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Autore: Gabx    18/11/2013    2 recensioni
Sono tornata con una nuova storia su Katherine ed Elena. Le due hanno finalmente una relazione e anche se le cose non vanno sempre bene, si amano. Fino a quando una sera Elena ha un incidente e da lì le cose iniziano a cambiare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Elena/Katherine
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1 – In the night
 
 
Mi versai  un altro bicchiere di vino. Era già il terzo. Il cellulare era sul tavolo di fronte a me. Non vibrava da quasi un’ora. Il suo ultimo messaggio, freddo e distaccato come al solito. Presi le chiavi, mi infilai la giacca e mi misi al volante. Ero straincazzata. Non solo mi aveva dato buca per tre volte nell’ultima settimana ma ora era anche in ritardo. Erano due ore che aspettavo e il suo ultimo messaggio era di quasi un’ora prima. Mi prometteva di arrivare di lì a dieci minuti. Ma i dieci minuti erano passati e tutto quello che mi aveva promesso, coccole e film, stavano sfumando in un’altra delusione. Accelerai e superai un auto che andava lenta, troppo lenta per i miei gusti. Non ero mai stata una violenta o che amasse la velocità ma il vino aveva liberato la mia mente e il mio corpo dalle inibizioni della vita quotidiana. Potevo essere chi volevo e correre a tutta velocità su quella statale. All’improvviso vidi dei fari nella mia direzione ma non fui abbastanza veloce a sterzare e il mio ultimo pensiero andò a lei.
 
 
“Damon, devo andare! Devo vederla! Lasciami passare!”dissi, strattonando il suo braccio che stringeva il mio.
“Non posso, aspetta. Non è ancora uscita dalla sala operatoria.”
In quel momento si aprì la porta da dove erano entrati i medici e ne uscì una donna, mezza età, castana che ci informò dello stato di Elena. Era in terapia intensiva  e per ora non la potevamo vedere. Doveva essere tenuta sotto controllo per quella notte. Aveva subito una commozione cerebrale, diverse contusioni e costole rotte.
Mi accasciai sulla poltrona. Tremavo. I due Salvatore mi fissarono. Non capivano il mio comportamento. Non potevano sapere di me ed Elena che non voleva ancora informarli perché era preoccupata di ferire i loro sentimenti o che io la stessi prendendo in giro. Le cose erano tutte nuove. I due fratelli erano rimasti alla storia in cui io e lei ci odiavamo e non ha questo nuovo capitolo dove  siamo innamorate. Elena voleva avere una relazione stabile o almeno una relazione. Ogni volta che dovevamo uscire o dovevo andare da lei, succedeva qualcosa e non mi rimaneva che andare da lei nel mezzo della notte a chiederle scusa. In effetti non capivo cosa trovasse in me, io al posto suo, mi sarei lasciata. Ed ogni santa volta mi perdonava e passavamo la notte abbracciate l’una all’altra.
Mi passai una mano fra i capelli e mi calmai quel poco per uscire dalla sala d’aspetto e appena arrivai in un bagno, vomitai. Sangue. Per questo ero in ritardo. Ero andata a caccia. E ora Elena era in un letto d’ospedale.
Mi ricordai della chiamata di Stefan di tre ore prima che aveva cambiato la mia esistenza. Ero diretta a casa di Elena quando il cellulare aveva iniziato a squillare.
“Katherine, quando hai visto l’ultima volta  Elena?”
“Io? Dovevamo vederci due ore fa ma sto arrivando quasi a casa sua. ”
 “Kat, Elena ha avuto un incidente.”
E per la prima volta nella mia vita di vampira, mi era mancato il respiro. Quando arrivai in ospedale, non mi permisero di vederla. Era sotto i ferri e lo sarebbe rimasto per molte ore. Era difficile rimanere con le mani in mano mentre lei era in balia di dottori umani che con la loro incompetenza potevano lasciarla morire.
Uscii dal bagno e andai a prendermi un caffè anche se lo odiavo. Forse non odiavo il caffè ma tutto. Stefan, Damon, me stessa, i miei ritardi, i miei sbagli che avevano causato l’incidente di Elena.Era colpa mia. Questa era la verità. Non era la prima volta  che arrivavo in ritardo o non arrivavo affatto. Lei si era sentita delusa, dimenticata e ferita di nuovo da me. Perché non riuscivo a fare  una cosa giusta? Se c’era da assassinare qualcuno, ero la migliore. Come la migliore ero nel pensare solo a me stessa e forse era proprio questo ad aver ferito così tanto Elena, lei che sarebbe morta per le persone che ama.
Rimasi in quella sala d’aspetto tutta la notte e poi finalmente nella mattinata ci permisero di entrare. Il suo viso era pallido e i capelli erano in disordine. Mi avvicinai e le passai una mano sul viso per spostarle i capelli dalla fronte. Era così bella anche dopo un intervento e un incidente quasi mortale.
Mi morsi il polso e le stavo per far cadere il mio sangue nella bocca quando Damon e Stefan mi fermarono, bloccandomi alla parete opposta.
“Cosa fai?”mi ringhiò Damon. Mi stringeva la gola impedendomi di parlare. Come avrei potuto mai rispondere? Ovviamente Stefan lo intuì e Damon mi lasciò dopo che lo ebbe informato.
“Non voglio che muoia e con il mio sangue guarirà.”risposi, massaggiandomi la gola.
“Ma se .. muore, diventerà una vampira e lei non lo vuole.”disse Stefan. Mi fissò con quei suoi occhi dorati. Mi ricordai perché mi ero innamorata per lui, se era vero amore.
“Non morirà.. non glielo permetterò.”sibilai. Fissavo Elena, stesa in quel letto e mentre io ero impossibilitata a fare qualunque cosa.
“E come?” mi chiese stupito Stefan.
“Con il mio sangue.”dissi di nuovo e mi tirai di nuovo indietro la manica.
“Smettila, è fuori discussione. E perché vuoi aiutarla?”mi domandò ancora Stefan.
Non risposi e semplicemente me ne andai. Furiosa con il mondo che mi aveva portato via Elena.  Mi andai a riposare un attimo o meglio a calmarmi o avrei ucciso uno dei Salvatore.
 
