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Autore: Manu_93    18/11/2013    5 recensioni
E se ad intervistare Mr Grey non fosse stata Ana, ma Kate? Se non ci fosse stata quell'influenza a scombussolare i piani di Miss Kavanagh, Grey avrebbe conosciuto la nostra Miss Steele?
Scopritelo in questa fanfiction tutta inventata da me e...aspetto le recensioni!
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Katherine Kavanagh, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le sei del mattino di una splendida giornata di fine Maggio e il giorno degli esami è quasi alle porte.
Anastasia, la mia coinquilina, è lì nel suo letto che dorme mentre io cerco di domare questo ciuffo ribelle che non ne vuole sapere di star giù. «Tutta colpa di quello strano sogno di stanotte!» borbotto tra me e me non rendendomi conto di aver alzato un po' troppo il timbro della mia voce.
«Che ore sono?» 
un sussurro che proviene da dietro le mie spalle, mi strappa dalla mia analisi " post-nottatadaincubo " .
«Cavolo, Ana. Mi dispiace di averti svegliata. Continua a dormire. Sono solo le sei del mattino.» Cerco di convincerla a dormire, sopprimendo almeno per un secondo, l'enorme agitazione che mi sta consumando. "Sarà mica per questo che ho fatto quello strano sogno?"
«Ormai sono sveglia, non riuscirei comunque a dormire. Tu, piuttosto, che stai combinando a quest'ora del mattino?» "Già, che sto combinando? Me lo chiedi tu, figurati io!"
«Cerco di domare questo ciuffo ribelle che non ne vuole sapere di star giù!» dico seccata e anche piuttosto irritata. Non posso di certo intervistare un pezzo grosso dell'industria con questo ciuffo.
«Tu, Miss Katherine sonosempreperfettaancheinpigiama Kavanagh, hai problemi con il ciuffo?» La vedo mentre se la ride di gusto e, buffa com'è, non posso fare a meno di ridere anch'io.
«Tieni, fermalo con questo e sarai perfetta come al solito.» Mi passa un ferrettino rosso ramato, dello stesso colore dei miei capelli. Fermo con esso questo benedetto ciuffo e passo al trucco.
Mi guardo un attimo allo specchio per stendere le eventuali pieghe sul mio tailleur di Dolce&Gabbana grigio con le mie scarpe Loubotin nere con tacco 15 cm. Devo ammetterlo: nessuno potrà resistere a questa accoppiata, nemmeno lo stra-ricco che andrò ad intervistare. Mi ci sono voluti sei mesi per poter avere quest'intervista per il giornale studentesco su cui lavoro. Voglio, anzi, esigo che sia tutto perfetto.
«Wow, Kate. Quanto vorrei avere anche solo un decimo del tuo stile.» Ana mi strappa dai miei pensieri auto-adulatori ricordandomi che mi manca poco tempo per truccarmi.
«Puoi esserlo anche tu, amica mia» la rassicuro «basta esserne convinti fino in fondo.» 
Un po' di ombretto sugli occhi, matita nera per esaltare il loro colore verde smeraldo. Un filo di blush sulle guance e rossetto rosso acceso sulle labbra.
Con i tacchi non posso guidare la mia mercedes grigio metallizzata che mi hanno regalato i miei per i 18 anni, così decido di andare a Seattle in taxi.
Sono le 6:30 e da Vancouver - città in cui alloggio e frequento l'università - ci vogliono due ore per arrivare. Spero di fare a tempo, visto che l'incontro è previsto per le 9:00.
«Ana, io vado! Mi raccomando a te mentre sono via.»
«Buona fortuna, amica mia!»

Recupero cartellina e registratore vocale e mi precipito fuori.


Mi ritrovo davanti ad un imponente edificio prettamente bianco, dominato principalmente da grosse finestre in vetro che rivestono quasi l'80% dell'edificio. Alto, maestoso, avente almeno, 30 piani.
Ricomponendomi dallo stupore, mi appresto ad entrare notando la presenza delle porte scorrevoli. "Moderno e lussuoso" mi concedo un commento sulla struttura rendendomi conto che tutto ciò era normale dato che parliamo di un ricco imprenditore. Non oso immaginare la quantità di ricchezza che possiede.
«Buongiorno, Signorina. Posso esserle d'aiuto?» Una ragazza bionda, con un tailleur a quadri bianchi e neri, mi strappa dai miei pensieri facendomi notare d'essere arrivata alla reception senza accorgermene.
«Mi chiamo Katherine Kavanagh e ho un appuntamento con Mr Grey.» La guardo di sott'ecchi cercando di assumere un'espressione fredda e professionale.
«Un attimo che controllo.» Inizia a visionare il computer e, da quel che riesco a vedere , Mr pezzogrosso Grey ha moltissimi impegni. "Uhm, interessante. Devo ricordarmi di inserire questo dettaglio e scattare qualche foto all'edificio."
«Si. Effettivamente è prevista un'intervista per le ore 9:00. Attenda un attimo accomodandosi su quel sofà.» Me lo indica, ma io non lo guardo, continuando a tenere gli occhi puntati sulla segretaria, notando la targhetta con scritto il suo nome: Liz.
«Vado subito ad annunciarla, Miss Kavanagh.»
Noto la bionda tailleurascacchineriebianchi Liz bussare ad una porta. Una voce maschile risponde seccamente e sento che Liz pronuncia il mio nome.
E' giunto il mio momento. A noi due, Mr Grey.


