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Autore: Viola89    06/11/2004    3 recensioni
La mia più recente produzione. Mi piacerebbe tanto che la leggeste.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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MOSTRAMI UN TRAMONTO CAP. 1: A WAY -Saaanzooooo, io ho fame!- -Chiudi il becco stupida scimmia, mi rendi nervoso!- -Non chiamarmi scimmia pervertito di un kappa!- -Cosa hai osato dire, stupida scimmia petulante?!- -State zitti altrimenti vi ammazzo!- -Buoni, buoni, tra poco dovremmo giungere in vista di un villaggio!- Ecco a voi una “giornata tipo” dei quattro ragazzi in missione verso Ovest; c’è chi si lamenta per la fame, c’è chi litiga con chi si lamenta, c’è chi li minaccia tutti e due, e c’è chi riporta la pace nel gruppo, o almeno ci prova, logicamente senza molto successo. -Hakkai, ma quanto manca? Io sono stanco, e cosa molto più importante, HO FAME! HO FAME! HO FAME! SANZOOO!- A quel punto partì l’immancabile colpo quotidiano di harisen, che non fece altro che convertire le parole di Goku da “HO FAME!” a “CHE MALE SANZO!”. Allora arrivò anche l’ordine del monaco, sempre calmo ovviamente, come può essere calmo un mare in tempesta. -Ho detto di stare zitti! Tutti quanti!- - L’unico disturbatore qui è il tuo animale domestico- riprese Gojyo. L’intervento di Hakkai bloccò sul nascere un’ennesima, e certamente troppo vivace, discussione. -Toh, dovremmo essere arrivati- Tutti si voltarono. Il sole era tramontato solo da poche decine di minuti, perciò l’ora non era proprio tarda, tuttavia, essendo autunno, il buio stava prendendo velocemente il sopravvento sulla luce e permetteva di distinguere solo un alone lattiginoso provocato dalle luci elettriche di un paese, ideale luogo di ristoro anche per chi,come loro, era inseguito e attaccato continuamente da demoni e divinità. Purtroppo non erano affatto arrivati; dalla collina su cui si trovavano poterono scorgere, sotto di loro, il grande solco scuro di una valle, macchiato da una distesa uniforme di luci chiare variegata delle tinte colorate delle insegne dei negozi. Quella che i quattro amici avevano creduto un villaggio si era rivelata essere una vera e propria città, ma, trovandosi in fondo alla valle, era impensabile raggiungerla in quel momento, anche perché il povero Hakuryu era molto stanco. –Kyuuuuu!- si lamentò. -Sì, lo so che sei stanco- lo consolò il suo padrone e poi, rivolto ai compagni, -Hakuryu non ce la fa a proseguire fino alla città, dovremmo fermarci qui per la notte- -Ma io ho fame, non ce la faccio più, senti Sanzo…- si lamentò ancora Goku, col solo risultato di guadagnarsi un’altra sventagliata da parte del bonzo. -Stupida scimmia! Non mi disturbare ancora con questa storia e monta le tende insieme a Gojyo!- -Ragazzi…- disse gentilmente Hakkai, ma venne ignorato. -Cosa?! E perché solo noi? Cos’è venerabile Sanzo, hai paura di rovinare le tue delicate manine?- -Desideri così tanto morire?- -Ragazzi…- riprovò il demone dagli occhi verdi. -Voglio mangiare!- -RAGAZZI!- stavolta Hakkai si fece sentire bene da tutti, che si voltarono stupiti a guardarlo. Accanto a lui c’era un ragazzino dall’aria un po’ smarrita, vestito come un apprendista bonzo. Però appena posò gli occhi su Sanzo la sua espressione si trasformò in pura estasi. -Questo ragazzo…- spiegò Hakkai -…è un giovane apprendista monaco; tornava da una commissione affidatagli questa mattina quando ci ha visti. Mi ha detto che il tempio in cui vive si trova poco lontano da qui, e ci ha offerto ospitalità. Io ho accettato, dato che siamo tutti molto stanchi- -Buonasera venerabile Sanzo e seguito, io mi chiamo Isei- si presentò il ragazzo -Prego, seguitemi, il Sojyo del mio monastero sarà entusiasta di conoscervi!- e si incamminò in fretta avanti al gruppo per fare loro strada. -Hakkai, c’è per caso qualcosa che non mi hai detto?- domandò Sanzo con un pericoloso tono indagatorio. -Beh… ecco…veramente…il ragazzo mi ha anche detto che il Sojyo del tempio sarebbe stato onorato di offrire ospitalità a un Sanzo e al suo seguito in cambio di qualche giorno della sua preziosa presenza e dei suoi insegnamenti- spiegò Hakkai, preoccupato per lo sguardo omicida comparso sul volto del bonzo. -Avanti, venerabile Sanzo, ti si chiede solo di fare il tuo dovere di monaco per qualche giorno! Che vuoi che sia?- chiese il kappa, che probabilmente non teneva molto alla sua vita. -E poi io sono stanchissimo e sto morendo di fame!- rincarò la dose Goku. -Giuro che vi uccido!