I corridoi del McKinley erano così frustranti, ognuno si aspettava qualcosa da me che probabilmente non sarei mai stato in grado di dargli.
Ero considerato da sempre una specie di macchina dedita ai touchdown, uno di quei ragazzi modello che i nuovi arrivati cercavano di imitare.
Mi bastava indossare uno di quei soliti sorrisi finti chiusi dentro un armadio per far credere che in quelle vesti fossi a mio agio, per far credere che quei vestiti su misura che mi venivano cuciti addosso mi stessero davvero bene.
Ti amo Rachel, ma devo dirti addio.