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Autore: Shainareth    18/11/2013    3 recensioni
Con un sospiro rassegnato, Garu era tornato a prestare attenzione alle chiacchiere di Master Soo, che frattanto aveva iniziato a tessere le lodi del suo operato di giudice alla precedente edizione del concorso di Piccola Miss Sooga.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Garu, Pucca, Ring Ring
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CALUNNIE




Si era fatto infinocchiare di nuovo. Non che Garu non se ne rendesse conto, quando la gente tirava in ballo l’onore per convincerlo a fare qualcosa che normalmente non avrebbe mai accettato di fare, però… diamine, era più forte di lui.
   «Sai, Garu», aveva iniziato Master Soo quando lo aveva raggiunto nella foresta di bambù con il suo seguito di donzelle, «anche quest’anno si terrà il concorso di Piccola Miss Sooga.» Non appena aveva sentito quelle parole, il ragazzino aveva alzato gli occhi al cielo e aveva incrociato le braccia al petto, già pronto a declinare l’offerta che di lì a pochissimo gli sarebbe stata fatta. «Durante la scorsa edizione c’è stato un piccolo fuori programma, bisogna ammetterlo», aveva continuato Master Soo, cercando di indorargli la pillola, «però dobbiamo anche riconoscere che è stata un grandissimo successo. Soprattutto per la piccola Pucca», aveva ridacchiato, dandogli il gomito e riportandogli alla mente quanto accaduto subito dopo la premiazione.
   Garu era rabbrividito al ricordo di tutti i baci che la vincitrice gli aveva dato con la forza, e se non fosse stato per l’affetto e l’amicizia che, nonostante tutto, lo legavano a Pucca, non avrebbe perso tempo a denunciare l’accaduto. E poi forse non era troppo onorevole che un ninja della sua levatura si appellasse alla polizia perché aveva subito molestie sessuali da una bambina; e se pure così non fosse stato, che senso avrebbe avuto chiedere aiuto a Bruce, se poi lui era uno dei primi a non muovere muscolo quando lo vedeva soccombere alle smancerie di quell’invasata?
   Con un sospiro rassegnato, Garu era tornato a prestare attenzione alle chiacchiere di Master Soo, che frattanto aveva iniziato a tessere le lodi del suo operato di giudice alla precedente edizione del concorso di Piccola Miss Sooga. Il ragazzo alzò una mano per bloccare quel fiume di parole, ma ciò non impedì all’altro di pronunciare quella terribile, affascinante frase che, lo sapevano tutti, era capace di smuovere il suo orgoglio. «Chiunque sa che sei l’uomo più incorruttibile del villaggio, degno della massima fiducia. È per questo che, accettando di far parte della giuria anche quest’anno, il tuo onore accrescerebbe ulteriormente.»
   Quella di Master Soo era stata una balla colossale. Dopotutto, cosa c’entrava l’onore di un ninja con uno stupido, insulso concorso di bellezza? Un cavolo. Eppure Garu aveva finito col cedere e accettare quella proposta, benché adesso, a distanza di pochissime ore, già se ne stava pentendo amaramente.
   Borbottando fra sé imprecazioni alla vanità femminile, lanciò un fendente con la sua katana contro uno dei manichini di legno e paglia che costruiva per i suoi allenamenti. Aveva bisogno di sfogarsi, altrimenti sarebbe stato capace di farlo durante la manifestazione, urlando tutto il proprio disgusto per quel genere di cose – e avendo fatto un voto del silenzio, era meglio evitare che ciò accadesse.
   «Oh, eccoti!» sentì esclamare all’improvviso. Non che non si fosse accorto della presenza di un’altra persona nelle vicinanze, ma quando si volse nella sua direzione, Garu non poté fare a meno di rimanere stupito nell’incrociare lo sguardo di Ring Ring.
   Che voleva da lui? Non erano amici, soprattutto alla luce di alcuni incresciosi avvenimenti passati; eppure non erano neanche in cattivi rapporti, nonostante tutto. Semplicemente, non erano soliti frequentarsi al di fuori di determinati contesti, come potevano esserlo riunioni di vario genere o, più di frequente, un incontro accidentale per le vie del villaggio o al Goh-Rong.
   «Ho saputo che anche quest’anno farai parte della giuria del concorso di Piccola Miss Sooga», prese a parlare la ragazza con tono vago, guardandosi distrattamente le unghie delle mani ben curate – che comunque erano coperte da guanti di un rosa piuttosto sgargiante. «Anch’io parteciperò, sai?» si curò di fargli sapere. «Te lo dico così, per pura informazione.»
   Okay, pensò Garu, fissandola con aria perplessa. E allora?