- li minacciò Sanzo, minaccia condita con qualche buon colpo di harisen per Goku e Gojyo, ma anche il bonzo era stanco, così si limitò a questo; avrebbe potuto fermarsi un giorno giusto per non fare la figura del profittatore (non che gliene importasse qualcosa, comunque), e dire al Sojyo che andava molto di fretta. Il giovane novizio non si accorse della confusione sviluppatasi dietro di lui, poiché li precedeva di molto, e in breve giunsero in vista del tempio. Era una costruzione di medie dimensioni ma molto pittoresca; la roccia era stata scavata per ospitare una parte della struttura, mentre la parte frontale, ornata con bassorilievi e statue dall’espressione misericordiosa, era rivolta alla valle sottostante e alla città. Isei li fece accomodare all’interno e andò ad annunciarli al Sojyo. Tornò quasi subito con la risposta del superiore, che comunicò al gruppo: -Il Sommo Taheiji è onorato della sua visita venerabile Sanzo, ma vi prega, se non è di troppo disturbo, di acconsentire ad incontrarlo domani, poiché pensa che voi siate molto stanco per il viaggio- -Sì, effettivamente è così, lo incontrerò domani- gli disse Sanzo con una certa noia e aria di sufficienza, mentre Goku e Gojyo sbuffavano alle sue spalle per non essere stati menzionati. -Vi prego di seguirmi- riprese Isei –Il Sojyo vi ha riservato le sistemazioni migliori- Li condusse in un corridoio dei piani più alti, e si fermò tra due porte; -Questa…- e indicò la porta alla sua destra -…è per voi, venerabile Sanzo, mentre quest’altra…- e indicò quella di sinistra-…è per i suoi servitori- Goku e Gojyo fecero fatica a trattenersi dall’esplodere, o meglio, Hakkai fece fatica a trattenerli. L’espressione della scimmia però cambiò non appena sentì le parole: -La cena vi verrà portata tra poco in camera-, e i suoi occhi quasi brillarono. Quando andarono a dormire però il demonietto dagli occhi dorati non riuscì a prendere sonno. La cena era stata rigorosamente vegetariana, nonché piuttosto misera per i suoi standard, e lui aveva ancora fame. Spinto dallo stimolo e dalla speranza di trovare qualcosa, rovistò tra i bagagli di Hakkai e Gojyo; nello zaino di quest’ultimo, in un sacchetto di carta, trovò un bellissimo, gustosissimo, invitante nikuman! “Quel pervertito di un kappa nascondeva una merenda così appetitosa mentre io stavo quasi morendo di fame! Ma adesso…” pensò Goku con rabbia, e, preso lo spuntino notturno, uscì dalla stanza per impedire che il rumore delle sue masticazioni svegliasse i compagni. Il corridoio era alternativamente in luce e in ombra, per via di una serie di grandi finestre che davano sull’esterno; il ragazzo si appoggiò al muro, sollevò il nikuman e fece per addentarlo, ma se lo sentì letteralmente strappare via di mano. Goku, stupito e già furioso per la scomparsa del suo cibo, si guardò intorno e dapprincipio non vide nessuno, poi però, in una zona d’ombra del corridoio, si accesero due scintillanti occhi verdi e un gatto, nero come la notte, fece la sua comparsa avanzando verso la zona rischiarata dalla luce lunare. Teneva il nikuman in bocca, e fu quella la prima cosa che Goku notò; corse incontro all’animale gridando (senza curarsi che qualcuno potesse sentirlo) –Gatto! Molla quel nikuman, è mio!- Per tutta risposta il felino si voltò di scatto e corse per il corridoio come se avesse avuto il diavolo in corpo. -Fermati! Ridammi il mio cibo gattaccio!- strepitò Goku, e corse dietro all’animale. La cara bestiola si fece inseguire, senza mai essere raggiunta, dal secondo piano in cui si trovavano fino ad un buio sotterraneo, dove imboccò un corridoio ancora più oscuro e raggiunse una specie di magazzino. Goku vi entrò e vide che il piccolo ladruncolo si era nascosto dietro un’alta pila di casse di legno. -Ora non mi scappi più, ladro!- lo avvertì il suo inseguitore, che si scagliò dietro quelle casse, pronto ad acchiappare il fuggitivo e il suo spuntino, ma di lui nessuna traccia. –Come…cosa…gatto?…Il mio nikuman!- balbettò il ragazzino, quando vide, incavata nel muro, una porta di legno chiusa con un pesante catenaccio e recante un grosso squarcio nella sua parte inferiore, -Ecco dove sei!- mormorò Goku. Gli fu facile distruggere il catenaccio e aprire la porta ma, una volta compiute quelle operazioni, si sentì smarrito trovandosi in cima ad una scala che scendeva ancora più in profondità, e dove si faceva sempre più buio; dal fondo inoltre sopraggiungeva un odore stantio di chiuso che toglieva il respiro. Non era più tanto sicuro di voler seguire il gatto; quel posto aveva qualcosa di strano…tuttavia si era incuriosito, e cominciò a scendere le scale. Per un tempo che gli parve infinito percorse al buio tutta la scalinata, udendo il rumore dei suoi passi trasformarsi come il sinistro battito di un cuore solitario. Quando i gradini terminarono Goku si trovava ancora al buio, tuttavia era un buio meno intenso, poiché addolcito dalla luce lunare che filtrava attraverso una microscopica finestra posta in alto, molto in alto. Si rese conto di trovarsi in una stanza dal soffitto altissimo, con una finestrella irraggiungibile, comunque l’ambiente era abbastanza ampio. Fu allora che lo sentì: un gran rumore di mandibole, segno che il nikuman veniva consumato, e poi una voce . -Sommo Sanraku? Siete voi, sommo Sanraku?- Goku volse lo sguardo verso la voce, una voce femminile e spaventata. Notò brillare in quella direzione gli occhi smeraldini del gatto nero e, avvicinandosi di più, scorse una forma umana che cercava disperatamente di ritirarsi in un angolo della stanza, quasi temesse che la presenza del nuovo arrivato potesse bruciarla come carta . -Non aver paura, non voglio farti del male- la rassicurò Goku istintivamente. La figura si voltò, o si mosse soltanto, impossibile dirlo con quel buio, e chiese -Chi sei ?