Black
Rose
Marluxia
era impeccabile quella mattina . Camicia
a righe azzurre , jeans e un bel paio di Puma bianche , i capelli
pettinati e
curati al millimetro .
Quello era il primo giorno di scuola e lui , da bravo studente modello
, doveva
assolutamente arrivare in anticipo per preparare il discorso di inizio
anno .
Finalmente la 3 liceo , un’ avvenimento che capita solo una
volta nella vita .
Dopo essersi , per l’ennesima volta , controllato
minuziosamente allo specchio
, raccolse la cartella , blu scuro , immacolata e scese a fare
colazione .
Sua madre gli sorrise dolcemente mentre serviva sul tavolo imbandito
frittelle
e un bicchiere di spremuta . Era una donna giovane , sulla trentina ,
gli occhi
azzurri e i capelli rosa che il figlio aveva ereditato .
“ Giorno ma ” . Disse raggiante Marluxia .
“ Buon giorno liceale , pronto per il tuo primo giorno ?
” . Domandò la madre
pur sapendo già la risposta .
“ Certo ! Sono stato incaricato di preparare il discorso di
inizio anno e non
vedo l’ora di leggerlo davanti a tutta la scuola !
è Un’occasione che non
capita tutti i giorni sai ? ” .
“ Il mio mitico figlio ! ” . Disse la madre , era
assurdo come dall’inizio
delle vacanze estive non avessero parlato d’altro , eppure
Marluxia continuava
a tirare in ballo questo argomento ogni volta , come se fosse nuovo .
Il ragazzo finì la colazione in un baleno , divorando le
frittelle e prosciugando
la spremuta . Volò in bagno dove si diede una robusta
spazzolata ai denti ,
controllò ancora se tutto fosse a posto e , dopo aver preso
la cartella , uscì
di casa per trovarsi sul vialetto in mattonelle rosa chiaro ,
costeggiate da
due quadrati molto piccoli di giardino dove crescevano fiori molto
belli che
spandevano nell’aria un profumo meraviglioso ,
in’oltre vi erano tutti i tipi
di fiore , dalle viole alle rose , dai girasoli ai tulipani . Tutti
quei fiori
erano stati coltivati e curati dallo stesso Marluxia , il quale
coltivava una
vera passione per quei vegetali così belli e profumati . Ma
il suo vero
capolavoro si trovava in una serra poco lontano dalla scuola dove
cresceva e
coltivava fiori di rara bellezza , tra i quali c’era il suo
preferito , una
rosa nera .
Attraversato il vialetto prese la bicicletta gialla e arancio che lo
stava
aspettando , mise lo zaino in spalla , si sedette sopra la bici e
iniziò a
pedalare verso la scuola seguendo la strada principale .
Era un Lunedì e le macchine di coloro che portavano i propri
figli a scuola
facevano una lunga fila , Marluxia passò cautamente
attraverso quei branchi di buoi
di latta e arrivò alla sua scuola .
L’edificio dall’esterno era molto semplice , si
trattava di un edificio bianco
formato da un’alta struttura centrale e quattro edifici
simmetrici ai lati ,
occupati per la maggior parte da grandi finestre .
Era una bellissima giornata e il sole splendeva allegro sopra le timide
e
sporadiche nuvolette bianche che punteggiavano il cielo azzurro .
Marluxia scese dalla bici e afferrò i manubri conducendola
fino all’apposito “ parcheggio
” , una volta lì la legò con un
catenaccio e si diresse verso la porta
principale nell’edificio più grande alla quale si
arrivava salendo delle scale
in granito bianco .
Ragazzi vivaci di ogni età che si salutavano , urlavano ,
parlavano , di ciò
che avevano fatto durante le vacanze e molto altro , le ragazze si
abbracciavano e si scambiavano baci e saluti , i maschi una pacca sulla
spalla
( a volte abbastanza forte da far male ) oppure si davano il cinque .
Una voce raggiunse le orecchie del ragazzo .
“ Marluxia … Marluxia ! ” . La voce era
inconfondibile , roca . Si voltò e
davanti a lui vide Vexen , suo compagno di studi da quando era arrivato
in quel
liceo , e amico . Vexen si presentava quella mattina come un vero
scienziato :
occhiali sul naso , camice bianco , e cravatta .
“ Vexen ! Ciao ! Come diavolo ti sei vestito ? ” .
Lo salutò affettuosamente
Marluxia .
