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Autore: Cee4    18/11/2013    1 recensioni
Regali e segreti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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stage
Messaggio inviato alle diciotto e sedici minuti.
"Salve, è la Yosano Books and Music. Questo sabato ultima grande promozione prima della chiusura. Invitiamo i nostri affezionati clienti a visitarci. Buona giornata".

***

Il vento la forza ad aggiustarsi  la sciarpa. La mette più stretta intorno alla gola.
Dopo di che, porta le mani vicino alla bocca soffiandoci sopra per riscaldarsi. Non ha i guanti e ha le estremità quasi congelate.
Apre la porta del negozio quanto più ampiamente possibile, attirandosi lo sguardo storto del proprietario, il signor Miura, perché certamente ha fatto entrare così anche il freddo.
Entra e parte un  tintinnio metallico, il solito prezioso tintinnio.
Si guarda intorno, saluta la commessa, Aya-chan, con ancora le labbra ed il naso rosso premuti contro la sciarpa.
Sorpassa velocemente la sezione libri. Ha già una pila abbastanza alta sul comodino, tra cui campeggiano su tutti American Gods e 1Q84.
Si piazza tra gli scaffali di quella musicale.  Meglio.
E' passato tanto tempo da che ha comprato qualcosa come un CD, ormai scaricare è diventata una brutta abitudine. Al limite della legalità, a dire il vero.
L'ultima volta che si è trovata lì in mezzo ha avuto una buonissima ragione, ovvero un album di Chet Baker ad un terzo del prezzo normale.
Scruta tra le vetrine contenenti gli strumenti più costosi e le bacheche con i manuali di autodidattica. Un gruppo di ragazzi attira la sua attenzione. Probabilmente sono una band, o vorrebbero esserlo, e ancora più probabilmente il ragazzo con la matita nera intorno agli occhi ne è il leader. Sono carini e teneri, pensa.
Quasi automaticamente, gira la testa fissando gli occhi su una pila di vinili.
E' proprio un invito lampante per un segugio di rarità come lei. Ci ha speso patrimoni su rarità del genere e ne ha ricavato autentico conforto. Uno scambio equo, no?
Scandisce attentamente ogni pezzo e davvero non è sorpresa, per l'appunto, dal fatto che di quella roba ne ha già più della metà, in parte acquistata ed in parte frutto di regali e o prestiti non restituiti.
Giusto quando è sul punto di abbandonare questo rovistare meticoloso, tra le dita le capita un vinile con i  bordi della copertina un po' ingialliti e rovinati. 
Lo continua a tenere in mano pur giocando un po' con i capelli che ha raccolto in una coda prima di uscire di casa. Continua a guardarlo e ride rumorosamente.
Dovrebbero scriverci sopra "Aiuta a diventare pazzi".
Tutto il suo viso è illuminato. E' una tale cretina, lo sa. Rimane lì impalata, con gli angoli della bocca arricciati.
Avvicina gli occhi e trova la situazione adorabilmente avvincente.
Non riesce a smettere di sogghignare. Un po' perché, Gesùmmaria, aveva vent'anni o giù di lì al tempo, un po' perché si chiede che faccia avrà la persona a cui ha deciso di donare quell'oggetto di non proprio antiquariato, ma quasi.  
In verità, avrebbero dovuto scriverci già nel duemilatre "Aiuta a diventare pazzi".
Comunque, ha portato a termine la ricerca in maniera alquanto egregia.  
Con in mano l'ultimo scontrino della Yosano, chiude con un arrivederci la porta dietro di sé.
Gli arrivederci sono sempre un po' tristi, specie gli ultimi. Lei lo sa bene.


...........................................