- -Goku, mi chiamo Goku- -Oh, ma tu sei un demone! Grazie al cielo, lo sentivo! Io sono Ryoko- si presentò la figura, che si rivelò essere davvero una ragazza, ma c’era qualcosa che non tornava. Quella Ryoko, come diceva di chiamarsi, riusciva a percepire la natura demoniaca di Goku, ma allora perché lui non riusciva a percepire proprio niente di lei? Il ragazzo si avvicinò di più, ma una forza invisibile lo respinse, facendolo rovinare a terra in malo modo. -Attento! Non devi avvicinarti! Ti sei fatto male?- domandò con apprensione Ryoko e, senza aspettare la risposta del demone, indicò due fuda appesi alle pareti della stanza che formavano una specie di linea di confine e che, in quel momento, brillavano di una luce rossastra, ma fu solo un istante. -Che cosa sono?- chiese Goku rialzandosi. -Sigilli- rispose Ryoko –Noi demoni non possiamo toccarli, per questo io non posso uscire – -Ma allora tu sei una demone, e sei prigioniera!- realizzò il ragazzo. -Sì, sono una demone, e sono prigioniera. E’ stato il sommo Sanraku, Sojyo di questo tempio, a sigillarmi qui. E’ una punizione, ha detto- Goku rimase sbalordito. Cosa poteva avere fatto quella ragazza per rimanere prigioniera in un posto così buio e spoglio, con quei sigilli poi, che limitavano di molto lo spazio e le capacità di movimento. Inoltre gli sembrava che il Sojyo avesse un altro nome in realtà, ma chiese: -Da quanto tempo sei qui?- -Che mese è questo?- domandò invece Ryoko. -Ottobre- -Oh, allora dovrebbero essere circa sei mesi- -Sei mesi?!- esclamò incredulo Goku –Ma perché, cosa hai fatto?- - E’ una storia lunga e complicata, non sono ancora riuscita a capirci niente- -Perché?- insisté il demone. -Beh, dunque…- cominciò la ragazza -…Devi sapere che io sono stata trovata da una coppia di umani quando ero ancora in fasce, e loro mi hanno cresciuta come una figlia per quattordici anni. – s’interruppe un momento, e la sua voce divenne insicura e tremante, come se stesse per piangere –Sei mesi fa…non ricordo cosa sia successo, ricordo solo di essermi trovata qui nel tempio, davanti ai corpi dei miei genitori umani e dei monaci…erano stati uccisi, e c’era sangue dappertutto, qualcuno li aveva assassinati…C’era anche il Sojyo Sanraku, che era un caro amico dei miei genitori adottivi, ed era vicino a me, gravemente ferito. Credo che mi considerasse responsabile di ciò che era successo; quell’uomo l’ ho sempre odiato, si sentiva il più devoto e nobile tra i bonzi, e del resto anch’io non gli sono mai piaciuta, ma forse meritavo di essere imprigionata qui…non mi spiego perché quel giorno non ho fatto niente contro quegli assassini…- a quel punto Ryoko pianse davvero, e in quel silenzio, si potevano quasi sentire le sue lacrime cadere e infrangersi sul pavimento polveroso. –Non sono mai piaciuta a nessuno- mormorò poi con una voce più triste che mai. Goku cercò di consolarla –Non è stata colpa tua! Non può essere vero che nessuno ti abbia mai voluto bene! Tutti abbiamo qualcuno che ce ne vuole!- Pensò a Sanzo, perché anche lui, Goku, un demone eretico, aveva qualcuno che gli dimostrava affetto (anche se in modo strano). Non solo Sanzo, ma anche Hakkai e Gojyo. -Non parliamo più di questo, per favore- supplicò Ryoko. - D’accordo- Rimasero in silenzio per un po’, non sapendo cosa dire; fu il gatto nero a rompere il silenzio, miagolando come per voler ricordare che c’era anche lui. - E’ tuo?- domandò Goku, di colpo più interessato alla bestiola che si strusciava sul corpo della giovane demone. -Ah no, no! Lui è venuto qui dopo che sono arrivata io, l’ ho chiamato Chun! Per fortuna è arrivato lui, mi sento sempre così sola…Sai- riprese con voce più allegra -a volte mi porta anche del cibo, anche se io, visto che sono sigillata qui, non ne ho bisogno. Era tuo il nikuman? Ah, ah, ah! Ti si sentiva gridare fino a qui! Povero Chun, si è preso una paura!- rise, e accarezzò il gattino, che a sua volta guardò Goku con aria preoccupata. -Ladro! Ladro! Ringrazia il cielo che sei là dietro!- gridò Goku puntando il dito contro Chun, che tirò fuori la lingua per leccarsi, ma quel gesto somigliava molto di più ad una boccaccia canzonatoria. -Piccolo impertinente! Prima mi rubi il cibo e poi mi prendi pure in giro!- La loro piccola litigata venne interrotta da un sonoro scoppio di risa argentine. Il demone e il gatto volsero lo sguardo verso una Ryoko che, con la testa rovesciata all’indietro, diffondeva risate tutt’intorno a lei, in un modo strano però, soffocato, come se non ridesse da chissà quanti mesi, e il ragazzo era pronto scommettere che in realtà fosse stato proprio così. -Pffft…Ah, ah, ah, ah, ah...scusa, è che…proprio non sono riuscita a trattenermi…era da tanto che non ridevo così!- Vedendola così felice Goku non poté fare a meno di ridere a sua volta; cominciavo a non sopportare più quel clima di tristezza, tanto che si dimenticò persino della rabbia provata nei confronti del felino, e lo chiamò a sé: -Micio, miciooo! Vieni qui, da bravo!- Chun si avvicinò, senza più diffidenza, e si lasciò accarezzare inarcando la schiena e facendo le fusa . -Da dove vieni? Perché sei nel tempio?