“ Non me lo ricordare per favore , è solo che oggi
c’è chimica e volevo essere
preparato … ” . Abbozzò una risposta
lui .
“ E la cravatta ? ” Chiese Marluxia ancora
più curioso .
“ Oh … Bhe … Sai
com’è … ” . Disse lui
balbettando .
Marluxia rise di cuore , poi voltandosi iniziò a camminare
verso la porta dell’
edificio principale .
Un rumore di motore soffocò tutti gli altri , la maggior
parti degli studenti
si voltò quasi all’unisono verso la fonte del
rumore .
Videro una Kawasaki Ninja 250 R , nera lucente , con delle fiamme
perfette
dipinte sulla carrozzeria .
Anche il cavaliere era vestito di nero , pelle per
l’esattezza , giubbino ,
pantaloni poi un paio di scarpe non meglio identificate ma di certo
erano nere
, per descriverlo si sarebbe usata la parola cavaliere , perché cavalcava
una moto , ma in realtà quel
ragazzo era tutto meno che nobile .
Axel o Ax come lo chiamavano gli amici . “ Un figo
” come lo avrebbero
descritto certune ragazze , ebbene questo “ Figo ”
scese dalla moto con fare
indifferente dopo averla parcheggiata e spenta e si tolse il casco ,
mostrando
una cascata di capelli rossi petardati , due occhi verdi acqua e un
viso che
bisognava ammettere era davvero stupendo .
Due o tre ragazzi scesero giù per le scale esterne e lo
andarono a salutare , Marluxia
conosceva anche loro , e come non conoscerli , si definivano amici ma
in realtà
erano dei lacchè , sapeva a memoria volti e nomi , Roxas in
primis , Demix e
Xaldin .
“ Ehm … M … Marluxia * coff * possiamo
* coff * entrare , per favore ? ” Chiese
balbettando e tossendo Vexen .
“ Si Vexen , entriamo prima che ci veda ” . In
effetti entrambi detestavano
eppure temevano Axel poiché , loro , erano i suoi giocattoli
preferiti , o per
meglio dire bersagli preferiti .
I due si mossero con finta noncuranza nel mare di gente , pregando
qualunque
dio che Axel non li vedesse , purtroppo le loro preghiere non furono
esaudite .
“ Marluxia , Vexen , dove andate così di corsa ?
Non mi venite nemmeno a
salutare ? Io mi offendo così ” . Axel , la sua
voce era riconoscibile da un
miglio di distanza .
I due si fermarono , come rocce , e si voltarono il più
lentamente possibile ,
giusto in tempo per vedere Axel & co. avvicinarsi . Il grande
capo stava
davanti a tutti le mani ai fianchi leggermente chinato in avanti .
Si portò presso i due suoi bersagli che lo salutarono
timorosi .
“ Ciao Axel , non sapevamo che eri arrivato , scusaci
” . Cercò di riparare Marluxia
, mentre Vexen , poco più dietro di lui non riusciva a
spiccicare parola .
“ Ah davvero ? Che peccato , e io che avevo fatto tanto
rumore solo per voi ” .
Disse con finta aria da dispiaciuto , dietro le sue spalle le tre iene
ridacchiavano .
Lo sguardo di Axel passò da Marluxia a Vexen , il quale
iniziò a tremare .
Fu rapido , molto rapido , Axel si mosse in avanti e afferrò
Vexen per la
cravatta portandogli il viso vicino al suo .
“ E tu ? Non parli , ti hanno mangiato la lingua ?
” . Chiese , urlando ,
infuriato .
Vexen non riuscì a parlare , Marluxia stava per deire
qualcosa in sua difesa ma
Axel lo zittì con uno sguardo .
Poi preso Vexen per il collo della giacca lo sollevò da
terra apparente senza
troppo sforzo , gli sputo sulla cravatta e lo ributtò a
terra , mentre l’altro
ancora tremava come una foglia .
Risate generali tra il gruppo di studenti che li si era accalcato per
assistere
alla scena .
Infine Axel si rivolse nuovamente a Vexen .
“ Sei sempre il solito verme , Vex ! ” . Disse con
aria di superiorità .
Tirò per concludere uno schiaffo in testa a Marluxia ,
accompagnandolo con
poche parole .
“ Benvenuti al terzo girone dell’inferno
” . Detto questo si allontanò , mano
destra in tasca e con la sinistra salutava i due ragazzi mentre
Marluxia
aiutava Vexen a rialzarsi .
Era difficile dirlo , ma Axel aveva proprio ragione .