gli porse la mano “Blaine Anderson.”

Sebastian sorrise stringendogliela “piacere di conoscerti, comunque avevo un'idea. Tu hai molte conoscenze qui attorno. Che ne dici se mi aiutassi? Io non finisco nei guai e almeno finisco il mio compito di indagare.” Alzò le spalle “e poi questo quartiere lo conosce abbastanza bene.” Ghignò.

“Abitavi qui?” Chiese il ricciolino sorpreso.

“No” rise Sebastian “indagini varie, omicidi e ...” Gli si fermarono le parole in gola quando vide un ragazzo, con una corporatura robusta, che appena passò vicino a loro, per una frazione di secondo si trasfigurò in un Hexenbiest, scontrarsi con un altro ragazzo che rapidamente si tramutò in un Mellifers, il Grimm scosse il capo e tornò a focalizzarsi sul moretto “e devo anche tentare di ridurre gli omicidi.” Non fece in tempo a finire la frase che il Mellifers cadde a terra in spasmi. “Cazzo.”

Blaine deglutì ed entrò nel portone del suo condominio.

Sebastian invece chiamò l'ambulanza e controllò comunque il polso del ragazzo, oramai morto.

Da quando aveva iniziato a vedere quelle creature notava molte più cose e particolari che prima non aveva mai dato peso.

Cercò di correre dietro all'Hexenbiest, ma era come svanito nel nulla. Maledetti vicoli di periferia!


Blaine appena mise piede nel suo appartamento vide suo fratello seduto sul proprio divano.

“Devi andartene, in città c'è un Grimm. Non posso coprirti con lui, non riuscirei” gli si piazzò davanti al viso “Cooper, ti prego smettila con questi tuoi divertimenti.”

“E' la nostra natura di Blutbad. Uccidere intendo; non possiamo cambiare radicalmente.”

“Io l'ho fatto” sibilò Blaine puntandogli un dito contro “sono dieci anni che mi nascondo alla perfezione, che non uccido o … altro” balbettò “non siamo mostri, abbiamo il diritto del libero arbitrio.” Si sedette sul tavolino posto davanti al divano “solo per adesso, se non vuoi cambiare totalmente, fallo solo per questa settimana.” Sospirò frustrato “ti sto ospitando, ricambia questo favore non uccidendo. Ok?”

Il maggiore degli Anderson fece roteare gli occhi “ti sei rammollito fratellino. Ma se proprio ci tieni … non ucciderò in questa zona della città. Andrò in quella più a Nord, si trovano ragazze più squisite.” Sogghignò “Blaine devi capire che la nostra natura animale non può essere tenuta legata contro la nostra volontà, in un modo o nell'altro l'essere speciali come noi verrà fuori in momenti che non ci aspettiamo neanche.” Lo fissò di rimando “sto parlando del Grimm. Tu vuoi tenerlo al di fuori di questa faccenda, lo vuoi proteggere. Ma perchè?” Ghignò mostrando i canini “ti piace” le sue iridi da celesti divennero rosse come il sangue delle due ragazze che aveva ucciso “non riuscirai a tenerlo all'oscuro di tutto, neanche della tua natura. Lo capirà. E finirà male.” Si alzò dal divano e andò verso la porta dell'appartamento “per lui però.” Gli fece l'occhiolino “vado a divertirmi. Tu continua la tua vita piatta da Blutbad vegano.” E ridendo se ne andò.

Blaine scosse il capo e si prese la testa fra le mani, proteggere suo fratello da un Grimm che era piuttosto attraente; impresa ardua, ma quando mai aveva fatto scelte semplici nella sia vita?


Sebastian Smythe prese in mano i suoi taccuini e provò a capire chi fossero quelle strane creature che aveva visto in quel quartiere, mostri veri nascosti sotto una falsa apparenza di umanità.

Scosse il capo fissando la foto di sua zia, che purtroppo non ce l'aveva fatta, era morta quella notte stessa, il cancro l'aveva resa debole ed era spirata senza soffrire troppo.

“Merda, sono solo.” Sospirò il ragazzo dagli occhi verdi passandosi una mano fra i capelli chiari.

Sentì che qualcuno bussava alla sua porta “Ehy capitano, tutto bene?” Santana gli sorrise appoggiandosi allo stipite “ti senti bene Bas?” Gli si avvicinò “tutti noi della squadra sappiamo quanto le eri affezionato. Se vuoi un periodo di riposo …”

Sebastian non la fece terminare di parlare “sto bene, le volevo bene ma questo non è un buon motivo per abbandonare il caso. C'è uno stupratore che uccide e dilania i corpi delle proprie vittime, non posso, in alcun modo, abbandonare il caso.” Scosse il capo “Dovrò tornare in quella parte del quartiere.” Alzò gli occhi verso la spagnola “avete saputo qualcosa al riguardo do quel tipo trovato morto per strada?”