- chiese curiosa Ryoko, ma un rumore concitato di passi proveniente dal piano di sopra e un richiamo: -Stupida scimmia, dove sei?-, troncò la conversazione. -Non dire a nessuno che sono qui, ti prego! Nessuno sa che mi trovo quaggiù, se mi scoprono mi uccideranno!- pregò la ragazzina preoccupata. -Tranquilla, sarà il nostro segreto!- la rassicurò Goku mettendosi un dito davanti alle labbra, in segno di silenzio. -Torna ancora, per favore! Mi sento così sola...- supplicò la sua interlocutrice. Il ragazzo lo promise. Sapeva bene cosa significasse stare soli, fin troppo bene… -Ciao, tornerò presto! – -Ciao Goku! Ricordati di tornare, ti prego!- -Certo!- e uscì, badando di non farsi vedere e di celare nuovamente il nascondiglio, “No, la prigione” pensò Goku, della sua nuova amica. Quando raggiunse il secondo piano trovò ad attenderlo un furibondo Sanzo, un assonnato Hakkai e un irritatissimo Gojyo. -Stupidissima scimmia, la tua voce fastidiosa mi ha svegliato quando ero appena riuscito ad addormentarmi! Come ti salta in mente di gridare nel cuore della notte?!- gridò Sanzo, e via con i colpi di harisen, generosi come sempre e forse più. -Razza di scimmia ladra! Hai mangiato il nikuman che avevo tenuto da parte!- strepitò Gojyo, e via con le lamentele e le litigate. -Yawn…che è successo Goku, hai fatto un brutto sogno?- chiese gentilmente Hakkai, e via, finalmente, con qualche parola consolatoria. A tutti Goku rispose, tra una sventagliata e l’altra, -Scusa Sanzo…ahi…non lo farò più- e poi –Non l’ ho mangiato io quel nikuman! Ahi!- e ancora –No Hakkai, sto… ahi…bene!-, il tutto sotto gli sguardi atterriti e sbigottiti di alcuni monaci dal sonno leggero. ******************************************************************** Grazie a ciò che era successo quella notte l’umore di Sanzo, la mattina dopo, cominciò a sprofondare negli abissi di un’irritazione di proporzioni disumane, e il bonzo sperava di riuscire a mantenere il controllo almeno durante il colloquio pomeridiano col Sojyo Taheiji. Mantenerlo con i suoi compagni di viaggio invece era pressoché impossibile. - L’ hai mangiato tu, ne sono sicuro! E’ chiaro come la luce del sole!- -Allora si vede che ti sei preso un’insolazione! Il tuo nikuman non l’ ho neanche assaggiato!- “Ancora con questa storia?!” pensò Sanzo esasperato. -Non penso che abbia deciso di sparire da solo!- -Avanti ragazzi, forse l’avete solo smarrito…- ipotizzò Hakkai. -Piantatela subito o vi uccido!- e la comparsa di harisen e shoreijyu addirittura contemporaneamente fece capire ai due litiganti che la vita, in fondo, vale più di un nikuman. Il resto della mattinata venne impiegato in una visita del monastero, guidata da Isei. Goku non era particolarmente interessato; pensava piuttosto se Ryoko sapesse giocare a carte, o a morra cinese magari, perché voleva che si divertisse un po’. Si affacciò a una finestra e venne distratto dai suoi pensieri dalla vista di una casetta che sembrava completamente disabitata, situata poco più in basso del tempio. -Lì ci vive qualcuno?- si affrettò a domandare la scimmia prima che passassero oltre. -Ah, quella casa…No, i coniugi che vi abitavano sono morti…che fine orribile, fu una tragedia che coinvolse anche questo tempio!- spiegò Isei. -Che vorresti dire?- lo interrogò Gojyo interessato. -Beh, è successo prima che io arrivassi, ma ho sentito raccontare la storia da un sopravvissuto alla strage- -Strage?- indagò Sanzo, improvvisamente vigile. -Sapete, la coppia che abitava in quella casa aveva trovato una bambina quattordici anni fa, una demone. Si presero cura di lei come dei veri genitori, ma nessuno si fidava ad avvicinarla- -Non avete mai avuto problemi con i demoni allora?- lo interruppe Hakkai. -Mai, la città è popolata solo da esseri umani anche se è grande…Comunque, dicevo che, circa sei mesi fa, la demone cominciò a comportarsi stranamente: scatti d’ira improvvisi, azioni di una violenza inaudita, per poi fare come se niente fosse subito dopo, così, senza motivo…- “La follia di cui cadono vittima i demoni si è manifestata anche qui” pensò Sanzo. -…Alla fine i due, spaventati, decisero di condurla qui al tempio per far sì che venisse soppressa dal Sommo Sanraku, il precedente Sojyo. Una volta giunti qui le rivelarono i loro intenti, e lei sembrò perdere completamente la ragione; attaccò con orribile ferocia chiunque le fosse intorno, compresi i due umani che l’avevano cresciuta; di alcuni non si ritrovarono nemmeno i corpi, perché li divorò. Il Sommo Sanraku però riuscì a fare non so cosa alla demone, e le impedì di scendere in città- -E…e la demone e quel bonzo…Sanraku…che fine hanno fatto?