   Notando la sua totale indifferenza alla notizia, Ring Ring tornò a sbirciare nella sua direzione e si domandò se quel ragazzetto fosse davvero ottuso come sembrava essere. Schioccò le belle labbra carnose sulle quali aveva vanitosamente passato un filo di rossetto in tinta con l’abito e sorrise. «Sai, l’anno scorso girava voce che Pucca avesse vinto il concorso soltanto perché è la tua… fidanzata», buttò lì, certa di scuoterlo.
   E, difatti, Garu inorridì. Non seppe nemmeno lui se lo fece perché c’era qualcuno capace di sospettarlo di corruzione o, peggio, di essere legato sentimentalmente a Pucca. Fremette di rabbia e agguantò meglio la katana, quasi fosse già pronto a fare a fette chiunque avesse osato calunniarlo ancora.
   Fu la stessa Ring Ring a calmarlo con un risolino sciocco. «Oh, ma non temere! Io non ci ho mica creduto!» Garu mise giù l’arma, pur tenendola ancora stretta nel pugno. «Anche se, bisogna riconoscerlo, ci sono davvero donne disposte a tutto pur di vincere…» mormorò la ragazza con un tono di voce molto diverso da prima e con uno sguardo che colpì non poco il giovane ninja. Tant’è che, quando la vide ancheggiare nella sua direzione, fece istintivamente un paio di passi indietro. Ring Ring si fermò davanti a lui e, sfarfallando le ciglia lunghe, lasciò scivolare accidentalmente una delle bretelline del vestito sulla spalla. «Capisci cosa intendo?» domandò in un sussurro seducente, facendogli l’occhiolino e curvando le labbra come se volesse dargli un bacio.
   Sì, nonostante avesse soltanto tredici anni, Garu capì perfettamente cosa lei intendesse. Al punto che, temendo seriamente per la propria incolumità, deglutì rumorosamente a vuoto. Ring Ring era pericolosa quasi quanto Pucca; il che stava a significare che un suo rifiuto l’avrebbe mandato come minimo all’ospedale. Di più terribile, poi, c’era l’eventualità che Pucca li sorprendesse in quel preciso istante: avrebbe fatto una strage. Al di là di questo, comunque, c’era in ballo l’onore: se pure a Ring Ring non interessava un bel niente preservare il proprio, a Garu invece importava eccome.
   Fu per questo che, non appena lei fece per circondargli il collo con le braccia, la scacciò senza tanti complimenti, manifestando tutto il proprio fastidio e il proprio disgusto per quel tipo di atteggiamento. Ciò indispettì la ragazza che, puntellando i pugni sulle anche, lo fissò in cagnesco. «Come osi rifiutarmi?!» sbraitò, sentendosi oltraggiata e pestando un piede in terra. «Non posso credere che tu preferisca davvero una marmocchia come Pucca ad uno schianto come me!» E nell’esclamarlo inarcò la schiena all’indietro, facendo bella mostra del petto da quindicenne che, in effetti, era decisamente più appetibile di quello ancora acerbo della sua rivale.
   Sebbene Garu non poté fare a meno di arrossire per quel movimento tutt’altro che corretto, rimase ugualmente fermo nella propria posizione: forse Ring Ring poteva essere più avvenente agli occhi di un uomo, ma Pucca era di certo più onesta. Non c’era di che meravigliarsi, quindi, se la preferiva a lei. Quando si rese conto di ciò che aveva appena realizzato, il giovane ninja corrucciò la fronte con fare preoccupato: sul serio gli piaceva Pucca a tal punto?
   Non fece neanche in tempo ad immagazzinare quella nuova consapevolezza che Ring Ring fece per buttarglisi addosso. Garu lanciò un urlo disperato e tentò la fuga; invano, perché l’altra riuscì ad acchiapparlo per un braccio e fu sul punto di spalmarglisi addosso. Se ciò non accadde, fu solo perché, con un grido di guerra, la paladina dell’amore tenace arrivò in soccorso del suo principe azzurro.
   Sbucando d’improvviso dal folto delle canne di bambù e lanciando una pioggia di bacchette di legno contro quella pestifera sgualdrinella come se fossero state gli shurinken di un ninja, Pucca piombò fra loro, riuscendo nel tentativo di dividerli. Si parò di fronte alla sua rivale, mettendosi alle spalle Garu che, con occhi stralunati, la fissava incredulo: a parte la meraviglia di vederla spuntare per l’ennesima volta proprio nel momento del bisogno, come se lei avesse avuto un radar capace di rintracciarlo ogni volta che si trovava in pericolo, il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi come diavolo fosse conciata.
   Anche Ring Ring dovette porsi la stessa domanda, perché, meno delicata di lui, scoppiò a riderle in faccia. «Oh, cielo! Pucca! Ma ti sei vista allo specchio?!»
