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Autore: MandyCri    18/11/2013    9 recensioni
Un insegnante di matematica e un’alunna.
Un ragazzo scrupoloso. Una ragazza scellerata.
Un uomo di umili origini e una donna dell’alta società.
Due mondi completamente diversi che si intersecano e si uniscono come nella più banale delle addizioni.
La matematica non è un’opinione e il risultato di uno più uno è sempre due.
Un amore difficile, tenero e divertente.
Josh e Ilary si scontreranno in uno dei più famosi luoghi comuni: Teach & Love.
Ideata e scritta per il contest "Teach & Love"
Prima classificata.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CAPITOLO 6
 
Josh finì di correggere il compito di Ilary, lo riguardò e diede il voto.
L’aveva tenuto per ultimo, perché era un modo come un altro per scacciare i ricordi.
Era migliorata e non per merito suo.
Aveva saputo, direttamente dal padre, che la figlia prendeva ripetizioni private dalla sua vecchia professoressa, quella che lui aveva sostituito, quando era andata in pensione.
Erano passati diversi mesi dal quel famoso giorno e mancavano pochi giorni alla fine della scuola.
Dieci, precisamente.
Dopodiché non l’avrebbe più rivista seduta, con la testa bassa, sul banco in quarta fila.
Non si erano più parlati dal giorno del compleanno di Ilary, se non per motivi strettamente scolastici, ovvero le interrogazioni.
Ilary non era più stata sfacciata con lui e, quando andava alla lavagna, non lo guardava mai in faccia.
Non chiedeva nemmeno il voto, come invece facevano tutti gli altri studenti.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Prese dalla sua ventiquattr’ore il cofanetto blu della Swarovski e lo aprì.
Fissò la catenina con il ciondolo a forma di fragola che mesi prima aveva comprato per il compleanno di Ilary, quel regalo che non aveva mai avuto il coraggio di darle.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Erano cambiate tante cose.
Ilary sembrava avesse superato benissimo la delusione amorosa, se così si poteva definire.
Adesso faceva coppia fissa con Bill Cooper, il figlio del sindaco.
Li vedeva sbaciucchiarsi ogni giorno durante la pausa pranzo.
Purtroppo, la sua finestra dava sul retro della scuola, meta ambita dalle coppiette di studenti che volevano appartarsi o da quelli che volevano fumare senza esser visti.
Passava così quell’ora.
Guardava Ilary abbracciata a Bill.
Ilary che rideva.
Ilary che discuteva.
Ilary che baciava.
Ilary che sorrideva.
Ilary che faceva la pagliaccia.
Hai mai vissuto veramente Josh?
La stessa Ilary che poteva essere sua.
Si affacciò e, proprio in quel momento, lei gli comparì davanti agli occhi come un angelo, con l’immancabile Bill al suo fianco.
Si tenevano per mano, la stessa mano che lui aveva accarezzato e stretto per lungo tempo, mesi prima.
Una fitta allo stomaco gli suggerì di non guardare la scena, ma lui perseverò.
Ilary, in quell’istante, sorrise e abbracciò Bill, lui si chinò su di lei e la baciò.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Aveva frequentato una ragazza, almeno ci aveva provato.
La storia era durata circa tre mesi, poi, per la prima volta in vita sua, era stato lui a troncare il rapporto.
Beth era perfetta, lo diceva anche sua madre.
Lavorava, aveva la sua stessa età, era laureata, si vestiva in modo sobrio ed elegante, non diceva parolacce, era una persona seria: proprio la donna che aveva sempre cercato.
Non rideva sguaiatamente, non provocava, non faceva mai nulla che lo irritasse, non la riprendeva mai.
Perfetta!
Beth era la sua donna ideale e l’aveva lasciata, perché Beth non era Ilary, l’imperfetta.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Si staccò dalla finestra incapace di continuare a guardare la ragazza che gesticolava animatamente con Bill.
Buffa Ilary.