- domandò Goku con un filo di apprensione che non sfuggì a Sanzo. -Morti, tutti e due credo…il corpo del Sojyo non lo trovarono mai, forse la demone lo aveva divorato, per quanto riguarda lei…l’unico sopravvissuto mi raccontò di aver sentito il Sommo Sanraku gridare di averla uccisa. Neanche il suo corpo fu più rinvenuto, ma siccome non si fece più vedere capimmo tutti che doveva per forza essere morta. Alla fine aveva mostrato la sua vera natura- Sentendo quella narrazione Goku rimase a dir poco sconvolto. Ryoko! La demone di cui si parlava era senza dubbio Ryoko, ma lei non era stata uccisa, era viva! L’aveva vista lui stesso! E Sanraku, Sanraku che l’aveva sigillata doveva essere morto per le ferite riportate, quindi non sarebbe tornato a liberarla neanche se lo avesse voluto. Ma non fu questo ciò che colpì Goku come un potente schiaffo in pieno viso; fu il fatto che i suoi genitori, quelli che dicevano di amarla, quelli da cui Ryoko pensava di essere amata, avessero deciso di togliersi la maschera dei misericordiosi e di ucciderla anzi, di farla uccidere, senza neanche cercare di capire cosa le stesse succedendo. La povera ragazza aveva creduto per anni in un amore che non era stato altro che una falsità, una presa in giro, una lunga recita terminata in tragedia. E la cosa peggiore era che la giovane demone non ricordava nulla di quello che aveva fatto, e malediceva le mani di quell’omicida che aveva ucciso quelli che credeva ancora i suoi genitori, senza sapere che quelle mani sporche di sangue stavano accarezzando un gattino nero dai brillanti occhi smeraldini. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Nel pomeriggio Sanzo era stato trascinato dal Sommo Taheiji da Isei e da un bonzo più anziano, ma orribilmente sfigurato, che fece sussultare Goku; chiese a Isei -Chi è lui?- -Non ti spaventare, è solo Gidayu, un bonzo venuto qui qualche settimana fa. La carovana con cui viaggiava è stata attaccata dai demoni e quello è il risultato- aveva risposto il novizio. Hakkai e Gojyo erano andati in città con Hakuryu e Goku era rimasto nella loro stanza, con gran sospetto di Gojyo –Ehi scimmia non ti senti bene?- -No, sto bene, davvero, solo che non ho voglia di uscire- aveva risposto lui. -Mi sembra strano, qui ti annoierai a morte! Ma pazienza, fa come vuoi- e se n’era andato, seppur poco convinto, con Hakkai. Intanto il demone dagli occhi dorati aveva riunito un mazzo di carte da gioco, una torcia abbastanza potente, e qualche caramella che conservava Hakkai, poi si avviò dove la sua nuova conoscenza viveva. Mentre scendeva la scalinata pensò a tutto quello che aveva sentito, e gli si creò una gran confusione in testa. Ryoko aveva ucciso tutte quelle persone in preda alla follia e alla perdita del suo “io”, cose che accadevano ai demoni di tutto il Togenkyo, ma Goku pensava che per la ragazza sarebbe stato ugualmente un colpo durissimo, visto che era ancora legata all’immagine di quei due umani come genitori affettuosi, e decise di non dirle nulla, almeno non in quel momento e non in modo così brusco. Decise di non parlarle neanche della morte quasi certa di Sanraku, perché non voleva che pensasse che sarebbe rimasta prigioniera per sempre. Quasi senza accorgersene arrivò alla fine della scalinata. La luce non era aumentata nella stanza e la sola differenza era che il vetro dell’unica finestrella brillava debolmente della luce gialla del mattino anziché di quella azzurra della notte. -Ryoko? Sono qui, sono io, Goku!-chiamò il ragazzo. Qualcosa si mosse in un angolo buio, si sentì un miagolio e si videro gli occhi; ecco il gatto nero, comparso così, come se facesse parte delle tenebre che offuscavano quel luogo, e poi una voce sollevata. -Goku, finalmente! Credevo che non saresti più venuto!- -Ma dai, cosa vai a pensare! Piuttosto…ho portato una luce, ora la accendo, va bene?- propose il demone. -Va bene- si sentì rispondere . Goku posò a terra la torcia, premette l’interruttore e quella si accese, irradiando una luce giallastra che illuminò abbastanza decentemente quel luogo tetro. Forse però quel getto luminoso era troppo potente per gli occhi di Ryoko, abituati da sei lunghi mesi all’oscurità e alla penombra, tant’è che la ragazzina emise un lamento di dolore e si coprì gli occhi con entrambe le mani, piegandosi su se stessa e nascondendo contemporaneamente il viso dietro le gambe piegate. -Ahhh! Mi fa male! Che cosa succede?- Stava quasi per piangere e Goku era rimasto impietrito. Una situazione così non l’aveva mai vista né tantomeno affrontata, dunque non sapeva bene come comportarsi. -Prova…prova a spostare piano piano le mani- le consigliò. Fu quello che la giovane fece, e dopo cinque minuti buoni riuscì ad aprire completamente gli occhi e si alzò in piedi. Goku la osservò, affascinato e un po’ perplesso, non aveva mai visto una ragazza così: la sua figura era magra e slanciata, era di poco più alta di lui, con graziose orecchie elfiche che spuntavano dai suoi folti capelli lunghi; aveva come vestiti una semplice maglietta e una gonna, strappate in più punti e macchiate di sangue ormai rappreso, non portava le scarpe e nessun tipo di ornamento che di solito alle ragazze piacevano tanto. La luce della torcia, tendente al giallo, rendeva molto strano il suo colorito. Appariva tutta gialla, pelle e capelli! Goku ci pensò su, e capì che per prendere quella tinta a causa della luce la sua carnagione doveva essere molto chiara e i suoi capelli completamente bianchi, mentre gli occhi erano color azzurro cielo. -Sei malata per caso?- domandò Goku, che non aveva mai visto un colorito più strano. -Ma no, sciocco! Sono un’albina! Vuol dire che ho una pelle molto chiara e i capelli praticamente bianchi, addirittura!