   A dispetto della feroce gelosia che le deturpava i graziosi lineamenti del viso, l’altra si ricordò solo in quell’istante di aver captato l’inconscio richiamo d’aiuto di Garu quand’era nella vasca da bagno, e che pertanto si era curata a malapena di mettersi un asciugamano addosso prima di schizzare in suo soccorso. Probabilmente, però, non era questo ad aver suscitato l’ilarità di Ring Ring, quanto il fatto che avesse ancora lo shampoo fra i capelli, quasi avesse un’acconciatura afro bianca sulla testa. Scosse il capo con energia, schizzando la schiuma addosso agli altri due, e la lunga chioma scura le ricadde sulla schiena, facendola rabbrividire perché ancora bagnata.
   «Sei oscena», le fece sapere malignamente Ring Ring, asciugandosi il viso e temendo che il fondotinta potesse risentire di quel colpo basso. «Nessuna ragazza con un briciolo di stile oserebbe presentarsi in pubblico in queste condizioni.» Pucca incrociò le braccia al petto e alzò il mento con fare orgoglioso, come a farle capire che se ne infischiava altamente. Quell’atteggiamento di sfida piacque assai poco alla sua rivale, che tuttavia si impose di mantenere la calma: quella situazione paradossale, infatti, poteva benissimo volgere a suo vantaggio; bastava soltanto sfruttarla a dovere.
   Sorridendo vezzosamente, Ring Ring la squadrò da capo a piedi e decise di fare la sua mossa. «Aaaaaaaaah!» gridò, perforando i timpani degli altri due. «Master Soooo!» chiamò a pieni polmoni, puntando il viso verso l’alto, le mani ai lati della bocca per amplificare la propria voce. «Presto, corra! Pucca sta tentando di corrompere uno dei giudici del concorso!»
   Sia lei che Garu saltarono su, non aspettandosi un colpo tanto basso. Il ragazzo digrignò i denti e si mosse, spostando con decisione Pucca di lato per raggiungere quella bugiarda che li stava accusando ingiustamente di scorrettezze e schiaffeggiarla a dovere. Ma il brusco movimento che fece fare all’amica, finì con l’essere fatale: il nodo dell’asciugamano che lei aveva avvolto attorno a sé cedette e il panno di spugna ricadde dritto ai suoi piedi, facendola esclamare per la sorpresa e la vergogna. Quel verso attirò l’attenzione degli altri due, lasciandoli sbigottiti; e mentre Ring Ring tornava a ridere per la totale mancanza di fascino in quel corpicino senza forme, Garu avvampò e arrestò ogni movimento.
   Imbarazzata come non mai, la ragazzina si accovacciò a terra e raccattò l’asciugamano, coprendosi alla meno peggio. Vedendo le sue labbra tremare per la mortificazione causata non soltanto da quell’increscioso incidente, ma anche e soprattutto dagli sfottò di Ring Ring, Garu non riuscì più a trattenere la rabbia. Senza pensarci una seconda volta, si scagliò contro la loro calunniatrice, sempre più deciso a darle una bella lezione.
   «Oooh, ma allora è vero!» sbottò lei, indignata, evitando a stento il primo assalto del ninja grazie alla propria innata agilità. «Ti sei lasciato corrompere da lei anche l’anno scorso, ammettilo!»
   In vita sua, probabilmente, Garu non aveva mai sentito tante cattiverie tutte insieme sul proprio conto o su quello di Pucca. Fece di nuovo per muoversi verso quella sciagurata, quando un tuono improvviso placò gli animi di tutti, atterrendoli e inchiodandoli lì dov’erano.
   «Che sta succedendo qui?!» fu la legittima domanda che pose in tono imperioso Master Soo, giungendo dal cielo sulla sua nuvoletta personale dopo il richiamo di Ring Ring.
   Quest’ultima subito approfittò della situazione e ribadì il concetto espresso a gran voce poco prima, questa volta con maggior enfasi perché seriamente convinta di ciò che diceva. «Master Soo! Garu se la intende con Pucca!» starnazzò, provocando imbarazzo nel povero ninja, che tuttavia preferì non ribattere. A che sarebbe servito, se tutti, al villaggio, erano convinti di ciò di cui lo stavano accusando? «Esigo che Garu sia escluso dalla giuria e che Pucca sia squalificata! E anche che il concorso di Piccola Miss Sooga dell’anno scorso sia considerato nullo e che io sia proclamata vincitrice!»
   «Frena, frena, frena, ragazzina!» la zittì Master Soo, trovando tremendamente assordante e frastornante l’enfasi con cui lei stava spiegando i fatti. «Che prove hai, a tal proposito?» volle sapere, giacché non poteva davvero prendere in considerazione accuse del genere così su due piedi.