«Non occorre che bussi, può entrare.» Mi sorride con gentilezza.
«Buon pomeriggio, Mr Gre-» all'improvviso, la mia bocca si rifiuta di collaborare lasciando a metà il mio cordiale saluto. Ne ho incontrati molti di uomini importanti e con un certo fascino, ma non sono mai riusciti a mandare in tilt il mio atteggiamento.
Mi concedo un minuto per contemplarlo: è alto, indossa un elegante completo grigio, una camicia bianca, una cravatta nera, ha una ribelle chioma biondo rame scuro e intensi, luminosi occhi grigi. Ci metto qualche istante a trovare la voce.
«Mi chiamo Katherine, Katherine Kavanagh e sono qui per intervistarla per il giornale della mia scuola.» 
Rimane in silenzio, immobile, senza dire nulla. Sarà mica rimasto attratto da me come io da lui? "Attratta? Tu? Andiamo, Kate! Nessuno è alla tua altezza e non sarà di certo questo riccone da strapazzo, il primo!" Una strana vocina che non avevo mai sentito prima, risuona nella mia testa facendomi recuperare l'espressione da giornalista professionista quale sono. "Brava! Così si fa!"
«Ehm... Tutto bene, Mr Grey?» Possibile che sia rimasto tanto imbambolato? Inizia a mordersi un labbro e ad incollarsi uno stupido sorriso sulle labbra. Cosa starai tramando, Grey?!
«Mi chiami Christian e, la prego, diamoci del tu.» "Ah, allora sai parlare!"
«Certo. Chiamami pure Kate» gli rispondo concedendogli un po' di confidenza. Non troppa, solo un po'.
Mi fa accomodare su uno dei due divanetti e, con tutta la grazia che possiedo, accavallo le mie curatissime gambe, rivelando qualche centimetro in più delle mie coscie.
«Bene, Mr Grey» poso sul tavolino il registratore vocale e la cartellina. La apro ed estraggo le domande da porgli.
«Come detto in partenza, le farò delle domande sulla sua vita professionale e...» scorro mentalmente le domande adocchiandone due particolare che mi fanno leggermente arrossire: "Quanti anni ha?" e "Lei è gay, Mr Grey?"
"Su internet compari sempre da solo nelle foto ed è strano vista la tua popolarità. Ai lettori farà piacere sapere questo pettegolezzo".
«...alcune personali. Due, per la precisione» aggiungo per poi fissarlo e riuscire a leggere nei suoi pensieri.
«Spero non siano troppo personali. Non amo rivelare dettagli della mia vita privata» dice lui, visibilmente a disagio e teso allo stesso tempo. Cosa nascondono quei tuoi occhioni grigi? «Non si preoccupi.» 
Premo il tasto "REC" e inizio l'intervista.


«E' stato un piacere conoscerti, Miss Kavanagh.» mi tende la sua mano grande dalle dita affusolate. Non esito un solo istante ad afferrarla avvertendo una leggera scossa. "Sarà la tensione accumulata che presto andrò a scaricare con una bella corsetta".
Noto, però, che anche lui avverte la scossa ed ha un leggero sussulto che lo porta a lasciare improvvisamente la mia mano.
«E' stato un piacere anche per me, Christian. Spero di incontrarti presto per aggiornarti sull'eventuale successo di quest'intervista.» "Spero di non vederti mai più anche se, ahimè, consegnerai tu i nostri diplomi di laurea".
Con passo spedito, mi appresto ad uscire dal suo ufficio. Saluto Liz e mi precipito fuori da quell'imponente edificio. Mi rendo conto di aver cambiato modo di respirare. Mi sento più leggera, più libera. Tutta la tensione, la paura, l'imbarazzo sono scomparsi.
E' lui. E' la sua presenza che mi rende così nervosa e quasi poco professionale.
«Miss Kavanagh...» sento qualcuno chiamarmi alle mie spalle. Mi volto di scatto, quasi impaurita. E' LUI.
«Si?!» Detesto quando il mio timbro di voce diventa così stridulo. Dopotutto, non mi aspettavo questa sua apparizione.
«Se avesse bisogno di qualche chiarimento sull'intervista di oggi, può contattarmi con questo numero.» Afferro il suo bigliettino da visita.
«La ringrazio. Arrivederci.» Lo saluto e mi allontano senza sapere dove andare.
Trovo un taxi libero e mi ficco dentro. «Mi porti a Vancouver.» 
Avrò due ore di tempo per analizzare questo incontro al quanto bizzarro.



Nota della Scrittrice: La prima battuta e la descrizione di Christian Grey, sono stati copiati dal primo volume della trilogia. Ho cercato in tutti i modi di essere fedele al carattere di Kate, audace e sicura di se, anche se in alcuni punti, diventa "debole".
Spero leggiate questa mia prima fanfiction sulla trilogia e spero, altresì, di ricevere tante recensioni - accetto anche le critiche - dagli appassionati della trilogia. Spero di poter pubblicare presto il prossimo capitolo.
Buona lettura. ~
  
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