- spiegò lei, divertita dallo stupore comparso sul volto di Goku. Sorrise e poi aggiunse -La prossima volta porta una luce bianca, così potrai vedermi al naturale!- e risero entrambi, mentre Chun girava interessato attorno alla torcia sul pavimento. Poco dopo però Goku notò qualcosa di strano; la parete alle spalle di Ryoko era profondamente segnata, come se fosse stata graffiata, le chiese “Che cos’è successo lì?”, “Non so, al buio non riuscivo a vedere nulla” rispose, e inoltre, mentre lei si alzava, il ragazzo aveva visto sul suo petto, più o meno nella zona sinistra, uno strano segno rosso, come se avesse preso una brutta botta da qualche parte. Non le chiese come se lo fosse procurato, pensando che forse non avrebbe saputo rispondere . -Sai giocare a carte?- le domandò poi. -Certo! Conosco un sacco di giochi, ma è da molto tempo che non le uso; non so se sono ancora capace…- -Vediamo allora!- concluse e, sedutosi a terra, prese a mescolare il mazzo. Giocare a carte si rivelò un’impresa fattibile, perché Goku poteva farle scivolare attraverso la barriera creata dai sigilli, ma si rivelò anche piacevole e divertente. Quando Goku giocava coi suoi tre amici era lui a perdere nel novantanove per cento dei casi, mentre con Ryoko a volte vinceva e a volte no, inoltre lei non si arrabbiava se perdeva una volta o due, o anche di più; forse dipendeva anche dal fatto che finalmente aveva qualcosa da fare. Terminati i giochi Goku diede le caramelle che aveva portato a Ryoko, che le divorò, nel vero senso della parola, e quando gli si rivolse la sua bocca era ancora piena. -Goku…parlami un po’ di te, com’è che sei finito in questo tempio? Che cosa fai di bello nella vita? Come…com’è fuori?- L’ultima domanda era stata proferita in un tono nostalgico e malinconico che mise a disagio il demone, ma preferì rispondere con ordine; raccontò che lui, con i suoi tre amici, due demoni e un umano, erano in viaggio verso Ovest per impedire la resurrezione del re dei demoni, e che dovevano combattere contro innumerevoli sicari e addirittura contro Homura, il principe dio della guerra, che voleva a tutti i costi il sutra di Sanzo. Le raccontò di Sanzo, il bonzo corrotto che distribuiva tra la compagnia generose quantità di sventagliate e spari, ma che era anche il suo più caro amico; di Hakkai, il demone gentile dagli occhi verdi che era quasi come un genitore; e infine di Gojyo, il rosso mezzo-demone (altrimenti noto come “pervertito di un kappa”) col quale era divertente litigare. Ryoko ascoltò tutto, guardandolo con estremo interesse e adorazione: - E’incredibile! Tutto quello che mi hai detto è fantastico! Lottare persino contro un dio! E poi viaggiare, vedere posti nuovi, stare insieme così appassionatamente! Come sei fortunato Goku!Anch’io vorrei avere una vita come la tua e quella dei tuoi amici!- Sospirò, e si sdraiò a terra per poi rimettersi a sedere istantaneamente -E fuori? Com’è fuori?- chiese con impazienza. Goku pensò a come descrivere il “fuori” che la sua nuova amica non vedeva da tempo, e fece attendere un po’ la risposta, cosicché la ragazza aggiunse subito -Scusa, lo so che può sembrarti una domanda sciocca, mi vergogno di essermi scordata il mondo esterno, e tuttavia continuo a desiderarlo. E’ stata una cosa davvero sciocca da chiedere, io…- -NO!- la bloccò subito Goku; quelle parole avevano riacceso in lui brutti ricordi, ma tanto simili a quelli di Ryoko, che non si trattenne più. -Non è una cosa sciocca da chiedere! Non lo è per niente! Io…io ti capisco, sai? Anch’io sono stato imprigionato, per cinquecento anni, solo, in una caverna…- -Santo cielo Goku! Mi dispiace!Scusami se…- lo interruppe la demone, ma lui seguitò nel suo discorso. -…Anch’io desideravo il mondo esterno, il sole in particolare, e mi disperavo e mi arrabbiavo per il fatto di non riuscire a raggiungerlo! Tuttavia, anche se sono stato rinchiuso per più tempo rispetto a te, a conti fatti forse sono stato più fortunato. Io conoscevo il sole, lo desideravo ma potevo almeno vederlo ogni giorno; tu invece hai conosciuto la libertà, e il sole, ma chi ti ha sigillata qui ti ha chiuso le porte del mondo esterno, un mondo che non riesci a dimenticare perché lo desideri, e che vorresti almeno vedere, ma ti disperi perché non puoi farlo! Inoltre io ho avuto qualcuno che mi ha liberato…Sanzo! E lui per me è il mio sole!- Ryoko ascoltò tutto scossa dai singhiozzi e col viso rigato di lacrime, poi gli disse -Goku…ma allora anche tu…hai provato quello che sto provando io?-, avrebbe voluto abbracciarlo, ma il confine dei sigilli non glielo permetteva, -Si- rispose lui, -E quello che chiedi è più che legittimo!- - Anch’io…- aggiunse la ragazza dopo un attimo di silenzio – Anch’io amavo il sole, i tramonti in particolare. Adoravo i tramonti! Spesso stavo seduta all’aperto a guardare il sole tramontare finché la sua luce non era scomparsa del tutto, e il cielo si era tinto del blu della notte e si era riempito di stelle!Quello è il modo migliore per vederli; vorrei vederne di nuovo uno così!- -E lo vedrai!- decise Goku sorridendo –Sanzo è un monaco e un umano, lui potrà togliere i tuoi sigilli e farti uscire da qui!