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Autore: Dim    18/11/2013    5 recensioni
Due fratelli gemelli, due mercenari.
Un lavoro che si mischia alla vendetta.
Una filastrocca che detta la morte.
Il Ragno che si contorce nella sua stessa ragnatela.
La regola è solo una: l'Autunno detta il ritmo, gli altri si limitano ad eseguire.
E a cadere.
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Hisoka, Kuroro Lucifer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Eccomi qui con una fan-fiction su HunterxHunter. Voi non mi conoscete, e io non conosco voi, ma mi piacerebbe davvero conoscervi.
Sareste davvero gentili a lasciarmi un commento, sia positivo che negativo. 
Mi auguro vi piaccia, davvero. In caso, non mi riguarderò dal cancellarla. Non vorrei occupare spazio per altre storie magari migliori.
Come noterete, per i due protagonisti ho "preso in prestito" le figure di Rin e Len dei Vocaloid.

Dim


Capitolo 1

-Signore, gli... ehm... ospiti che stava aspettando sono arrivati- 
L’uomo congedò il domestico con un cenno della mano e si sistemò meglio sulla poltrona. 
Indossava un’elegante giacca nera, in tinta coi calzoni e le scarpe lucidissime, sopra una camicia bianca. Al collo portava una cravatta scarlatta. 
Mentre aspettava che il domestico introducesse gli
ospiti nel suo studio, prese a giocherellare con una penna a sfera. Passarono alcuni minuti, poi la porta si spalancò ed entrarono due persone. 
Non potevano avere più di venticinque anni. Entrambi avevano i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma erano un ragazzo e una ragazza. 
Lui era più alto di lei di almeno una spanna e indossava un’anonima camicia nera e un paio di jeans scuri. Al collo portava una sottile catenina d’argento che terminava sotto il colletto della camicia. I capelli erano più lunghi di quelli della sorella, e li teneva legati in una coda dietro la nuca. 
Si piazzò in piedi accanto alla parete, le mani nelle tasche e le gambe leggermente divaricate, sordo agli inviti del padrone di casa a sedersi. 
Invece la lei si lasciò cadere di traverso sulla poltrona di fronte alla scrivania. 
Al contrario del fratello, i capelli dorati non le arrivavano nemmeno alle spalle, ma si fermavano un paio di centimetri più su. 
Era vestita con una camicetta grigia parecchio scollata, che lasciava intravedere le spalline nere del reggiseno, e una gonna scura molto corta. Le labbra sottili erano tinte di rosso sangue, le ciglia lunghe e sensuali cariche di mascara, le palpebre appesantite dalla matita nera. Tra i capelli chiari spiccava un fermaglio di seta nera a forma di rosa. 
La ragazza accavallò le gambe sopra al bracciolo. Così facendo il bordo della gonna scivolò verso il basso, mostrando parte dell’inguine. 
L’uomo alla scrivania deglutì rumorosamente e allentò il nodo della sua cravatta scarlatta, a disagio. 
La bionda non lo degnò neppure di uno sguardo. 
-Allora?- chiese rimirandosi le unghie - smaltate di nero e decisamente affilate - con aria annoiata. 
L’uomo tossicchiò, visibilmente nervoso. Poi si ricompose, aprì il cassetto della scrivania e prese un plico di fogli, passandolo poi alla ragazza. 
Lei lo prese e diede un’occhiata alla prima pagina. 
Una strana luce maligna si accese nei suoi occhi azzurri. 
-Genei Ryodan- lesse. 
Dalla voce trepidava il desiderio. 
-Li voglio tutti morti- affermò l’uomo con serietà. 
-Quanto è disposto a pagare?- chiese lei, finalmente degnandolo di un contatto visivo diretto. -Sia chiaro: io lavoro sempre in coppia con mio fratello, quindi dovrà pagare doppio- 
L’uomo annuì, poi parlò: -Settanta miliardi- disse. 
La bionda inarcò un sopracciglio, poi prese a sfogliare il plico. 
-E li vuole morti tutti? Compresi i membri passati?- chiese in tono spiccio. 
-Tutti coloro che portano o hanno portato un ragno a dodici zampe tatuato sulla pelle- chiarì lui. 
La ragazza sorrise, senza distogliere lo sguardo dai fogli. 
-Perfetto. Allora facciamo settantacinque. Cinque miliardi per ognuno. Mi pare un prezzo ragionevole- affermò. 
L’uomo aprì bocca per ribattere, ma il ragazzo lo anticipò: -Io e mia sorella siamo assassini di prima categoria. Ci occupiamo noi dei corpi e di tutto il resto. Niente domande. Siamo veloci e imprendibili- 
L’altro annuì. 
-Non mi risulta abbiate mai fallito- commentò a mezza voce. 
-Bene. Quindi affare fatto, no?- concluse la bionda alzandosi in piedi e rassettandosi la gonna. 
-Affare fatto. Settantacinque miliardi- confermò l’uomo. 
-I soldi può darceli man mano che li uccidiamo. Ci metteremo noi in contatto.- affermò lui dirigendosi svogliatamente verso la porta. 
-Entro sei mesi saranno tutti morti-

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