Josh fece finta di non sentire il dolore al cuore e si sedette sulla sua poltrona.
Fissò nuovamente il cofanetto blu.
Perché non gliel’aveva dato quel giorno? L’aveva comprato apposta per lei.
Aveva, da subito, associato quel frutto ad Ilary.
Fragole e champagne…
Ilary calda sotto di lui… Ilary morbida…
Perché non l’aveva fermata?
Perché si era fatto, come sempre, guidare e schiacciare dalle regole?
L’aveva persa.
Avrebbe potuto parlarle, quando aveva accompagnato le due classi di quinta in gita a primavera, ma non l’aveva fatto.
Aveva evitato Ilary come la peste.
Sapeva che aveva dormito tutte le quattro sere con Bill e la cosa lo irritava, lo mandava in bestia.
La prima notte si era accostato alla porta e aveva sentito.
Il cuore gli aveva suggerito di entrare, prendere per le orecchie il ragazzone e riempirlo di pugni, la ragione l’aveva fermato.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Era ritornato per tutte le sere successive e i sospiri e i rumori che provenivano al di là della porta, erano sempre stati chiari e inconfondibili, ma mai una volta, era riuscito a far qualcosa.
Le regole che gli erano state inculcate fin da piccolo, erano più forti.
La ragione aveva vinto sul cuore e distrutto ogni possibilità per lui e Ilary.
L’aveva osservata di nascosto, sapendo che lui era diventato, solo ed esclusivamente, un capitolo chiuso nella vita della ragazza.
Era stato una “cottarella” per lei. Nulla di importante. Nulla di più.
La studentessa infatuata del professore.
Un luogo comune.
Un maledetto luogo comune.
Perché era capitato proprio a lui? Perché?
Hai mai vissuto veramente Josh?
Prese la busta contenente le chiavi che Ilary gli aveva lanciato con rabbia il giorno in cui era andata a casa sua e scrisse due righe, ma poi decise di accantonare quell’idea.
Cosa gli stava saltando in mente?
Cosa credeva di fare?
Dopo tutti quei mesi passati ad osservarla, aveva capito che ad Ilary non gliene fregava più niente di lui.
Josh si prese il volto tra le mani disperato, poi se lo strofinò energicamente.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Scrollò la testa esasperato.
Basta! Non ne poteva più.
Quella frase era un incubo, una persecuzione.
Saltava fuori nei momenti più assurdi.
Gli era capitato tutte le volte che faceva l’amore con Beth, quando lei gli faceva capire che lo desiderava.
Una tortura.
Doveva sforzarsi di raggiungere l’erezione, pensare a mille cose diverse, praticare auto erotismo mentale, per farselo diventare duro.
Poi aveva capito il modo più semplice per riuscirci.
Pensava ad Ilary, pensava al giorno in cui avevano quasi fatto l’amore e si lanciava nel suo mondo di castelli fatti di carta, quel mondo illusorio e falso che si era creato.
Povera Beth, l’aveva solo presa in giro.
Non l’aveva fatto con cattiveria, non voleva farla star male.
Quando aveva troncato il loro rapporto, Beth aveva sorriso amareggiata – Dovresti andare a riprenderla – gli aveva detto triste.
- Chi? – l’aveva guardata stupito, non capendo cosa intendesse.
- Ilary… - aveva risposto in un soffio.
- Tu… come fai a sapere…
- Mi hai chiamata così, una notte nel dormiveglia, poco dopo aver fatto l’amore con me – la voce di Beth gli era arrivata ovattata, come in un sogno.
Non aveva saputo far altro che dire un “mi dispiace”.
Beth l’aveva fissato con i grandi occhi azzurri e aveva scosso la testa – Sono io dispiaciuta per te. Me l’aspettavo che prima o poi mi avresti lasciata.
Se ne era andata augurandogli buona fortuna.
Non l’aveva più vista e sentita.
Hai mai vissuto veramente Josh?
Basta!
Josh scrollò le spalle deciso.