- -Ma…ma il Sojyo Sanraku…- balbettò insicura lei. -Dimenticatelo! Lui è morto, l’ ho sentito dire da uno dei bonzi! Vedrai, chiederò a Sanzo di farti uscire, ti farò conoscere lui, Hakkai e Gojyo e andremo tutti insieme a vedere un tramonto, come piace a te!- -Davvero lo faresti? Davvero il tuo amico Sanzo lo farebbe?- -Sicuramente!- veramente non ne era sicuro al cento per cento, ma sperava che in qualche modo lo avrebbe convinto. -Grazie mille Goku, io…io ti abbraccerei se potessi!- E Goku, guardando il gatto che si strusciava beato sulle sue gambe, le disse –A suo modo ci ha già pensato Chun!- -Bravo gattino!- lo lodò Ryoko –Quando sarò libera tu vivrai con me, e ti comprerò un sacco di cose tutte per te!- -Ehm, sai però, Sanzo non è proprio un bonzo come gli altri e quindi dovrò trovare la maniera giusta per chiedergli di liberarti. Non ti dispiace aspettare un giorno o due?- domandò Goku –Nel frattempo ti porterò dei vestiti nuovi e anche qualcosa da fare- -Per me non c’è problema, fai come meglio credi!- acconsentì lei. -Bene, allora ci vediamo domani,…Ah, ti lascio la torcia,ok?- -Ok! Ciao Goku!- -Ciao- -Miao- fece Chun. Una volta tornato nella sua stanza trovò ad attenderlo Sanzo, solo lui, e dire che era irritato era dire poco: in quel momento era un concentrato di noia, esasperazione, rabbia e irritazione; combinazione pericolosa. -Dove sei stato fino adesso? E poi come mai hai avuto quella reazione quando quel monaco ci ha raccontato della strage avvenuta qui sei mesi fa?- domandò duramente e con tutta l’intenzione di sapere cosa stesse combinando Goku prima che si cacciasse in uno dei guai che solo lui sapeva combinare. -Mi…sono stupito ecco tutto. E poi…sono stato solo in giro…niente di…- -Ho controllato qui dentro, e ho scoperto che manca una torcia; vorrei sapere dov’è finita. Ti avverto Goku, attento a non combinarne una delle tue, perché in questi giorni non ho voglia di risolvere simili problemi- lo interruppe Sanzo troncando la sua frase già spezzettata. -Io…-cominciò lui. -Siamo tornati!- annunciarono Gojyo e Hakkai all’unisono. “Salvo” pensò Goku, e si allontanò da Sanzo aggiungendo frettolosamente –Te lo dirò, davvero, ma non adesso!- Sanzo comunque era troppo impegnato a prendersela con gli elementi di disturbo appena rientrati. -Ad ogni modo domani stesso ce ne andremo, quindi non importa più di tanto- annunciò infine. Quella fu una notte insonne per Goku, che cercava disperatamente di trovare una scusa decente per fermarsi al tempio un po’ di più. Non era ancora pronto a dire a Sanzo ciò che doveva, e voleva prendere tempo, almeno un altro giorno. Verso l’alba gli venne un’idea: aveva deciso di fingersi malato; d’accordo, non era un’idea molto originale, e per di più di dubbia riuscita, ma non gli venne in mente altro. Prima di alzarsi si strofinò gli occhi con le mani fino a renderli rossi, e inghiottì una quantità esagerata delle spezie che Hakkai usava per cucinare, seguita da una buona quantità d’acqua, ma l’effetto fu comunque soddisfacente: occhi arrossati e gola irritata quanto bastava per fermarsi almeno un altro giorno. C’era solo da verificare se avrebbe funzionato, e non ci mise molto, infatti al risveglio… -SANTO CIELO GOKU, MA COSA TI E’ SUCCESSO?!- esclamò Hakkai non appena ebbe dato un’occhiata a Goku, che tossiva e aveva gli occhi che lacrimavano. -Accidenti scimmia, ma che hai?- la voce di Gojyo tradiva un velo di preoccupazione, e poi si rivolse ad Hakkai –L’avevo detto io che stava male!- -Ma cosa diavolo sta succedendo qui? Non siete ancora pronti?- E Sanzo fece il suo ingresso nella loro stanza, senza nemmeno bussare, logicamente. - E’ un’ora che aspetto che…- guardò Goku -…Tu, scimmia, non ti senti bene?- chiese in un tono indefinibile, che non lasciava trasparire alcuna emozione. -No…cough, cough…non mi sento proprio…cough, cough…bene oggi, mi…cough …mi dispiace- disse la scimmietta tra un colpo di tosse e l’altro. -Vedi invece di stare bene o ti lascio qui! Non intendo restare in questo posto un minuto di più!- lo informò il monaco. -Razza di bonzo corrotto che non sei altro! Ma hai visto o no lo stato in cui si trova questa stupida scimmia?- lo aggredì Gojyo. -Cerchi guai?- -Sanzo, forse sarebbe meglio fermarci qui almeno un altro giorno, giusto per vedere come sta Goku- intervenne il demone dagli occhi di giada. Sanzo ci pensò su un momento, mentre Goku sperava che acconsentisse, dopodiché -Sarà soltanto per un giorno, fino a domani! Se per allora non sarai guarito da questo “non so cosa” che ti sei preso considerati pure abbandonato in questo tempio, capito?- decise il bonzo. -Sì! Grazie Sanzo!- fece Goku. -Ma per quale strano motivo mi ringrazi, scimmia?- -Boh- -…- Hakkai e Gojyo erano andati a comprare delle medicine; nonostante avessero insistito per non lasciarlo solo, Goku li aveva rassicurati dicendo che sarebbe stato lì buono ad aspettarli. Non gli piaceva dover mentire ai suoi amici, ma presto non avrebbe dovuto più farlo. Sanzo, con suo grande disappunto, doveva andare di nuovo dal Sojyo, ma stavolta a condurlo dal Sommo Taheiji era soltanto Gidayu, il monaco sfigurato. Per chiamare il venerabile Sanzo era entrato nella stanza dove il bonzo corrotto stava ancora parlando con Goku . Guardando meglio quel ragazzino con gli occhi dorati il monaco sfigurato disse –Ma quel ragazzo è un demone, e per di più eretico!