Santana alzò le spalle “il coroner ha fatto l'autopsia, niente di anomalo. Morte per cause naturali.”

Il Grimm si passò le mani sul volto ricordando come si erano trasfigurati entrambi. “Ok. Io vado, tienimi aggiornato se vi sono novità.” Prese la pistola d'ordinanza e il giubbino in pelle prima di uscire per andare nel quartiere del ritrovamento.

Quando arrivò a destinazione non perse tempo e pose delle domande a chiunque.

“Cosa le avevo detto Mr. Smythe?” Una voce calda lo fece voltare.

“Blaine, giusto?” Sebastian sorrise incrociando le braccia al petto “già, che devo stare attento, scusa se non ho seguito il tuo consiglio ma è il mio lavoro.”

Il ricciolino scosse il capo “qui il lavoro vero è farsi gli affari propri. I ficcanaso fanno una brutta fine.” Fissò una finestra al terzo piano del condominio adiacente “e io non voglio che ti succeda nulla.” Sorrise timido “mi piaci come persona.”

Sebastian rise “ok, se io smetto di fare le domande tu prendi un caffè con me?” Inarcò un sopracciglio delineato “adesso. Intendo.”

Blaine annuì “andata. Ma solo se tieni fede alla tua parola.” Gli porse la mano destra “conosco un posticino calmo. Dove possiamo parlare.” Si morse l'interno della guancia.

Quel pomeriggio Sebastian parlò liberamente con il moretto sexy, anche se, di tanto in tanto vide persone normali trasfigurarsi davanti ai suoi occhi anche per poco meno di un secondo.

“Sebastian, tutto bene? Sembri strano.” Blaine gli pose questa domanda dopo l'ennesima volta che il Grimm smise di parlargli per osservare una donna trasformarsi in orso.

“Se devo essere sincero, no.” Deglutì bevendo il caffè oramai freddo. “Non prendermi per pazzo, ti prego, ma io vedo cose strane.” Gli passò il taccuino ricevuto da sua zia “io sono un … ehm … Grimm.” Smythe abbassò gli occhi sulle proprie mani. “Non sono matto.”

Blaine sorrise “ti credo, perchè ho conoscenze di quel mondo, e questo quartiere ne è pieno.”

“Tu li vedi?” Chiese Sebastian al ricciolino “intendo … quello che sono in realtà.”

“Io non sono un Grimm. Non ho i tuoi … poteri.” Si morsicò il labbro unferiore. Una mezza verità, una mezza bugia.

Passarono il resto del pomeriggio, Sebastian più tranquillo perchè oramai non doveva più nascondersi e Blaine leggermente in ansia per il fatto di dover stare in allerta per non farsi scoprire dal Grimm che aveva di fronte.

 

Passarono un paio di giorni, Sebastian passava sempre più tempo con Blaine e un pomeriggio che era nel suo appartamento gli chiese ancora di aiutarlo.

“Ti prego, fai tu le domande se io non posso. Ho capito che non è uno stupratore seriale umano, ma ho bisogno di sapere che creatura è. Non hai amici?” Sebastian mostrò al moretto i vari articoli e le cartelle “Andiamo B!” Lo guardò mordendosi il labbro inferiore “aiutami. Dammi una mano a finire questo caso! Qualcuno che magari ha sentito voci al riguardo. Aiuta un povero Grimm.”

Blaine scosse il capo “ti aiuto solo perchè sei un poliziotto.” Deglutì mordendosi la lingua. Ogni volta che parlava con lui aveva paura di essere scoperto.

Fortunatamente Sebastian gli aveva raccontato tutto, ma non si fidava di raccontare di sé, o più che altro aveva paura della sua reazione, aveva il terrore di perderlo.

Blaine scosse il capo e prendendo il proprio giubbino si alzò dal divano. “E va bene, ma promettimi di non chiedergli MAI la sua età. E non stargli troppo vicino. Per favore.” Disse infine prendendo anche le chiavi dell'auto e uscendo dall'appartamento vuoto.

Di suo fratello non vi era traccia, e sperava che se ne fosse andato. Coprirlo non era la sua scelta migliore, ma era pur sangue del suo sangue.