   «Guardi lei stesso!» gracchiò ancora Ring Ring, additando Pucca che, ancora in terra e con i capelli spettinati, si reggeva l’asciugamano attorno al corpo. «Ha tentato di sedurlo e lui c’è cascato!»
   Garu la fissò con espressione indignata e schifata a un tempo: per quanto potesse essere graziosa, Pucca aveva soltanto undici anni e di certo la visione delle sue nudità non poteva avere alcun effetto su un uomo sano di mente, specie se tutto d’un pezzo come lui.
   «Certo che i ragazzini di oggi sono davvero precoci…» commentò invece fra sé Master Soo, lisciandosi la barba e lasciando di stucco Garu. Ma come?! Non era stato proprio lui a sostenere che nessuno mai, al villaggio, avrebbe potuto sospettarlo di corruzione?!
   «Accoglierà la mia richiesta, Maestro?» colse la palla al balzo Ring Ring, cambiando completamente tono di voce al fine di accattivarsi le simpatie della divinità. La quale, a dirla tutta, pareva indecisa sul da farsi: sapeva bene che Garu e Pucca non erano persone disoneste, però, anche alla luce di quanto accaduto alla fine dell’edizione precedente del concorso, i fatti sembravano dar loro torto… Impaziente di essere accontentata, Ring Ring rincarò la dose con voluta cattiveria. «E poi Garu ha anche tentato di mettermi le mani addosso.» Il che era effettivamente vero, benché in modo diverso da quello che lasciava intendere quell’affermazione.
   Il ragazzo andò su tutte le furie, ma non fece in tempo a reagire che fu preceduto da Pucca; la quale, certa dell’innocenza dell’amato e, soprattutto, assicuratasi di non perdere nuovamente l’unico indumento che aveva addosso, si buttò a volo d’angelo contro quella scellerata. Ne nacque una rissa furibonda che neanche Master Soo riuscì a sedare, poiché presto ne rimase accidentalmente coinvolto insieme a Garu.
   Da quel groviglio di corpi, infine, fu soltanto Pucca ad uscirne indenne, ad eccezion fatta per un piccolo cerotto che sfoggiò sullo zigomo destro quando si accomodò fra il pubblico che assisteva alla nuova edizione del concorso di Piccola Miss Sooga, al quale, a dispetto di quanto creduto da Ring Ring, non aveva mai avuto intenzione di partecipare, quell’anno. Voltò il viso sorridente verso il suo amato Garu che, fasciato da capo a piedi, era stato condotto lì con la forza proprio da lei. Alla fine, Master Soo aveva deciso di revocargli il titolo di giudice, ma soltanto per non dover sentire ancora le assordanti lamentele di Ring Ring che, con un occhio nero e un labbro gonfio, aveva dovuto rinunciare a salire sul palco insieme alle altre candidate. Sicuramente, pensò Garu, adesso quella disgraziata se ne stava chiusa in casa a piangere e ad imprecare contro Pucca, magari infliggendo mille torture ad una qualche bambolina vudu con le sue sembianze. Oh, beh, se l’era meritato. Foss’anche solo perché, oltre ad aver infangato l’onore suo e di Pucca, era stata la causa principale del motivo per cui adesso lui si trovava su quella dannata sedia a rotelle, in balia delle amorevoli cure della sua presunta fidanzatina.
   Lanciando uno sguardo a quest’ultima, la vide sprizzare cuoricini da ogni dove e, con sommo orrore, un attimo dopo fu costretto a subire una valanga di sbaciucchi sonori e umidicci, senza neanche potersi concedere il lusso di difendersi. Una cosa era certa: non avrebbe mai più accettato di fare da giudice ad un concorso. Pertanto, avrebbe dovuto lavorare a lungo su se stesso e sulla propria dannata ossessione per l’onore.












Il tema di questa shot mi ha ronzato per la testa per due giorni. Infine, quando sono riuscita a metterlo per iscritto, mi è venuto fuori un mezzo pasticcio. Non lo so, non mi piace. Mi sembra una fanfiction insulsa e confusa. ;_;
Ciò nonostante, ho voluto postarla lo stesso. Così, tanto per riprendere la mano dopo questa pausa forzata e sapere le vostre eventuali opinioni in merito, anche se mi sarebbe piaciuto proporvi qualcosa di meglio.
Spero di riuscire a farlo nei prossimi giorni. Oh, e se notate degli errori, avvertitemi: sono totalmente sfatta, stasera, perciò non riesco a prestare molta attenzione. Correggerrò ogni svista domattina, con calma.
Un bacio e a presto!
Shainareth
P.S. Sto ponderando di far inserire anche Ring Ring nella lista dei personaggi della sezione... voi che ne dite?





  
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