- Goku restò senza parole, come poteva un comune bonzo capire così, con una sola occhiata, che lui era un demone? -Non riesco proprio a capire come voi, un Sanzo, abbiate potuto scegliervi dei compagni di viaggio così indegni, demoni che meritano solo di morire!- A quell’affermazione Sanzo rispose col suo solito tono altero e arrogante, tono da “Io faccio quello che mi pare”: -A questo mondo di persone che meritano di morire ce ne sono fino alla nausea, e non tutte sono demoni. Per quanto riguarda le persone con cui viaggio non è certo lei a dovermi dire se sono degne o no, siccome viaggiano con me solo io posso dirlo- -Non andate bene…- sussurrò Gidayu -…Com’è possibile che sia stato scelto uno come voi per custodire un oggetto sacro come il sutra del cielo demoniaco? Fraternizzare con dei demoni…siete troppo giovane e ancora immeritevole- -La strada la conosco- affermò gelido Sanzo. -No, no…prego- e uscirono entrambi. Più tardi Goku prese “in prestito” una camicia e un paio di pantaloni di Gojyo (sempre a lui prende le cose, direte, vero?) e li tagliò per accorciarli un pochino, accorgendosi solo alla fine di avere fatto una sciocchezza.Si portò anche una borraccia con dell’acqua, per alleviare il bruciore alla gola e agli occhi, e scese da Ryoko. -Goku! Oh ma…ma che cosa hai fatto?!- esclamò lei quando lo vide. -Tutto a posto…cough- rispose, e bevve una lunga sorsata d’acqua, si bagnò gli occhi e tornò a guardarla. -Ti ho portato questi- le disse porgendole i vestiti. -Grazie Goku, ma dimmi, hai fatto tutto questo per me?- -Sì, ma vedrai che ne varrà la pena- le rispose il demone sorridendo. Ryoko era commossa –Non so che dire…Grazie!- Quella volta restò pochissimo, perché Hakkai e Gojyo sarebbero potuti tornare da un momento all’altro, ma rimase quanto bastava per giocare a morra cinese con Ryoko e alla lotta con Chun. Quando se ne andò e chiuse la porta del sotterraneo si avviò celermente verso la sua stanza ma, arrivato alla prima rampa di scale, udì un rumore concitato di passi. Si trovava proprio davanti alla scala e accanto a un altro corridoio, quando si sentì coprire la bocca da un paio di mani dalla presa salda e tirare nel corridoio che lo fiancheggiava. All’inizio cercò di divincolarsi, ma sentì un flebile –Zitto stupida scimmia!- e, alzando lo sguardo, vide che quello che gli teneva chiusa la bocca era Sanzo. Contemporaneamente notò che dalla scalinata scendeva il bonzo Gidayu, il quale, disceso l’ultimo gradino, si guardò intorno, borbottò qualcosa di incomprensibile a voce bassa e se ne andò per la strada da cui era venuto. Dopo un po’ Sanzo mollò la presa e liberò Goku, dopodiché estrasse l’ harisen, di cui tutti conosciamo bene l’uso –Tu mi devi dare molte spiegazioni, e non sperare di…etciù!- Il monaco cominciò a starnutire, e si portò una mano sugli occhi che avevano cominciato a lacrimare –Ma dove accidenti sei stato?!- gridò Sanzo, e Goku di colpo capì: Sanzo era allergico ai gatti, e lui aveva giocato fino a poco fa con Chun, il gattino di Ryoko. -Ehm…d’accordo, saliamo; ti spiegherò tutto, ma sappi che tutto quello che ho fatto l’ ho fatto a fin di bene- si giustificò la scimmietta, portando le mani davanti a sé come a voler prevenire una nuova sfuriata di Sanzo. -Lo spero bene!…E vedi di farti un bagno, anche!- Nella stanza trovarono Hakkai e Gojyo, tornati in anticipo e desiderosi di ascoltare le spiegazioni di Goku tanto quanto il monaco, soprattutto il rosso, a cui erano sparite diverse cosette . Il demone dagli occhi dorati raccontò loro tutto quello che era successo, dal furto del nikuman da parte di Chun alla sua ultima visita a Ryoko quel pomeriggio, e tutti lo ascoltarono senza interrompere, fino a che… -Ecco perché eri così strano!- intervenne Gojyo –Ma quella ragazza sa di avere ucciso tutte quelle persone e i suoi genitori adottivi?- -No, non se lo ricorda- rispose Goku . -Come fai ad essere sicuro che non si tratti di un sicario di Kogaiji o di Homura? Ti avrò detto mille volte di non fidarti del primo che incontri- lo apostrofò Sanzo. -Ma…no, lei non può essere un sicario…non può avere…- cercò di dire Goku in tono incerto. -Tu le credi perché la sua situazione è simile a quella in cui ti eri trovato tu, vero Goku? E non puoi pensare che, dopo averle esternato i tuoi sentimenti, la sua possa essere tutta una finta attuata per conseguire un secondo fine. E’ così?- Hakkai, caro, sensibile e dolce Hakkai! Aveva già capito tutto, lui. -Sì- rispose timidamente Goku –Allora Sanzo, le toglierai i sigilli? Per favore- -Prima devo vederla; se non ci sarà niente di strano la dissigillerò- -Grazie mille Sanzo!- gioì il ragazzino, e fece per andargli incontro, -Fermo dove sei! Hai ancora addosso il pelo di quel gatto, non ti azzardare ad avvicinarti se prima non ti sarai lavato- lo avvertì il monaco, che sentiva già un fastidioso bruciore agli occhi, e Goku corse a farsi la doccia.
  
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