Sebastian ghignò e seguì il moretto che, dopo aver acceso il motore dell'auto, lo portò in uno degli appartamenti che erano costruiti nella parte alta, e quindi più bella, della città.

“Come fa un tipo come te a conoscere uno che vive qui?” Chiese Sebastian spalancando gli occhi stupefatto.

Il palazzo era enorme, vi erano cinque piani totalmente illuminati, e ciò significava che erano abitati. Da un paio di finestre si sentiva uscire della musica da camera.

“Ho le mie fonti, le amicizie si fanno con poco.” Rispose il moretto evasivo e scendendo dall'automobile “seguimi.”

Smythe seguì Blaine per i vari corridoi fino ad arrivare a una porta in legno massiccio su cui vi era una targhetta in ottone con un solo cognome inciso sopra.

“Hummel” Lesse il Grimm “ma che?” Stava per dire qualcosa d'altro quando l'altro ragazzo aprì la porta ed entrò senza bussare.

“Ciao B. mmh, chi mi hai portato di buono oggi?” Una voce acuta arrivò fino a loro.

“Ciao Kurt. Lui è un amico, un poliziotto.” Blaine percorse il corridoio fino ad arrivare in una stanza da letto “ha un paio di domande da farti. Gli omicidi delle ragazze,” spiegò avvicinandosi alla poltrona vicino alla finestra. “Tu sai. E non mentire. Anche tu tempo fa, quando avevi una vita diversa, hai ricorso a stratagemmi vari per sopravvivere.” Gli si sedette davanti “quello che stai fissando è Sebastian Smythe, un poliziotto, che è un Grimm.” Un lampo passò negli occhi chiari del l'uomo che Blaine aveva chiamato Kurt.

“Mh, allora cambia tutto.” Indicò con la mano rachitica una sedia in legno davanti a sé “prego, sedetevi Mr. Smythe.” Sorrise congiungendo le mani piene di rughe sul proprio grembo “ditemi tutto quanto. Se posso aiutare, risponderò alle vostre domande.”

Sebastian fissò quel volto pieno di rughe, quelle mani rattrappite dall'età e dalla vecchiaia “Ok, ehm, Mr. Hummel io …” Balbettò inumidendosi il labbro inferiore.

“Mi chiami pure Kurt, gli amici di Blaine sono amici miei. Lui le ha detto che sono uno Spinnetod, vero?” Sorrise in modo languido. “E immagino che conosce anche la vita di uno come me.”

“Questo non lo sapevo, ma mi ha detto che conosci molte persone facoltose.” Sebastian lo fissò mordendosi il labbro inferiore “quindi credi che sia stato uno Spinnetod?”

“Per l'omicidio delle due ragazze?” alzò gli occhi al cielo “oh no, povero bambino. Quello è un lavoro da Blutbad.” Sogghignò “i segni degli artigli, il modo in cui sono state ritrovate, anche se, gli organi deturpati sono qualcosa in più. Quell'animale si deve essere divertito nel vedere il sangue sgorgare dalle ferite. Carne cruda che sanguina gemendo di dolore” fissò Blaine che chinò il capo chiudendo gli occhi per non fare o dire nulla che avrebbe messo in allarme Sebastian. “comunque! Noi Spinnetod succhiamo la vita alle persone, mummifichiamo e disidratiamo gli organi degli esseri umani, e lo facciamo solo una volta ogni tanto. Non spesso, una decina di corpi ogni cinque anni ...”

Sebastian prese il proprio taccuino e sfogliò fino alla voce Spinnetod “e questo è il motivo per cui uccidete, quindi se voi non vi nutrite invecchiate.” Alzò gli occhi su Kurt. “Quanti anni hai?”

Blaine si schiaffò una mano sulla fronte a quella domanda, mai una volta che seguiva i suoi consigli. Per tutta risposta Kurt rise, mostrando il suo vero volto, due piccole tenaglie gli spuntarono dalle gengive superiori, e si allungarono fino ad avere dei pungiglioni affilati alla fine delle tenaglie.

“Ho trent'anni, ma ne dimostro novanta.” Abbassò lo sguardo verso Blaine “ed è tutto grazie a questo ragazzino che ho questa forma. E ogni tanto mi viene voglia di tornare a essere giovane e bello come ero una volta. Uccidere uomini belli e prestanti, magari dopo averci fatto sesso.” Si leccò il labbro inferiore, in quel momento gli si scurirono gli occhi.

“Meglio andare” ringhiò Blaine alzandosi e prendendo un braccio a Sebastian.