Ero seduta sulle scale dell’ospedale, concentrata sui movimenti di un uccellino, quando grazie al mio super-udito, sentii che qualcosa non andava nella camera di Elena. Corsi di nuovo e quando fui là, Stefan e Damon erano all’esterno e fissavano i medici arrabattarsi per salvare la vita ad Elena. I due mi trascinarono fuori prima che potessi fare una strage.
Disarticolai il braccio a Damon che trattenne l’urlo per poco.
“Che problemi hai? Teniamo tutti a lei. Pensi che anche io  non voglia entrare e ucciderli tutti ma loro sono la nostra unica speranza.”
Mi veniva da distruggere tutto. E da piangere. Così tanta voglia di piangere. Mi accasciai contro il suo petto. Gli riaggiustai il braccio e lui mi strinse più forte.
 
Una mezz’oretta dopo, la dottoressa di prima ci raggiunse. Mi fissò per  un po’ stranita. Le spiegammo che ero la sua gemella. Non era molto lontano dalla verità in fondo.
Sorrise malinconica. Elena aveva avuto una ricaduta:  una emorragia che non avevano individuato le aveva nociuto gravemente. L’avevano fermata ma era entrata in coma.
“Ora dobbiamo solo aspettare. Non si può fare altro.”spiegò.
“Non potete fare nulla? Fra quanto si sveglierà?”le domandai, cercando di non sembrare una pazza omicida. Molto difficile da fare.
“Mi dispiace. Si può solo aspettare.”
Il mio mondo iniziò a crollare. Mi portai di fianco al suo letto e le  afferrai la mano.
“Sono arrivata, solo dieci minuti, ricordi?” E piansi. 
 

  
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