Non un mondo diverso, ma un altro. Uno nuovo. Un mondo caldo, luminoso e tranquillo.
L'offerta all'ombra del palco è confortevole ed eccitante. Le transenne si stagliano a palizzata a proteggere quella frenesia così familiare.
In questo microcosmo ci muoviamo. E ora siamo compagni di gioco e d'infanzia, ora un po' amanti.  Viviamo gli stessi momenti, costruiamo gli stessi ricordi.
E cresciamo vecchi insieme.
Le  opportunità  non appaiono perse così come le possibilità non sembrano sprecate. Il presente è spazzato via da un accordo nervoso ed un colpo più intenso. 
Per un attimo che non supera un dito possiamo non essere estranei. Anzi, conosciamo fin troppo bene persino le ferite. In quell'istante ci misuriamo attraverso e dentro. In quell'istante non c'è nessun dolore, e neppura gioia. C'è esclusivamente spazio per un respiro profondo e per il suono, soffice quanto può esserlo la carezza di una madre e caldo quanto l'abbraccio di un padre.
Qui, di fronte, un piccolo dio a capo di un universo sull'orlo del collasso. E' la musica che si erge tutta intorno. Ciascun movimento, persino impercettibile, è speciale.
Forse tutta questa specialità è solo frutto dell'immaginazione. Ma quelli lì creano un suono e la magia è vincolante.
E' sicuramente un trucco, un trucco terribile ma ammaliante, a cui non si può evitare di cascare.
No, non c'è via d'uscita. Trabocchiamo in questa foga forgiata da urla in cui le voci  scompaiono insieme. Tratteniamo un po' più a lungo queste emozioni, beandoci del loro calore, nonostante la consapevolezza che non c'è più nessuno sul palco nè dietro al microfono.

............................................


Al fischio rumoroso, toglie il bollitore dal fornello e riempie le tazze con acqua calda . Ci sono già dentro appese al bordo le bustine di tè.
Mette le tazze sul tavolo e le si siede accanto.
Lei ne afferra una con entrambe le mani, aspettando di essere ammazzata da un'occhiata indagatoria.

"Allora, hai comprato qualcosa?", si volta verso di lei e spalanca gli occhi.

"Hum? Asp...ho ancora le orecchie intorpidite dal freddo dell'esterno. Oltre i guanti, ho dimenticato le cuffie".

"Mamma, hai una certa età. Non ti puoi mettere quei così, non sei più una ragazzina".

"Mizuki!", la rimprovera e tenta di allungare la gamba, che si è addormentata, "Credo proprio che lo terrò per me il tuo regalo".

"Regalo?", le chiede con un tono più serio e gli occhi ancora più spalancati.

"Sei così carina quando dici per favore, sù!".

"Per favore". Mizuki mostra un grande sorriso, di cuore, e alza gli occhi tirando fuori dalla propria tazza la bustina, "Accetta le mie scuse più sentite, ok?".

Lei si allontana qualche secondo dalla cucina e ritorna, con un pacco rosso. Le scocca una gomitata e con tono dolce e gentile le dice "Per te", baciandola sulla parte superiore del naso.

Mizuki scarta velocemente e osserva  quel dono inaspettato. D'altronde, il più importante aspetto di un regalo è la sorpresa.
Un po' imbarazzata: "Perché?".

Lei le sfila il vinile dalle mani e lo mette sul grammofono. Corre verso Mizuki e la abbraccia. "Ti ho mai raccontato di quando ho ascoltato per la prima volta questo disco?".

Mizuki scuote la testa.

La riabbraccia più forte. Spesso ha immaginato che cosa sarebbe successo in quel duemilatre se...Ma non si è fermata lì, è andata dritta, ha incontrato il padre di Mizuki e ha avuto quella bambina che ha preso solo il colore ed il taglio degli occhi da lei.
Ha scelto quel vinile per insegnarle che sì, oggetti come ciò che aveva in mano un attimo prima aiutano a diventare pazzi e che è fondamentale diventarlo. Che desidera elargirle l'incanto di far capitare buone cose al suo cuore, concederle il mondo meraviglioso che ha stretto al petto prima di tenere stretta lei.
Che i suoi numerosi zii e zie, di cui non ha neanche un minuscolo medesimo globulo rosso, li ha conosciuti proprio lì, in un alternativo campo di battaglia i cui generali  le hanno strappato il primo vero ti amo per sempre.

Entrambe passano l'intera serata a parlare sedute vicine scambiandosi un bellissimo segreto.




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I Muse non hanno nulla a che vedere con questa storia etc. etc. e stavolta è fondamentalmente più vero delle precedenti. O ha decisamente più che a fare rispetto a sempre(?).
Questa brevissima shot può essere letta come un momento rubato/prequel/sequel/whatevs. a "The reckless things we've done" (non ce n'era davvero bisogno) oppure no. Di fatto si supponeva che dovessi scrivere qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò di cui sopra ma ok.
Spero di non aver sbagliato sezione, anche se non sembra.  Ditemi in caso.
Se vi va, mandatemi un segnale, un indizio, qualsiasi cosa. (cit.)





   
 
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