“La carne è debole e voi due siete così … pieni di vita.” Sussurrò Kurt fissandoli con ingordigia.

“Ok meglio andare” capitolò Sebastian alzandosi e seguendo Blaine uscì da quell'appartamento.

Quando furono in macchina del più basso fra i due, Blaine gli puntò addosso l'indice.

“Tu non segui mai i miei consigli. Vero?” Il suo tono era ferreo, ma gli occhi ridevano.

“Scusa è stato più forte di me. Era … vecchio decrepito!” Rise allacciandosi la cintura di sicurezza.

“Però non è sempre stato così, era molto bello. Un mangia uomini.”

Sebastian rise fissandolo “ottima scelta di parole. Mangiava gli uomini sotto ogni aspetto.”

Blaine solo a quel punto capì il doppio senso di quella parola che aveva detto poco prima. “Non ci avevo pensato in quel modo.” Rise accendendo il motore e partendo per tornare al proprio appartamento. Quando arrivarono davanti al condominio in cui abitava il ricciolino, Blaine invitò il ragazzo più alto su da sé.

“Ok, quindi abbiamo capito che è un Blutbad. Il lupo cattivo di tutte le favole. Ma non abbiamo trovato altro” Disse Sebastian mordendosi un labbro e sedendosi sul divano “e la mia fortuna è che non posso dire a nessun altro che l'assassino è un … animale.”

“Oppure potresti spiegarlo. Sei tu il capitano, no?” Chiese Blaine “se non ti ho preso per matto io, neanche loro lo faranno, e poi … è un dono quello che hai. Vedi le persone per quello che sono realmente.” Gli sorrise arrossendo lievemente. “Sei forte.”

Il minore degli Anderson sospirò tenendo a freno il suo istinto di fuggire, paura, la sentiva nell'aria, ma riuscì come in quegli ultimi giorni a non farsi scoprire.

 

Dopo quell'incontro Sebastian e Blaine uscirono, non solo per le indagini del caso, ma anche coppia di amici, o qualcosa di più.

“Blaine!” Urlò Sebastian entrando nell'appartamento del moretto senza bussare, anche perchè oramai aveva le sue chiavi e sapeva che era sempre disponibile per aiutarlo “Ho capito chi è il colpevole e …” Il ragazzo smise di parlare vedendo la scena davanti a lui.

Blaine che reggeva suo fratello contro al muro. Entrambi con i volti tramutati e trasfigurati dalla loro vera identità.

Due Blutbad dagli occhi iniettati di sangue.

Il moretto ringhiò voltandosi ma senza togliere le mani dal bavero della giacca di Cooper.

“Tu” sibilò estraendo dalla fondina la pistola d'ordinanza “traditore” sputò fuori dai denti avvicinandosi ai due fratelli.

Blaine sentendosi dire quelle parole si sentì come spezzato in due e lasciò senza volerlo un po' la presa, Cooper sentendosi più libero si staccò da suo fratello e scappò fulmineamente dalla finestra aperta vicino a dove si trovavano.

“Posso spiegare Bas, ti prego.” Sussurrò il minore degli Anderson tornando a essere il solito ragazzo dal viso dolce “solo. Ascoltami.”

“No.” Ringhiò Sebastian attaccandolo al muro e mollando la pistola sul parquet chiaro “tu. In tutti questi giorni mi hai tenuto all'oscuro di tutto, un Blutbad, certo, tu eri sempre nei paraggi, tu conoscevi tutti, e chissà perchè hai sempre cercato di tenermi fuori dalla pista giusta.” Lo alzò da terra senza fatica “e io che mi fidavo di te.” Gli sibilò vicino alle labbra. “Sei solo un animale.”

“Era per mio fratello” ansimò il moretto sentendo l'aria mancargli dai polmoni “io sono vegetariano, non mangio carne, né umana né animale. Io odio ciò che sono, mi ripudio, ma non posso fare niente altro che cercare di rigare dritto con una dieta sana.” Tossì sentendo la presa di Sebastian divenire più forte attorno al suo collo “credimi.” Ma quando Sebastian non sciolse la presa, il suo istinto di sopravvivenza, quello animale, quello che aveva tenuto legato fino a quel momento, si sciolse, e quindi Blaine con uno strattone si liberò dalla presa ferrea della sua mano, con un colpo di reni capovolse la situazione, tenendo perciò Sebastian attaccato al muro, le braccia tenute all'altezza della testa, tenuta immobili dalle mani più scure del moretto.

