Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    17/11/2013    7 recensioni
C'era stato un momento in cui avevano creduto di poter rimanere puri. Di poter indossare le Yoroi, combattere, distruggere... di poter maneggiare strumenti come quelli, senza rimanerne in qualche modo intaccati.
Era durato poco, in ogni caso.
Ripensandoci dopo tutti questi anni, avevano potuto crederlo perché in fondo erano poco di più che bambini.
O forse perché, se non lo avessero creduto, avrebbero lasciato quelle sfere lì dove le avevano trovate, invece di correre a casa tutti trafelati, convinti di aver scoperto chissà quale inestimabile tesoro.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era stato un momento in cui avevano creduto di poter rimanere puri. Di poter indossare le Yoroi, combattere, distruggere... di poter maneggiare strumenti come quelli, senza rimanerne in qualche modo intaccati.
Era durato poco, in ogni caso.
Ripensandoci dopo tutti questi anni, avevano potuto crederlo perché in fondo erano poco di più che bambini.
O forse perché, se non lo avessero creduto, avrebbero lasciato quelle sfere lì dove le avevano trovate, invece di correre a casa tutti trafelati, convinti di aver scoperto chissà quale inestimabile tesoro.
Shu era l'unico che riusciva a scherzarci su, ed era sorprendente che potesse farlo.
Proprio lui, che era stato ferito così profondamente dalla scoperta della vera natura delle Yoroi, che per un intero giorno gli era sembrato di poter impazzire.
Eppure ogni tanto lo diceva. Diceva: “Siamo sotto copertura.”
Come quei poliziotti dei telefilm americani, quelli che si infiltravano nelle bande di spacciatori o trafficanti, e a forza di vivere così, diventavano un po' come loro.
Ma non diventavano davvero cattivi. Magari cedevano alla droga, magari non erano sempre lindi e lucidi, ma alla fine riuscivano a fare la cosa giusta e a tornare alle loro vite.
E per loro era così. Non era sempre tutto illuminato, ma in un modo o nell'altro tornavano sempre ad essere sé stessi.
Un equilibrio l'avevano trovato: non era esattamente facile, né quello che Touma avrebbe definito un equilibrio stabile, ma più o meno funzionava.
E quando non funzionava, soprattutto se erano lontani, allora ognuno di loro aveva un suo metodo.

 

Touma volava, a volte.
Guidava fino ad uscire fuori città, fino ad una altura. Poi si sollevava in cielo in cerca di correnti a cui abbandonarsi. Ma se non riusciva a domare la cavalcata distruttiva dei propri pensieri, allora si chiudeva in camera, tirava fuori qualche tomo particolarmente grosso, e leggeva.
Leggeva ad oltranza, senza mangiare, senza cambiare posizione.
Leggeva finchè non gli bruciavano gli occhi, finchè le parole scritte non lo avevano completamente assorbito nel loro mondo, e la sua mente non si era completamente zittita.

 

Shin si buttava in mare.
Scendeva fino al fondale e rimaneva giù, accucciato tra le alghe, gli occhi chiusi e l'ossigeno che lentamente si esauriva nei polmoni. Portava la propria resistenza al limite, finchè dietro agli occhi non si allargavano macchie scure e le orecchie non cominciavano a fischiare.
Cercava di assorbire tutto il silenzio dell'acqua, e di portarlo con sé quando finalmente lasciava che il suo corpo risalisse in superficie.

 

Ryo cercava un posto isolato, in cui non avrebbe potuto dar fastidio a nessuno. E si permetteva di fare qualsiasi cosa gli venisse di fare. A volte correva finchè ci riusciva. Portava la propria attenzione sul non inciampare nelle radici, sulla sensazione dei rami e delle foglie che gli graffiavano il viso e le braccia, sul dolore che pian piano si sviluppava nei muscoli delle gambe.
Quando gli diventava davvero impossibile continuare, si lasciava cadere a terra. Rimaneva immobile a fissare il cielo così a lungo che a volte si era persino addormentato tra l'erba e i sassi, svegliandosi a notte fonda, indolenzito e con i vestiti abitati da qualche insetto in cerca di tepore.

 

La prima risorsa di Seiji era meditare.
Ma non funzionava sempre: a volte la sua mente si avviluppava in certi percorsi contorti che lo facevano sentire ancora peggio.
E allora scendeva nel dojo e si allenava. Ripeteva ogni mossa con una precisione tale che se si fossero scattate fotografie ad intervalli di tempo regolari, probabilmente sarebbero state tutte identiche.
Si esercitava così a lungo finché non c'era un solo muscolo che non gli facesse male.
Finché non gli rimanevano soltanto le energie per trascinarsi fino al letto ed addormentarsi prima che i pensieri ritornassero. E con un po' di fortuna, la mattina dopo riusciva a svegliarsi avvolto dalla luce pallida dell'alba, e tutto tornava come prima.
 

E Shu? Per lui lo sforzo fisico, lo sfinimento, la sfida... Ci aveva provato all'inizio, ma non aveva funzionato.
Intanto perchè il suo era un fisico davvero difficile da fiaccare.
E poi perchè erano tutte cose che in un qualche modo alimentavano il suo desiderio di lotta.
Erano troppo vicine alla violenza, che era proprio ciò che voleva rifuggire in quei momenti.
Così giocava a “far saltare la copertura”.
Lasciava riaffiorare la sfera della Yoroi, e la infilava in fondo a qualche cassetto. Usciva di casa così, privo di protezione, e cercava di immaginare una vita diversa.
Guardava ogni cosa, parlava con le persone, tutto sforzandosi di guardare con occhi nuovi, occhi che avrebbe potuto avere se tutto il resto non fosse successo.
In genere provava anche a dimenticare i suoi nakama.
Alla fine il legame con loro gli mancava così tanto, che era proprio quello a fargli trovare la forza di tornare indietro e ricominciare tutto dal punto in cui l'aveva lasciato.

 

Era un equilibrio instabile. Come cinque biglie in una grande coppa che non rimaneva mai ferma, rotolavano qua e là, si urtavano, si mancavano... Ma in qualche modo, qualsiasi fosse la configurazione che prendevano, alla fine tutto si riassestava in una forma nuova, che li faceva ritrovare tutti gli uni accanto agli altri, sul fondo della ciotola...



Fine


Bah. Non so da dove mi sia uscita. Non ero nemmeno tanto convinta di pubblicarla, ma alla fine l'avevo scritta, e quindi... mal che vada vi avrò fatto perdere 10 minuti di tempo dietro ad una stupidaggine, per cui chiedo perdono anticipatamente...

 

  
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