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Autore: Ludovicamores    17/11/2013    0 recensioni
" Ho smesso di dire 'ma lui è fatto così' e sto incominciando a pensare 'lui è fatto male'. "
Anastasia, 16 anni, ragazzina dannatamente orgogliosa e scontrosa con tutti, con due occhioni neri così infelici e ipnotici.
Justin, 19 anni, la personificazione calzante del 'punto interrogativo', così misterioso e riservato con tutto ciò che lo circonda.
Così perfetti insieme, ma allo stesso tempo imperfetti, ostacolati da qualcosa o qualcuno.
Eppure lui era la sua anima gemella, la sua metà e si sa che se la incontri, non ne esci intero...
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Pattie Malette, Scooter Braun
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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" Il comportamento di vostra figlia in questo liceo è arrivato al limite, mi dispiace Signora Cleinton. Eppure le altre
sue figlie hanno portato onore all'edificio, diplomatesi con voti eccellenti..
- Vuole mettere in dubbio l'intelligenza di Anastasia?
- No, no! ..Assolutamente, ma non ho potuto passare sopra l'ultima bravata di Anastasia e una semplice sospensione temporanea non cambierà la situazione. 
Lei lo sa meglio di me Signora Cleinton..Sua figlia sta diffamando il nostro liceo. 
- Arrivi al punto, preside!
- Bhè, Anastasia non può più considerarsi alunna del mio liceo, mi dispiace. "


"Fico"- pensai alle parole riportate da mia madre, riguardanti il colloquio con il preside del mio liceo, anzi, 'ex liceo'.
- Che diamine ti è successo Anastasia!? Togliti quel sorrisino beffardo dal tuo bel faccino, sei stata cacciata da un liceo più che prestigioso! 
Mi stesi lunga sul divano del soggiorno, papà sarebbe tornato fra poco dal lavoro, così ignorai le urla di mia madre, accompagnate dal continuo sbattere i piatti dal nervosismo, mentre apparecchiava per la cena, e mi preparai alla ramanzina che a breve mi sarei sorbita dal mio vecchio.

Ed ecco la porta di casa aprirsi bruscamente.
La sagoma di papà era trasudante di rabbia mista a una profonda delusione.
- Qualcuno mi spieghi questa storia! Che diavolo significa che sei stata espulsa per sempre dal liceo? - Imprecò, con i pugni chiusi.
- Risolvetevela fra voi due, io sono stufa!- Mamma se ne lavò le mani e lasciò il soggiorno.
Io feci spalluccie e mi rifiutai di rispondere alla chiara domanda di papà.
- Anastasia vedi di rispondermi o te ne pentirai amaramente! Allora che diavolo è successo? cos'hai combianto questa volta da compromettere la tua permanenza al liceo?
- Una domanda per volta papà - sbottai inviperita.
Mi si piazzò davanti e mi afferrò per un bracio facendomi alzare, contro voglia, dalla mia comoda posizione sul divano.
- Signorinella scendi dal piedistallo!Ora vedrai che ti succede! 
- Che credi di fare?! - Gli urlai,cercando di divincolarmi, ma senza alcun risultato.
Mi trascinò nella mia stanza ed aprì il mio armadio a due ante, mettendo sottosopra tutti i miei vestiti.
- Che cazzo combini!?
Nessuna risposta, continuò, fino a quando non prese la valigia e infilò tutto all'interno a casaccio, la chiuse e me la porse con estrema sfacciataggine.
- Cosa combino? Bhè, fuori! fuori da casa mia! Tu adesso sali in macchina e io ti spedisco dallo zio Sam, con le buone o con le cattive mia cara Anastasia.
Sgranai gli occhi e mi rifiutai di afferrare la valigia, incrociando le braccia per fargli capire che non avrei mai accettato la sua ''premurosa proposta''.
- Io da quel malato non ci vado! 
- Bene, allora ti cercherai un'altra dimora, le opzioni sono due: o da lui o sotto un ponte, io non voglio avere più a che fare con una teppistella e per di più ingrata
- Mi dispiace per te ma la teppistella ingrata è tua figlia, coglione!
Risposi, ardete di rabbia. In quel moemnto gli avrei sferrato, con grande gioia, un bel cazzoto in pieno viso.
Mi guardò dritto negli occhi, con sguardo assassino.
Credetti di ricevere un bello schiaffone ed invece mi rispose con voce apparentemente calma.
- dispiace anche a me, forse quel giorno era meglio se mi facevo una bella passeggiata invece di concepirti con tua madre! 
Bene, avrei decisamente preferito lo schiaffo.
Abbassai lo sguardo ed afferai la valigia, mi girai, palesemente scossa da quell'affermazione.
Ok che avevo un carattere difficile ed ero ingestibile, ma non credevo a tal punto da far preferire ai miei genitori di non avermi mai avuta.
Sentii la mano di papà posarsi sulla mia spalla.
- Lo sai che...non lo penso veramente.
- Tranquillo, hai ragione, bhè io sono pronta.
Feci nuovamente spalluccie, afferrai il mio cellulare sul comodino insieme al pc.
Ritornammo in soggiorno, mamma era in lacrime sul diavano. Si era creato un silenzio pesante, interrotto dai singhiozzi di mia madre.
Bell'atmosfera familiare, già.
- Lo zio Sam è d'accordo sull'ospitarti per qualche mese, lì ti iscriverai ad un nuovo liceo. D'accordo Ana?
Annuii, anche se avrei voluto urlargli, con tutto il fiato disponibile, che non ero affatto d'accordo e che trasferirmi da quel malato mentale non avrebbe cabiato nulla, ma non sarebbe servito, anzi avrei aggravato, maggiormente, la situazione.
Mamma mi abbracciò.
- Mi raccomando, cerca di mettere la testa apposto, ok? - disse, mentre si asciugava qualche lacrima.
Non gli risposi nemmeno, e seguii papà che già si era recato in giardino.
Entrai in macchina e per tuto il tragitto non fiatai.
La casa dello zio Sam distava parecchio dalla nostra, quasi 5 ore di macchina o forse di più.
- Sei ancora arrabbiata per prima Ana?
"Secondo te? Ti sei pentito di avermi avuta come figlia, coglione."
- No tranuquillo.
Papà mise in moto la macchina.
-lo stiamo facendo per il tuo bene, per il tuo futuro..
- Si si ok, ho capito.
Chiusi la conversazione così e misi le cuffiette.
Non volevo sentire uscire altre cavolate dalla sua bocca.
"che gran coglione!"