“Ti ho detto che io non sono un animale” ringhiò tenendo a bada il Blutbad in sé “io non sono come mio fratello. Ho cercato in tutti i modi a renderlo migliore, ma lui no.” Bas provò a dimenarsi ma rimase fermo sotto alle mani dell'altro ragazzo “io voglio essere normale, ma non posso. Voglio avere la vita di un qualunque ragazzo americano, che lavora, ama, vive. Ma non posso” ringhiò, questa volta con un accenno di tristezza nella voce “io sono questa specie di creatura. Di cui tutti hanno paura; alcune volte anche io ho paura di cui potrei fare, perchè vedo quello che mio fratello fa!” Ringhiò nuovamente quando delle lacrime calde e salate solcarono i suoi zigomi, finendo sulle sue labbra rosse. “Io non sono un assassino!” Ripetè stringendo i polsi di Sebastian per poi lasciarlo andare “ecco.” Deglutì lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi “voi Grimm avete bisogno di un colpevole. Eccomi.” Aprì le braccia “sono qui.” Sussurrò tentennando e abbassando lo sguardo verso il basso.

Solo a quel punto, Sebastian, per la prima volta si pentì di avere detto parole e fatto un'azione così avventate. Ma comunque scosse il capo, non poteva farsi prendere dai sentimenti, e gli puntò addosso l'indice.

“Chi mi dice che non menti? Potresti sempre star raccontando bugie, mostrare il tuo lato dolce per abbindolarmi e far sì che non ti metta in galera.” Gli si avvicinò “come posso fidarmi veramente di te Blutbad?” Domandò alzandogli il volto e fissandolo nelle iridi chiare.

“Perchè io sono Blaine, lo ero fino a pochi minuti fa. Ero solamente il tuo Blaine.”

Il moretto l'ultima frase la sussurrò distogliendo lo sguardo da quegli occhi che erano come calamite per lui. Non voleva perdersi in quelle trame e quelle sfumature di verde.

“Mio?” Sebastian rise facendogli alzare il volto “tu non sei mio, non mi appartieni …” il francesino si ripetè quella frase per l'ennesima volta. Come avrebbe voluto prendergli le mani, stringerlo, e magari dimenticare di essere un Grimm.

Forse l'essere un cacciatore, come lo aveva chiamato sua zia, non era una benedizione, come l'aveva sempre dichiarato lei; forse era solamente una maledizione vedere la vera natura degli umani e il non poterne amare liberamente uno era ancor peggio.
Blaine alzò gli occhi al cielo e si protese verso di lui “ma lo è il mio cuore Sebastian!” Si morsicò le le labbra dopo aver detto queste sue ultime parole. “Ecco. L'ho detto. Io ti amo. Volevo proteggere mio fratello dalle tue accuse e allo stesso tempo stare con te.” Si strinse le braccia al petto, si sentiva scoperto, aperto, dopo avergli detto questi suoi sentimenti. “Ma tu sei un Grimm, tu li cacci i tipi come me. Io sono ...” non terminò neanche la frase che Smythe lo interruppe.

“Mio” Sussurrò Sebastian sulle sue labbra prima di baciarlo.

Non servivano parole per descrivere come si sentirono entrambi. Ricongiunti, perfetti, uniti. Finalmente completi.
Sebastian per la prima volta abbandonò il compito di essere un Grimm e diede ascolto solo al proprio cuore, che gli diceva di amare, fidarsi e vivere i sentimenti che quel moretto gli facevano nascere nel petto.
E poi, non era così male amare e lasciarsi amare.

 

Tadaaaan! Ok terminato per vostra fortuna, credevo fosse uscito un pò meglio e invece fa pena ... come a mio solito!
Ringrazio chiunque abbia letto tutto e non sia scappato XD
Qui potete vedere le creature che ho citato sopra (?)
Grazie ancora a tutti! Buona Domenica! See ya e kiss&hugs :)

Hexenbiest: http://cdn2-b.examiner.com/sites/default/files/styles/image_content_width/hash/4d/eb/4deb6b7fb9eacd54491adaf3b8abd3bf.png?itok=wKNULJnk

Mellifers: http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20130422120804/grimm/images/d/d8/103_Coleman_woged_as_Mellifer.png

Blutbad: http://fc03.deviantart.net/fs71/f/2012/265/4/a/grimm_monroe_blutbad_form_by_supahboy-d5fkz1o.jpg

Spinnetod: http://images.wikia.com/grimm/images/e/ea/Spinnetod_Charlotte1.png

  
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