Prese la ventiquattr’ore e la busta e si avviò repentino verso la porta.
Mancava ancora un quarto d’ora all’inizio delle lezioni, aveva tutto il tempo necessario.
Andò dal preside e gli disse che stava male e non ce la faceva a far lezione.
Dopo aver ricevuto il permesso per tornare a casa, Josh si diresse verso la sua classe.
Si avvicinò al banco di Ilary e vi depositò la busta e sopra ci mise il cofanetto.
Non si fermò a pensare.
Non poteva, altrimenti avrebbe sicuramente cambiato idea e non se lo poteva permettere.
Non adesso, non in quel momento.
Hai mai vissuto veramente Josh?
No! Non aveva mai vissuto veramente, ma era giunta l’ora di incominciare a farlo.
 
***
 
Ilary vide Josh uscire dall’entrata principale della scuola e dirigersi verso la bicicletta.
Si nascose per non farsi vedere e seguì tutte le mosse del professore.
Quando ebbe la certezza che se ne fosse andato, mille domande le tempestarono la mente.
Perché era uscito, dato che tra meno di dieci minuti aveva lezione?
Questo lo sapeva per certo, perché lei aveva matematica e si stava recando, appunto, nell’aula di Mr. Carper.
Josh non aveva mai saltato una lezione o fatto un’assenza, se non il giorno del suo compleanno.
Aveva presenziato anche quando si era beccato l’influenza e poi aveva contagiato metà classe.
Ilary sgridò se stessa sonoramente. Non doveva pensare a lui! Ormai era un capitolo chiuso della sua vita, quindi alzò le spalle ed entrò a scuola.
Da quando si era messa insieme a Bill, era diventata una consuetudine entrare nella classe in cui aveva lezione, almeno una decina di minuti prima.
Approfittava di quel tempo per stare sola con se stessa e, soprattutto, per non stare insieme a Bill fino all’ultimo secondo disponibile.
Si era messa insieme al figlio del sindaco solo per vedere se Josh reagiva in qualche modo, per farlo ingelosire, per fargli capire che lei aveva voltato pagina.
Niente di tutto ciò che aveva creduto, sperato o lontanamente pensato, si era tramutato in realtà.
Josh non l’aveva più cercata.
Lei odiava stare insieme a Bill e, cosa peggiore, non aveva voltato pagina.
Era ancora perdutamente innamorata del bel professore, ma l’unica cosa che le era rimasta, dal giorno del suo compleanno, era la dignità, una dignità solo apparente.
Mai e poi mai sarebbe strisciata ai piedi di Carper!
Lui le aveva fatto capire chiaro e tondo che non la voleva, che la riteneva solo una bambina.
Entrò in classe con la mente completamente appannata da questi pensieri e si avvicinò al banco che, ormai, era diventato suo, nell’odiata ora di matematica.
Lo zaino le cadde dalle spalle.
Ilary fissò il cofanetto blu che troneggiava sul tavolo verde chiaro.
Studiò l’oggetto come se fosse pericoloso, poi avvicinò la mano tremante.
Sotto la scatoletta marchiata “Swarovski”, c’era una busta bianca.
Prese per prima quella e ne avvertì, chiaramente, la consistenza.
Sentì il suo cuore cominciare a battere tumultuosamente e capì all’istante cosa contenesse.
La chiave.
La stessa che lei aveva dato a Josh quel famoso e maledettissimo giorno.
La aprì trattenendo il respiro.
All’interno c’era un bigliettino e riconobbe subito la grafia di Josh.
Buon compleanno Ilary.
J.
Scosse la testa non capendo.
Che senso aveva tutto ciò?
Era l’ennesima presa in giro? L’ennesima umiliazione? L’ennesima contraddizione?
Aprì, quindi, il cofanetto.
Ilary spalancò gli occhi stranita, quando vide la preziosa catenina con un ciondolo a forma di fragola.
La tolse con cura dalla custodia e la osservò rapita.