Dopo un tempo da me impercettibile, scorsi dal finestrino il cartello che segnava la mia seconda occasione per rimettermi "la testa apposto".

" benvenuti a Berville ", un paesino a me sconosciuto.

Dopo una manciata di minuti la macchina frenò bruscamente. Papà mi sorrise, io non ricambiai.
- Bhè ecco, siamo arrivati!
"Noo davvero? che genio!"- pensai sarcastica.
Scesi dalla macchina, mentre papà prese la mia valigia con tutto l'occorrente per il mio soggiorno da quel matto.
Il mio corpo emanava disappunto da tutti i pori, ma non avevo scelta, dovevo farmi andare a genio lo zio Sam o non ne sarei uscità vegeta.

Papà suonò al campanello di quella modesta casa, il suono era orribile ed infantile.
La porta si aprì e da dietro sbucò un buffo uomo sulla 40tina, con i capelli di un nero che si stava spengiendo.
- Caro zietto!
Disse papà, abbracciandolo.
- Ehi! coma va vecchio mio?- Poi portò lo sguardo su di me, sfoderando un sorrisetto alquanto penoso - Lei è...Anastasia, giusto?! Oh come sei cresciuta!
"Bla, Bla, Bla.. già mi stai fra le palle."
Gli sorrisi educata.
-Entrate pure, accomodatevi forza!
Papà mi guardò raggiante, mentre lo zio Sam richiuse la porta alle nostre spalle.
- Posso offrirvi qualche cosa? Del thè?
"Il thè mi fa schifo, questa casa mi fa schifo, tu mi fai schifo, tutti quanti mi fate schifo, la mia cazzo di vita  mi fa schifo, ma sto apposto così, grazie"
- Io sto apposto così zio, grazie comunque.
Lo zio Sam mi rispose con un altro dei suoi sorrisi e si dileguò in cucina, visto che papà gli aveva chiesto dell'acqua.
-Papà ti prego non lasciarmi qui, è matto.
Lo supplicai.
-Zitta e poi non è affatto vero, guardati intorno..se la sta passando bene!
Sbuffai.
Il campanello suonò all'improvviso, quella cazzo di musichetta mi dava sui nervi.
- Vai tu Anastasia perfavore! - urlò Sam dalla cucina.
Mi avvicinai alla porta a passi svelti.
C'era un ragazzo, pelle bianca e occhi grandi..
  
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