Josh le aveva fatto un regalo?
Perché?
Che senso aveva donarle qualcosa per un compleanno passato da mesi e, nello stesso frangente, renderle le chiavi della villetta della nonna?
Ilary sorrise amareggiata.
Non c’era più andata in quella casa.
Sapeva che suo padre, una volta alla settimana, mandava del personale a pulirla, perché pensava ci andasse con Bill.
Non ce l’avrebbe mai portato lì.
Aveva desiderato quella villetta per farne un rifugio d’amore per lei e Josh e non ci avrebbe portato mai nessun altro.
Se l’avesse fatto, si sarebbe sentita meschina.
Si sedette al suo posto e aspettò gli altri studenti e chi avrebbe sostituito, per quell’ora, il professor Carper.
Qual era il segnale che Josh le voleva inviare con quel regalo?
Ilary chiuse gli occhi.
Probabilmente, credeva che lei si sarebbe recata a casa sua a chiedere spiegazione, come aveva fatto quel giorno, ma sbagliava.
Questa volta non l’avrebbe fatto!
Se Josh Carper voleva riallacciare i rapporti con lei, avrebbe dovuto fare molto di più, ad esempio strisciare ai suoi piedi.
Doveva essere lui a tornare e, soprattutto, le doveva chiedere scusa in ginocchio, come minimo.
O forse si voleva togliere solo uno sfizio?
La scuola era quasi finita, quindi adesso poteva andare a letto con lei?
Ilary fissò il ciondolo ancora una volta, mentre i primi studenti cominciarono ad arrivare in classe.
Accarezzò il pendaglio e poi lo ripose delicatamente dentro il contenitore blu, lo chiuse e lo mise, insieme alla busta bianca, dentro la cartella.
Non sarebbe andata da lui, nemmeno morta!
Quando la classe si riempì completamente, Ilary fissò smarrita la cattedra vuota.
Si aspettava da un momento all’altro di vedere entrare Josh con il suo solito passo risoluto, i ricci biondi ribelli e gli occhiali neri che gli cadevano perennemente sulla punta del naso.
Quando la porta si aprì, il cuore cominciò a batterle forte.
Forse era ritornato, forse doveva solo fare una commissione veloce…
Alex, il bidello, entrò strascicando i piedi.
L’intera scuola lo chiamava “il lumacone” per quel suo modo strano di camminare.
La delusione si dipinse sul volto di Ilary.
Come al solito aveva sperato fino all’ultimo secondo.
Il bidello richiamò l’attenzione di tutti e comunicò che il professor Carper si era dovuto assentare per motivi personali.
Ilary si portò le mani sul viso e si coprì gli occhi.
Perché viveva solo per vederlo?
Aveva Bill adesso!
Bill che era tutto quello che una ragazza della sua età potesse desiderare.
L’avrebbe accompagnata all’ultimo ballo della scuola.
Doveva pensare a lui e non a Josh!
Faceva sesso con Bill, anche se cercava di evitare il più possibile quel contatto. Non le piaceva essere così in intimità con lui, non si eccitava mai, le faceva male eppure diceva spesso di sì.
Era tutta colpa di Josh, se lei adesso aveva questi problemi!
Si sentiva uno schifo, un vero e proprio schifo.
Prese di slancio il cellulare decisa a mandare un messaggio al professore.
Scrisse, cancellò e riscrisse vari messaggi, circa un migliaio di volte. Messaggi che passavano dagli insulti più conditi alle dichiarazioni d’amore più fervide, poi dopo vari ripensamenti, si decise e inviò.
Perché?
Scrisse solo questo, perché in realtà, quella era l’unica cosa che voleva sapere.
Come un dejà vu rimase con lo sguardo incollato sul display per almeno quarto d’ora, senza ricevere alcuna risposta e, come la volta prima, si alzò tenendosi la pancia con la mano avvicinandosi lentamente alla cattedra.
- Non mi sento tanto bene – mormorò a testa bassa.

 
   
 
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